Identi…tik

Tutti avranno notato un certa diminuzione di interventi su questo blog rispetto al recente passato.
E’ dovuta al fatto che purtroppo ho dovuto cancellarne molti perché, a mio modesto avviso, non erano conformi alle regole che mi sono data quando l’ho aperto.
Va bene cosi, chi interviene le conosce, le ho evidenziate fin troppo (semplice buona educazione), ma vorrei anche ribadirne una che, forse, ho sottolineato troppo poco: chi possiede più di una faccia e sappiamo tutti che ci sono persone cosi, con più di una faccia, che non si fanno scrupolo di mostrare contemporanemente in tutti i luoghi (e anche in tutti i laghi) e che, come tutti sappiamo bene, ne ha una per ogni occasione e la spende senza parsimonia, soprattutto quando si tratta di dir male di questo o di quello, fingendo di rivolgersi ai mali della società, ma in realtà, rivolgendoosi a tutti tranne che a se stesso al quale un po’ di sana autocritica, una tantum o pocum, non farebbe male (purché sia sincera e non millantata)…uhu, insomma, sarò breve, le doppie facce non mi piacciono e se qualcuno ne ha più di una che vuole esibire anche qui, sappia che la riconosco bene, ho l’identitik (no kit) e l’ho fotografata. E assomiglia ad una faccia che non sta mai e poi mai sul davanti ma di più… sul retro delle persone. E che ha un tik di “identità”…
E, nonostante possa essere anche “quella” una faccia riconoscibile dotata di una certa sua “dignità”, qui preferisco vedere quella che sta davanti e possibilmente una sola (sempre che si sia in grado di riconoscerla). Tu chiamale se vuoi…percezioni.
Grazie!

Percezione

Non so se avete notato che non si parla più di Covid, né di vaccini, ma solo di DDL Zan.

Deve sentirsi fischiare le orecchie l’onorevole che ha dato il nome alla legge.

Sono sincera: ho letto i dieci articoli e non ho capito quasi niente.

A parte vietare le discriminazioni di ogni “genere”,  (che già sta in costituzione) il resto sembra tutto un riporto da vecchie norme con qualche novità del tipo di quella del giorno dedicato alla lotta all’ omotransfobia (parola terribile), la questione della “percezione del genere, e poco altro.

Anche la storia di insegnare ai bambini  che si può cambiare sesso e che le famiglie possono essere formate da chi si vuole: due padri, due madri e compagnia bella. Già i bambini hanno una vita complicata con  i divorzi e i nuovi compagni e le vite che i genitori si “rifanno”. Giustissimo, per carità, ma complicargliela ulteriormente per legge…

Si sono visti i Fedez molto agguerriti, lei a dire “politici fate schifo”! Un po’ alla Grillo. Lui sempre più sferzante e col sorriso sulle 33 a sfidare tutto e tutti per una buona causa. La loro buona fede mi suona un po’ fasulla però se ogni volta che compaiono da ogni parte, guadagnano soldi a palate.

Se vogliono fare politica si prendano le loro responsabilità, ma se le giuste cause gli servono per  il loro business, anche no. Si chiamerebbe conflitto di interessi e effettivamente le loro faccette dipinte di santi con l’aureola, se devo essere sincera mi convincono poco.

Sembra però che dietro a questa legge di cui tanto si parla ci siano machiavelli indicibili e pseudo alleanze e intrighi nazionali e anche sovranazionali visto che è intervenuto anche il Vaticano.  Io non capisco perché tanto clamore: se si deve fare si faccia oppure la si faccia finita. Leggi in Italia ne abbiamo anche troppe, è molto più difficile farle rispettare che emanarle.

In quanto alle discriminazioni e all’odio e alla violenza: ci sono già leggi che li vietano. Non sarà che magari tutto questo ragionare di certi temi serva solo a fare confusione? E a nascondere i veri problemi?

Con questo non dico che non ho il massimo rispetto per i problemi di chi affronta certe difficoltà, temo solo che una legge cosi fatta possa solo aggravarli più che risolverli.

Un signore

Non ho visto tracce di retorica nel primo discorso del presidente Biden in occasione del 4 luglio.

