Lascio la parola a chi s’intende di calcio certamente più di me. Non sono tifosa ma la nazionale mi entusiasma sempre, fin troppo. Anche quando perdiamo. Mi piace seguire le partite e soprattutto vincere. Sarà banale ma vincere una partita anche se seduta sul divano di casa, mi da una sensazione strana, quasi come se l’avessi mandato io in gol il pallone.
E mi emoziona al punto che a volte devo smettere di guardare per non farmi venire la tachicardia. Ovviamente spero che almeno riusciamo ad andare oltre il primo turno e poi…l’avventura ha inizio. Buona fortuna azzurri!
In ritardo di un anno, infine è arrivato, nel momento giusto, quasi a voler sottolineare la chiusura del triste periodo che ci ha fiaccato per un paio d’anni simile a una pestilenza mortifera.
Non mi si accusi di frivolezza: parlo del Campionato Europeo di calcio 2020 (è questa la denominazione ufficiale, anche se si disputa nel 2021) che inizierà oggi a Roma con la partita inaugurale Italia-Turchia. Ci saranno anche 16 mila spettatori, una piccola fetta di quelli che il covid-19 aveva cacciato via, ma è sempre qualcosa.
Ancora una volta questa figura geometrica che richiama la perfezione -la Sfera- così ben approssimata dal Pallone, sarà chiamata a simboleggiare l’entusiasmo, la giovinezza, la prestanza, la lealtà, la competizione franca, l’affratellamento, tutte virtù che si riscontrano e vengono esaltate in questa manifestazione magica che è il gioco del Calcio. Via il lugubre velo mortuario steso per troppo tempo sull’umanità, che il sole risplenda, non più tra le sciagure umane, ma sui campi verdi d’erba vivida, contrassegnati e delimitati da bianche linee di calce.
Vi prenderanno parte 24 nazioni, le cui squadre saranno divise in sei gironi: le prime due di ciascun gruppo e le quattro migliori terze, accederanno agli ottavi di finale, cui seguiranno, per eliminazione diretta, i quarti di finale, le semifinali e infine, l’11 luglio, la finale che si disputerà al Wembley Stadium di Londra.
L’Italia se la vedrà inizialmente con Turchia, Svizzera, Galles. Non è tra le favorite alla vittoria finale –il pronostico è per il Portogallo, campione uscente, la Francia, la Germania, la Spagna- ma come outsider la vedrei proprio bene.
Non abbiamo fuoriclasse nel novero dei calciatori, solo giovani di ottima tecnica, intelligenza calcistica e grande affiatamento- il nostro fuoriclasse è il CT Mancini –ventisette partite utili da quando guida la nazionale- che ha saputo creare una squadra eccellente che applica i suoi schemi a memoria e ha vinto gli ultimi otto incontri consecutivamente senza subire un gol.
Si, a sorpresa, l’Italia potrebbe anche vincere la coppa.
E ora si dia inizio ai giochi, e non importa chi vincerà, purché questa pestilenza ne esca sconfitta e segni l’inizio di una nuova stagione.
Alessandro Stramondo
Le “virtù” del giuoco del calcio, narrate epicamente dal co-blogger, si estrinsecano solo nelle competizioni come questa dove si affrontano delle nazionali. Diversamente si parla di ragazzotti impomatati, tatuati e strapagati, che giurano fedeltà eterna alla loro squadra, salvo cambiar maglia il giorno dopo a fronte di un ingaggio più ghiotto.
Ma con le nazionali a tutto questo non si pensa e siamo tutti italiani, da sud a nord a Jorginho.
La Francia, ahimè, è la squadra più forte, ma agli Europei non sempre vince il favorito: ricordo con divertito sadismo la vittoria dei danesi sui tedeschi nel ’92 e del trionfo della Grecia nel 2004.
E se vinciamo, tutti ammassati in piazza a festeggiare come se il virus non fosse mai esistito.
Risposta
Mauro, Alessandro non è un “co-blogger” ma un frequentatore del blog esattamente come lei o altri. L’unico responsabile del mio blog sono io. Talvolta pubblico anche post di altri che mi sembrano degni di nota. Ma è un fatto del tutto eccezzionale.
Winston Churchill diede la definizione più azzeccata mai elaborata degli italiani: «Gli italiani si approcciano alle partite di calcio come se fossero guerre e alle guerre come se fossero partite di calcio».
Possiamo star certi che gli italiani dimenticheranno per un mesetto tutte la m**** su cui galleggia la nostra nazione
Mauro, chiarita la questione del co-blogger(i miei sono interventi off topic che la blogger ha la bontà di pubblicare, a sua esclusiva discrezione), io penso che quelle virtù da me decantate, siano alla base di ciò che inizialmente ci spinge a giocare con un pallone, inseguendolo e tessendo trame di gioco coi compagni di squadra, all’unico scopo di provare la gioia di collocarlo oltre una certa linea difesa strenuamente dalla controparte.
Poi la Vita lavora per conto suo e ci si dimentica (non tutti) di ciò che inizialmente ci ha spinto a quel gioco, entrano in conto interessi, fenomeni di divismo, tradimenti.
In quanto alla sua osservazione che da sud a nord ci sentiremmo tutti affratellati, be’ lo trovo un aspetto ulteriormente positivo, riconosco che mi sorprende questa capacità del calcio di unire, sognare e gioire per nulla, salvo poi riprendere le beghe quotidiane all’indomani della fine dei giochi.
L’avventura inizia nel migliore dei modi, grandi, grandi, grandi, siamo partiti con tre piedi giusti.
Al debutto di questo torneo, per la prima volta itinerante, l’Italia fatica a carburare, ma nel secondo tempo straripa, e rifila un 3-0 alla Turchia. Buon auspicio.
Fantasmagorica cerimonia inaugurale, banda, fuochi d’artificio, canto di Bocelli, sinfonie di Rossini e Puccini, palloni gonfiati e frenati, tumbureggiatori sospesi, esplosione di luci e colori, etc. alla presenza di Mattarella (mai inquadrato).
Ora entrano le squadre, i barbuti turchi in completo rosso, e i non meno barbuti azzurri in maglia bianca. Barba e tatuaggi sono il distintivo moderno dei calciatori, un tempo rigorosamente rasati.
Poi palla al centro e via! Primo tempo con l’Italia che fatica a costruire e la Turchia ben serrata in difesa che tenta qualche contropiede; uno a momenti gli riesce. Sbagliano Insigne, Bonucci, Berardi, immobile colpisce un braccio, ma niente rigore, Chiellini si vede parato un colpo di testa che pareva già dentro. Un grande Spinazzola, difensore esterno, è il più intraprendente in area Turca, alla fine anche lui si vede respinto un tiro dal braccio largo di un difensore, ma l’ineffabile arbitro nega il rigore.
Secondo tempo. l’Italia comincia a costruire trame interessanti, ma la partita la sblocca al 53′ Il turco Demaral, nel senso che insacca nella sua stessa porta, ma il merto va al cross di Berardi. Gioia azzurra e grande delusione dei 2300 turchi che assistono alla partita: un bimbo di un anno già dorme.
Rotto il ghiaccio l’Italia dilaga col suo gioco corale basato sul possesso palla, i tiri a giro di Insigne, le verticalizzazioni di Barella e Jorginho, le discese di Berardi e soprattutto Spinazzola
È proprio lui che al 66′ propizia il secondo gol: tiro, respinta del portiere e tocco in rete di Immobile, stavolta lesto ad approfittare. Infine Immobile serve Insigne e, solito tiro a giro, del piccolo napoletani ed è fatta: 3-0.
Allo scadere un recupero in extremis di Bonucci, nega ai turchi il gol della bandiera.
Tutti bravi gi azzurri anche chi non ho nominato, e anche i sostituti, tra cui Cristante che, di primo acchito, avevo scambiato per un secondo Dannarumma. A proposito il portiere gigante, ha toccato palla solo con i piedi, giusto per iniziare dal basso le trame dei passaggi, nuovo metodo per avviare il gioco.
Risposta
si, sono ben pagati ma quando giocano cosi, non parrebbe e comunque è bello vincere.
Sgominato il nero periglio che viene dal mare.
Quanto fosse periglioso è da vedere.
Risposta
Armata Brancaleone verso il finale, grandioso.
Signor Fastorini Forte, sembra che Winston Churchill, dopo aver detto quella frase, stesse per soffocare, avendo triturato e inghiottito il sigaro che teneva sempre in bocca.
Bella vittoria quella di ieri, ora auguriamoci di continuare così.
@Omnibus:
Sinceramente non capisco questa risposta un po’ stizzosa. Me la può spiegare, di grazia? (anzi …di Maria Grazia)…
Risposta
francamente a me non sembra.
Visto che non le pare stizzosa, può spiegarmi perché “Winston Churchill, dopo aver detto quella frase, stesse per soffocare, avendo triturato e inghiottito il sigaro che teneva sempre in bocca”…
Le prime pagine dei quotidiani e i social a mio parere confermano le parole di Churchill: gli italiani si sono già scordati di tutto ciò che affligge la nostra nazione pronti ad esultare la vittoria della prima partita…
Sinceramente… quella frase di Omnbus non l’ho mica capita.
Risposta
se vorrà, gliela spiegherà.
Ammetto di essere tra i pochissimi italiani che non si entusiasma per i campionati (nazionali, europei o mondiali) di calcio;
Ammetto che la definizione di Winston Churchill sugli italiani dà a mio personale parere un quadretto preciso della nostra nazione;
Ammetto infine di non aver compreso perché Churchill “dopo aver detto quella frase, stesse per soffocare, avendo triturato e inghiottito il sigaro che teneva sempre in bocca”.
Qualche anima buona me la potrebbe spiegare? Grazie in anticipo.
Signor Fastorini-Forte, la risposta è ironica, non “stizzosa”.
Comunque, le spiegherò, ho voluto dire che non credo alla veridicità degli aforismi.
Un aforisma è come lo specchio magico di Grimilde (la matrigna acida e stizzosa di Biancaneve) che rivelò che «la più bella del reame era la giovanissima e bellissima Biancaneve».
Anche un aforisma dice la dura verità in poche parole scolpite nella pietra.
Ma non tutti come appunto Grimilde amano la verità.
Grimilde spaccò in mille pezzi lo specchio sincero che rivelò che aveva perso il primato della bellezza del reame. Altri… per lo stesso motivo non credono alla veridicità degli aforismi.
VNICVIQVE SVVM
Vincenzo
La frase di Churchill, se proprio vogliamo sottilizzare, era dettata da una certa spocchia che gli inglesi (molti ma non tutti) hanno verso tutte le nazionalità diverse dalla loro.
Comunque la frase giusta è:”Gli italiani perdono le partite di calcio come se fossero guerre e perdono le guerre come se fossero partite di calcio”.
Avrebbe potuto risparmiarsela. Questa frase si potrebbe adattare bene anche a loro.
