Maggio è appena passato, il mese delle rose, ne ha lasciate tante nei giardini e lo spettacolo è garantito. Inoltre a maggio fiorisce anche il gelsomino che ora è in pieno rigoglio e quasi si avvia ad appassire. E sui tigli i fiori sono ormai grappoli che riempiono l’aria del caratteristico profumo che molti non sopportano perché allergici.
A me piace moltissimo, di notte, dalle finestre appena accostate, entra prepotente e mi sembra che mi aiuti ad addormentarmi, non per nulla il tiglio è anche una bevanda rilassante.
Un profumo meraviglioso che si sente ovunque e che è tipico di questa stagione.
Ma non sembra anche a voi che la pandemia ci abbia fatto venire una gran voglia di fiori e di colori e di profumi?
A me si. E però noto che i giardini sono più rigogliosi del solito e cosi anche i davanzali e i balconi (che noi in Veneto chiamiamo terrazze).
Io ne ho piantati molti quest’anno, più che mai e ne ho riempito anche il salotto. Ma non solo di fiori ma anche di piante verdi dal ricco fogliame e anche grasse.
Ho sentito che la floricoltura è in un momento magico e che le imprese florovivaistiche stanno lavorando bene. Dunque non è solo una mia impressione: la gente vuole sentirsi circondata da un natura “benefica” e amica che l’aiuti a superare questo momento che dura da troppo tempo e che, speriamo, stia volgendo al termine. Anche se abbassare la guardia non è ancora il momento.
Anche Draghi, pare, la pensa cosi ed ha prorogato lo “stato d’emergenza” anche se ormai l’emergenza dovrebbe essere solo un brutto ricordo.
Ma i governanti non si staranno abituando troppo bene con questa storia dell’emergenza?
Mi pare che emerga chiaramente che il legiferare d’urgenza e il tenere il cittadini (e diciamolo) sotto il giogo della possibilità di imporgli regole di comportamento e quant’altro per Dpcm, sia una pratica alla quale ci stanno prendendo gusto in tanti.
Attenzione, direi, signori, perché il passo dalla democrazia alla fassotutomicrazia, è breve.
E’ un passettino corto, di danza, sulle punte, con giravolte, però…
Persino i più critici di sempre con tutti i governi si stanno abituando all’idea che sia giusto tenere il paese in uno stato emergenziale permanente.
Non un “centro di gravità” ma quasi.
Insomma dai fiori ai carciofi o cardi spinosi, passando per i giardini fioriti e i tigli odorosi. Lo so, ho fatto un po’ di letteratura- critica politica con una spruzzata di acqua di rose.
Oggi mi gira cosi.
Cosa posso contrapporre a questa bella descrizione di natura rigogliosa e vivificatrice, prossima all’estate?
Qui da noi col caldo che già c’è, sono gli oleandri carichi di fiori sbocciati a sprigionare il loro odore amaro, e la macchia mediterranea a contrastare col suo verde, ora più cupo, ora più chiaro, con lo sfondo azzurro del mare, sotto un cielo lattiginoso gia estivo.
Per un momento immaginiamo che anche Draghi possa dimenticare l’emergenza, il covid, il recovery plan, e stare sdraiato in una spiaggia a godersi l’aria marina e il sole.