L’ho osservato bene: la postura, i gesti, lo sguardo, a volte, dicono più delle parole. Mi è piaciuto, da italiana ed europea il suo atteggiamento: semplice, cordiale quasi dimesso.

Nelle parole ho apprezzato quel riferimento ad “emergere dalle tenebre” dopo il lungo periodo della pandemia e anche l’accenno al fatto che non è finita ma che ora ci sono i mezzi per combatterla. E anche il riferimento alle tante vittime: commosso, sincero.

“Non li dimenticheremo”, ha detto e poi ha ringraziato tutto il personale sanitario e quanti si sono prodigati fino al sacrificio in questi lunghi mesi in cui il virus ha imperversato.

E chi potrebbe dire che ha parlato male quando ha ricordato i valori su cui si basa la democrazia americana: libertà, uguaglianza, pari opportunità, solidarietà?…chiunque si riconosca in questi, non può che condividerli, ovunque nel mondo.

E poi l’accento su quel “noi siamo gli Stati Uniti d’America”, sottolineando il termine “uniti” e la frase che “solo uniti si vincono le sfide”.

Come altro avrebbe potuto raccogliere intorno a sé un paese che esce con le ossa rotte dalla pandemia (come il resto del mondo) in altro modo che riaffermare quei principi e quei valori che stanno alla base di tutte le democrazie?

Si può anche non amare o addirittura odiare l’America (e alcuni o molti lo fanno), ma non si può, almeno a mio parere, non riconoscere la signorilità e l’understatement di questo presidente americano a confronto col precedente e non si può non vedere come, pur nelle sue enormi contraddizioni, l’America guidata da questo signore stia prendendo una direzione più conforme ai valori  universali di pace e di collaborazione fra i popoli e di condivisione di problemi comuni quali l’immigrazione e la lotta al surriscaldamento globale.

Ma forse dipende solo da punti di vista. E so bene che ce ne sono molti e diversificati. Ciò non toglie che a me Joe Biden, in questo discorso, sia piaciuto. L’ho trovato profondamente umano.

E credo che sia una tra le migliori qualità di ogni “uomo”, americano e anche no.

 

Tutte le direzioni

Il ministro Roberto Speranza da ancora una volta i numeri.
Precisi, esatti, badate bene, però, dice che dobbiamo fare attenzione alle varianti.
Sembra il discorso in fotocopia dello scorso anno ma con una variante: che non si autoesalta troppo. Ci va coi piedi di gommapiuma e sorvola su molto del non detto e del non (ri)fatto.
Ad esempio: la furia devastante dell’incontenibile pazza folla che si da alla pazza gioia, che è pazza giusto perché non ragiona.
Ma allora, Speranza, vivaIddio, siamo fuori o siamo dentro? I vaccini proseguono e buon per noi, ma servono davvero contro le varianti?
Oppure…?
Perché leggo molti pareri degli esperti e vanno in tutte le direzioni.
Sapete come quei cartelli, quando arrivi in prossimità di una città, che dicono “Tutte le direzioni”?
E poi li prendi e ti ritrovi nel nulla e pensi:” ma non era questa la mia direzione ma tutt’altra”, ma intanto, i geni del traffico ti hanno fatto allontanare dal centro e poi …ciccia.
Diciamo che le varianti preoccupano il ministro e anche noi, ma in senso molto lato, perché io vedo poca preoccupazione in giro ma follia pura da day after.
Il virus muta, Speranza rimane sempre uguale a se stesso: prudente ma non troppo, aperturista ma non troppo, decisionista, ma non troppo…insomma Speranza, ministro, Manontroppo!
Inventore della manontroppologia.