PS: Grimilde non era mai stata la più bella del reame e spaccava uno specchio al giorno.
Signor Vincenzo, ammetto che quella frase di Churchil, ammesso che sia vera, mostra un disprezzo verso gli italiani che un italiano dovrebbe fargliela ingoiare con tutto il sigaro, altro che “quadretto” da condividere
Continua con un dramma il Campionato Europeo appena iniziato: a Copenaghen, durante la partita Danimarca-Finlandia , Eriksen si accascia sul campo privo di sensi causa un arresto cardiaco. E’ il 43′ del primo tempo, la partita è sospesa sullo 0-0, il calciatore subito soccorso e circondato dai compagni di squadra, viene trasportato in ospedale. Fortuna che ha ripreso conoscenza ed è stabile.
Dopo le rassicurazioni di Eriksen ai compagni, e l’esortazione a riprendere il gioco, la partita Danimarca-Finlandia s’è giocata dal punto in cui era stata interrotta. I danesi, non ancora rimessi dallo shock, subiscono prima un gol e poi sbagliano un rigore. Vince a sorpresa la Finlandia
Nello stesso girone B, a San Pietroburgo il Belgio liquida la Russia per 3-0 con due reti del fenomeno Lukaku e una di Meunier, confermando di essere una delle favorite alla vittoria finale.
Nel girone A, Svizzera e Galles pareggiano 1-1, ottimo test offerto a Mancini per valutare la consistenza dei prossimi avversari dell’Italia. Il CT degli Azzurri non ha bisogno di consigli, ma attenzione allo svizzero Embolo, non tanto per un richiamo che per i tempi che corrono suona sinistro, ma per i suoi colpi di testa e attenzione ai gallesi Baile e Moore.
I primi due gol belgi abbastanza fortunosi. Russia scarsa.
Gli gnomi della finanza elvetici non sembrano un ostacolo duro.
Nella prima tornata del girone C, a Bucarest, l’Ungheria batte la Macedonia per 3-1, mentre ad Amsterdam, lotta serrata tra Olanda e Ucraina, con l’Olanda che, in vantaggio per due reti, viene raggiunta e infine la spunta per 3-2, in una gara ricca di emozioni.
Del girone D, a Londra, nello stadio di Wembley ,considerato il tempio del calcio, s’è disputata Inghilterra-Croazia, partita iniziata a ritmo sostenuto, ma a poco a poco calata di tono, con una Croazia, vice campione del mondo, deludente. Vince l’Inghilterra per 1-0, ma il migliore in campo è l’arbitro italiano Orsato, cui augurerei di arbitrare la finale se questo non significasse l’esclusione dell’Italia. Da segnalare anche il bacio soffiato sul palmo della sua mano da una spettatrice a tutto il mondo.
Bello questo campionato Itinerante che vedrà, come sede delle partite, un bel ventaglio grandi città, tra le quali anche Baku in Azerbaijan. La altre sono Roma, San Pietroburgo, Copenaghen, Bucarest, Amsterdam, Londra, Glasgow, Monaco, Budapest, Bilbao, Dublino. Viva la varietà!
Segue anche i tornei di calcio femminile? Dovrebbe, per parità di genere.
Risposta
https://www.figc.it/it/nazionali/news/contro-l-austria-ultima-amichevole-della-stagione-bertolini-sar%C3%A0-un-altra-gara-impegnativa/
Qui si è parlato e si parla anche di loro.
Signora Silvia C. in questo stesso blog, a suo tempo, fu seguito il Torneo Mondiale femminile 2019
https://www.mariagraziagazzato.it/wp/2019/06/07/2793/
Non propongo un genere una partita nazionale amichevole, né maschile, né femminile.
La sua non tanto velata accusa di disparità di genere è caduta nel vuoto.
E’ già eurogol! Nell’incontro Repubblica Ceca-Scozia del gruppo D, terminata 2-0, l’ex romanista e sampdoriano Schick, segna due reti, la seconda delle quali, con un tiro da metà campo sorprende il portiere scozzese fuori dai pali in inutile tentativo di riguadagnare la porta.
Ricorda gol del catanese Mascara nella partita Catania-Palermo 4-0 del 2009, che ripropongo:
Il mondiale di calcio femminile in Germania aveva sempre gli stadi pieni. In Italia dubito. Comunque io non ne sono una fan,
Gruppo E, a Siviglia, la Svezia riesce a pareggiare contro la favoritissima Spagna per 0-0, malgrado l’assalto pressoché continuo degli spagnoli, grazie al portiere Olson che fa miracoli: para su Torres, Llorente, Olmo, e Moreno, quest’ultima al 90’. Altre occasioni sono sprecate da Morata e da Koke.
La Svezia addirittura potrebbe passare in vantaggio nel primo tempo con Isak che, dopo un contropiede travolgente, ha un’esitazione, poi tira, la palla rimpalla sul portiere e colpisce il palo. Nel secondo tempo Lo stesso Isak, sempre in un’azione di contropiede, serve Berg che fallisce miseramente.
Il CT svedese fa un regalo alla Spagna sostituendo Isak, proprio il migliore in campo degli svedesi, ma gli Spagnoli non ne approfittano e non serve nemmeno l’80% di possesso palla.
Ancora sorpresa nell’altra partita dello stesso gruppo E, Polonia-Slovacchia terminata 1-2.
C’è un’autorete di Szczesny, pareggiata dal torinista Linetty, ma è l’interista Skriniar che dà la vittoria alla Slovacchia. Insomma sono protagonisti gli “italaini”. In ombra Lewandowski.
Il calcio non mi sembra sport adatto alle donne. Troppi scontri fisici e possibili danni alle gambe. Poi controllare il pallone col petto non mi sembra cosa buona e i portieri (o portiere) sempre col petto devono bloccare tiri anche forti. Reggiseni rinforzati, d’accordo, però…
Peggio ancora il pugilato.
Eclissi del fuoriclasse.
Col gioco moderno una figura calcistica molto amata –il fuoriclasse- va a poco a poco scomparendo.
Tralasciando i tempi in cui bastava trovarne uno per risollevare le sorti di una squadra – il resto emergeva appena dall’aurea mediocritas, e qualche “bidone” trovava sempre posto tra gli undici in campo- chi non ricorda i campioni del passato più o meno recente? Di Stefano, Pelé, Puskas, Cruiff, Beckenbauer, Maradona, Platinì, Rivera… e i più recenti Cristiano Ronaldo e Messi?
Tutti dotati di padronanza tecnica assoluta, di grande intelligenza e visone di gioco, di quella genialità che d’improvviso risolve una partita e di quello stile particolare che li distingue nettamente dagli altri.
Parlo di eclissi del fuoriclasse, non tanto perché calciatori di quel tipo si siano improvvisamente estinti, ma perché oggi il livello atletico ormai è spinto quasi alla perfezione per tutti, la visone e la tattica di gioco in gran parte è appannaggio degli allenatori, il tipo di gioco moderno non lascia spazio a quei tecnicismi sopraffini che il fuoriclasse si permetteva di eseguire lasciando a bocca aperta gli appassionati.
Oggi gli spazi di azione sono limitatissimi a causa del pressing assillante, la fitta trama di passaggi con cui si costruisce il gioco esige di trattenere al minimo la palla, controllo e via, nei passaggi occorre precisione e tempestività, il gioco spesso si costruisce dal basso con una possesso palla maniacale, in attesa del passaggio filtrante o del cross in area, il passaggio all’indietro è di norma se appena ci si sente pressati o per disorientare l’avversario, il portiere diventa uomo di manovra, velocità e resistenza sono requisiti fondamentali per i continui cambiamenti di fronte, l’avversario si salta di slancio per evitare il takle, massimo una finta o un arresto brusco per convergere verso l’area, i dribbling di un tempo sono ridotti al minino, passano di moda le rovesciate, le sforbiciate, i colpi di tacco, le discese lunghissime trattenendo il pallone, i rinvii spazza area a perdere, il regista su cui convergeva tutto il gioco.
Certo Lukaku e Mbappé sono una forza delle natura irrefrenabile, Messi è capace di passare indenne tra una selva di gambe e segnare un gol di precisione, Cristiano Ronaldo riesce a saltare una testa più di tutti, e inzuccare la palla dirigendola all’incrocio dei pali, fortunata la squadra che chi li ha, spesso rimangono in ombra, ma poi d’improvviso trovano il guizzo risolutore, ma da soli non bastano più, la coralità del gioco ha preso un po’ dappertutto il sopravvento sull’individualità.
Addio fuoriclasse, sempre più confuso nella massa degli eccellenti, il gioco corale ha segnato la vostra eclissi.
Risposta
mi dispiace che tu abbia dimenticato uno che è stato il fuoriclasse di tutti i tempi, peccato perché lo so che dalla tua lista ne mancano tanti ma quello a mio parere non si doveva dimenticare. Parlo naturalmente del divin codino, il grandissimo Roberto Baggio.
Il calcio femminile, sebbene in crescita, è ancora a livelli troppo scarsi per pensare ad un paragone con quello maschile. Giusto darne visibilità, ma senza pretendere la stessa enfasi. Nella pallavolo o nel tennis invece il livello tecnico è del tutto confrontabile.
La Spagna necessita di un centravanti.
Mariagrazia, Baggio rientrava nei puntini puntini, ma hai fatto bene a protestare, “codino” meritava di essere citato a lettere maiuscole: ROBERTO BAGGIO.
Mauro, anche nel nuoto le donne vanno approssimando gli uomini.
È vero, la Spagna avrebbe bisogno di un novello Fabregas.
Nel girone F, come “ferro” (Germania, Francia, Portogallo, Ungheria), stadio di Budapest strapieno (!), il Portogallo in maglia simil-sampdoria, a striscie orizzontali, batte l’Ungheria per 3-0.
Tutto si risolve nel finale, dopo un gol annullato per fuori gioco all’Ungheria, segnano per il Portogallo, Guerreiro e due volte Ronaldo (rigore per atterramento di Silva, e poi doppio scambio sotto porta e tiro beffa per il portiere in uscita).
CosÌ il “Fenomeno” segna il suo 11o gol in tutti gli europie disputati battendo il record di Platini.
L’incontro clou del girone F, Germania-Francia 0-1, è risolto al 17’ da un imbarazzante autogol di Hummels che pressato da Mbappé insacca nelle propria rete con tiro perentorio. Dopo questo episodio, il miglior gioco della Francia produce solo gol annullati: uno capolavoro di Mbappé (tre finte, palo e rete) e l’altro realizzato da Benzemà, ma propiziato da – incontro impronunciabile di consonanti- Pogba e Mbappé .Da parte tedesca è Gnabry che al 53’ si mangia letteralmente il pareggio calciando alle stelle.
Il resto è tutto Francia, occasioni perdute (Pogba), un palo (Rabot), un infortunio(Pavard), un atterramento in area di Mbappé (rigore non concesso). E a proposito di atterramenti, anzi di atterraggi, prima delle partita s’è assistito ad un atterraggio imprevisto nel campo da parte di un eccentrico paracadutista.
