Quel gesto subito dalla giornalista Greta Beccaglia mentre era in diretta televisiva di fronte allo stadio di Empoli, è un reato: si chiama violenza sessuale e non c’è da scherzarci sopra.
Quindi non si tratta di una cosa da nulla, una cosa della quale, secondo alcuni, andare quasi “orgogliose”. Ma si dai non te la prendere…le ha detto il giornalista che stava dall’altro capo del filo e che ha visto la scena in diretta.
Lei se l’è presa eccome. Ma si è presa anche una manata sul sedere e anche in altre parti del corpo, pare, e non le è piaciuto per niente. Una vera toccata e fuga che però è stata immortalata dalle telecamere di sorveglianza e cosi la fuga è finita presto ed ora le Forze dell’Ordine, pare, hanno identificato il manomortista.
Poveraccio, pentito e contrito, pare, si pente e si scusa, non sa, dice, che cosa gli è preso.
Ci proverei io a dire cosa “gli è preso”, non me ne vogliamo i tanti che in questi giorni si sono affannati a dire alla bella giornalista di “non prendersela”…e che sarà mai? Al massimo ricambia la manomorta con altra manomorta e falla un po’ finita li…(l’ho letto, si non me lo invento).
Si tratta di gesto ignobile, di potere, derivante dal francese main morte che indicava la mano che trattiene spasmodicamente i propri averi e la mano morta (tagliata) del servo della gleba che veniva portata al signore per dimostrare che era morto e lui poteva disporre a piacimento dei suoi poveri averi, se non aveva figli maschi, e anche i beni di enti ecclesiastici o civili sui quali lo stato non poteva mettere le proprie di mani…vive.
Ma ho molti dubbi che quel “signore” avesse presente le implicazioni storiche, psicologiche, giuridiche, morali che sottendono a quel gesto. Macchè, lui ha solo visto un bel culo e lo ha toccato.
Una donna, bella giovane e ” persino” giornalista cosi a portata di mano(morta) non poteva non aspettarsi che di essere palpeggiata proprio li dove non batte il sole o anche dove batte, davanti a tutti e di essere anche derisa da quelli che passando vedevano e caldamente approvavano lanciandole anche per soprappiù, dei “complimenti” molto espliciti.
E lei che ti fa? Gli si rivolge dicendo (più o meno) che non si fa, ennò, signori, non si fa proprio.
Brava Greta! Non si fa, hai ragione, n o n s i f a, punto.
E ora chi lo ha fatto e lo farà (oh se lo farà) sappia che è un gesto infame, volgare, indegno di un essere umano che vuole definirsi civile, un gesto bestiale di una violenza inaudita perché gratuita e senza senso se non quello di dimostrare il proprio “potere” nei confronti di una donna che sta per i fatti propri e non si aspetta di ricevere certi “apprezzamenti” e non li chiede e non li apprezza, no manco per nulla!
Mi auguro che il giudice non si lasci incantare dalle scuse portate a discolpa dal gentiluomo di passaggio che si è sentito “in potere” di dare quella manata sul sedere di Greta. E che gli infligga una pena adeguata e risarcitoria almeno moralmente del danno subito da una donna che non ha alcuna colpa di essere donna, bella, giovane e con la pretesa di fare la giornalista sportiva. E di tutte le donne che subiscono in silenzio gesti altrettanto volgari e violenti.
Anche basta!
Sì, ma bisogna anche mantenere il senso delle proporzioni. Quella cronista ha ricevuto una pacca su una chiappa e chi l’ha fatto va punito, non certo con il carcere, magari una bella multa è meglio. E lei adesso eviti di fare l’eroina martire girando per televisioni.
R.
Silvia, anche lei giudica la donna…si, va bene, ma non la faccia tanto lunga, “eroina martire” lo considero un altro modo per offenderla. E per quella “pacca sulla chiappa” è previsto il carcere, non crede che sia meglio lasciare decidere a chi di dovere?
Mi sembra una tempesta in un bicchier d’acqua.
Quel signore maleducato e arrogante forse lo ha fatto apposta per essere visto in TV, come quei due o tre coglioni che si piazzano dietro il giornalista o la giornalista in diretta.
In tempi normali la giornalista avrebbe risposto con uno schiaffo o un insulto, e sarebbe finita lì.
Non è un gesto ignobile; è il gesto di un cretino maleducato e arrogante.
I gesti ignobili sono altri: gli stupri, e gli episodi che si consumano all’interno di relazioni violente.
Metterli sullo stesso piano squalifica la lotta contro la violenza sulle donne, e la porta sul piano del fanatismo.
Non possiamo reagire come quelli che hanno fatto una strage alla redazione di Charly Hebdo perché avevano irriso il profeta.
R.
se lei mi permette, ma anche no, io reagisco come mi pare e piace e insisto quello è un gesto ignobile!
Ed è pregato di non fare paragoni che non c’entrano niente, visto che io NON ne faccio.
Beccaglia ha fatto bene a denunciare e ha fatto bene a creare un po’ di interesse mediatico per evidenziare che certi gesti possono essere una violenza. Però adesso deve rientrare nel suo spazio ed attendere la sentenza, altrimenti qualcuno giustamente può pensare che ne tragga più vantaggio che danno.
La pena ovviamente dovrà essere la stessa che sarebbe stata comminata se la pacca sul didietro l’avessi presa io.
R
se l’avesse presa lei, non solo non avrebbe denunciato la donna, ma ho l’impressione che avrebbe chiesto il bis. Ma non si preoccupi la vedo difficile…
Non so quali vantaggi si possa trarre da una vicenda simile. E’ sempre cosi, se una donna denuncia un fatto analogo sempre qualcuno “è autorizzago” a pensare che voglia trarne vantaggi…mah.
Credo che se io dicessi che lei avrebbe gradito ad essere al posto della giornalista mi manderebbe a casa un coccodrillo affamato. Quindi non mi pare corretta la sua supposizione nei miei confronti, peraltro totalmente infondata. Io parto sempre dal principio che uomini e donne debbano ricevere lo stesso trattamento e rispetto, quindi se è ignobile la toccatina alla donna lo deve essere anche a parti invertite nel momento in cui essa non sia gradita.
Il trarne vantaggio è riferito al “dopo”. Una volta fatta la denuncia giudiziaria e mediatica, l’eventuale successivo giro dei talk show le potrebbe portare qualche offerta di lavoro, magari in qualche emittente meno “locale”. Visto che la palpatina non è un trauma che la renderà offesa per il resto della vita, avrà avuto un vantaggio. Non mi pare certo di dire fesserie, e ripeterei la stessa cosa a parti invertite. Ma sospetto che lei non sia per l’uguaglianza di trattamento fra i 2 principali sessi.
R.
Bene, allora non scherzo più ma parlo sul serio, non solo non avrei gradito ma con tutta probabilità gli avrei tirato un calcio bene assestato sugli zebedei dopo averlo riempito di insulti ( mi conosco meglio di lei…) e se non fossi stata come la gornalista davanti alle telecamere, non avrei fatto alcuna denuncia anche per non dover passare dalla ragione al torto, come succede quasi sempre. Ma di sicuro quel “signore” se lo ricorderebbe.
La Beccaglia è una giornalista e stava facendo il suo lavoro ed era inquadrata e perciò ha dovuto in qualche modo denunciare immediatamente l’accaduto ed ha fatto bene a farlo. Ma ora non la invidio affatto.
Certo che se lo fanno con lei, l’autore della molestia deve avere la stessa pena e lo stesso trattamente, chi la autorizza a pensare in prima istanza che io sarei contraria? già il fatto di scriverlo presuppone che lei lo creda. E non mi sta affatto bene. E il suo sospetto glielo rimando al mittente e lo ritengo altamente offensivo.
Per quanto riguarda i vantaggi che potrebbero derivare alla signora Beccaglia…a me non darebbero alcun fastidio, mentre a lei si, noto soltanto che il fatto che potesse ottenere qualche vantaggio da una situzaione umiliante le darebbe fastidio invece che considerarla una cosa positiva. Non le fa onore, Mauro per nulla. E mi dispiace dirglielo. Davvero. E poi lei da uomo parla accademicamente ma in realtà non ha la più pallida idea di cosa sta parlando.
Cara sig.ra Gazzato, ho già detto la mia oggi su Italians.
Severgnini non ha colto il senso del mio intervento.
E detto tra noi, temo che neppure molti dei suoi forumisti coglierebbero.
Non ho voglia di sollevare polveroni in blog altrui!
La solita “ammuina” mediatica buona per tutto e utile a niente…
Mi limiterei ad una considerazione su una proprietà relazionale abbastanza intuitiva ma evidentemente non abbastanza familiare ai super-moralisti ad indignazione automatica:
se A=B allora B=A.
Si chiama proprietà simmetrica, ed ha una perniciosa conseguenza ossia che se proclamiamo:
mano sul sedere = stupro, allora stupro = mano sul sedere.
Tesi evidentemente più che favorevole ad un VERO stupratore, e infatti i collegi di difesa è lì che tendono a spostare il dibattito durante i processi: la goliardata, lo scherzo, la giovanile esuberanza, il mammamia quanto la facciamo grossa, eccetera.
Di questa disattenzione verso la proprietà transitiva ne abbiamo esempi ogni giorno: tra i più stridenti, se equipari l’obbligo vaccinale ad Auschwitz, arriva subito il negazionista con la svastica a urlare che è verissimo, che anche l’Olocausto era una punturina sulla spalla.
Il senso della misura implica una realistica valutazione ed una giusta sentenza, l’indigno maiuscolo, cieco e infuocato porta di solito a una sentenza di primo grado, sotto i riflettori dei media, inusitatamente ed esageratamente severa, a cui segue, a bocce ferme e attenzioni rivolte altrove, una sentenza di appello certamente più aderente al diritto ma quasi certamente ingiustamente troppo leggera.
Detta in breve, al lumacone manolunga dategli due anni di DASPO e un multone che gli bruci il didietro, e occupiamo i tribunali con processi più seri e urgenti.
R.
eccone un altro che fa il giudice…
Finalmente il nostro paese esce dal Medioevo: quello che ha dovuto subire Greta, e per cui non ha potuto dormire per tre notti, è stomachevole. E stiamo parlando di una Giornalista con la G maiuscola, che raccoglieva interviste all’uscita dello stadio e non delle solite raccomandate incapaci che rischiano bombe a Mogadiscio o Bagdad. Due giorni fa una signora assessore del Comune di Arenzano, è stata malmenata in treno da una ragazza perchè le era stato chiesto di mettersi la mascherina: 20 giorni di prognosi , commozione cerebrale, danni al bulbo oculare. Ma vivaddio il deretano e le parti intime sono state risparmiate. Giustamente l’aggressora è in libertà e la Presidente del Senato, dato che non sono state toccate aree intime, non ha neanche alzato un sopraciglio. Finalmente stiamo diventando un paese che onora e rispetta la donna. Chi ha detto che devono rispettarsi tra di loro?Forza, Greta!spero di vederti presto a Sky; te lo meriti!
R.
ecco si, repentino rientro nella sua pelle. Quasi quasi ci cascavo…
“Mantenere il senso delle proporzioni”(Silvia); “Una tempesta in un bicchiere d’acqua”(Luigi); “adesso deve rientrare nel suo spazio”(Mauro); “mano sul sedere = stupro, allora stupro = mano sul sedere”(Nencioni); “Finalmente il nostro paese esce dal Medioevo” (Bianchi)
Frasi riduttive, sillogismi errati, ironie fuori luogo: quanti modi per minimizzare un gestaccio vigliacco
(perché fatto a una persona più debole), rivelatore di quanta disistima e disprezzo si ha per la donna.
Certo, non è uno stupro, ma quella giornalista, a parte l’offesa ricevuta, potrebbe riceverne danno anche per la sua stessa professione di intervistatrice: ricordo in passato un giornalista televisivo, ricevette una torta in faccia proprio in diretta televisiva. Quel giornalista ebbe la carriera troncata, non poté apparire più in televisione senza che la gente non ne ricordasse l’insulto ricevuto.
“perché fatto a una persona più debole” (Alessandro)
Frase maschilista.
Nessuno della lista sopra citata prende sottogamba il gesto. Solo che lo si pone nella giusta scala di gravità: l’aggressione a cazzotti sul treno è più grave della mano morta. E questo senza per forza voler essere giudici, perché allora non si parla più di Covid senza essere medici, di politica senza essere senatori o di poesia senza essere poeti.
R.
frase maschilista? Ma senti senti! ora troviamo il maschilismo in Alesssandro che, mi dispiace dirvelo cari signori è la persona meno indicata per rivolgergli una simile accusa.
Tutti quelli della lista citata prendono non solo sottogamba ma anche sottopiede perché anche chi condanna poi mitiga e tutto sommato o butta la croce su di lei, o l’accusano di cercare pubblcità gratuita oppure come fa lei, affermano che bisogna trattare allo stesso modo del manomortista maschio anche la manomortista donna…ma in che film le ha viste lei Mauro le donne che fanno la mano morta? Se ci sono , per la stragrande maggioranza degli uomini non solo non rappresenterebbe una molestia ma se ne farebbero un vanto. Eddai, su. Lei solo in Italia ( o nel mondo) credo sarebbe quello che la denuncerebbe, gli altri la inviterebbero a cena. Ma parliamo per paradossi perché le donne che fanno la manomorta si contano sulle dita di un dito. E quando si emettono sentenze al posto dei giudici, non si parla in generale di giustizia ma ci si mette al loro posto.
Sono d’accordo con la signora Gazzato quando ipotizza come avrebbe reagito lei.
Io avevo scritto che quel gesto meritava uno schiaffo o un insulto, o, meglio, tutti e due.
Lei ha scritto: “gli avrei tirato un calcio bene assestato sugli zebedei dopo averlo riempito di insulti”, che è solo un’accentuazione della reazione che avevo prospettato io.
In entrambi i casi la reazione ipotizzata si sarebbe collocata sullo stesso piano della provocazione, senza scomodare le considerazioni sui massimi sistemi. Quel signore si meritava giusto una bella lezione per la sua maleducazione e la sua prepotenza.
Francamente, non credo che nella mente di quell’imbecille fossero transitati pensieri di alto profilo e di grande perfidia, quali considerare le donne esseri inferiori soggetti al potere degli uomini e compagnia bella.
Ma, si sa, c’è che chi, come ho scritto altrove, non perde occasione di trasformare tutte le palle di neve in valanghe.
E mi fermo qui, senza ipotizzare che tutto l’episodio sia stato costruito ad arte, d’accordo col molestatore, per tenere alta la tensione sul tema.
R.
Luigi
ma di che complotti parla? anche lei con la teoria dei complotti?le sue ipotesi (che non fa, giustamente) a me sembrano lunari.
Comunque, anche qui dove dice:
___In entrambi i casi la reazione ipotizzata si sarebbe collocata sullo stesso piano della provocazione, senza scomodare le considerazioni sui massimi sistemi. Quel signore si meritava giusto una bella lezione per la sua maleducazione e la sua prepotenza.”
Sullo stesso piano? Cioè a dire, ok, il calcio sugli zebedei e anche gli insulti, bene, ma ti metti sullo stesso piano del tuo molestatore e fate il paio.
Eh, no, anche no per favore Mi dica che ho frainteso. Esiste la legittima difesa e se io sono provocata o offesa o peggio, ho tutto il diritto di difendermi in modo proporzionato all’offesa. In questo caso un bel calcio sugli zebedei mi pare giusta proporzione, ma l’offesa sarei ancora IO che me ne stavo per fatti miei e non offendevo. Chiaro signor Luigi? Ma non tutte si difendono allo stesso modo e hanno la forza di reagire, il più delle volte se la prendono in saccoccia, le pare giusto?
Anche per questo esistono i giudici.
Mauro dice:
“perché fatto a una persona più debole” (Alessandro)
Frase maschilista.
Ma dove lo vede il maschilismo nel constatare che molti uomini approfittano della maggiore forza fisica per offendere una donna?
Oppure della loro posizione di potere?
Quella mossa così plateale deriva anche da questo, dalla certezza di non prendersi un cazzotto sul naso.
E poi:
“Nessuno prende sottogamba”
Non so a fatti, ma a parole il sottogambismo è evidente.
Come ebbe a dire Natalia Aspesi, quindi certamente non un tatuato macho della curva Sud, un fischio dietro alla bella che passa ha molta più risonanza del tonfo di un operaio che cade da un tetto.
Il contesto, Mercuzio, il contesto e il significato delle parole. Se una giornalista al lavoro “è una persona debole” in quanto donna stiamo affermando esattamente ciò che affermano i datori di lavoro che pagano meno le donne perchè hanno il ciclo e “rendono” di meno. Il didietro non si tocca a nessuno perchè le mani addosso non si mettono, e in questi tempi affamati di pronomi neutri, di asterischi e di schwa sarebbe questo il momento di usarli tutti. Invece gira gira hanno sempre grande successo i cavalieri con l’elmo e il pennacchio che corrono in difesa della “poverella” – solitamente da casa e per cavolate, peraltro, io di femministi da tastiera che abbandonano il blog e il social per passare una notte con le Unità di Strada che vanno ad aiutare le puttane ne vedo pochi.
Ora, una giornalista in diretta fuori da uno stadio da cui escono esagitati col neurone a forma di pallone, se si becca una manata sul popò ha tutto il diritto di girarsi e tirare uno sganassone, e pure di denunciare l’imbecille per violenza privata, che ci sta, ma piantiamola con questi deliri di violenza sessuale e stupri assortiti. E’ una crudele presa per il didietro di chi è stata stuprata per davvero e che però essendo meno “glamour” e meno facile da difendere non se la fila nessuno. Chiedetelo alla nigeriana quindicenne o alla rumena diciassettenne al freddo sulla provinciale, cosa è uno stupro, e se non avrebbero preferito una pacca sulle chiappe data senza creanza e senza rispetto, ma certamente senza cattiveria.
Altrimenti mettiamo tutto sullo stesso piano e alziamo il volume al massimo, ma così non si rende un buon servizio a nessuno: pensate davvero che una manomorta possa ricevere l’ergastolo? e chi gonfia di cazzotti, allora, sei ergastoli? E chi uccide, che se chiede il rito abbreviato dopo quindici anni è fuori, come la mettiamo?
Cerchiamo di uscire dagli automatismi pavloviani da blog politically correct, e valutiamo la realtà per quello che è e significa davvero, e magari andiamo a insegnare nelle scuole come si fa, invece di lasciare libero corso alle imbecillità “social”. Oggi tutto è un dramma, una tragedia, un trauma, uno shock, dalla pernacchia alla strage senza un’ombra di distinzione…. Da un estremo all’altro: la mia micidiale bisnonna fiorentina di fine ‘800 a proposito di rapporti sessuali (non di manate) imposti con la forza e delle loro consguenze, sentenziava con spietatezza “lavata ed asciugata è come mai usata”. Solo un secolo fa, e detto da una donna: decisamente altri tempi ed altri materiali.
R
qui deliri non ce ne sono e se le danno tanto fastidio i blog, signor Nencioni (questo per intenderci), col ditone alzato e il sopraciglio calato, non li frequenti, semplice no? si la frase di tua nonna è un pugno allo stomaco, ma le nonne si sa sono sacre, per cui…transeat.
E se a toccare il culo di un uomo fosse un altro uomo? Invito a cena lo stesso?
Sono sicuro che Alessandro non sia maschilista, ma la frase che ha scritto lo è sicuramente più di quelle che ha citato lui.
Mai letto tante discriminazioni fra uomini e donne come nella sua ultima risposta. Temo che il dibattito sia del tutto inutile. Mi arrendo.
R.
io penso di no. Si sbaglia. Ci ripensi.
Nn noto alcuna discriminazione in quanto ho scritto, semmai quello che discrimina è lei che insiste a volere mettere sullo stesso piano le molestie maschili e quelle femminili, la disproporzione è fin troppo evidente.