La partita del “cuore”

La partita tra Conte è Grillo continua, i falli sono tanti da ambo le parti, i due contendenti si misurano ognuno a suo modo.
Grillo “col cuore”, Conte con la pochette.
Ma non vanno in gol nessuno dei due, stanno solo portando a spasso “la palla”.
Nessuno dei due vuole perdere e cosi si deciderà ai rigori e vincerà il più…fortunato.
Due partiti ormai sono alle viste: due movimenti?
Un solo Movimento e però molto acciaccato come dopo i tempi supplementari.
I due arbitri: Fico e DiMaio contano poco o nulla, non fischiano mai e se ne stanno a bordo campo, al massimo ogni tanto dicono un “eddaje”, ma niente di più: hanno capito anche loro che c’è aria di divorzio.
Il divorzio è nelll’aria ormai da giorni, i due “sposi” non si amano, che si sposano a fare? Per litigare sempre? No, meglio fare patti chiari subito: metà a me e l’altra a te ( o un quarto). Divisi prima ancora di unirsi. Un matrimonio lampo consumato tra invettive e capricci e bronci e mandate a …farsi un giro.
Non ancora nato e però il nuovo Movimento di Grillo scricchiola già. Si sente sembra uno di quei vecchi materassi a molle che cigolano ogni volta che ti appoggi.
Mentre il partito dell’ex premier, ancora in gestazione, frigna già “nella pancia” della “mamma”.
Mi sa che sarà po’ dalico.
Che dire di più? Nulla, solo che era nell’aria e l’aria nel Movimento ormai è cosi fritta che anche ad aprire le finestre continua a “puzzare”.

Giaculatorie e misfatti

Non è la prima volta, ma ogni volta che lo scopriamo sentiamo dire che deve essere l’ultima.

Pestaggi e violenze inaudite sui detenuti nelle carceri, in particolare quelle avvenute a S.M.Capua Vetere il 6 aprile delle scorso anno.

I video sono inguardabili, non ho avuto il coraggio di vedere oltre il primo secondo e credo che per la ministra dell’Interno Cartabia sia stato difficile sostenere la visione di un tale ignobile massacro.

Ma, pare che le responsabilità siano tante, varie e schiaccianti. A partire da dirigenti per finire alle guardie carcerarie che hanno agito con ferocia ed efferratezza degna di personaggi da film dell’orrore.

Un paese che si definisce civile come il nostro, non può rimanere solo allibito e sconcertato ogni volta , deve fare molto di più.

Salvini ha detto la sua e l’ha detta come al solito senza pesare le parole. Dimentico (ma non troppo) del fatto che è stato al governo e c’è tutt’ora e che il suo compito è difendere la legalità sempre, senza se e senza ma. Non è certo il momento di esprimere solidarietà per le Forze dell’ordine, ma per chi ha subito i feroci abusi di cui ci sono testimonianze e prove sufficienti per giudicare questi atti come criminali ed inaccettabili.

Non è bastata la mattanza alla Diaz, non è servito l’esempio della sorella di Cucchi che è riuscita dopo anni di lotta contro tutti a far finalmente uscire la verità sulla morte del fratello.

Sembra che non serva nulla e che tutti i buoni propositi finiscano come parole scritte sul ghiaccio. Punire i colpevoli evidentemente non basta, il sistema ha delle falle enormi che ogni tanto si scoprono e che poi vengono subito ricoperte da veli impietosi.

Non ci possiamo neppure indignare troppo dei sistemi usati dai poliziotti americani se poi veniamo a conoscenza di fatti come questi da noi.

Si parla sempre di “poche mele marce”. Sarà anche cosi, ma se chi doveva controllare sapeva e taceva, come pare, le responsabilità formano una catena composta da molti anelli legati assieme e difficile da sciogliere. Chi stava al ministero dell’Interno all’epoca, dovrebbe essere sentito e assumersi le proprie responsabilità.

La proposta di fornire le divise delle Forze dell’ordine di un codice identificativo non mi pare peregrina. Sarebbe ora che la politica decidesse che questi soprusi devono davvero finire e che ponesse le basi per azioni mirate a questo fine. Non solo chiacchiere da maquillage politico, ma atti concreti. Per non dover sentire le giaculatorie dei politici dopo ogni fatto di questo genere, gli uni schierati contro gli altri, senza costrutto e soprattutto senza arrivare mai a qualche risultato.

Anche a difesa dei tanti che svolgono il proprio difficile compito, ogni giorno, con dignità e onore.

 

PS: Mi piace ricordarlo: