Ho avuto anch’io per dieci anni una cara bestiola che è stata in tutto e per tutto parte delle famiglia.
Si chiamava Trudy ed era una deliziosa barboncina nana (l’avesse saputo che la chiamavo “nana” si sarebbe arrabbiata tanto era spudorata da non temere cani ridondanti e prepotenti, ma questo è il nome della razza). Insomma Trudy è stata una compagnia deliziosa e indimenticabile. Una sua foto troneggia sulla libreria in salotto ormai da tempo immemore e non la toglierei per nulla al mondo: è il nostro angelo custode.
Però…ho come l’impressione, non so voi, che si stia un po’ esagerando. Ma si, dico, non si può uscire senza incontrare persone canemunite con tanto di sacchetti e palette varie in mano e con l’altra il chilometrico guinzaglio alla cui fine compare spesso un superbo animale da paura oppure una simil pantegana truce pelo raso e piglio severo. Oppure e anche più di frequente due superbi o meno, animali da compagnia e da passeggio. Ormai pochi escono di casa senza un cane. Scanati se ne vedono pochi, sempre meno direi.
Si, perché chi passa e deve fare lo slalom tra lingue strascicanti e code spenzolanti, si sente “diverso”.
Ma come? si chiede, io che faccio cosi “nudo”? Senza una bestia o bestiola feroce o gentile che mi accompagni nel cammin della mia vita?
Per forza ormai ce ne sono cosi tanti! é lo spirito di emulazione e non solo. Molte altre sono le componenti di questa “fioritura” di animali da compagnia e da passeggio. Una di queste è la denatalità: ormai siamo quasi a crescita zero. Il problema è serio anzi molto serio e non intendo fare dello spirito su questo.
Ma, perdinci e anche perbacco, tanti cani non sono forse un ripiego? Neppure troppo semplice da gestire ma pur sempre di gran lunga meno impegnativo. Ormai le sento le signore, ai giardini, coi loro quadrupedi in bella mostra: “il tuo l’ha fatta oggi? No? creatura santa! Ma che gli dai da mangiare? Hai provato ***, guarda che funziona che è una meraviglia e c’ha le vitamine, il mio ne va matto”…
A dir la verità ne sento tanti di questi “discorsi” tra padroni: ragionano delle digestioni e delle dormite e delle russate e di bagnetti e dei sorbetti dei loro amati amici pelosi.
“Ormai ghe xe più cani che cristiani”, questa frase si sente ormai spesso dalle mie parti, non so altrove. Pronunciata da chi, soprattutto, ormai è circondato dai latrati diuturni di amici dell’uomo nei giardini vari e negli appartamenti, nelle terrazze e nei cortili, negli orti e nei fienili…
Ormai dove ti giri giri trovi cani. Se vedi il padrone aspetta il cane…arriva sempre, anche più di uno o due o anche tre per padrone.
A me i cani sono sempre piaciuti, non ho niente contro i cani e neppure i gatti, ma ogni “limite ha una pazienza” e se un tempo erano gli inglesi quelli di cui si diceva che amassero e trattassero meglio il loro cane che i figli, ora si potrà dire anche degli italiani.
Con buona pace dei pappagallini, canarini, pesci rossi e …fichi d’india.