In effetti, anche se sembra un paradosso, certi giudizi severi sulle molestie, anche su quelle minori e occasionali, possono peccare di maschilismo.
Negli atteggiamenti delle femministe e dei femministi, infatti, c’è una contraddizione, quasi un ossimoro.
Da un lato si sostiene che le donne devono accedere a tutti i mestieri e le professioni che una volta erano riservati agli uomini, anche a quelli che richiedono prestanza fisica, come il soldato, il carabiniere, il poliziotto.
Andare a contenere una manifestazione in tenuta antisommossa non è certo una faccenda da persone deboli.
E sarebbe ingiusto che, a parità di stipendio, i compiti più gravosi fossero riservati agli uomini, a dispetto della parità.
Quando si parla di sesso, invece, riemerge la mentalità arcaica moralista e velatamente maschilista che considera le donne soggetti deboli e, in un certo senso, “sacre e inviolabili”.
Non si può andare avanti tenendo i piedi in due staffe. Bisogna decidersi. Se le donne sono soggetti deboli, non possono fare il soldato, il carabiniere e il poliziotto. Altrimenti, è una presa in giro.
Se possono fare questi mestieri, e quindi sono soggetti forti quanto gli uomini, se la possono cavare da sole senza farla tanto lunga, come dice la signora Gazzato, reagendo con insulti, schiaffi e calci nei cabbasisi, invece di fare le vittime per una strusciata.
Osservo a margine che i soggetti più deboli nella nostra società non sono le donne. Sono i bambini, i vecchi e i disabili.
R.
santa patata!
Luigi io non sono molto paziente ma lei mi sta facendo perdere la poca che ho.
Ma che cosa c’entra che le donne vogliano fare le professioni che un tempo erano men only col fatto di venire molestate in diretta Tv o anche no?
Non ci riesce a farmi passare per un orango che tira calci e imprecazioni a vanvera. Ho detto solo nel caso in cui, forse la mia prima reazione sarebbe quella ma non tutte le donne reagiscono cosi e magari dipende anche molto dal momento e dalle circostanze.
Santa patata ripeto, la manomorta è un reato, punto! Non si deve essere costretti a reagire con calci e pugni, semplicemente non SI FA, chiaro?
E ci possono essere donne che non ce la fanno a reagire per loro natura, costituzione o altro.
Lasci stare i bambini, non li metta in mezzo, non c’entrano nulla con questa discussione.
Mauro,
senza stare ad indagare le cause, la donna è muscolarmente più debole dell’uomo, è un dato di fatto, e non vedo nessun giudizio maschilista nel riconoscerlo.
Il maschilismo è un’altra cosa. Consiste nella sottomissione della donna nella sua volontà, nella sua scelta di vita, nella sua indipendenza, nei diritti, sottomissione esercitata dall’uomo in nome di una un presunta superiorità nei confronti delle donne sul piano intellettuale, psicologico, biologico, ecc.
Quell’atto, ripeto, non solo è maschilista perché fatto da chi considera la donna un oggetto con cui soddisfare le sue voglie, ma è anche vigliacco perché chi lo fa, si crede immune da una reazione immediata che lo possa colpire fisicamente.
Non tutte le donne sarebbero in grado di reagire con “un calcio bene assestato sugli zebedei”.
R:
ah ecco, allora diciamo che “generalmente” le donne sono muscolarmente più deboli dell’uomo…
Signor Bianchi
riformuli il suo post, cosi non lo passo.
X Sra Gazzato: ancorchè debba riconoscerLe un ‘innegabile onestà intellettuale nell’informarmi che il mio post doveva essere riformulato in luogo di cestinarlo tout court, Le devo confessare che sono stato profondamente segnato dalla Sua decisione, quasi come se una massaia di Ascoli Piceno mi avesse palpato il sedere. Anche gli uomini hanno una sensibilità! Comunque in futuro girerò alla larga dall’Ing.Alessandro
R.bravo, saggia decisone. Ma si riprenda, ad Ascoli Piceno non si sta poi cosi male è un posto magnifico.
Alessandro, sono perfettamente d’accordo con Lei che le donne sono fisicamente più deboli degli uomini.
Anzi, sono molto diverse dagli uomini in tante altre caratteristiche, fisiche e mentali. Vivono più a lungo, soffrono meno di malattie cardiovascolari, hanno un modo diverso di ragionare.
Un esperimento molto simpatico ha dimostrato che, se qualcuno gli chiede un’indicazione stradale, donne e uomini indicano il percorso in maniera molto diversa. Gli uomini disegnano una mappa mentale, tipo “la seconda a destra, poi avanti per 500 metri ….. “, mentre le donne preferiscono citare riferimenti, tipo “avanti fino al bar, poi a destra, e dritti fino ad una piazzetta ….”
Uomini e donne sono diversi. Hanno pari dignità e pari abilità medie, ma in campi diversi. Pretendere che facciano gli stessi mestieri degli uomini è una velleità ottusa.
Quindi, ridìsolviamo la contraddizione affermando che effettivamente sono soggetti deboli e da tutelare, e quindi molestarle è un comportamento da condannare con decisione. Ma poi non ci meravigliamo se ci sono meno manager donne. Siamo diversi, e molto.
R.
eh no! Luigi lei ciurla nel manico.
Le diversità sono note anche a me e non solo a me. Ma che una donna non possa fare la manager perché è “diversa” dall’uomo e soggetto “debole e da tutelare” non glielo concedo.
Lei sta facendo qui continue provocazioni, lei capisce benissimo ma vuole continuare a insinuare cose che qua non si affermano solo per il gusto di ribarlare le frittate.
La mia pazienza è al limite. Le dico solo questo : le donne non hanno bisogno di alcuna protezione o tutela o come la vuole chiamare, gli uomini invece hanno bisogno di capire che non le devono
a) uccidere
b) violentare
c) molestare
d) mobbizzare o stalkizzare
e) toccare quando loro non sono consenzienti
f) discriminarle sui luoghi di lavoro
g) discriminarle melle professioni (qualsiasi professione) e non aggiungo altro perché ho quasi finito l’alfabeto.
e soprattutto capire che il maschilismo è insito anche in quello che sta facendo lei con certosina meticolosità: giocare con le parole fino a far intendere che le donne, bene o male sono delle deficienti (nel senso di deficere), immature che hanno bisogno sempre di “papà” per andare da sole per strada. La vogliamo finire? Non è cosi signor Luigi, le donne possono fare qualsiasi professione che vogliono intraprendere, se lo desiderano e debbono poterla fare, non spetta a lei o nessun uomo metterle i bastoni tra le ruote.
Ma per fare la cronista sportiva (mestiere guarda caso da uomo) e lo sa fare, non deve subire manate sul sedere o altrove per poterlo fare e questo deve valere per qualsiasi altro frangente di vita, lavorativo o meno. CHIARO?
Il maschilismo è quello che indulge nelle diversità (ma guarda te) solo per poter affermare alla fine che siamo tutti uguali si, ma le donne sono un po’ meno uguali.
PS: non siamo specie protetta e “categoria” da salvaguardare, mi pare che questo concetto per lei sia di difficile comprensione.
“Comunque in futuro girerò alla larga”
Non basta, signor Bianchi, occorre anche guinzaglio e museruola.
Naturalmente scherzo, non se la prenda, e comunque una discussione “amichevole” possiamo sempre farla.
Commenti che appaiono e magicamente scompaiono. Commenti sospesi sub judice in attesa di correzioni suggerite dal … judex.
Un po’ come l’atto di abiura imposto a Galileo Galilei? Che spasso questo blog.
R.
Ah si, si diverte? Alice? Bisogna pagare al cinema lo sa? Questo lo passo gratis però, ma gli altri che manderà con la solita grazia e correttezza non lo so che fine faranno, ma poi i suoi commenti sono all’acido solforico e dopo un po’ bucano le superfici e scompaiono da soli, ci metta un po’ più di buon senso visto che entra in casa d’altri e magari anche un po’ meno cattiveria. Lei non è il moderatore qui farebbe bene a ricordarlo. Se vuole fare lei il giudice, si faccia un blog suo.
PS: sappia che se risponderà al solito modo rivolgendosi a me col solito tono, diciamo “critico”, invece che ai temi proposti, l’acido di cui impregna i suoi commenti li faranno finire direttamente SPAM e forse per sempre.
Come previsto. La Greta nostrana, quella che ha ricevuto una pacca sulla chiappa, ha fatto un salto di qualità. Oggi sarà su un canale importante, insieme a ex giocatori famosi, a commentare una partita del campionato di calcio femminile.
Fa bene, però dico: che ingenui quelli che negavano ciò avvenisse…
R.
e chi sarebbero Silvia i “negazionisti”? io no di certo, ma ho detto che se da questa cosa negativa Greta riceverà anche cose positive, sarà solo un bene.
Non sia cosi invidiosa su, l’invidia è una brutta bestia.
Non è invidia, è che purtroppo conferma la saggezza della vecchia nonna del West (veramente era una tenutaria di “saloon con benefit”, diciamo) che sentenziava che ogni ragazza è seduta sulla propria fortuna, e qualcuna lo sa.
Dispiace pensare (ma anche per la povera Greta) che per ottenere una posizione di maggior prestigio più della competenza potè il colpo di culo, anzi, SUL culo.
Per un momento di sorridente relax, e per rendervi conto che non c’è mai nulla di veramente nuovo sotto il sole, rinfrescate il vostro inglese con la mitica Elsie Carlisle (1940)
https://youtu.be/-2ATIlXr30o
R
che marmellata (jam) di luoghi comuni Mr. Nencioni
Non si tratta di negazionismo ma di triste escamotage per emergere mediaticamente!! A che punto siamo!! Fingere un trauma psicologico per una pacca sul c**o per ottenere visibilità!
Che esempio stiamo dando?
Lo sa sì che la stessa Greta due anni fa definì pubblicamente su Instagram una strizzatina di glutei “Art&Love”? Ed ora fa la santarellina come se fosse la prima sculacciata ricevuta?
R.