E la Germania? Rimandata a settembre.
Silvia C.
ormai il calcio è entrato a far parte del patrimonio sportivo femminile, le donne non si arrendono di fronte a nulla.
Lo stop di petto è molto raro e non sempre violento, e i portieri bloccano al petto solo tiri leggeri, per il resto usano respingere con i pugni o con i piedi.
Non mettiamo limiti alle capacità femminili.
D’accordo, spero anche in qualche rinforzo protettivo per il petto.
Quanto a Baggio era un quasi campione. Non un numero 10 ma un 9 e mezzo, come disse credo Lippi quando era alla Juventus. Scarsa personalità e troppa tendenza alle lamentele.
L’Italia in vantaggio alla fine del primo tempo, ci mette soprattutto la testa, i neuroni e, giustamente, da ultimi i piedi.
Alla fine del secondo…seconda vittoria!
Intelligenti lo sono per certo e fanno squadra e nessun protagonista e testa bassa e via andare …in gol.
Cosi si vince. Una bella squadra e un bel gioco, gioioso elegante e felice. Bello davvero è una gioia vederli giocare.
Avanti cosi. Mi piace troppo questa squadra di ragazzi barbuti, intelligenti e soprattutto nessun egoismo da primedonne.
La testa? Ahahahah
I neuroni? Uahuahuahuah.
I piedi? Beh almeno questi.
Risposta
rida rida e intanto sono ancora tre! E due vittorie. Se a lei non ti fa schifo! E abbiamo appena incominciato.
Rido amaramente. E mi dica, se sono tre, o quattro, a noi cosa ci cambia? Cui prodest? Ma vi rendete conto dello squallore??
Risposta
No!
Roberto Baggio fu definito 9 e mezzo da Platini che furbescamente scherzava sul fatto che Baggio fosse più punta di lui (quindi un nove), ma anche sul fatto che non fosse bravo come lui per mezzo voto. La personalità ce l’aveva eccome e nel 1994 ci ha portati alla finale dei mondiali praticamente da solo.
Per Fabregas (citato da Alessandro) fu coniato il termine di “falso nueve”. Il concetto era lo stesso di quanto scritto sopra; infatti non era un vero bomber, alla Butragueno per dire.
L’intervento del sig. Federico B.P., se non chiarito in termini un po’ più tecnici, è al limite del delirio. Squallore di cosa? Hanno giocato male? Il calcio è uno sport per lobotomizzati? Ci faccia sapere se per caso, guardando la partita, ci siamo persi qualche documentario sul dissenso polacco ai tempi di Solidarnosc che andava in onda su qualche canale tematico.
Risposta
grande Roby Baggio, i giudizi negativi su di lui (pochi in verità) sono solo invidia. Grande personalità, grandissimo professionista.
«[…] mi dica, se sono tre, o quattro, a noi cosa ci cambia? Cui prodest?».
Mitico Federico. Permettetemi di tributarGli una standing ovation.
P.S. io sono abbonato a quattro quotidiani in digitale. Ho appena scritto ai rispettivi “uffici abbonamenti” chiedendo un rimborso del 40% che equivale più o meno allo spazio che da due settimane viene dedicato a Euro2020 (che io salto a piè pari!)
Risposta
bene Vincenzo, stia attendo di non saltare a piè pari su qualcosa di scivoloso. Poi però, le “standing ovation” sono finite qui, non vorrei che suscitassero una prevedibile reazione a catena. Ci siamo capiti vero? Eventuali prossime finiranno a piè dispari nel cestino.
Italia avanti tutta, rifila un altro 3-0 alla Svizzera, e sono già ottavi di finale.
Sospinta da un gruppo perfettamente amalgamato che svaria il suo gioco dalla fitta ragnatela di passaggi al lancio lungo smarcante, dalla impostazione del basso(con qualche rischio), al contropiede travolgente, dagli schemi imparati a memoria, alle improvvisazioni e i guizzi geniali -gruppo su cui stavolta spicca una grande Locatelli, oltre la sapiente conduzione del Mancio- l’Italia può guardare avanti
Inizio baldanzoso delle Svizzera che non sembra intimidita dall’Italia, interrotto da una discesa di Spinazzola, conclusa con un cross e un colpo di testa di immobile fuori di poco. È lo squillo di tromba che suona la carica, dà l’avvio a pressanti manovre costringendo gli elvetici a rintanarsi nella propria metà campo, e fa da preludio al gol. Infatti al 19’, eccolo il gol: su calcio d’angolo, Chiellini pasticcia di testa, ma poi infila di piede. Grande esultanza, tutti ad abbracciare il capitano, ma il controllo al Var smorza gli entusiasmo, Chiellini ha toccato con una mano, gol annullato. Certo, da quando c’è il Var, conviene reprimere la gioia e rimandarla ai posteri.
Dopo la doccia fredda del gol annullato, ecco un’altra sfortuna, il difensore nel saltare s’infortuna e deve abbandonare, al suo posto entra Acerbi. Comunque il gol è nell’aria, ed ecco una grande intuizione di Locatelli che dalla sua metà campo imbecca Berardi e poi scatta velocissimo giusto per giungere all’appuntamento del cross e battere in gol. Stavolta tocca ai 4500 tifosi svizzeri convenuti allo stadio olimpico fare la doccia fredda.
Ma gli Svizzeri non sono tipi che demordono, tra le file hanno un certo Shakiri, un tracagnotto che ce la mette tutta per pareggiare i conti. E’ un fuoco di paglia e il valzer delle occasioni da gol riprende con Spinazzola, due volte, con Immobile, e infine è il tridente al completo a seminare scompiglio nella difesa elvetica. Ma la palla non entra in rete, e per la prima volta si vede il Mancio inquietarsi, che è tutto dire. Ed ecco Locatelli compiere il suo capolavoro: su passaggio di Barella colpisce di collo pieno il pallone e fulmina alla sua sinistra il portiere immobile tra i pali: 2-0.
Giubilo degli italiani, e di nuovo gli Svizzeri ripartono a testa bassa, ma ora è Donnarumma a compiere il miracolo di una doppia parata su Zuber, smorzando le ultime velleità degli elvetici. Quindi entra in scena Immobile, ci prova due volte senza esito positivo, ma alla terza occasione segna il gol del 3-0 con un tiro potente da fuori area.
Cala il sipario, l’Italia si conferma squadra solida che può aspirare a più ambiti traguardi.
Risposta
Questa Italia è una buona squadra, disegna il gioco in campo e sembra volare sui palloni, ne ho viste di molto più macchinose e poco convinte e piace anche a me ch enon sono un’esperta. Forse sarà la voglia di vincere soprattutto l’ansia portata dalla pandemia o forse è un team che ha un coach d’eccezione ma anche tanti giocatori che non si risparmiamno e non giocano a fare i protagonisti. Anche se c’è chi si dintigue ma è normale per chi gioca molti ruoli in campo e ce la mette proprio tutta.
cara sig.ra Gazzato, non mi pare di aver offeso nessuno per subire la sua minaccia per le prossime mie missive che creino una “prevedibile reazione a catena”.
Mi suona strano però che non ho letto nessuna minaccia per la prevedibilissima reazione a catena che si è creata con i “commenti a bordo campo” per ogni partita!
P.S. starò “attendo” …ma non sono mica Godot!
Risposta
Ho solo invitato chi volesse cogliere il suo esempio per fare altre “ovazioni” a critiche oziose, a contenere gli entusiasmi. Non siamo sulla “curva”. Non vi piace il calcio? Padroni, nessuno vi obbliga a guardarlo né tantomeno a leggere il mio blog, ma fare il “tifo” per chi scrive qui per lanciare provocazioni , non è consentito. Lo ripeto: qui non siamo su un ring.
Le mie non sono minacce ma semplici avvertimenti. Le ricordo che la “moderatrice” qui sono io.
Ricordo a tutti, anche a chi fa lo spiritosone, che qui c’è un solo Blogmaster e quella sono io.
Perciò tutte le allusioni dei buontemponi che perdono il loro tempo a scrivere commenti con illazioni o fantasticherie, magari sobillati da qualche perdigiorno (di quelli le scorte non si esauriscono mai), finiranno nell’unico posto degno di accoglierli: il cestino.
Che paura il cestino.
P. S. ‘A Mariagrà se dice WebMistress visto che sei ‘na donna. Me pare.
Risposta
Ad Alex non fa paura il cestino, ne prendo atto, coraggioso! Ma Blogmistress o webmistress anche no grazie, conosco i miei “polli” ( e l’inglese).
Ma che io sia una donna ci puoi contare. Blogmaster mi sta bene, credo che in questo caso faccia d’uopo come dice il Principe.
A Copenaghen, nella partita Danimarca-Belgio, viene tributato un omaggio a Eriksen con l’esibizione di vari striscioni e un applauso durante uno stop a partita iniziata.
Vince il Belgio per 2-1 e si qualifica agli ottavi di finale con un turno di anticipo. In evidenza Lukaku, i fratelli Hazard e De Bruyne.
Anche l’Olanda si qualifica agli ottavi battendo l’Austria per 2-0 ad Amsterdam..
Belgio e Olanda, due squadre che si candidano alla vittoria finale.
Giampiero Boniperti il calciatore gentleman della Juventus, si è spento all’età di 92 anni.
Soprannominato “Marisa” per i suoi biondi capelli e i lineamenti morbidi del viso, da Lorenzi, il calciatore dell’Internazionale (poi Inter) a sua volta soprannominato “Veleno”, fu il primo calciatore che conobbi, assieme a Sentimenti IV, Parola e tutti gli altri calciatori della squadra juventina del ’48, acquistando una cartolina di figurine Panini.
Esordì nella Nazionale di Vittori Pozzo a 18 anni, nel ’47, a Vienna, fu una cocente sconfitta per 5-1 contro l’Austria. In Nazionale disputò 38 partite segnando 6 gol.
Vinse la classifica dei marcatori nel ’48 con 27 reti, precedendo il grande Valentino Mazzola.
Fedelissimo alla Juventus, ne fu Presidente ai tempi dell’avvocato Agnelli che -si dice- non esitasse a svegliarlo in piena notte per proporgli una tattica di gioco.
Addio Boniperti, ultimo ad andarsene di quei calciatori sorridenti della cartolina Panini.
Non segue il calcio e quindi eviterò i “commenti a bordo campo” (anche perché non vorrei togliere il passatempo a qualcuno più bravo di me!).
Però poiché leggo e mi informo ho capito che al quanto pare EURO2020 è diventato il campionato di spostamento di bottiglie.
E così dopo Cristiano Ronaldo che si rifiuta di farsi riprendere dietro a una “Coca Cola” perché contraria al suo stile di vita salutista, arriva anche Paul Pogba che sposta da davanti a sé una bottiglia di birra della Heineken perché musulmano. Peccato che quella birra fosse analcolica.
