Giaculatorie e misfatti

Non è la prima volta, ma ogni volta che lo scopriamo sentiamo dire che deve essere l’ultima.

Pestaggi e violenze inaudite sui detenuti nelle carceri, in particolare quelle avvenute a S.M.Capua Vetere il 6 aprile delle scorso anno.

I video sono inguardabili, non ho avuto il coraggio di vedere oltre il primo secondo e credo che per la ministra dell’Interno Cartabia sia stato difficile sostenere la visione di un tale ignobile massacro.

Ma, pare che le responsabilità siano tante, varie e schiaccianti. A partire da dirigenti per finire alle guardie carcerarie che hanno agito con ferocia ed efferratezza degna di personaggi da film dell’orrore.

Un paese che si definisce civile come il nostro, non può rimanere solo allibito e sconcertato ogni volta , deve fare molto di più.

Salvini ha detto la sua e l’ha detta come al solito senza pesare le parole. Dimentico (ma non troppo) del fatto che è stato al governo e c’è tutt’ora e che il suo compito è difendere la legalità sempre, senza se e senza ma. Non è certo il momento di esprimere solidarietà per le Forze dell’ordine, ma per chi ha subito i feroci abusi di cui ci sono testimonianze e prove sufficienti per giudicare questi atti come criminali ed inaccettabili.

Non è bastata la mattanza alla Diaz, non è servito l’esempio della sorella di Cucchi che è riuscita dopo anni di lotta contro tutti a far finalmente uscire la verità sulla morte del fratello.

Sembra che non serva nulla e che tutti i buoni propositi finiscano come parole scritte sul ghiaccio. Punire i colpevoli evidentemente non basta, il sistema ha delle falle enormi che ogni tanto si scoprono e che poi vengono subito ricoperte da veli impietosi.

Non ci possiamo neppure indignare troppo dei sistemi usati dai poliziotti americani se poi veniamo a conoscenza di fatti come questi da noi.

Si parla sempre di “poche mele marce”. Sarà anche cosi, ma se chi doveva controllare sapeva e taceva, come pare, le responsabilità formano una catena composta da molti anelli legati assieme e difficile da sciogliere. Chi stava al ministero dell’Interno all’epoca, dovrebbe essere sentito e assumersi le proprie responsabilità.

La proposta di fornire le divise delle Forze dell’ordine di un codice identificativo non mi pare peregrina. Sarebbe ora che la politica decidesse che questi soprusi devono davvero finire e che ponesse le basi per azioni mirate a questo fine. Non solo chiacchiere da maquillage politico, ma atti concreti. Per non dover sentire le giaculatorie dei politici dopo ogni fatto di questo genere, gli uni schierati contro gli altri, senza costrutto e soprattutto senza arrivare mai a qualche risultato.

Anche a difesa dei tanti che svolgono il proprio difficile compito, ogni giorno, con dignità e onore.

 

PS: Mi piace ricordarlo:

 

 

 

 

15 commenti su “Giaculatorie e misfatti”

  1. Mastrogiovanni, Uva, Aldrovandi, Cucchi, Caserma Levante a Piacenza, carabinieri stupratori di turiste americane ed altro ancora. Dal 1943 ad oggi, ho letto un elenco di decine e decine di vittime di poliziotti e carabinieri.

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  2. La straziante canzone (che amo) di Faletti avrebbe dovuto farle evitare di pronunciare alcune frasi contro le FORZE dell’ORDINE, che sono sempre pronte a difenderci. Se qualcuno entrasse a casa sua a chi chiama? Superman? Batman? Spiderman?

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    Ma come si permette? Sono la prima a dire che i Carabinieri e le Forze di Polizia sono sempre in prima fila per difenderci e coi Carabinieri ho avuto a che fare per un furto in casa e sono stati grandiosi.
    NON si permetta di interpretare a modo suo quello che scrivo, ma lei li legge i giornali? La faccenda delle carceri è gravissima , ma dove vive lei? E certi episodi di violenza discreditano anche le persone per bene che sono tante e svolgono con impegno e serietà il loro difficile lavoro e qui lo scrivo chiaro!
    Smettetala di distorcere a vostro piacimento i miei articoli, altrimenti cestino tutto.