Ah rieccolo, mancava! Ma che sorpresa signor B.P. dove è stato tutto questo tempo? “santarellina”? ma guarda te questo si che è un uomo che difende un altro uomo!
Cosa dice B.P? la condanna la diamo a Greta? La gogna mediatica pure? andiamo a cercare quello che non c’è e se c’è è pura fuffa? E lui lo lasciamo libero di andare a palpare quello che gli pare qui e li come un fringuello e magari sopra gli diamo anche una scatola di cioccolatini? Rimango sempre affascinata dalla solidarietà maschile! (?). Massì, diciamo che ha fatto bene perbacco, cosi agisce un vero macho!
Non sono affatto invidiosa, io ho altre mire che andare in tv a parlare di calcio. Ma mi diverte l’esattezza della previsione: questa ci marcerà…
R.
uhu, l’esattezza della previsione…questa ci marcerà…ha consultato la Doxa o i tarocchi francesi? Suvvia Silvia, una puntina di invidia condita con un qb di malanimo.
Si rassereni, non si preoccupi troppo, Greta non le toglierà niente.
Signora Gazzato, mi pare che lei capisca ma faccia finta di non capire le mie considerazioni.
Per chiudere il discorso e fare piazza pulita delle sua illazioni su quello che penso, lo scrivo nella massima chiarezza.
1) Normalmente, io non parlo di uomini e donne, ma piuttosto di “persone”, perché ritengo la distinzione valida solo a fini sessuali e riproduttivi, e priva di senso in altri campi.
2)Penso che le donne abbiamo mediamente le stesse abilità e capacità degli uomini, anche se, in certi ambiti lavorativi esiste una certa differenza (nel senso che sono meglio gli uomini o sono meglio le donne).
3)Dato che solo le donne possono partorire, questo implica una differenza nell’accesso a certi ruoli dirigenziali ruoli in determinate aziende. Una donna in gravidanza non può dirigere certe attività se non esiste il “vice” (per esempio, fare il direttore provinciale o direttore delle vendite di qualcosa). In questi casi è giocoforza sostituirla, oppure pensarci prima e non nominarla. Se è in gamba, farà comunque carriera, ma ricoprendo ruoli diversi in cui non è da sola.
4) Mi pare ovvio che la prestanza fisica è diversa, e non si può azzerare grazia al judo e al karate. Una donna facchino non è un buon facchino; una donna poliziotto non può andare in piazza in tenuta antisommossa, se no i manifestanti le camminano sopra.
5) Dato che la forza fisica è diversa, e anche l’aggressività e la determinazione nel difendersi è diversa, gli uomini che approfittano del loro vantaggio per maltrattare le donne vanno scoraggiati a farlo e puniti severamente se lo fanno.
6) Come gli uomini, molto spesso, hanno un approccio sbagliato verso le donne, anche le donne hanno spesso un approccio sbagliato e controproducente verso gli uomini (la parità implica anche questo).
Detto questo, credo fermamente nel principio di proporzionalità tra azioni e reazioni ed eventuali punizioni. Un femminicidio è un delitto odioso, una mano sul sedere è una provocazione stupida e disgustosa.
R.
una donna poliziotto può andare a fare il servizio d’ordine e ci va. Il resto, Luigi, sono cose che lei va ripetendo ormai da anni, di fondo ci sento sempre un lieve sentore se non di maschilismo ma di paternalismo si. Ma sta facendo progressi.
Salvatore Faedda
se vuole entrare qui le regole le sa: no offese e no toghe da avvocati difensori d’ufficio delle cause perse.
Si dia una regolata. Oppure giri pure al largo da questo blog. Non insista, c’è il cestino anche per lei.
Quindi se io leggo l’opinione di un suo forumista e decidessi di rispondere appoggiando quella tesi non potrei farlo per non dare l’impressione di aver indossato la “toga da avvocate difensore”?
Mi creda, non voglio polemizzare, ma ad ogni 2X3 leggo minacce di cestini o pretese di scuse. Si rilassi.
R
ma lei che ne sa? Non si fida? Pensa che se si trattasse di opinioni o di appoggiare le tesi di qualcuno, semplicemente, io non le passerei? Ma davvero pensa che io stia qui per perdere il mio tempo a cestinare i commenti cosi per sport? Io ringrazio chi partecipa, ma chi partecipa in buona fede perché vuole dialogare e capire, non chi partecipa solo per lanciare provocazioni , offendere e denigrare. Questo no. Lei non può sapere cosa e perché cancello e se vuole partecipare si preoccupi dei temi e commenti su quelli, può interagire ma non offendere me o oltri qui sopra per sostenere le tesi di chi mi offende magari offendendo a sua volta. Mi vedrò costretta a cestinare e basta e cosi spero che rimangano solo quanti scrivono e leggono senza secondi fini. Chi ha in mente o spera che mi stanchi, non mi conosce ancora. Spero di essere stata chiara, legga bene e senza pregiudizi. Non intendo passare altre polemiche. Non ho aperto un blog per litigare o per subire processi e se non vi è ancora chiaro finirò per cancellare tutto quanto non è attinente ai temi proposti. Sic et sempliciter.
QUI LA REGOLATA SE LA DEVE DARE LEI!!
LE SUE REGOLE LE CONOSCO: LISCIARE IL PELO ALLA TITOLARE!! NON SI PERMETTA DI REDARGUIRMI PER UN’OPINIONE (SENZA NEPPURE PUBBLICARLA!!!). I REATI CONTRO L’OPINIONE SONO VIETATI! IL SUO CESTINO PER ME E’ UNA MEDAGLIA!
R
Salvatore potrei cancellarla, ne avrei tutto il diritto ma le pubblico questa che è tutto dire,( già qui lei offende) lei però qui non entra MAI PIU’ se non si scusa. Ha capito o no? E scriva minuscolo.
Le sue sono offese gravi,non opinioni e andavano cestinate,io le offese non le passo né rivolte verso di me né verso nessuno, la prossima volta cestino e basta. Se non capisce la differenza tra un’opinione e un’offesa non è problema mio.
Non si permetta lei e il suo livore lo riservi per cause più nobili che difendere chi soffia sul fuoco per puro spirito di contraddizione.
Si ricordi che questo è il MIO blog, mio e di nessun’altro. Chiaro?
Invidia e malanimo se li inventa lei.
R.
ma davvero?
” E lei adesso eviti di fare l’eroina martire girando per televisioni.”
“Come previsto. La Greta nostrana, quella che ha ricevuto una pacca sulla chiappa, ha fatto un salto di qualità. Oggi sarà su un canale importante, insieme a ex giocatori famosi, a commentare una partita del campionato di calcio femminile.
Fa bene, però dico: che ingenui quelli che negavano ciò avvenisse…”
“Non sono affatto invidiosa, io ho altre mire che andare in tv a parlare di calcio. Ma mi diverte l’esattezza della previsione: questa ci marcerà…”
Sono i suoi commenti Silvia non i miei.
come definirebbe lei le sue parole: solidarietà femminile?
Ho come l’impressione di conoscere la risposta…
La solidarietà si da per cose più importanti, non per questa storiella che alla fine alla fanciulla porta vantaggi.
R.
“La solidarietà del genere umano non è solo un segno bello e nobile, ma una necessità pressante, un ‘essere o non essere’, una questione di vita o di morte.”
Immanuel Kant
Da stigmatizzare le parole di fuoco contro la BM che si sforza di mantenere una linea di discussione improntata ad un modo di esprmersi civile e al rispetto della persona.
Io credo che si possa dissentire, criticare, disapprovare, senza mai offendere l’interlocutore.
È questo la vera libertà di espressione.
R.
Grazie Alessando
X Sra Gazzato: uno scemo all’uscita dello stadio tocca il sedere ad una ragazza. La ragazza, giustamente risentita, lo denuncia. Ha fatto bene. Ho letto di gente che suggeriva borsettate, insulti, calci negli zebedei: tutte cazzate. Ad una violenza non si risponde con la violenza, si risponde con la legge. Qui però casca l’asino. Se è vero che il legislatore ha classificato la toccata di sedere come molestia sessuale e se la pena va da un minimo di sei anni a dodici, non ci sono santi: al palpatore di Empoli, in base alla legge, vanno comminati 6 anni. Punto. Che è una pena esagerata. Personalmente ritengo che una condanna di tre settimane a pulire i servizi igenici di una RSA magari condita da una multa di tremila euro, avrebbe fatto abbassare la cresta al galletto. Cosa succederà? Non lo so. Temo che, come sempre, la nostra giustizia uscirà sbertucciata.
Ecco, tirare in ballo Kant per una manata sul sedere…
R. ha ragione, mi scuso con Kant, in effetti, scomodarlo per la sua mancata solidarietà e accentuato criticismo è veramente riprovevole…
Ma (domanda) considerando che bisogna mettere l’indirizzo e-mail per postare su questo blog, perchè invece di fare la sceneggiata della signora maestra che rimprovera e minaccia non mandi l’educativa reprimenda al reprobo firmando “admin” (se non vuoi diffondere un tuo indirizzo) e la piantiamo lì?
Così magari ci evitiamo la immancabile e inevitabile sviolinata di Alessandro.
Il blog è tuo, pubblichi chi vuoi tu quando dicono le cose che vuoi tu (un blog non è tenuto alla libertà di parola) e basta, non devi spiegazioni a nessuno.
Nessuno muore se Severgnini o la Rodotà (quando c’era) o la Gazzato non lo pubblicano, e neppure ingrassa o dimagrisce o diventa più intelligente.
R.
e tu, invece di fare reprimende inutili perché semplicemente non scrivi cose che sai che sono pubblicabili invece delle contorsioni inframezzate da insinuazioni gratuite e sgradevoli? Quante parole per niente, se vuoi partecipare le regole le sai, dunque?
Se vuoi evitare la “sviolinata di Alessandro” (???) semplicemente non leggere questo blog. Chiaro? neppure io ingrasso o dimagrisco se qualcuno non scrive qui.
La prossima volta cancello e basta, giusto. Ma poi non ti lamentare, chiaro? E comunque il mio blog lo gestisco come pare a me, ti piaccia o no.
