Mi sorge un grosso dubbio
sarà che son nel giusto
oppure il giusto è il dubbio
è saggio dubitar?
Però mi sono detta
cosi sarà per tutti
si chiedon se son giusti
o se le sparan grosse
oppur se stanno zitti
nel dubbio a non parlar
fanno meglior figura
di stare a cavillar?
Domanda inver oziosa
ma forse mica troppo
se poi le mie opinioni
si scontrano al galoppo
con altre inver contrarie
cos’è che ho da pensare?
Nel dubbio taccio o parlo?
E se parlo che dico? Dico
come la penso o penso
come la dico?
C’è, so, chi così fa
pensa come la dice
ci pensa e ci ripensa
e poi nel dubbio tace
oppure parla e conferma
che il dubbio sia fallace.
Chi crede in qualche cosa
lo dice oppur lo tace?
Se ha dubbi deve osare
oppur meglio tacere?
Per non sbagliar io parlo
e taccio all’occasione
ma mai sarò sì saggia
da farne confessione.
“(…) Per non sbagliar ella parla e minaccia da levante a ponente
ma mai sarà sì saggia da ascoltar con coraggio chi dissente”
R
bravò! (ma solo per la rima, il resto è polemica, ma passa perché apprezzo lo sforzo.
«Pare che la Gazzato
apprezzi del suo lettore lo sforzo
ma poi con sarcasmo pensa
“il suo entusiasmo glielo smorzo”.
Aggiunge la Maria Grazia
“Il resto è polemica!”
ma non fatela incazzare
ché poi diventa isterica!»
R
si,
Isterica poi no
furiosa un po’ lo ammetto
ma come ben sapete
nessuno è inver perfetto.
Noto che qui abbiamo più di un rimatore, bene.
E a questo giro che faccio?
ebbene sì, mi taccio…
io non so rimare.
ma sappiate cari amici
che sto per ritornare!
Non c’è dubbio che il dubbio sia stimolo alla ricerca delle verità, e scusate per questa certezza che non ammette dubbi.
Lo stesso Cartesio era del parere che “Il dubbio è l’inizio della conoscenza.”.
Decisamente tranchant Bertand Russell nel suddividere l’umanità in due categorie:
“Il problema dell’umanità è che gli stupidi sono sempre sicurissimi, mentre gli intelligenti sono pieni di dubbi.”
Più sfumato Oscar Wilde:
“Credere è molto noioso. Dubitare è profondamente avvincente. Essere sul chi va là è vivere. Farsi cullare nella certezza è morire.”
Però, secondo Enrico Maria Secci, c’è un campo in cui il dubbio non paga, ed è il campo dell’amore:
“Il contrario dell’amore non è l’odio, ma il dubbio.”
A questo proposito, nel “Fiore dell’antologia palatina” -una raccolta di poesie di vari autori greci, tradotti da Salvatore Quasimodo- , ce n’era una dedicata al dubbio di un giovane se andare o no a rivelare il suo amore alla donna che amava.
Purtroppo non ricordo i versi, né l’autore che li scrisse, e non ho neppure sottomano il libro. Ricordo solo le parole iniziali: “Vado o non vado?” e da lì un serie di considerazioni tormentate, decisioni prese e pentimenti immediati, cosa dire, come vestire, e come sarebbe stato accolto, e cosa lei avrebbe detto, se inviare un messo a rivelare il suo amore o andarci di persona, finché, mentre si decide di lasciar perdere tutto, si ritrova lui stesso a correre verso l’amata.
E per finire, sullo stesso argomento ecco Shakespeare:
“Dubita che le stelle siano fuoco;
dubita che il sole si muova;
dubita che la verità sia mentitrice:
ma non dubitare mai del mio amore.”
R.
ricco excursus di dubbi con finale romantico. Quanti ce ne sono.
Bello!
Anch’io non ho dubbi sul fatto che una persona intelligente debba essere pieno di dubbi. (smile).
Ma tutte le generalizzazioni sono sbagliate (anche questa)!