    E chiedete scusa!

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    • Concordo che certi episodi di violenza discreditano la stragrande maggioranza (e ribadisco che sia la quasi totalità) delle Forze dell’Ordine che garantiscono la sicurezza nelle nostre città. E spesso per colpa di quei pochi idioti – generalizzando – il fango viene gettato su TUTTE le Forze dell’Ordine indistintamente. Detesto le generalizzazioni. Un po’ come quando a scuola per colpa di UN idiota veniva sospesa TUTTA la classe. INDISTINTAMENTE.
      Riguardo poi la frase di Salvini a mio parere tende su tale versante. “Io sto con le forze dell’ordine” non vuol dire “io sto con QUEGLI agenti”.

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      la frase di Salvini tende solo a fare demagogia spicciola a mio parere e non è il caso. E’ ovvio che tutti stiamo con le Forze dell’Ordine che si comportano con dignità e onore e sono certamente la maggior parte, ma questi episodi vanno condannati da tutte le forze politiche senza distiguo e non smarcandosi per sembrare diversi.
      E in questo caso, come in altri, purtroppo non si parla solo di uno ma di più individui, troppi a mio avviso perché non si pensi veramente a qualche riforma che aiuti anche e soprattutto che si comporta degnamente a non essere assimilato a chi commette reati.

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    • La vera demagogia non è certo citare le parole di Salvini semmai affermare che non è «il momento di esprimere solidarietà per le Forze dell’ordine, ma per chi ha subito i feroci abusi di cui ci sono testimonianze e prove sufficienti per giudicare questi atti come criminali ed inaccettabili». La vera demagogia è citare come un mantra i casi di Mastrogiovanni, Uva, Aldrovandi, Cucchi, Caserma Levante a Piacenza, i carabinieri stupratori di turiste americane ed altro ancora. La vera demagogia è fornire le divise delle Forze dell’ordine di un codice identificativo per poterli schedare

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      Alex la demagogia la fanno i politici io non sono un demagogo e neppure un politico ma una cittadina di questo paese.
      A me di fare demagogia non me ne può importare di meno, le mie idee valgono almeno quanto le sue, se preferisce dare solidarietà a chi commette reati, lo fa lei io no di certo.
      Le Forze dell’Ordine non hanno bisogno della demagogia spicciola di chi si serve di ogni fatto anche il più truce per farsi pubblcità. Salvini, a mio parere avrebbe fatto meglio ad esprimere preoccupazione per quanto succede, la solidarietà in questo caso è solo pelo e maquillage politico. Questa è la mia opinione.
      Qui si esprimono solo opinioni.
      Non si tratta di “schedare” ma di essere in grado di identificare chi commette reati proprio per diversificarli da chi agisce in maniera onesta (e sono la maggioranza). Se a lei sta bene che li commettano e restino impuniti sono fatti suoi, io credo che uno stato di diritto deve punire chi si macchia di reati cosi gravi.

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  3. Leggo in un articolo della Repubblica:
    “I manganelli alzati a Santa Maria Capua Vetere non sono stati i soli. Ventuno carceri si ribellarono tra l’8 e l’11 marzo 2020: tredici vittime tra i detenuti, 107 agenti feriti e nessun responsabile accertato.”

    Mariagrazia hai fatto bene a porre l’accento su di un fatto così increscioso rimasto occultato per tanto tempo: da non crederci, 13 morti e nessun responsabile!
    Questo accade quando per accertare le responsabilità si andrebbero a toccare le cosiddette “alte sfere”.
    Di chi le responsabilità delle condizioni delle carceri, della qualità del personale carcerario, etc, se non dei ministri, sottoministri, viceministri, governo e sottogoverno, e così via elencando? Non è possibile sentir dire “io non c’ero” o giustificare con menzogne o limitarsi a pronunciare parole di comodo.
    Come la pensano l’ex ministro Bonafede e l’ex premier Conte?Loro c’erano o non c’erano?