E non vedo che cosa c’entri Severgnini che non ha un blog ma un forum dove non si interagisce.
Contorsioni? Sarà che non frequentando “social” ed essendo privo di smartphone e conseguente uozzàp scrivo frasi più lunghe di 120 caratteri, e ORRORE e complicazione estrema, utilizzo persino i congiuntivi, i pronomi relativi e le secondarie. Troppo vintage, troppo raffinato, troppo contorto…. Imprinting classico, perdono! 😀
Quanto a forum e blog, per la serie “le parole sono importanti”, mi sa che hai capito a 180 gradi… Riporto dalla Treccani
Forum Nel linguaggio di Internet, gruppo di utenti che s’incontrano in rete per parlare di determinati argomenti, da scegliersi, eventualmente, tra quelli resi disponibili da un apposito ventaglio di sezioni di discussione (dette thread di discussione o, semplicem., thread): partecipare, intervenire a un forum.
Blog Pagina internet personale, aperta ai commenti dei lettori, di norma organizzata in ordine cronologico e arricchita con link ad altri siti, articoli, immagini, video disponibili in rete.
Secondo queste definizioni, TU hai un forum, perchè ci sono diverse conversazioni tra persone che si rispondono, mentre Beppe ha un blog, perchè Italians è personalissimo e non c’è interazione. Che poi, a voler essere pignoli, Severgnini ha la vecchia Posta dei Lettori o Lettere al Direttore che dir si voglia.
Sempre che la differenza sia così essenziale. “Ciò che chiamiamo rosa anche con un altro nome conserva sempre il suo profumo”
R
come ti pare, ma non sono io quella che fa paragoni, ma tu.
Pubblicata oggi su Italians del Corriere della sera:
Gentile Severgnini ho apprezzato la lettera di Silleni che parla della pubblicità della Fiat. L’accostamento auto/donna è stato molto in voga nel passato e ogni tanto riemerge anche oggi e non solo in questa lettera dal tono pacato e ragionato. Guardare ma non toccare, si, giusto, me lo diceva anche mia nonna quando preparava le torte e le metteva sul tavolo a raffreddare. I paragoni con questa parte femminili si sono sempre sprecati. Capisco, comprendo e anche compatisco. Mi permetta solo di dire che per quanto mi riguarda non trovo alcuna differenza tra una pacca sul sedere (di donna) e una violenza . Ne leggiamo ogni giorno, avvengono dovunque e sempre più spesso. Per non parlare dei femminicidi che sono triste e attuale realtà, Ma ormai trattati con un trafiletto a fondo pagina da tutti i giornali. La giornalista Greta Beccanti ha fatto benissimo a denunciare. Ha dimostrato coraggio. Se si vuole fare un mestiere “da uomo” bisogna averlo . (Ma anche in tante altre circostanze alle donne è richiesto molto coraggio). Quel “signore” ne pagherà le conseguenze e non frigni troppo. Ci doveva pensare prima di mettere in moto le mani. Purtroppo leggo ancora troppi distinguo del tipo “ma che sarà mai? una pacca sul sedere non ha mai fatto male a nessuno”…e cose di questo genere. Ma una pacca sul sedere è un gesto volgare che prelude a ben altro, prelude alla totale assenza di rispetto per la donna, prelude a perpetuare il maschilismo che resiste e persiste e di cui la nostra società è impregnata fino al midollo. Signori, tenete le mani in tasca e se vi scappa la manata pagatene le conseguenze senza protestare e imparate a rispettare le donne e a non trattarle come bei manichini dove appoggiare i vostri istinti primordiali. E non cercate sponde in donne che non si accorgono di essere le peggiori nemiche delle donne (quindi anche di se stesse).
Mariagrazia Gazzato
Da una scrittrice americana: quando non hanno più tentato di toccarmi il sedere ho capito che ero diventata vecchia.
Non per minimizzare ma per dare il giusto peso.
R.
ok, Silvia ha reso bene l’idea. Vediamo se le arriva qaulche applauso con lo scroscio.
Io cito invece B. B. «quando a St. Tropez passavo sul lungomare e sentivo qualcuno fischiare era il segno più palese che apprezzavano la mia figura».
Ma B. B. non aveva bisogno di squallidi mezzucci mediatici per non passare inosservata. E da donna intelligente quale è sapeva anche che il suo successo si fondava su quei fischi.
R. certo, qualche perlina (di vetro) di saggezza da giovane l’avrà detta anche lei, dopotutto mostrarsi faceva parte del “mestiere”, ma qui non si parla di fischi.
Esporsi mediaticamente fa parte del mestiere anche per la finta ingenua Greta. All’uscita da uno stadio che si aspettava di trovare? Il principe azzurro sul cavallo bianco in ginocchio con un mazzo di rosse rosse?
Brigitte Bardot per lei avrebbe detto solo “qualche perlina (di vetro) di saggezza”?? E dove l’ha nascosta quella “solidarietà femminile” che pochissimo tempo fa lei stessa pretendeva di trovare da alcune sue forumiste?
Sappia che la Bardot ha continuato a fornire perle rare anche quando si è ritirata a vita privata nella sua “Mandrague”…
R.
Faedda, non ho offeso il mito ma non mi risulta che abbia bisogno di solidarietà, attenzione perché credo che non ci mettesse le scale a tirare calci se non le garbava “l’apprezzamento” della sua figura. C’è modo e modo.
E poi lei insiste a applaudire e difendere le “forumiste” di questo blog e a scagliarsi contro di me alla prima occasione. Un bello sport…complimenti.
Forse male consigliato?
PS: Greta fa o vuole fare la giornalista, non vedo che cosa centri BB o Bibò.
Greta vuole fare la giornalista? Bene, ma – repetita iuvant! – all’uscita da uno stadio che si aspettava di trovare? Il principe azzurro sul cavallo bianco in ginocchio con un mazzo di novantanove rose rosse?
Faccia la giornalista ed eviti la finta indignazione.
_________________________
P.S. attendo con impazienza di poter applaudire e difendere la titolare del blog (…pur rispettando la precedenza per Alessandro) , quando la sua opinione collimerà con la mia.
R
santa pazienza…mi sa che lei è davvero mal consigliato. Io non mi aspetto applausi m aneppure offese o critiche pretestuose e maligne. In quanto a Greta, basta cosi, ne ho abbastanza, se per lei denunciare una manata sul sedere significa essere delle sprovvedute o peggio… non è un problema mio, ma suo ( dei suoi consiglieri/e)
Comunque se scrive qui significa che non disapprova proprio tutto tutto.
1) non ho consiglieri (so sbagliare da solo!!)
2) e se scrivessi qui proprio per far emergere ciò che disapprovo?
3) Greta può anche denunciare ma evitando di far credere che fosse la prima volta in vita sua che qualcuno sfiorasse le sue terga…
4) Greta è tutt’altro che sprovveduta. Anzi ci marcia alla grande!
R
Però se sbaglia cosi bene da solo allora non posso non farle i miei non complimenti.
Mai detto che Greta sia sprovveduta ( è lei quello che si chiede se si aspettave le rose rosse) ma le vostre insinuazioni (sue e di altri) sono il maschilismo che si difende (e impera).
Vedo, con un certo ritardo, che vengo chiamato in causa da Nencioni come “sviolinatore”.
Mai toccato un violino.
A proposito, Nencioni, lei suona il trombone? Perché a sentir la sua prosa, sembtrerebbe di si.
Silvia, da uno scrittore americano:
“L’ultima volta che ho toccato il c..o ad una donna, ho preso un calcio sui c….i”.
E qui non c’è da minimizzare nulla.
Sono fisicamente ributtante, un incrocio tra Magaĺli e Berlusconi. Come tutti gli uomini incattiviti dalla loro bruttezza ho sempre un ghigno che mi rende odioso. Date le circostanze, va da sè che non sento fischi di ammirazione al mio passaggio nè ho mai provato l’ebbrezza di una mano che mi accarezza il sedere. Però,qualche volta, decido di tirare fuori la Porshe dal box e farmi un giretto. Magicamente, allora, noto negli occhi di qualche pantera similGreta dei lampi di malcelato interesse. Lo dico così, senza malizia, per carità…..
R.
ma per carità…sono certa che lei la malizia non sa dove stia di casa. E poi non si dipinga come il mostro della palude nera, non ci credo. Ma poi da quando in quà si fischia a gli uomini? Ma su ma da e dai su…
per Milena: un scrittrice cosmopolita: “se non voglio che qualcuno mi tocchi il c**o non lo ostento, nè lo espongo”.
Avete voluto la bicicletta???
R
Eccola di nuovo…
allora secondo questa “forumista” Greta esponeva il sedere davanti allo stadio…anzi lo ostentava mentre era in diretta a fare le telecronaca della partita e esponeva anche la faccia e quant’altro, che sfacciata… Eccone una che difende gli smanacciatori e con molta foga anche, certo cosi si prende applausi scroscianti.
E poi magari va in bici sui marciapiedi.
Milena Marra. La mia scrittrice americana è vera, il suo scrittore americano no.
Cronache di vita vissuta: io sono di Milano e prima che arrivasse la pandemia e imponesse i distanziamenti su autobus, tram e filobus, questi erano spesso belli affollati e allora era facile che nella ressa, o quasi, una mano furtiva mi accarezzasse (non pizzicasse) le chiappe. Allora se potevo mi spostavo, se non potevo e capivo di chi era la mano lo guardavo storto e quello toglieva, se non capivo cosa dovevo fare? mi tenevo la carezza. Senza farne una tragedia.
R.
le sue “cronache di vita vissuta” mi fannno tanto l’impressione di un dejà-vu, capita, lei non farà eccezione credo.
Ma di questo passo, la prossima che dirà é che ci sono anche quelle che salgono sulla metro proprio per quello. Beh, non mi stupirei di nulla.
Ma qui si trattava di un altro film.
Signora Gazzato, lei ha riproposto a Severgnini quello che propone quotidianamente a noi, e Severgnini ha pubblicato la sua lettera. Ma Severgnini spesso pubblica anche opinioni che non condivide. A me è capitato più volte.