Ronaldo che oltre ai suoi ingaggi faraonici, incassa dagli sponsor qualcosa tipo 50 milioni di euro l’anno, dovrebbe conoscere molto bene come gira il mondo. Ha prestato la sua immagine per campagne di automobili, orologi, valigie, compagnie aeree, prodotti farmaceutici, shampoo, biancheria intima, abbigliamento sportivo, quindi dovrebbe conoscere quindi che quelle “due bottigliette” sono il prezzo che la multinazionale di Atlanta ha chiesto di pagare in cambio della main sponsorship dell’evento calcistico europeo. Inoltre quel suo gesto antiCoca-Cola pare sia costato all’azienda una perdita di circa 4 miliardi di euro di capitalizzazione in borsa. È pur vero che la “coerenza è la virtù degli imbecilli” ma molti con la memoria lunga (più lunga di quella di CR7) hanno fatto notare che nel 2008 Ronaldo promuoveva proprio l’odiata bevanda per il mercato asiatico e che nel 2012 fu ritratto in uno spot mentre addentava voracemente una coscia di pollo fritta di una nota catena di fast-food.
E ora arriva Pogba antibirra? Ma non ci è dato sapere di particolari rimostranze o levate di scudi nel campionato inglese, visto che tra i main sponsors del Manchester United c’è anche una azienda di vini e una di scotch whisky che contribuiscono a pagare il suo mega ingaggio. A questo punto arriva in modo geniale Radja Nainggolan, spesso criticato per il suo stile di vita un po’ sregolato, che posta un buffo fotomontaggio nel quale appare in conferenza stampa davanti al bancone una lunga fila di bottiglie di superalcolici col commento «E dai, facciamoci una risata»
Pecunia non olet, dicevano gli antichi. Ma il moralismo d’accatto, no grazie.
Risposta
condivisibile, la notorietà, in questo caso fornita dal calcio può dare alla testa. Gesto arrogante e ipocrita.
https://www.fanpage.it/sport/calcio/lukaku-lanti-cristiano-ronaldo-coca-cola-chiamatemi-lavoriamo-insieme/
Anche il CT russo Stanislav Cherchesov ha voluto “rispondere” dal punto di visto del marketing a CR7 spiegandogli bene – dal punto di vista pratico – a cosa servono quelle bottiglie.
Ha infatti stappato una bottiglietta di Coca-Cola e se l’è bevuta.
Intanto la UEFA ha chiesto ai giocatori delle 24 Nazionali partecipanti a Euro 2020 di non rimuovere le bevande strategicamente posizionate sui tavoli delle conferenze stampa.
Il direttore del torneo Martin Kallen ha spiegato bene «È importante perché i ricavi degli sponsor sono fondamentali per il torneo e per il calcio europeo»
X Signora Gazzato : Il gesto di Ronaldo e Pogba é stato definito arrogante e ipocrita. Può essere benissimo. Come può essere che sia stato un capolavoro di Marketing della Perrier o di un’altra marca d’acqua minerale che hanno promesso ai due un bel po’ di milioni per quella guasconata. Se é vero che la Coca Cola ha accusato un contraccolpo borsistico di 4 miliardi, anche se l’acqua minerale avesse dato un po’ di soldi a quei due, chapeau! Comunque da ora in poi la Coca Cola dovrà prendere le sue brave precauzioni e si apre una nuova prateria per gli eroi della pedata : la contro-sponsorizzazione.
Risposta
chapeau all’ipocrisia e all’arrivismo e all’ingordigia? Una prateria? forse ma piena di coyotes.
Questo però è troppo simpatico
Alessandro, nessuna accusa di disparità di genere per i discorsi sul calcio femminile. Come poi ho precisato non lo ritengo uno sport molto adatto alle donne.
Su Baggio aggiungo che si dichiarava buddista ma andava a caccia. Idee poco chiare…
La montagna del grande battage mediatico sulla rivalità atavica tra Inghilterra e Scozia, ha partorito il topolino di un misero 0-0. un incontro che all’inizio registra azioni fallose dall’una e dall’altra parte.
Poi il sopravvento dell’Inghilterra che si concretizza in un palo colpito da Stones con un goffo colpo di testa, cui la scozia risponde al 30’ con un tiro insidioso di O’Donnel smanacciato in angolo dal portiere inglese.
Nel secondo tempo, col sopravvenire delle stanchezza le squadre si allungano, prevalgono lanci lungi e respinte alla cieca, l’Inghilterra corre un serio pericolo al 62’, su tiro di Dykes salva James sula linea di porta James. Al 79’ l’Inghilterra chiede un rigore ma l’arbitro decide di no, nonostante il Var mostri chiaramente il pestone di Robertson su Sterling.
In ultimo maxi mischia a pochi centimetri dalla linea di porta scozzese, degna di una partita di rugby. Il pallone rimbalza da un piede all’altro, rotola tra le gambe del mucchio indistinto di chi scalcia all’in piedi e di chi stramazza per terra, finché lo scozzese Mc Ginn, non si sa come, spazza via. Fine.
Mi chiedo perché il Regno Unito sia così disunito nel calcio: unica nazione ad avere ben quattro squadre nazionali (Inghilterra, Scozia, Galles e Irlanda del Nord) e nessuna Nazionale. Se ne facessero una, forse potrebbero esser più competitivi. Vallo a capire.
Risposta
non è disunito solo nel calcio.
“Non è disunito solo nel calcio”
Mariagrazia, hai ragione, il calcio è specchio della società.
Forse anche in Italia dovremmo avere tre squadre nazionali, Italia del Nord, Italia del Centro, Italia del Sud isole comprese.
Impressionante spettacolo di folla alla Puskas Arena di Budapest, 60 mila spettatori esultanti, di cui 6 mila francesi, per assistere a Ungheria-Francia!
Si direbbe che li, il covid non lo conoscano.
Rischiano lo scivolone i Campioni del Mondo, sotto di una rete nel recupero del primo tempo (segna per l’Ungheria, Fiola). Poi sprecano diverse occasioni da gol, ma infine raggiungono il pareggio al 66′ approfittando di uno sbilanciamento in avanti degli ungheresi: rinvio del portiere francese direttamente su Mbappè, cross, deviazione corta di un difensore, raccoglie Griezmann che non perdona.
Finisce 1-1, gli ungheresi esultano, i calciatori ringraziano, l’Ungheria conquista il primo punto, può ancora sperare.
Partita carica di emozioni all”Allianz Arena di Monaco, dove la Germania ha battuto il Portogallo per 4-2. I campioni europei (credo ancora per poco), passano in vantaggio per primi con una ripartenza e facile gol di Ronaldo, ma non sanno ancora di avere in sé chi avrebbe ribaltato il risultato: due autogol non è storia di ogni giorno, ma oggi succede, prima Ruben Dias, su tiro teso di Gosens, subito dopo Guerreiro nel tentativo di intercettare un cross di Kimmich, infilano la propria porta.
Ma ecco che si scatena Gosens, l’attaccante atalantino, che già aveva segnato un gol annullato per fuori gioco millimetrico, prima dà l’assist ad Havertz per il terzo gol, poi segna il quarto gol servito da Kimmich.
Ma non è finita, Ronaldo recupera in extremis un pallone proprio sulla linea di fondo e Diego Jota accorcia le distanze, ma il tentativo di rimonta è solo un’illusione.
Finisce 4-2, Nello stesso gruppo, Francia e Ungheria pareggiano (1-1), rimane tutto da decidere nell’ultima giornata.
Nel gruppo E, pareggio tra Spagna e Polonia (1-1), a Morata risponde Lewandowski, poi ci pensa il portiere della Juventus Szczensny (spero di aver scritto bene) a salvare il risultato. Dimenticavo, la Spagna ha sprecato un rigore, tira Moreno sul palo, riprende Morata, ma viene…murato.
Anche in questo girone tutto da decidere.
Battuto il Galles per 1-0, l’Italia è prima del suo gruppo a punteggio pieno e andrà a disputare l’ottavo di finale allo stadio Wembley di Londra contro la seconda classificata del gruppo C, probabilmente Ukraina o Austria.
Mancini presenta una squadra rinnovata per otto undicesimi, trio d’attacco al completo, Chiesa, Belotti e Bernadeschi sostituisco Insigne, Immobile e Berardi; in difesa -confermato Bonucci- Toloi, Bastoni ed Emerson sostituiscono Chiellini, Spinazzola, Di Lorenzo; a centrocampo -confermato Jorginho- Verratti e Pessina sostituiscono Barella e Locatelli. In corso di partita entrano Acerbi, Cristante, Castrovilli, l’esordiente Raspadori, e in ultimo il portiere Sirigu.
Questa girandola di sostituzioni non è un semplice turn over, ma la dimostrazione che Mancini ha saputo creare un gruppo in cui tutti sono importanti ma nessuno necessario, prima o seconda scelta si equivalgono, chiunque entra in squadra applica a memoria gli schemi di gioco da lui voluti.
Dopo un inizio in sordina e un gol sfiorato dal Galles (colpo di testa di Gunter su calcio d’angolo), esce fuori l’Italia, in cui Verratti e Jorginho fungono da doppio regista. Provano a fare breccia nella difesa gallese Verrati, Chiesa, Emerson, Belotti, finché su calcio di punizione tirato da Verratti è decisiva una deviazione in rete di Pessina.
Nel secondo tempo, il raddoppio è negato a Bernadeschi dal palo. Il Galles, rimasto in dieci per l’espulsione di Ampadu, non è in grado di reagire, la Svizzera che sta conducendo per 3-1 sulla Turchia, nell’altra partita dello stesso gruppo, gli insidia il secondo posto. Così cerca di limitare il passivo al minimo, chiudendosi entro la propria metà campo.
Al 75’ Bale, in una delle poche azioni in cui s’è visto, spreca il gol del pareggio, e poi viene giustamente sostituito. A nulla sortiscono il predominio territoriale dell’Italia e la caparbietà di Chiesa nel cercare il secondo gol. Finisce 1-0, e sono tutti felici e contenti.
Risposta
niente d aggiungere, a questo punto possiamo solo sperare di proseguire su questa strada. Dipenderà molto dagli avversari, ma molto anche dalla voglia di vincere della nostra squadra e mi pare sia davvero tanta.
Ricordo un film di Joseph Losey, che mi colpi fortemente “Il ragazzo dai capelli verdi”, storia di un adolescente, a cui il nonno rivela di essere rimasto orfano di guerra. Il mattino seguente si ritrova con i capelli verdi.
Schernito dai compagni per questa diversità, fugge sentendosi umiliato e contagiato da una malattia, ma riuscirà a superare il suo stato di reietto, sentendosi portatore di una missione di pace, e testimoniando, coi suoi capelli verdi, la sua avversità contro l’intolleranza, la discriminazione razziale e la guerra.