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  4. Signor Alex, che c’entra la “demagogia” di cui si riempie la bocca e la prende come pretesto per fustigare chi denuncia le disfunzioni di certe istituzioni? Dovremmo plaudire ai vari massacri, la cui denuncia lei ritiene addirittura “un mantra”? Ma faccia il piacere!

    Demagogia
    In origine, genericamente, arte di guidare il popolo; in seguito, la pratica politica tendente a ottenere il consenso delle masse lusingando le loro aspirazioni, spec. economiche, con promesse difficilmente realizzabili:
    Anche, il regime politico basato su tale metodo, che rappresenta la forma corrotta della democrazia o una simulazione di questa.

    Ecco, che ci azzecca con la denuncia della violenza brutale esercitate su quelle persone? La denuncia è un fatto di civiltà e una richiesta di giustizia

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  5. Alex M, hai dimenticato il resto delle vittime di poliziotti e carabinieri dal 1943. Da sempre, chi indossa una divisa ed è armato, tende a prevaricare (senza generalizzare n.d.r), credendosi al di sopra della legge e del resto dei cittadini. Non ti è mai capitato di avere a che fare anche solo con dei semplici agenti della Polizia municipale? Hanno sempre ragione loro e se osi avanzare la minima contestazione, ti minacciano di portarti in Comando. Divisa, pistola e manganello, pure loro. Ho un amico lucano che mi raccontava delle vittime, da parte dei CC, nel 1949, poveri braccianti che osavano pretendere un pezzo di terra.

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    • Avrete letto anche voi la notizia del cartellone esposto impunemente su cavalcavia a Roma siglato con un logo anarchico che invita ad abbattere “l’albero con le mele marce” ovvero l’intero corpo della Polizia Penitenziaria come nemico da abbattere. Le colpe di un gruppo si riversa sull’intero corpo dando la stura a aggressioni pubbliche, al punto che i sindacati del settore denunciano che gli agenti ormai vanno al lavoro in borghese perché hanno paura di essere riconosciuti come dipendenti della Penitenziaria e di essere associati ai picchiatori del carcere campano.
      Violenze ingiustificabili, ovviamente, ma che non devono scalfire gli altri uomini che nelle carceri italiane hanno l’ingrato e duro compito di mantenere l’ordine. Anche il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha riconosciuto l’abnegazione con cui – soprattutto nei mesi drammatici dell’emergenza Covid – ha fornito un contributo indispensabile alla vivibilità delle carceri e alla tenuta del sistema penitenziario. Ora di quei tre giorni di follia rischiano di pagare le conseguenze i 36mila agenti di custodia di tutta Italia. Secondo l’Usspi, uno dei sindacati di categoria, lo striscione di Roma arriva dopo giorni in cui sui siti venivano diffuse foto, nomi e a volte indirizzi di agenti della penitenziaria. E molti politici hanno espresso solidarietà a tutta la Polizia Penitenziaria dimostrando che per colpa di pochi non si possono infangare servitori dello Stato che operano con turni di lavoro disumani e sotto retribuiti. Così come dopo la notizia di un uxoricidio non si possono additare tutti gli uomini di essere omicidi.

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      L’omicidio è reato grave, le violenze sui detenuti sono reato grave.
      Vanno tutelati gli onesti condannando chi commette reati. La giustizia vale anche per loro non solo per chi sconta la pena in un carcere.
      Lo striscione è stato subito rimosso, giustamente.La politica ora deve fare la propria parte non solo “dimostrando solidarietà” ma con azioni concrete.
      Sono infatti molti tra le forze di polizia a chiedere che ci siano delle regole come in buona parte dei paesi UE
      https://www.open.online/2019/11/01/codici-identificativi-sui-caschi-della-polizia-l-italia-e-indietro-rispetto-al-resto-d-europa/

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  6. Caro Bifani, lei invece ha dimenticato e continua a dimenticare i rappresentanti delle forze dell’ordine che si sono immolate per la nostra sicurezza, in cambio di una medaglietta donata ad una moglie, vedova affranta e qualche figlio rimasto orfano, i quali resteranno poi completamente ignorati dalle stesse istituzioni a cui si sono dedicati! Controlli il numero di costoro con le vittime di poliziotti e carabinieri. Però queste ultime fanno notizia.

