Uno si chiama Giuseppe, l’altro Beppe, se non è zuppa è…pan pepato.
E di pepe ne corre molto tra Giuseppe Conte e Giuseppe Grillo, contendenti del medesimo partito o Movimento o quel che l’è, direbbero dalle parti del Parlamento dove ci sono residuati del grillismo ormai in disarmo.
A corto di consensi, di fondi e di leadership.
Beppe non ci sta! Giuseppe è un tiratardi, gli ha mandato lo statuto da leggere all’ultimo momento come si fa con i rompiscatole che vuoi toglierti di torno. Ma tu guarda! Ancora non lo conosce? L’ex premier cosi fa: tutto all’ultimo, ci deve pensare bene e poi tra il dire e il fare lui ci mette sempre un bel mare, direi meglio un oceano.
E’ un riflessivo, Conte. E mentre lui riflette Grillo si infuria. Da impulsivo rivoluzionario ribelle delle cause (quasi) perse.
I due non si prendono. Ma non sarebbe neppure tanto necessario, basterebbe che si venissero incontro. Ma è un incontro difficile tra un bisonte e un cavallo da trotto.
Fa i capricci Conte, conscio del suo consenso. Un tesoretto di likes che si tiene stretti mentre Grillo ne perde ogni giorno e dietro a quella mascherina trasparente sembra uno scorfano nell’acquario.
Che brutta fine! Dove sono finiti i tempi del Vaffa day? Conte alla guida del Movimento fondato (anche) da Grillo sembra un pilota di Formula uno che guida un triciclo. Un principe azzurro sul cavallo bianco costretto a montare un asino.
D’ altronde la classe non essendo acqua non macina più e chi va al mulino si sfarina e tramontate stelle…all’alba perderò.
Meglio per Conte se perde la sfida tra i due , si potrebbe fare un suo partito. Intimo, privato, sottovoce, sospirato, raffinato, delicato.
E Beppe si tenga il suo, malandato, acconciato, con le pezze al c… ma che gli somiglia.
Si faccia un ingrandimento della foto dove compare con la mascherina da scorfano e la faccia piazzare in Parlamento sopra gli scranni dei grillini a perenne ricordo della sua anima rivoluzionaria e fondatrice del partito della scatoletta di tonno.
E Conte si chiami come gli pare ma non rubi le stelle a Beppe. Ne è gelosissimo. In questi giorni, sulla spiaggia pare che corra senza mascherina cantando a squarciagola: “Non sono una signora, uno con tutte stelle nella vitaaa…”
Le stelle sono tante, milioni di milioni… Ce ne dovrebbero essere per tutti!
Trovo “Lo scorfano” un capolavoro di umorismo e satira politica, complimenti.
A cominciare dalla “zuppa e pan pepato” e dal confronto tra i due Giuseppe,
“un bisonte e un cavallo da trotto”, per finire allo “scorfano nell’acquario” e al “pilota di Formula uno che guida un triciclo”. Ma anche il partito di Conte, “intimo, privato, sottovoce, sospirato, raffinato, delicato”, è un’intuizione esilarante.
Bene, messi a fuoco (ossia sulla graticola) due esponenti della nostra politica “gridata” per l’uno, e “sussurrata” per l’altro, “inconcludente” per entrambi.