Mi sembra che la nostra discussione continui a girare intorno ad una questione centrale. Lei dice che le strusciate sul sedere e i femminicidi sottendono la stessa mentalità di fondo.
Io, e altri, sosteniamo che sono due fenomeni molto diversi e scollegati. Io credo che la maggioranza degli uomini che si sono macchiati di delitti contro delle donne non abbiano mai palpato una donna in vita loro, e che la maggioranza di quelli che hanno palpato una donna non arriverebbero mai a concepire azioni violente.
Ai posteri l’ardua sentenza.
Vista la divisione insanabile tra questa posizioni, si può provare a spostare la questione su un piano diverso e pragmatico.
E’ più promettente, ai fini del superamento delle problematiche di cui discutiamo, isolare e condannare senza appello i violenti, e considerare gli altri come persone maleducate, ignoranti, arroganti e con scarso senso civico?
O è più promettente, per arrivare ad una soluzione, fare di tutte le erba un fascio, mettere le toccate e i delitti nella stessa cesta e continuare a soffiare sul fuoco?
Ammesso e non concesso che, da parte di chi preferisce la seconda alternativa, ci sia la volontà di arrivare ad una soluzione, e non gli convenga di più continuare ad alimentare e strumentalizzare le divisioni.
R.
Ma si rende conto di cosa scrive? io alimenterei le divisioni e le strumentalizzerei? Si spieghi meglio perché è un’accusa grave che le rimando al mittente per espresso. Ma lei che ne sa? E’ stato donna forse? E poi, Luigi io ho diritto alle MIE opinioni lei, ripeto, se vuole continuare a scrivere qui, si tenga le sue ma non cerchi di manipolare le discussioni, chiaro?
In quanto al resto:
e allora? io non cerco il plauso di Severgnini (né in generale), che cosa glielo fa pensare? Oltretutto in questo momento sono distante anni luce dalle sue posizioni, ma lo rispetto e seguo (non sempre) la sua rubrica e qualche volta gli scrivo, Esattamente come lei. E poi lo riporto qui sul mio blog. La disturba forse?
Io parlavo in generale, e non mi riferivo specificamente a lei.
E’ chiaro che tutto questo clamore mediatico è voluto e strumentalizzato.
Le sembra naturale che si parli sempre di violenza contro le donne e mai di violenza contro i bambini?
Dividere la società in fazioni è sempre stato un meccanismo della propaganda politica.
Anche in questo periodo mi pare chiaro che la maggior parte dei formatori di opinione punti a buttare benzina sul fuoco per dividere, piuttosto che a cercare condivisione.
Francamente non capisco tutto questo livore nella sua replica al mio messaggio, che, nelle mie intenzioni, voleva semplicemente fare il punto della situazione.
R.
il suo “punto della situazione” è quello di dirmi che sto fermamente dalla parte di chi “strumentalizza” la violenza sullle donne per “dividere”? quindi anch’io mi farei strumentalizzare…peso tacon del sbrego…
Nessun “livore”, rispondo semplicemente in base alle affermazioni.
Curioso poi che lei veda questa modalità della politica nel caso in questione e non la stigmatizzi per il green pass dove è molto più evidente.
La mia edicola di riferimento ha esposto calendari per il 2022, qualcuno con belle figliole in mostra, e a uno in particolare hanno messo spiritosamente nome CUlendario, perché sono 12 bei posteriori femminili mostrati da varie angolazioni nella loro nudità.
Perché è noto che quella parte anatomica suscita attrazione nei maschi e se una bella fanciulla (che aveva partecipato anche a concorsi di bellezza) lo mette bene in evidenza in mezzo a un branco di maschi è chiaro che una manata la può mettere in preventivo.
E irritarla, magari, ma non sorprenderla. Tutto qui.
R.
no, non è tutto qui.
La “bella ragazza fa la giornalista e stava facendo il suo lavoro, se denuncia è nel suo diritto, la manata sul sedere è prevista come violenza sessuale dal nostro codice penale.
Lei cosi ligia alle leggi in materia di Covid, qui insiste e a tutti i costi va contro la denuncia di Greta che doveva mettere nel conto che potessero anche metterle le mani addosso?
Ma lei ci è o ci fa? Non so più come dirglielo, ma se insiste non le risponderò ancora.
Io, da uomo, sono particolarmente attratto da quella parte del corpo, molto più che d altri attributi. Quello che mi colpisce di più in una donna è il sorriso, gli occhi e il c***. Attira il mio sguardo come una calamita.
Se vedo una donna con bei glutei, specialmente se messi a nudo o inguainati un una calzamaglia elastica che non altera le linee, la guardo, e pure con insistenza, perché è qualcosa di bello che mi fa sentire bene, come guardare un bel panorama o un’opera d’arte.
Però nella vita non ho mai toccato una donna che non ci tenesse ad essere toccata, e mai lo farei.
Ciò detto, resto dell’idea che il caso specifico è una tempesta in un bicchier d’acqua.
E io continuo a domandarmi – come fosse un mantra – se quella leggiadra pulzella che ora si atteggia a giornalista in attesa del Pulitzer Prize sia la stessa persona che su Instagram nel luglio 2019 commentava una poderosa palpata «LOVE&ART – ART&LOVE».
La mia è solo curiosità.
O è forse un caso di omonimia?
R.
la sua non è solo curiosità ma è morbosità e faziosità fuori luogo. E lei lo sa benissimo, smettete di provocare, non attacca, non sono io a dovervi spiegare che quella cosa la usate solo per argomentare il nulla, non attacca, siete adulti e vaccinati, rispondetevi da soli.
MI permetta sig.ra Mariagrazia, lungi da me voler essere puntigliosa, ma il sig. Federico F.P. pone un quesito molto pacatamente che – a mio parere – esula dalla “morbosità e faziosità fuori luogo” che lei invece gli imputa.
Quel commento è stato postato dalla sig.na Greta o no?
Mi ripermetta, cara sig.ra Mariagrazia, non capisco per quale ragione lei scambi la voglia di provocare con il deisderio di cercare chiarezza….
R
cara carissima Alice! Finalmente un commentino comme il faut, complimenti! Che vuole che le dica? Che devo andare a ravanare anch’io come fa lei e FBP tra i pettegolezzi della Sacra Rete?
Ha scritto quel commento e allora? Forse non parlava della fattispecie di reato ma di una manata di tutt’altro tipo e e di tutt’altra circostanza. Non serve che lo spieghi vero?
Rientri pure a scivere qui, se vuole, ma si comporti sempre nel modo col quale ha composto questo commento. Lo tenga come esempio e faro.
Ma non ritorni su questo pettegolezzo di bassa lega perché la casso.
Ho solo detto che in certe situazioni è lecito aspettarsi certe conseguenze. Come se io girassi in un quartiere malfamato di una qualche città ricoperta di ori e brillanti.
E’ quasi certo che ne verrei rapinata. Da condannare ma anche da prevedere.
E una manata sul sedere non è violenza sessuale ma una molestia. Diverso.
Quanto al Covid io sono ligia al buon senso che dice che se un virus circola bisogna contrastarlo. Non volerlo fare per sentirsi alfieri della libertà è un non senso.
R.
Silvia lei sa leggere prima di scrivere dovrebbe informarsi
esiste un articolo 609 bis del codice penale che prevede la reclusione da sei a dodici anni anche per la manata sul sedere considerata dal legislatore violenza sessuale.
Lei ciurla nel manico, si diverte a provocare, la smetta, non passerò altri commenti su questo tono perché è chiaro che lei ha l’unica mira di screditare una donna perché ha denunciato il suo assalitore.
E a lei interessa solo contraddire, se fossi per il GP, scriverebbe che fa schifo, ripeto, la pianti li o non passa più. Il suo giochino ha stufato.
In realtà, il legislatore era stato molto chiaro nella scrittura dell’Art. 609:
“Chiunque, con violenza o minaccia o mediante abuso di autorità, costringe taluno a compiere o subire atti sessuali ………”
Come accade spesso, è stata la Magistratura che ha interpretato in maniera sempre più estensiva la legge, andando oltre le intenzioni di chi l’aveva scritta, includendo anche i casi in cui non c’è stata “violenza o minaccia o abuso di autorità”.
Questa estensione ha portato ad includere tra gli atti sessuali il semplice contatto con zone erogene, successivamente, attraverso sentenze successive passate in giudicato, a considerare zone erogene anche quelle non direttamente coinvolte nel rapporto sessuale, e, infine, tutto il corpo.
E’ presumibile che, con qualche prossima sentenza, si includeranno anche i reati tra uomo e uomo e tra donna e donna, in nome della parità di genere
Non si vede perché, se una donna abbraccia, bacia o tocca un’altra donna non consenziente, non debba essere denunciata e processata.
In pratica si è passati da una legge che intendeva punire lo stupro e il ricatto sessuale ad una legge che punisce il semplice contatto fisico non gradito.
A questo punto le pene previste appaiono chiaramente sproporzionate. Il minimo di 6 anni, riducibili a 2 con le attenuanti, è sproporzionato se lo confrontiamo con le pene previste per altri reati.
In considerazione del fatto che la magistratura ha esteso la casistica molto oltre le intenzioni del legislatore, il legislatore dovrebbe prenderne atto e modificare la legge abbassando le pene minime.
Altrimenti abbiamo una legge di difficile applicazione ed è prevedibile che molti tribunali, di fronte all’alternativa di condannare qualcuno a 2 anni di reclusione, decideranno di assolverlo, il che è ugualmente ingiusto.
Come dice il sig. LUIGI è palese che abbiano stravolto il senso dell’art. 609 bis del Codice Penale.
Il dispositivo parla chiaramente di costrizione a «compiere o subire atti sessuali».
Non mi pare che – per stare “on topic” – in questo caso il tifoso abbia proposto, intimato, obbligato la giornalista a «compiere o subire atti sessuali».
Ma oramai anche passando davanti ad una ragazza dicendo «CHE SPLENDORE!!!» se si ha la disgrazia di incappare nel giudice sbagliato, si corre il rischio di essere condannati per violenza sessuale ex art. 609/bis
Proseguendo il discorso, credo che non sia l’unica legge che è stata intepretata dalla magistratura in maniera difforme dalle intenzioni del legislatore.
Secondo me i magistrati si dovrebbero sforzare di capire la “ratio legis” invece di giocare con le parole con cui è stata scritta.
Faccio un altro esempio: l’art. 18 dello “Statuto dei lavoratori”.
Nelle intenzioni del legislatore questo articolo doveva vietare i licenziamenti arbitrari e immotivati, tipo “perché mi stai antipatico”, “perché non mi tratti con rispetto”, “perché hai idee politiche toppo estremiste” e così via.
Nella pratica, i giudici, non avendo la competenza per entrare nel merito delle motivazioni addotte dal datore di lavoro e non essendo quindi in grado di valutarne la fondatezza, hanno deciso di non prenderle in considerazione.
Quindi, un lavoratore può ascoltare la musica o giocare col computer per tutto l’orario di lavoro e non è licenziabile, a meno che non rubi (e ci siano le prove) o che svolga un altro lavoro quando si è dichiarato in malattia.
In tutti questi casi le leggi dovrebbero essere sottoposte a manutenzione da parte del potere legislativo, modificate per riportarle alla “ratio legis” originale, e togliere ai giudici i margini di interpretazione arbitrari.
Mica sono le 12 tavole di Mosè! Se ci si accorge che una legge è scritta male, si riscrive.
R
certo anche quelle relative alla pandemia green pass e co.
E per quanto riguarda il lavoro il giudice deve disporre o il reintegro sul posto di lavoro oppure un congruo risarcimento nel caso di licenziamento senza giusta causa.
Questo però mi pare vale solo per certi tipi di contratti e sempre meno dopo il Jobs act di Renzi.
Il jobs act non ha cambiato la sostanza. I licenziamenti per assenteismo e scarso impegno restano improponibili.
Il jobs act ha solo ristretto l’appplicabilità della norma, escludendo chi è stato assunto da poco.
R.
il jobs act ha discriminato i lavoratori (art.18 per alcuni e altri no) e non ha aiutato il mondo del lavoro, licenziare è ancora più facile.
Sul polverone mediatico della giornalista di Toscana Tv arriva la testimonianza di Claudia Peroni giornalista sportiva (già affermata che nn aveva necessità di escamotage per far parlare di lei!) che ha ammesso candidamente a “Storie Italiane” su RaiUno che anni fa durante un’intervista a Gerhard Berger e Jean Alesi – invece di rispondere alle sue domande -i due piloti della Ferrari si divertivano a palpeggiarla – ripetutamente a vicenda – ma ha ammesso «non era fatto con malizia». Lo sketch consisteva nei due piloti che mentre la giornalista intervistava uno, l’altro provava a infilare le mani sotto i suoi vestiti,. Poi Claudia Peroni ha aggiunto sommessamente «erano due persone di livello, due ragazzi giovani ma educati. Non mi sono mai sentita molestata, si trattava di uno scherzo forse . . .un po’ esagerato». Poi ha aggiunto «ma erano altri tempi!».
Ecco il punto.
Stiamo parlando del 1995 quando ancora il mondo non era stato invaso dal vento nauseabondo e mefitico del #metoo e del sessismo a piè sospinto. La spumeggiante (nomen est omen) Peroni precisa «(. . .) io non ho mai parlato di molestie ma se fosse successo oggi sicuramente ne sarebbe nato un caso».
R.
Beh Salvatore, si diverta pure, a immaginare la scena, vale quel che vale questa testimonianza (l’avevo letta), ma direi che il “nauseabondo e mefitico” io lo sentirei di più nell’ipocrisia insita sempre nella condanna delle donne che (finalmente) denunciano piuttosto che i loro molestatori o peggio.
L’ipocrisia è innegabilmente insita nel tentativo (recente!) delle donne che (pur di avere quel quarto d’ora warholiano di celebrità) denunciano chi le ha sfiorato un “lembo di lombo”….
Tutti ci ricordiamo la scena di Roberto Benigni con Raffaella Carrà. Io non c’ero. Ma già dalla prima volta che la vidi la definii volgare ma tutta Italia si sganasciò dalle risate. Strano che nessuno parlò di molestie. Eppure non fu solo una mano appoggiata fugacemente come nel caso della giornalista. La scena continuò per qualche minuto finché non buttò per terra la Carrà e le si sdraiò sopra. Ma tutti risero. Perché??
R.
perché erano due grandi che si divertivano un sacco. Non c’entrano le molestie era puro spettacolo. Ed erano d’accordo.
«(…) erano due grandi che si divertivano un sacco».
No! Era una grandissima artista ed un guitto squallido e sopravvalutato.
Lui si divertiva, lei da grande artista simulava.
«(…) che si divertivano un sacco».
Lui si divertiva, lei da grande artista simulava ed evitò di reagire con un ceffone per non sollevare alcun po.verone.
«(…) era puro spettacolo».
Non noto alcun tipo di spettacolo ma solo volgarità come in ogni esibizione del pseudo attore toscano.
«(…) Ed erano d’accordo».
Questo lo pensa lei!
R
si lo penso io mentre lei pensa quello che pensa: Benigni ” un guitto squallido …”beh è una sua opinione che non condivido. certo la scena era forte e magari anche un po’ volgare ma non era certo molestia.
La molestia è ben altra cosa, ma vedo che qui si continua a discettare su questo tema.
Ho come l’impressione che qualcuno ci stia un po’ marciando. Non sollevate polveroni perché, come sapete già detesto le polemiche fini a se stesse. E non mi piacciono neppure le strumentalizzazioni. Siete avvisati, signori.
Qui se c’è una sola persona che ci sta marciando, si chiama Greta Beccaglia !!
E se qui c’è qualcuno che ha volutamente sollevato un polverone si chiama sempre Greta Beccaglia.
Su Benigni confermo il giudizio di Federico: il nulla con lo squallore attorno…
P. S. Buon Natale a tutti.
R
confermi pure quello che le pare, rimane solo una sua (vostra) opinione e niente di più Io credo che Benigni meriti altro che non questo giudizio sommario e malevolo (fine ad avere ragione su Greta). Greta ha denunciato, molte altre donne dovrebbero avere lo stesso coraggio. Il polverone casomai lo ha sollevato lo smanacciatore.
Ma ancora siete qui a discutere?
C’è ancora chi si ostina a rifiutarsi di ammettere l’evidenza dei fatti?
C’è ancora chi difende Greta?
Per quale altro motivo avrebbe denunciato se non sollevare un inutile e pretestuoso polverone ai danni di un tifoso che l’ha sfiorata?
R
devo desumere che lei Salvatore difenderebbe uno che mettesse una mano sul sedere o anche altrove a sua figlia o a sua moglie? mentre loro non sono affatto contente e anzi la trovano una libertà che quello si prende ma che loro non gli hanno concesso, e se la prende perché tanto le donne devono passare sopra a tutto, fingere che la mano sul sedere non sia che la prima cosa che si aspettano quando se ne vanno per i fatti loro? Complimenti per le sue larghe vedute,suggerisco di provarci anche lei a mettere una mano sul sedere alla prima che incontra per la strada e se questa reagisce in qualunque modo, le risponda dicendole di non sollevare polveroni per una cosa da niente che altrimenti la incantona direttamente al muro.
Vi divertite eh? Sempre e comunque in contraddizione, cosi si fa, nero a bianco e bianco a nero. Fatela un po’ finita. Parlate d’altro perché altrimenti i prossimi li cancello.
Difficilmente, cara Gazzato, qualcuno avrebbe potuto distillare tanti luoghi comuni come nella sua risposta.
Ma neppure il clima natalizio – che provvidenzialmente rende tutti più buoni! – riesce ad addolcirla? Si rilassi. Il travaso di bile crea problemi gravi. Mi creda.
R.
forse le piacerebbe? ma è lei che al solito non risponde a tono ma preferisce aggirare la risposta denigrando quello che scrivo perché non sa cosa rispondere, ma quale clima natalizio? nei suoi commenti si nota solo astio. Il prossimo cosi lo casso, si regoli. Vale anche per eventuali alter ego.
E va bene, poiché mi accusa di non “rispondere a tono perché non saprei cosa rispondere” ma preferirei – secondo lei – aggirare la risposta, visto che pretende che io controbatta “a tono” punto per punto alla sua risposta eccomi qui.
Premessa: nelle mie parole non troverà mai astio, semmai una frecciatina sarcastica.
Lei mi chiede se difendessi uno che mettesse una mano sul sedere o anche altrove a mia figlia o a mia moglie? Non avevo risposto semplicemente perché non parlo qui del mio privato e meno che meno di quello dei miei familiari.
Ma se ci tiene le risponderò: ho parlato a lungo con mia moglie e la mia figlia maggiore di 15 anni (le altre due sono ancora piccine) che hanno notato – analizzando alla moviola la reazione di Greta B. – il finto stupore della giornalista.
Mia moglie ha risposto che probabilmente avrebbe reagito gridandogli contro “Cafone” o gli si sarebbe girata dando a scatto dandogli un ceffone.
Mia figlia ha risposto in modo simile ammettendo che a vedere il video non è stata neppure una palpata ma passando le ha dato una sculacciata. Ma se proprio le avesse dato fastidio poteva anche rincorrerlo (visto che era lì a pochi passi!) e dargli un bel calcio nelle zone erogene…
Il finto stupore come se fosse caduta in quel momento dal giardino dell’Eden per mia moglie e la mia figlia fa sorridere.
Infine sappia che io sono “100% original” e non ho alcun alter ego. Si chieda piuttosto se forse le battute di molti siano una reazione alle sue minacce!
Comunque ribadisco che a Natale occorre essere più buoni… anche con i forumisti
R.
Mai chiesto di parlare del suo privato e meno che mai di riportare le opinioni delle donne della sua famiglia. Mai chiesto, ripeto e mai “preteso” nulla. Lei, invece, ne ha approfittato per criticare ancora la giornalista.
Minacce? ma quali minacce? ma non mi faccia ridere.
Io penso che ad essere “buoni” a natale sono solo gli ipocriti.
Io sono sempre buonissima, fin troppo.
«Mai chiesto di parlare del suo privato e meno che mai di riportare le opinioni delle donne della sua famiglia. Mai chiesto, ripeto».
Le rinfresco la memoria cara Gazzato!!
Come la definisce lei questa frase (citata testualmente con le virgolette!) «(…) devo desumere che lei Salvatore difenderebbe uno che mettesse una mano sul sedere o anche altrove a sua figlia o a sua moglie? mentre loro non sono affatto contente e anzi la trovano una libertà che quello si prende ma che loro non gli hanno concesso, e se la prende perché tanto le donne devono passare sopra a tutto, fingere che la mano sul sedere non sia che la prima cosa che si aspettano quando se ne vanno per i fatti loro?».
Non mi sta forse chiedendo cosa farei se succedesse a mia figlia o moglie?
Infine come le chiama lei le sue ammonizioni stizzite «questa è l’ultima che passo [bla-bla-bla’s] e non si permetta più… [bla-bla-bla’s]».
Io le chiamo MINACCE!!
E sulla bontà natalizia degli ipocriti stendo un velo (di tulle) molto pietoso.
Buon Natale ma è un augurio sincero che lei non può arrivare a percepire!
R.
ma lei dove parla delle SUE reazioni nel caso in cui…? Io ho chiesto a lei quali reazioni avrebbe non quali reazioni avrebbero sua moglie e sua figlia, le è chiaro adesso?
Comunque grazie e tanti auguri anche a lei (non si faccia idee strane su di me:( tutto quello che appare non è tutto ma solo una piccola parte).
E le mie non sono affatto minacce: il mio blog ha delle regole c’è chi non le rispetta e vorrebbe farlo diventare un ring, ma io non lo permetterò mai. Lei la pensi come le pare ed è libero di scegliere di non partecipare se non le piace. Ma se partecipa le deve rispettare come tutti.
Colgo l’occasione per fare gli auguri a tutti, a chi partecipa assiduamente e a chi ogni tanto e anche a chi solo legge e devo dire che sono tanti, oltre ogni mia aspettativa (ammesso che ne avessi).
Signora Gazzato, si è lottato per anni per avere anche in Italia il divorzio, e ci rifiutiamo di accettare il licenziamento?
Se un lavoratore e un datore di lavoro non sono più in sintonia e il loro rapporto è deteriorato deve essere consentito lo scioglimento del rapporto. E, come nel divorzio, deve essere consentito ad entrambi di chiederlo e ottenerlo.
Permettere al lavoratore di rompere il rapporto senza preavviso e impedirlo al datore di lavoro sarebbe come consentire alla moglie di chiedere il divorzio e non anche al marito.
Personalmente trovo più etico il licenziamento individuale, se ben motivato (senza bisogno che siano stati commessi reati), piuttosto che i licenziamenti collettivi concordati col sindacato, che colpiscono indiscriminatamente anche chi non se lo merita.
L’ugualitarismo è la peggior forma di ingiustizia.
Restare senza lavoro non sarebbe un problema se ci fossero le condizioni per trovarne subito un altro. Purtroppo il mercato del lavoro in Italia è in mano al sindacato e non funziona da decenni.
Bisogna liberalizzarlo, come è stato fatto anni fa con il mercato delle case in affitto. Oggi, se devi lasciare una casa, un’altra la trovi.
R.
ma certo, liberalizziamo tutto e poi mettiamo gli italiani agli arresti domiciliari e sotto il giogo di restrizioni e discriminazioni da due anni per un virus.
Ma che c’entra il divorzio? Luigi lei fa spesso paragoni assurdi.
Licenziare si può, mandare a casa centinaia di persone con un sms solo perché si vuole delocalizzare e magari dopo aver avuto contributi statali, non solo non è etico ma è un comportamento sconsiderato che va sanzionato e controllato. Non darei tutta la colpa di tutto ai sindacati, troppo comodo. Le colpe sono tante e ben distribuite tra chi pensa solo ed esclusivamente al profitto e sono sempre di più. Poi, certo, ci sono molte cose che si potrebbe fare per migliorare anche nei sindacati.
Chi ha ricevuto contributi statali, se delocalizza o chiude, dovrebbe almeno restituirli con gli interessi.
Signora Gazzato, lei scrive: “Licenziare si può, mandare a casa centinaia di persone con un sms solo perché si vuole delocalizzare e magari dopo aver avuto contributi statali, non solo non è etico ma è un comportamento sconsiderato che va sanzionato e controllato”
Mi pare che lai sia in buona misura d’accordo con me, quando ho detto che:
“Personalmente trovo più etico il licenziamento individuale, se ben motivato (senza bisogno che siano stati commessi reati), piuttosto che i licenziamenti collettivi concordati col sindacato, che colpiscono indiscriminatamente anche chi non se lo merita.”
Peggio ancora se si tratta di licenziamenti collettivi non concordati col sindacato.
Unica differenza è che lei afferma che licenziare si può, mentre l’art. 18 nell’accezione restrittiva dei giudici lo impedisce.
R
Lei sa meglio di me che esiste la “giusta causa” e che l’art. 18 serve al lavoratore (ora non più a tutti e questo discrimina) per ottenere dla giudice il reintegre se licenziato senza giusta causa.
Col jobs act l’ar. 18 sembra destinato a sparire togliendo ai lavoratori l’ultimo baluardo contro il licenziamento senza giusta causa.
Nessuno licenzia più da secoli contro l’articolo 18. Gli anni scorsi le controversie sono state poche decine. Molto più banalmente, licenziano per “fine della funzione”. La tua figura professionale non serve più, e insieme a te un intero stabilimento non serve più – e non c’è articolo 18, sindacalista o pretore che ti possa salvare. Non ripetiamo sempre e soltanto i vecchi slogan delle sacre barbe. La lotta dura senza paura per l’articolo 18 è una simpatica distrazione da assenze e complicità ben più gravi.
R. beh, certo ormai è ridotto ad un orpello e mai è stato tenuto nella giusta considerazione perché molti lo aggiravano ed è vero le cause vinte sono veramente poche in confronto a quelle perse. Cosi va il mondo nel 2021: lavoratori sempre più sfruttati, sottopagati, denigrati e che, se va bene vengono buttati fuori dalla sera alla mattina con un sms. Veramente un’imprenditoria “illuminata” circola per la penisola. Le “sacre barbe” si rivoltano da un pezzo nelle tombe ora ci sono le profane barbette in barba ai “baluardi” ormai feticcio. Alias le nuove birbe.
Signora Gazzato, non si esce da una questione così importante con le acrobazie verbali e i giochi di parole.
Di fatto, da quando è diventato legge, l’articolo 18 ha significato impossibilità di licenziare un singolo lavoratore con contratto a tempo indeterminato, a meno che non avesse subito una condanna da parte della magistratura per appropriazione indebita o simili. (unica giusta causa riconosciuta dai tribunali)
Ma il legislatore miope che ha promulgato quella legge avrebbe dovuto prevedere le reazioni del mondo del lavoro.
1) Se il contratto a tempo indeterminato rendeva il lavoratore non licenziabile, gli imprenditori si sono orientati sui contratti a tempo determinato. E i danneggiati sono stati i lavoratori bravi e onesti che nessuno avrebbe mai licenziato, e che si ritrovano un contratto “precario”.
2) Visto che l’art. 18 vale per le imprese con oltre 15 dipendenti, le piccole aziende hanno rinunciato a crescere, e hanno preferito subappaltare invece di assumere.
3) Nell’impossibilità di liberersi dei dei dipendenti improduttivi, molte aziende hanno preferito chiudere o delocalizzare.
L’art. 18 ha fatto perdere il lavoro ad un numero di lavoratori ben superiore al numero di quelli che si volevano tutelare. E, in nome dell’ugualitarismo, lo hanno perso indiscriminatamente sia gli scansafatiche che i lavoratori bravi e volenterosi.
L’art.18 ha avuto la sua ragione d’essere quando le industrie prosperavanio, avevano manodopera in abbondanza, non necessariamente specializzata, facilmente licenziabile, in periodi in cui la classe operaia era considerata numero da imorenditiri senza scrupoli ed era in genere poco tutelata. Non è vero però che fosse impossibile licenziare, occorreva la giusta causa.
Oggi che il lavoro, da un lato non prospera, e dall’altro lato è meno generico e sempre più specializzato, mentre l’imprenditoria è più rispettosa dei diritti dei lavoratori (salvo ecceziini), l’art.18 ha perso molto della sua funzione di tutela,
Comunque, la giusta causa permane, ma è meno “rigorosamente” interpretata dalla ptetura del lavoro.
Alessandro, sono d’accordo quasi totalmente con lei.
A volte, per fortuna, succede, e mi fa molto piacere.
E’ vero che l’art. 18 è anacronistico ora che nell’industria ci sono pochi Cipputi e molti tecnici che manovrano i robot e fanno i collaudi.
I licenziamenti per giusta causa sono ancora un tabù. In oltre 30 anni di azienda ho visto un solo licenziamento per giusta causa, a carico di un lavoratore che, durante i giorni di malattia, era stato sorpreso a lavorare in una pizzeria.
Gli altri casi sono finiti tutti con una sentenza che obbligava alla riassunzione.
In sostanza, i giudici hanno fatto propria la teoria dei sindacati secondo i quali non esistono lavoratori fannulloni o che remano contro, e quindi meritevoli di licenziamento.
Se un lavoratore non rende è colpa del datore di lavoro che non lo sa motivare.
E qualsiasi documentazione prodotta dal datore di lavoro (errori commessi, lavori assegnati e non eseguiti, litigi con i colleghi ecc….) non può essere ammessa in quanto di parte.
Io credo che il legislatore dovrebbe scrivere leggi chiare e non suscettibili di interpretazioni.
Per l’art. 18 sarebbe bastato aggiungere: “sono da considerare come giusta causa le seguenti fattispecie: ……….)
Atrimenti il Parlamento delega il potere legislartivo alla Magistratura, che, certo non dice di no.
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