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    tutte le vittime “fanno notizia”, purtroppo.

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  7. Brava Gazzato, per l’ultimo commento! Nessuno nega l’abnegazione e l’eroismo di tanti CC e PS. Parlando però in questo caso di vittime delle forze dell’ordine, dico al mio contestatore che queste ho ricordato, nel contesto di violenze da parte loro. Quando uscirà un eventuale panegirico delle forze dell’ordine, esemplificherò in quel senso. Ribadisco comunque la mia avversione per chi indossa divise ed armi. Piuttosto che sottopormi alla solita sciocca naja, a suo tempo, avevo scelto,il servizio civile, molto più utile.

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  8. Niente divise e armi. In un mondo irreale Tu vivi in quello?.

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    a chi si rivolge?
    Il prossimo commento senza l’indicazione, lo cancello

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  9. Abbiamo trovato il degno fratello di Michela Murgia che prova avversione per chi indossa divise ed armi e definisce sciocca la naja. Guardando il degrado dei millenials deduco che un po’ di naja avrebbe raddrizzato le loro menti.

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    lo stesso vale anche per lei

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  10. Facchin, perché, quello reale, rimane quello popolato da gente cion armi e divise? Tutti idioti quelli che sognano qualche cosa di diverso e migliore? Tipo Gesù Cristo e S. Francesco.
    Alice, Lei mi ricade, da donna, nella solita giaculatoria maschilista per cui, ah, la naja, come ti rende uomo e maschio! Ma Lei sa che razza di mondo vive nelle caserme? Io non vado, laureato, ad obbedire ad un caporale di giornata, cui dire sempre Signorsì. E Le confesso che non so come vivano delle donne in Polizia, tra i CC, nelle Forze armate.

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    • sig. Franco Bifani.

      Proprio perché il commento proviene da una donna è palese che non possa essere etichettata come maschilista. Piuttosto io la definirei di buon senso.
      Ho 24 anni quindi appartengo a quella generazione nella quale ai ragazzi è stata evitata la naja che io ritengo formativa.
      E che dire della sua insofferenza, da laureato, “ad obbedire ad un caporale di giornata, cui dire sempre Signorsì”. Beh se non è classismo questo che altro è? O forse lei è abituato a imporre il “‘gnorsì”?
      Infine trovo squallidamente offensivo aver definito la mia opinione “la solita giaculatoria maschilista”. Questo sì che è becero maschilismo.
      Ed ammetto amaramente che mi disturba assai che però non le sia stato fatto notare questo – a mio parere – gravissimo scivolone.

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      la “discussione” finisce qui, è durata anche troppo, niente repliche di Bifani o di altri, comprese le sue, che se arriveranno saranno cestinate.
      Alice lei si preoccupi dei suoi scivoloni”. Ma non è affatto “palese” che una donna non possa essere maschilista: può esserlo anche più di un uomo.

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  11. Ma era ovvio che il mio commento era rivolto al post di Franco Bifani che diceva no ad armi e divise. Al quale ora dico che l’utopia è una cosa, la realtà è un’altra. E aggiungo che armi e divise servono, nel modo giusto, per difenderci dai delinquenti e dagli Stati che ne aggrediscono altri.
    Mi riallaccio alla naja. Un periodo con un po’ di disciplina (naja o collegio che sia) non può che fare bene. Anche ai laureati. Meglio che gli stravaccamenti a sbevazzare e a dire e fare stupidaggini.

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    Facchin eviti domande sciocche (che c’entro io con le vostre diatribe?) e indichi la persona a cui si rivolge anche quando è ovvio.

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