Riporto questa scena che sembra rappresentare un momento di gioiosa armonia tra generazioni diverse
Perché racconto questo? Perché agli Europei invece sta diventano divisiva l’iniziativa, proposta dal movimento Black Lives Matter, che vorrebbe il gesto di inginocchiarsi prima del fischio d’inizio da parte delle squadre come testimonianza contro ogni forma di discriminazione.
Croazia, Scozia e Francia avevano già annunciato che non avrebbero eseguito il gesto. Prima delle partita Italia-Galles, mentre il Galles s’è trovato unito nell’eseguirlo, degli italiani , per la prima volta, solo Bernardeschi, Belotti, Emerson, Pessina e Toloi, lo hanno eseguito.
E qui sui apre il dibattito se una manifestazione sportiva debba essere caricata o no anche di contenuti simbolici diversi da quelli meramente sportivi.
Risposta
secondo me, si.
Riguardo al quesito posto, se un avvenimento sportivo debba o meno essere “contaminato” da fatti politici, o significati sociali o altro, io credo che sia inevitabile, visto che richiamano l’attenzione come pochi altri.
A tale proposito ricordo quel bellissimo film di John Huston, “Fuga per la vittoria”, dove una partita di calcio serve addirittura da tramite per fuggire dalla prigionia.
Oltre gli attori Sylvester Stallone, Michael Caine, Max von Sydow, etc. vi compaiono calciatori di fama mondiale quali Pelé, Bobby Moore, Osvaldo Ardiles, Paul van Himst, Kazimierz Deyna, etc.
Ne propongo la visione di un brano
Risposta
straordinaria l’invasione di campo davanti ai gerarchi nazisti
A me pare che in “Fuga per la vittoria” non ci sia molto di ideologico. E’ un’evasione avventurosa di prigionieri di guerra, senza torture, malvagità o sofferenze particolari, anche se un po’ meno credibile ed avvincente de ” La grande fuga”. Altro discorso é l’inginocchiarsi ( INGINOCCHIARSI) quasi a chiedere pietà per qualcosa di orrendo fatto. Ma scherziamo? Ma noi uomini per bene, con tutti le nostre luci e le nostre ombre, difetti e vitrtù, vette ed abissi, dobbiamo umiliarci in questo modo quando ognuno di noi, volente o nolente, un suo contributo lo dà? Per favore, non facciamo nostri certi problemi molto complicati degli americani.Questo mi sembra un anticipo di quanto dovremmo sorbirci se passa Zan.Intanto l’Italia va avanti ho già lìincubo che , se arriviamo imn finale, qualcuno chiederà che si canti ” Bella ciao” invece di Mameli.
Risposta
Si rilassi Bianchi, l’inno di Mameli è sacro. In quanto al messaggio di BLM, non ci vedo nulla di male, si tratta di un gesto simbolico contro la violenza e contro le discriminazioni.
@Bianchi
“A me pare che in “Fuga per la vittoria” non ci sia molto di ideologico. ”
Di ideologico c’era la sfida lanciata dai tedeschi per dimostrare la loro superiorità razziale.
“Inginocchiarsiquasi a chiedere pietà per qualcosa di orrendo fatto.”
Di orrendo c’è la discriminazione. Il gesto è simbolico, è un atto di umiltà, quella di chi abbandona non il sano sentimento di amor proprio ma ogni forma di “orgoglio snaturato”, quello che fa disprezzare il diverso, perché il diverso rompe quegli schemi sclerotizzati che sopperiscono alle insicurezze.
” Come ricordato anche da Claudio Marchisio, che commentando la partita su Rai1 ha osservato: «C’è libertà di scelta ma sarebbe stato meglio vederli tutti inginocchiati».
Sono d’accordo. Cosa gli costava? Difficle mettersi in ginocchio? Avevano paura di avere problemi col menisco?Oppure non erano d’accordo con la protesta? Ma non dovremmo essere tutti contro il razzismo? E allora? Quale migliore occasione per dimostralo in mondovisione nel mondo dello sport che dovrebbe essere il primo a uniformarsi a chiedere a viva voce di lottare contro tutte le discriminazioni.
Ma qualcuno non se l’è sentita, gli pareva che inginocchiarsi fosse un gesto troppo di umiltà per le loro personalità narcisiste?
Meglio farsi vedere assieme alle attrici e sponsorizzare acque minerali con uccellini di sfondo che fare un gesto di cosi scarsa “dignità”. Ma la dignità è anche sapere che chi svolge una professione cosi in vista ha anche dei doveri nei confronti della società tutta e in questo caso, mi dispiace dirlo, i nostri giocatori che non hanno aderito alla protesta, non hanno dimostrato di capirlo.
Non li capisco e non li approvo e da questo momento tiferò ancora per loro ma con meno convinzione.
Il problema è che inginocchiarsi è diventata la moda del momento e il fatto che un calciatore venga criticato per non essersi inginocchiato la dice lunga su come il pensiero comune stia annichilendo il libero arbitrio. Uno può essere contro il razzismo senza dover essere affiliato a Black Lives Matter, così come si può amare il cinema senza avere un abbonamento al cineforum. Nel momento iniziale della partita un giocatore magari vorrebbe manifestare a favore di Zaki o delle varie Saman. Macché, deve manifestare per forza per George Floyd accanto a Mbappé e Lukaku che sono neri ma guadagnano (giustamente per le loro capacità) 3 volte i colleghi bianchi. Diversamente sei un mostro razzista. L’ho detto altre volte: per Cucchi non si era mai inginocchiato nessuno. Ci sono lotte di serie A e lotte di serie B a seconda di com’è l’andazzo su Instagram.
Io sto in piedi contro il razzismo.
Risposta
Mauro, lei stia pure in piedi, ma lei non è un calciatore, non prende miliardi per quello che fa e non ha un posto nel mondo dei media che ha una rilevanza enorme, scusi, senza volerle togliere nulla, s’intende.
Il gesto di inginocchiarsi è un gesto forte e significativo: George Floyd è morto mentre chiedeva pietà ai suoi aguzzini e dice di non poter respirare e non aveva fatto
e la legge ha riconosciuto la piena colpevolezza di chi lo ha ucciso.nulla
IL razzismo è un problema molto grosso se ancora succedono fatti di questo tipo e succedono. Lei si dissoci pure è un suo diritto, io continuo a pensare che fosse un dovere per chi percepisce compensi cosi alti e gode di fama e celebrità e grandissima diffusione mediatica, unirsi agli altri nella protesta. Poi, lei o altri pensatela pure come vi pare.
Inginocchiarsi é un gesto molto forte. Personalmente ( ma non so a quanti gliene freghi) mi sono inginocchiato solo per raccogliere l’ultima carezza di mio padre o quando mi capita di assistere alla Messa ed il sacerdote ci congeda con la benedizione. Che il popolo italiano debba inginocchiarsi per manifestare contro il razzismo , lo trovo demagogico ed ipocrita. Noi ( dico il popolo) non abbiamo torto un capello ad un solo negro, non abbiamo lasciato nessuno in mare, li curiamo nei nostri ospedali, mandiamo i loro figli nelle nostre scuole ( abbassando il livello dell’insegnamento già ai minimi storici), dobbiamo anche vedere abbassato il nostro livello di sicurezza , perché, proporzionalmente, la maggioranza della gente in carcere é extracomunitaria e quindi, per l’ipocrisia dei politici, si fanno uscire i detenuti per affollamento delle carceri stesse e ci ritroviamo in giro dei delinquenti. Per di più, le poche domeniche che sono a casa, alla tv, all’ora dell’Angelus, mi devo sentire la ramanzina del papa che mi accusa di essere egoista, insensibile, gretto, materialista.
Francamente, inginocchiarsi proprio no. C’é tanta puzza di DDL Zan in tutto questo e siamo ai preliminari di epici scontri ideologici. Facciamo così : chi vuole si inginocchi, anzi può anche mettersi supino e flagellarsi. Ma per favore lo faccia in silenzio. E non rompa le tavernelle a chi non fa nulla di male e vuole restare in piedi, anche per rispetto verso se stesso. Un appello agli inginocchiatori : visto che siete così sensibili e generosi e buoni, abbiate anche tolleranza per gli altri Se no diventa show ed allora salta tutto.
Risposta
con tutto il rispetto per le sue occasioni di mettersi in ginocchio, ribadisco che i calciatori in questo caso si sono rifiutati di seguire una manifestazione di protesta contro l’intolleranza. Non allarghiamo troppo il campo (non quello da gioco).
Poi, tutto il resto mi pare che segua solo il filo dei suoi pensieri, nessuno dice che il popolo italiano si debba inginocchiare, ma dove lo ha letto?
E la puzza di ddl Zan la sente lei, ma che c’entra?
Sig. Massimo, in realtà la posizione in ginocchio non è una genuflessione, ma serve a ricordare la posizione del poliziotto quando asfissiò Floyd tenendogli schiacciato il collo.
Sig.ra Mariagrazia, certo che il razzismo è un problema serio, ma non è l’unico problema, mentre è l’unico problema che la “tendenza” (lo chiamano “mainstream” adesso) ha scelto di ricordare in mondovisione, condizionando tutti ad adeguarsi o beccarsi il pubblico ludibrio.
Il DDL Zan in qualche modo, magari di striscio, c’entra perché è figlio di questo pensiero comune per cui è più grave insultare un nero perché è nero piuttosto che un biondo perché è biondo.
Risposta
ma quale “pubblico ludibrio”? Fra un po’ non se lo ricorderà più nessuno. Dire che hanno fatto male non è che un’opinione, lei crede che dire quello che si pensa sia esporre al pubblico ludibrio? Per me significa solo dire come la penso.
In quanto al ddlZan dovrebbe sapere perché ne abbiamo molto discusso, quello che ne penso: una legge inutile, tempo che si poteva impiegare meglio, l’Italia ha problemi gravissimi, la discriminazione con tutto quello che segue è già vietata e punita.
Giusto per non perdere il filo del discorso (per coloro che l’hanno seguito), mentre i gironi delle qualificazioni volgono al termine, occorre segnalare l’impennata di orgoglio della Danimarca e dei vice campioni del mondo della Croazia, che in extremis sono riuscite ad aggiustare una situazione che pareva compromessa.
Nel girone B, la Danimarca dopo avere perso Eriksen (cui è stato applicato un defibrillatore sottocutaneo) ha surclassato per 4-1 la Russia, pallida immagine della squadra che fu un tempo, classificandosi seconda. dietro lo scontato primo posto del Belgio di un grande Lukaku(2-0 alla Finlandia)
Nel girone D, la Croazia dei ritrovati Modric e Perisic, ha liquidato la Scozia per 3-1, conquistando il secondo posto e relegando al terzo la Repubblica Ceka battuta di misura dall’Inghilterra, prima del gruppo.
In precedenza, l’Austria battendo l’Ukraina (1-0) ha conquistato il secondo posto del girone C e sarà la nostra avversaria agli ottavi di finale che si disputeranno sabato prossimo a Wimbledon, proprio dove Draghi aveva tentato di “scippare”la finale.
Già fuori Turchia, Russia, Macedonia del Nord, Scozia.
Sig. Alessandro, a Wimbledon si gioca con le racchette! ;–)
Risposta
Signor Mauro, è evidente che Alessandro intendeva Wembly, lei non sbaglia mai?
Wembley! :–)
Tempo fa , alla tv , avevo visto un bel programma di National Geographic in cui una mamma orsa difendeva il suo cucciolo.
Risposta
Bianchi lei è veramente impagabile, è chiaro che si riferisce a me ma glielo passo perché è cosi tenero! Vorrebbe forse che “mamma orsa” facesse lo stesso anche con lei?
Ma se scrive commenti intrisi di astio e supponenza lei lo sa bene che io non li passo è la regola. Si regoli, sono sicura che se tira fuori tutto il suo charme e il uo savoir vivre ci riesce a far passare le sue intemerate sui “pessimi buonisti ” che premiano le Carole.
Try it again Massimo!
Grazie Mauro, ma lo sa che sarebbe un ottimo correttore di bozze? ☺
La fase di gironi finisce non senza emozioni, in particolare, nell’ultima giornata del gruppo F, che vedeva inopinatamente raggruppati Francia, campione del mondo, Portogallo campione d’Europa, Germania vice campione d’Europa e l’Ungheria, squadra danubiana di antica tradizione calcistica, è successo di tutto e di più, dal punto di vista emotivo, ma in definitiva nulla, dal punto di vista pratico. Insomma, se avesse assistito Shakespeare, avrebbe riscritto “Molto rumore per nulla”. Ma vediamo com’è andata.
E’ bene riferirsi allo svolgersi in contemporanea delle due partite del gruppo, Germania-Ungheria e Portogallo-Francia.
All’inizio la classifica vede la Francia al primo posto e l’Ungheria all’ultimo posto, ma all’11’, l’Ungheria passa in vantaggio sulla Germania che si ritrova così all’ultimo posto.
Nell’altra partita, al 30’, il Portogallo segna il primo gol alla Francia con un rigore trasformato da Ronaldo. A questo punto è il Portogallo che balza primo in classifica e da questo momento inizia il rimpallo di questo primato con la Francia.
Al 45’ , in pieno recupero Benzemà riacciuffa il pareggio per la Francia anche lui su rigore generosamente concesso dall’arbitro. La Francia è nuovamente prima finché, alla ripresa del gioco, Benzemà, stavolta in sospetto fuori gioco, segna il vantaggio della Francia precipitando il Portogallo all’ultimo posto. La Germania ringrazia.
Ma non è finita, al 60’ il Portogallo usufruisce di un altro rigore, Ronaldo segna la sua doppietta, è il 2-2 definitivo tra Francia e Portogallo, e la Germania torna ad essere ultima.
Ma ecco che al 66’ la Germania pareggia il conto con l’Ungheria e i magiari tornano all’ultimo posto. Per i tedeschi è gioia effimera, palla al centro e via, una manciata di secondi e l’Ungheria passa di nuovo in vantaggio: fuga di Shafer che nel rimbalzo colpisce di testa precedendo l’uscente Neuer.
Il CT Low e i tifosi tedeschi precipitano nella disperazione più profonda, la Germania è di nuovo out, finché, a sei minuti dalla fine, arriva il pareggio con Goretza, è il 2-2 che accoppiato all’altro 2-2 tra Francia e Portogallo riporta la situazione esattamente come all’inizio. Prima Francia, seconda Germania, terzo Portogallo, Ungheria a casa. Insomma, molto rumore per nulla.
Nel gruppo E, sfida avvincente tra Svezia e Polonia, vinta per 3-2 dagli svedesi. I polacchi devono necessariamente vincere per sperare in una qualificazione, ma al 59’ si trovano sotto di due gol, puniti da una doppietta di Forsberg. A questo punto, Lewandoski sembra ricordarsi del campione che è stato e prima con un tiro a giro, poi smarcatosi abilmente firma la doppietta del pareggio. Negli ultimi minuti sembra potere accadere il miracolo di una vittoria, invece è la Svezia a segnare il terzo gol con Claesson proprio nei minuti di recupero e passare il turno al primo posto.
Nell’altra partita del gruppo, la Spagna travolge per 5-0 la Slovacchia, qualificandosi come seconda, mentre la Slovacchia entra tra le migliori terze.
Se fosse istituito il premio alla “Miglior papera”, buon candidato sarebbe il portiere slovacco Dubravka, non tanto per la cinquina presa quanto per l’autogol fatto sullo 0-0. Un tiro colpisce la traversa e si alza a candela: lui anziché attendere lo spiovente spalle alla porta e respingere, come tutti i portieri del mondo, si gira e di pugno infila la propria rete.
A voi undici che scenderete in campo, imbattuti per trenta partite, spetta ora il compito di proseguire in questo torneo anomalo, senza la cornice solita di decine e decine di migliaia di spettatori, seguito a distanza da milioni di telespettatori, itinerante in varie capitali d’Europa, con la maledizione del virus non ancora del tutto domato, un torneo che oltre al valore sportivo, avrebbe potuto farsi portatore di un messaggio semplice e forte -mai più discriminazioni di sorta- un messaggio che anziché unire, ha finito col dividere e fare uscire allo scoperto, in molti, sentimenti di indifferenza o di intolleranza verso il colore della pelle, le diversità di sesso, le differenze di cultura. Quel ginocchio a terra non è stato perdonato, ha ferito le coscienze di chi crede solo nella superiorità del proprio credo.
A voi undici, che scenderete in campo per la vittoria sportiva, la scelta di spendervi anche per la vittoria dei diritti dei “diversi”
Adesso non sarà concesso sbagliare, si va avanti con la speranza di conquistare il premio più ambito, o si torna a casa col bagaglio della illusioni perdute, senza più quel magico potere di essere, sia pure per poco, portatori di un messaggio universale.
Wilfried Zaha calciatore ivoriano con cittadinanza inglese, centrocampista del Crystal Palace e della nazionale ivoriana pur condividendo la battaglia del movimento Black Lives Matter ci da una bella ed emozionante lezione: «Secondo me inginocchiarmi è degradante, perché i miei genitori mi hanno sempre detto di essere orgoglioso di essere nero. Penso solo che dovremmo rimanere in piedi, non inginocchiarci. È una cosa che ffanno in molti sempre prima delle partite, ma la fanno così, giusto per farla, perché se non la fanno ti chiedono il perché. Per me non è sufficiente. Io non mi inginocchierò e non indosserò una maglietta con la scritta Black Lives Matter. Si cerca di dire che siamo tutti uguali, ma la verità è che ci stiamo isolando con queste cose, che secondo me non stanno nemmeno funzionando. Questa è la mia posizione». Non è certo con quetse sceneggiate che si combatte il razzismo. Altro che l’ode “A voi undici”. Io agli undici azzurri posso solo dire “FORZA AZZURRI!! SIETE LI’ PER VINCERE!! SOLO PER VINCERE!! E’ UN CAMPIONATO EUROPEO DI CALCIO!! NON UN CAMPIONATO DI BUONE AZIONI INUTILI E DEMAGOGICHE. FATE INCHINARE TUTTI DAVANTI AI CAMPIONI EUROPEI!” (spero di non aver offeso nessuno!
Risposta
no, ha detto come la pensa lei e come la pensa il calciatore ivoriano. Ma, per favore, la prossima volta, se possibile, non scriva in stampatello.
@Federico B.P.
Il porre un ginocchio a terra (non inginocchiarsi, che è altra cosa) richiama l’atto con cui quel tal poliziotto condannato a 22anni, ha ucciso un nero.
Non ha nulla a che vedere con la genuflessione clericale che è un atto di adorazione, o l’atto di umiliazione davanti a un potente.
E’ un simbolo, piaccia o no, contro la sopraffazione delle minoranze.
Infine, legga bene ciò che ho scritto, senza prevenzione:
“A voi undici, che scenderete in campo per la vittoria sportiva (capito, signor Federico B.P ? E’ scritto “per la vittoria”), la scelta (libera scelta, non obbligo) di spendervi anche per la vittoria dei diritti dei “diversi” . Questo non sminuisce il gesto sportivo, ma anzi lo esalta.
@Alessandro: tutto ciò che esula la vittoria sportiva a mio parere è fuori luogo. Le battaglie civili vanno combattute in altri campi. E infine -mi permetta- io ho espresso la mia opinione ma non mi sognerei minimamente di convincerla per farle cambiare idea. Perché invece lei si ostina a voler convincermi?
Risposta
qui si discute, nessuno “si ostina” a convincere nessuno.
Federico B.P.
ho solo chiarito il mio punto di vista, dove sarebbe la mia ostinazione?
E a proposito di punti di vista, non esistono compartimenti stagni dove vanno combattute le battaglie civili e dove no. Queste nascono spontanee ovunque ci siano cervelli pensanti.
@alessandro.
Ho spiegato cosa intendevo ma … la spiegazione è ancora in fase di moderazione
Risposta
non ci sono suoi commenti in moderazione
Non capisco cosa sia successo… sono certo di aver già inviato un post esplicativo.
Comunque ripeto:
Lei sig.ra @Mariagrazia afferma che “nessuno si ostina a convincere nessuno”.
E come se lo spiega quel “capito, signor Federico B.P ?” del sig. @Alessandro? A me pare di intuire che mi stia spiegando per convincermi ciò che – a suo parere – non ho afferrato.
Mi sembra anche di vederlo col ditino alzato… 😛
E mi stupisce perché nei suoi “avvisi ai naviganti” che ho imparato a conoscere ci invita a “non salire in cattedra” pena il cestinamento del messaggio.
Mi dica dunque “come ha inteso quel ‘capito, sig. Federico’”?
Detto ciò vi auguro – vista l’ora – una notte serena e un riposo tranquillo
Risposta
io non devo spiegarle proprio niente.Se non capisce le regole o le interpreta a suo piacimento, non è un problema mio. Le passo questo commento solo perché lo ha riscritto, altrimenti lo avrei cestinato, evitiamo polemiche sul nulla, e i ditini alzati sono solo nella sua fantasia.
Taylor bocciato, italiani promossi, grandi, grandi!
E dopo un goal di CHIESA, la …genuflessione ci sta. 🙂
Più che la cronaca, dovrei fare la cronaca degli stati d’animo che si sono andati susseguendo durante lo svolgimento di Italia-Austria, in un clima da ultima partita, diventato via via sempre più infuocato come un campo di battaglia.
Al fischio d’inizio appare subito che l’Austria è squadra dura e decisa e che sarà difficile domarla, esercita un pressing muscolare che non lascia spazio al possesso palla degli azzurri che mostrano serie difficoltà a costruire il gioco usuale e contenere le puntate degli attaccanti austriaci.
Al 17′ però l’Italia ha l’occasione di passare in vantaggio: a conclusione di una rara trama d’attacco in tiro di Barella a colpo sicuro è sventato fortunosamente di piede dal portiere austriaco, ma fa da campanello di allarme perché gli avversari diventino meno spavaldi.
Al 32′ Immobile inventa un tiro da 25 metri e colpisce il palo quasi all’incrocio con la traversa. Al 36′ e Donnarumma a dover salvare la porta italiana.
Nel secondo tempo l’Italia cede l’iniziativa agli avversari, Verratti allo scontro uno contro uno, perde palla troppo spesso, la doppia regia con Jorginho non funziona, Berardi è il fantasma di se stesso, Immobile è impreciso. Sbaglia Bonucci e per poco l’Austria non segna, ma il gol è nell’aria e infatti arriva al 65′: un colpo di testa a fil di palo, e il pallone passa gol tra le braccia Donnarumma protese quasi in segno di resa.
Lo sconforto cala sui volti degli italiani, l’arbitro inglese Taylor convalida, ma per fortuna c’è il Var, gol annullato per fuori gioco. Santo Var ci salva una seconda volta, un rigore netto non viene assegnato per fuori gioco dell’attaccante austriaco steso a terra.
L’Italia si fa vedere a tratti, Insigne a sinistra su uno spiovente potrebbe tirare al volo, ma non è mancino, deve stoppare girarsi e portare la palla sul destro per il suo tiro a giro all’incrocio dei pali, ma non glene danno il tempo.
Si va ai supplementari mentre Baumgartmer si accascia a terra per crampi. E’ il primo segnale che la stanchezza comincia a pesare sugli Austriaci che non hanno fatto nessun cambio, ma la convinzione è che la qualificazione ai quarti ci stia per sfuggire.
Ma l’Italia, al contrario dell’Austria sfrutta bene i cambi: entrano via via Chiesa, Belotti, Locatalli, Pessina infine Cristante, al posto di Berardi, Immobile, Verratti, Barella, Insigne, la fisionomia della squadra cambia, l’Italia ritrova energie inaspettate e al 95’ Chiesa compie il capolavoro: cross di Spinazzola a fil di palo, stop di petto di Chiesa, rientro per evitare l’avversario e tiro fulmineo che s’insacca nelle porta austriaca! Esplode un boato in tutta Italia dove milioni di telespettatori gridano “Goooool!!!”. Vialli felice abbraccia Mancini, i due sampdoriani sono ancora uniti e felici come un tempo.
Al 104’ è Pessina –miracolo dei rincalzi- che fulmine il portiere per il 2-0. Gli ultimi minuti sono una corrida, interminabili, una vera sofferenza. L’Austria accorcia le distanze con Kalajdzic che su tiro da calcio d’angolo, in tuffo tutti e sorprende Donnarumma. Ma l’Italia tiene, e la partita si chiude con un’incursione di Chiesa steso in area di rigore.
Mi scuso per qualche refuso nel mio post delle 13:36, manca anche la conclusione
“Finisce 2-1 , l’Italia è ai quarti, se la vedrà con Lukaku o con Cristiano Ronaldo, ma ha dimostrato di potercela fare”.
Visto che questo è un post sul calcio, cade a pennello.
Alessandro fa un fallo: afferma stizzito «capito, signor Federico B.P?»
Federico B.P fa notare il fallo all’arbitro che nega l’evidenza! («nessuno “si ostina” a convincere nessuno. dove sarebbe la mia ostinazione?»
Federico B.P lo spiega con il VAR che quell’inequivocabile «capito, signor Federico B.P ?» del sig. Alessandro che pretende di convincerlo di ciò che – a suo parere – non ha afferrato…
Non solo fa notare che spesso l’arbitro inviti a “non salire in cattedra”.
Nonostante ciò l’arbitro non toglie fuori il cartellino rosso per Alessandro anzi, lo mostra a Federico B.P con un “io non devo spiegarle proprio niente”. Signore e Signori, questa è una vera goleada di Federico B.P (ovviamente tutti i goals sono stati annullati dall’arbitro tutt’altro che imparziale!
Risposta
Ma cosa dice? Ha voglia di scherzare vero?
Questa è la risposta di Alessandro a Federico B.P. che gli aveva contestato qualcosa che aveva scritto (quindi una risposta):
“Infine, legga bene ciò che ho scritto, senza prevenzione:
“A voi undici, che scenderete in campo per la vittoria sportiva (capito, signor Federico B.P ? E’ scritto “per la vittoria”), la scelta (libera scelta, non obbligo) di spendervi anche per la vittoria dei diritti dei “diversi” . Questo non sminuisce il gesto sportivo, ma anzi lo esalta.”
Quel “Capito” sul quale state ricamando, significa “capito”? Nel senso letterale. Questa si chiama “discussione”, chiaro? Ma ora, visto che insistete, mi OSTINO io:
Se volete entrare qui per fare polemiche non è aria, se continuate cosi cestino tutto, dalla prima all’ultima riga di un post che mi sembra (a me sembra e sono io che decido che cosa mi sembra) pretestuoso e polemico e scritto solo per dare fastidio.
In quanto al resto delle critiche che continuate a fare e degli apprezzamenti e le inutili e ridicole “condivisioni” di stupidaggini, d’ora in avanti cancellerò tutto quello che non è strettamente relativo agli articoli in discussione, cancello in toto anche commenti che parlano degli argomenti ma che insinuano o criticano o polemizzano etc.etc.. Perciò non continuate con queste stucchevoli polemiche. Spero di essere stata chiara. Non passa niente altro su questa polemica e non passerò niente altro che non giudichi pubblicabile a mio INSINDACABILE giudizio.
Fatela finita! E se c’è qualcuno che soffia sul fuoco sappia che sta solo perdendo il suo tempo.
PS: non si permetta mai più offese, alla prossima per lei non ci sarà il cartellino rosso ma lo SPAM! E non solo per lei ma per tutti quanti entrano qui e vogliono fare i padroni di casa.
Qui c’è un solo padrone di casa e quella sono io, fatevene una ragione.
Signor Faedda, qui di stizzito, dietro la pretesa dell’ironia e il tono vagamente paternalistico, c’è solo il suo intervento. Che fa si offende per conto d’altri? Se ne assume il patrocino? Non ha nulla di meglio da fare?
Ma di quale arbitro parla? Mi sa che l’unico arbitro che vorrebbe salire in cattedra è lei
Caro sig. Alessandro se un giorno Lei volesse provare l’ebbrezza di pensare con la sua testa senza seguire pedissequamente la linea editoriale del blog, quel giorno capirà anche a quale arbitro mi riferisco.
Risposta
cerchiamo di moderare i toni, signor Faedda se non le piace la linea editoriale del blog, può pure cercarsene altri, nessuno la costringe a scrivere qui.
Signor Faedda di quale arbitro lei parla non mi interessa un fico secco, invece le dico io con quale testa lei pensa (ma sarà vero?), con quella del disturbatore seriale, cerchi di crescere, vedrà che c’è di meglio nella vita.
Abbraccio di due campioni.
https://images.app.goo.gl/UocVQncpVDo5sh9A8
A fine partita tra Belgio e Portogallo (1-0), Lukaku abbraccia Ronaldo per consolarlo dell’eliminazione. Il Portogallo meritava di pareggiare, ma è il Belgio a passare il turno con un gol di T.Hazard, saranno loro ad incontrare l’Italia ai quarti di finali che si disputeranno a Monaco.
Dopo Lewandowski, anche Ronaldo va a casa, dopo aver segnato 5 reti ed eguagliato con 109 gol, il record dei marcatori di tutte le Nazionali, condiviso con l’iraniano Ali Daei
Nell’altra partita, l’Olanda rimasta in dieci per quasi tutto il secondo tempo cede per 0-2 alla Repubblica Ceca, condotta da un sorprendente Schick che ha realizzato la sua quarta rete. Ai quarti se la vedranno contro la Danimarca.
Clamoroso a Bucarest, la Svizzera che le nostre seconde scelte avevano battuto per 3-0, elimina ai rigori i Campioni del Mondo francesi. Dopo i Campioni Europei uscenti del Portogallo, tocca a loro tornare a casa.
Passati in vantaggio al 15′ , con Seferovic, e dopo aver fallito il rigore del 2-0, la Svizzera si ritrova nel giro di due minuti sotto. La Francia passa in vantaggio con un doppietta di Benzema, e nella ripresa segna il terzo punto opera di Pogba.
Sul 3-1, il CT Francese Deschamps, certo della vittoria, sostituisce i due migliori rigoristi , Benzema e Gruezmann, ma ha venduto la pelle dell’orso prima di averlo preso. La Svizzera con una tenacia sorprendente non si dà per vinta, accorcia le distanze ancora con Seferovic, e al 90’ è Garanovic che acciuffa il pareggio: 3-3.(a proposito, dai cognomi, si nota come la globalizzazione ha colpito il calcio).
Ai supplementari si assiste ad una moria di calciatori per stanchezza, crampi e infortuni, ma il pareggio resta, si va ai rigori, e a questo punto la Francia si trova sguarnita di specialisti del dischetto.
La Svizzera tira per prima, e questo psicologicamente l’avvantaggia. Si arriva a quattro rigori su quattro segnati da ambo le parti. Mehmedi segna il quinto rigore per la Svizzera, per la Francia tocca a Mbappé, la sua punta di diamante che in questo Europeo sembra colpito dal malocchio, tanto è irriconoscibile: e Mbappé si fa parare il rigore. Svizzera-Francia 8-7! Gli Svizzeri ai quarti contro la Spagna.
La precedente partita Spagna-Croazia aveva seguito la medesima falsariga fino ai supplementari.
La Spagna, in vantaggio per 3-1, viene raggiunta dalla Croazia allo scadere del recupero, ma ai supplementari, prima Morata, poi Oyarzabal ristabiliscono le distanze: Spagna-Croazia 5-3
Risposta
Risposta
grazie Alessandro per queste cronache, sembra proprio di rivedere la partita. bella ed emozionante anzhe questa. Che i campioni siano andati a casa farà piacere a molti, indimenticabile la testata di Zidane e il gol di Trezeguè.
IN quanto ai cognomi…si l’ho notato , quanti bei svizzerotti che finiscono in alez…
Così anche la Germania viene eliminata (Inghilterra-Germania 2-0) e il gruppo F, ossia il gruppo di ferro, si dissolve come neve al sole: Portogallo (campione d’Europa uscente), Francia(campione del mondo in carica), Germania(tra le favorite), tutte eliminate agli ottavi di finale! Se a queste aggiungiamo Croazia(vice campione del mondo) e Olanda(altra favorita), possiamo parlare a ragione di caduta degli Dei.
A Wembley, 45 mila spettatori -alla presenza del principe William, la consorte Kate e il principino George- l’Inghilterra ha ragione dei tedeschi facendo valere i suoi migliori elementi, Sterling e Kane, mentre la Germania appare il fantasma di quella che fu, di cui uno spento Muller, che fallisce il gol del pareggio, è l’emblema.
A Glasgow, l’altra partita Svezia-Ukraina finisce 1-2 dopo i tempi supplementari.
Al 28′ segna Zinchenko per l’Ucraina, pareggia la Svezia al 43′ con Fosberg al suo quarto gol. Al 99′ espulso Danielsson, la Svezia rimane in 10. Risolve al 120’+1′ il nuovo entrato Dovbik.
Questi i quarti di finale:
Belgio-Italia a Monaco
Svizzera-Spagna a San Pietroburgo
Rep.Ceca-Danimarca a Baku
Ukraina-Inghilterra a Roma
Chi avrebbe scommesso che la squadra Campione d’Europa sarebbe uscita da questo gruppo di outsider?
A ottavi di finale conclusi mi chiedo quanto affidabili siano i risultati dei gironi a quattro.
Delle squadre vincitrici del gruppo, solo tre si sono qualificate agli ottavi di finale, Italia, Belgio e Inghilterra, ossia appena il 50%. Il resto Kaput, giusto per usare un termine adatto all’ultima disfatta tedesca.
S’è qualificata la Spagna, seconda del suo gruppo dietro la Svezia che invece è stata eliminata.
Altre tre qualificate, Svizzera, Ucraina, Repubblica Ceca, provengono addirittura dalle miglior terze classificate
Ciò a riprova che in questo Europeo nulla era di scontato, tutt’altro, del girone F, quello che concentrava i meglio fichi del bigoncio, Francia, Portogallo e Germania non si è classificata nessuno.
A riprova anche dell’intensità agonistica che questo torneo sta mostrando e delle emozioni che sta elargendo, ben quattro delle otto partite degli ottavi hanno avuto bisogno dei tempi supplementari, Italia-Austria 2-1, Croazia-Spagna 3-5, Svezia-Ucraina 1-2, e Francia-Svizzera 7-8, quest’ultima col ricorso ai calci di rigore.
Mi chiedo a cosa sia dovuta questa moria di squadre titolate e squadre considerate favorite secondo il ranking Fifa.
Una prima spiegazione è, come diceva Brera, che la palla è rotonda.
Una seconda, può essere che questi ranking storici sono inaffidabili, perché sul campo la storia non conta più.
Terzo, il destino delle squadre titolate è quello che, proprio perché titolate, non si rinnovano, ma il tempo sia sa passa per tutti, anche per i campioni.
Quest’ultima considerazione ma dà speranza che contro il Belgio, “squadrone” dalla linea difensiva rigorosamente over 30, la rinnovata “squadretta” italiana la possa spuntare.
Domani le prime due partite dei i quarti di finale, il torneo è arrivato a quel punto che perdere, porta a casa poca gloria, e vincere non è ancora al top delle gloria, gloria sportiva s’intende, capace di unire ed esaltare all’istante delle vittoria, di mantenere una stato di beata soddisfazione per qualche giorno, e di lasciare poco dopo un po’ di amaro in bocca quando ti accorgi che nulla è cambiato.
Ma, la vita è fatta anche di queste gioie effimere, perciò auguro all’Italia di battere i suoi avversari e continuare fino in fondo il torneo.
Al di là del valore dei singoli elementi e del valore aggiunto ci ciò che saranno esprimere come squadra e soprattutto come attaccamento alla maglia che portano, facendo una semplificazione matematica, e immaginando che domani in campo si sfideranno a singolar tenzone due soli calciatori, media di tre parametri fisici, età, altezza e peso, l’”Uomo Belgio” è di 29,9 anni, alto 183,2cm, dal peso di 79,6kg, mentre l’Uomo Italia è di 27,6 anni, 182cm, pesante 76kg.
Credo che, dovendo correre per 90 minuti al minimo, e 120 minuti al massimo, la differenza più significativa sia l’età, e l’Italia è avvantaggiata per ben 2, 3 anni; anche il minor peso di 3,6 kg dovrebbe essere un vantaggio, mentre la maggiore altezza di 1,2 cm a favore del Belgio non dovrebbe incidere molto a suo favore.
Qualcuno mi dirà che il calcio non è una scienza esatta, e gli do ragione, il calcio è un’opinione, lasciatemela esprimere.
Nel passato non tanto remoto, i nomi dei calciatori delle varie Nazionali avevano una propria specificità, per cui scorrendoli si capiva subito di che nazionalità si trattasse: Svensson, Samuelsson, Andersson, Jeppson… individuavano senza ombra di dubbio la Svezia; così Van Moer, Van Himst, Van Kerckhoven… il Belgio; Antenen, Vonlanthen, Ballaman…la Svizzera e Stankovic, Colic, Dajic, Mitic… i paesi slavi
Oggi è più difficile trovare nomi esclusivi di certe squadre, per cui nel Belgio troviamo Lukaku, nella Svizzera, Seferovic, Xhaka, Rodriguez, Akanji, tra i danesi, Braithwaite, Hojbjerg, e così via.
A parte la maggior difficoltà di pronuncia di questi nomi più recenti, niente di male, tutt’altro, effetto dell’apertura delle frontiere, dei riconoscimenti di nazionalità e di una certa apertura mentale
Eppure la Nazione resta ancora l’entità che più rafforza sentimenti di appartenenza e di solidarietà, che dà un’unica identità anche a elementi eterogenei, e più solleva gli entusiasmi. E’ questo il vantaggio dei tornei che con squadre nazionali rispetto a quelli con squadre di club.
Ebbene, stasera alle 21 sarà la nostra Nazionale a scendere in campo contro il Belgio, per l’ultima volta, o per continuare. A quell’ora si fermeranno le attività, 60 milioni di italiani, perfino gli scettici incalliti, si sentiranno più italiani di sempre, grazie alla nostra nazionale, e tiferanno per essa. Sappiamo che non basterà per vincere, ma ci speriamo, perciò gridiamo “Forza Italia!” e se dovessimo perdere, grazie lo stesso.
Grandissimi! Tanti auguri all’immenso Spinazzola.
Grande Italia, domina per tre quarti la partita contro il favoritissimo Belgio, alla fine contiene il suo assedio con la forza e il coraggio dei gladiatori. Ad maiora!
Questo il commento a caldo, il resto non conta.
Adesso lo sappiamo per certo, l’Italia è una grande squadra. Non bastavano la lunga serie di affermazioni con cui la squadra di Mancini s’è presentata agli Europei, e il lungo periodo d’imbattibilità di Donnarumma. Non era bastato, a torneo iniziato, il 3-0 alla Turchia e il 3-0 alla Svizzera, squadra che poi ha eliminato i Campioni del Mondo delle Francia e ha ceduto alla Spagna solo ai rigori e in dieci. E neppure aver battuto il Galles e l’Austria, si diceva che mancava la prova contro una “vera” squadra. Ebbene questo momento è arrivato, il grande Belgio, primo nel ranking Fifa, è stato battuto: 2-1 in una gara epica, dove le manovre di Verratti, Giorginho, Insigne, Barella hanno ubbriacato i più prestanti e quotati calciatori belgi, e Donnaruma, Spinazzola, Bonucci, Chiellini hanno saputo difendere il vantaggio battendosi da gladiatori nel prevedibile, furioso forcing delle squadra Belga, guidata da un De Bruyne dagli atteggiamenti un po’ spocchiosi, un Lukaku minaccioso, tenuto a freno da Chiellini, e quel Doku che il nostro pur bravissimo De Lorenzo faticava a fermare.
Prima del fischio d’inizio, le due squadre pongono il ginocchio sul campo, senza se e senza ma, con ciò testimoniando contro ogni forma di discriminazione. Bravi.
Dopo un inizio incerto, l’Italia comincia a costruire le sue trame (61 % di possesso palla, poi scesa a 58%) e segna il suo primo gol su deviazione di pancia di Bonucci, ma stavolta il Var è sfavorevole, gol annullato per fuori gioco. Ma è come una premonizione, l’iniziativa di gioco resta agli italiani con qualche incursione in contropiede dei belgi. Dopo vari tentativi di un esuberante Chiesa, arriva il gol, quello vero: una palla difesa a forza di Immobile giunge a Verratti, assist a Barella e tiro secco vincente: è l’1-0.
L’Italia non desiste, vuole il secondo gol e l’ottiene stavolta con capolavoro di Insigne, il suo tiro a giro da fuori area di rigore all’ incrocio dei pali che neppure il gigante Courtois riesce a sfiorare: 2-0! Chi l’avrebbe detto?
Siamo al 44′, un minuto dopo Doku, lanciato in area di rigore, vince un contrasto muscolare con De Lorenzo, cade, rigore per il Belgio, il Var evidenzia una leggera spinta, tira Lukaku e accorcia le distanze. A Donnarumma non sono serviti i suggerimenti ricevuti su come neutralizzare l’Interista. In cuor mio gli dicevo; “Sta’ fermo, rimani a centro porta”, infatti il tiro è potente ma poco angolato, stando a centro porta si poteva parare, ma il nostro portiere si tuffa alla sua destra ed è il 2-1.
Il secondo tempo e un batti e ribatti, due grandi parate di Donnarumma su tiri di De Bruyne e di Lukaku salvano il risultato. Poi è Spinazzola a compiere il miracolo deviando di ginocchio un tiro da pochi metri dal palo di Lukaku. Seguono ammonizioni, sostituzioni, infortuni: Donnarumma prende un colpo al costato, Spinazzola s’infortuna -lesione al tendine di Achille- esce piangendo. Ma i sostituti sono all’altezza, uno vale uno si direbbe, senza volerla buttare in politica. Dopo sette minuti di recupero la battaglia finisce, 2-1, Belgio a casa, Italia in semifinale contro la Spagna. Per aspera ad astra!
Risposta
Complimenti, mi è sembrato di rivederla: una partita epica!
Bene, anche i successi sportivi danno lustro a un Paese. Oltre al senso di autogratificazione. Ma adesso volevo chiederle un’altra cosa. Lei mi ha strapazzata varie volte ma prima mi aveva suggerito i libri della Pinkola Estes. Avrebbe qualche altro libro da consigliarmi? Lo chiedo perché mi sembra che i nostri campi di interesse siano diversi e allora qualche esplorazione…
Risposta
Volentieri Silvia, le consiglio “IL codice dell’anima” di James Hillmann e “La vita davanti a sé ” di Emile Ajar. Il primo è un saggio, non ostico ma non facile, credo dovrà impegnarsi, il secondo è un romanzo delizioso che, se non l’ha già letto, credo le piacerà.
Buona lettura.
EV V A I I I I I , GRANDIOSI, IN F I NA L E!!!
Quel pallone appena sfiorato che lemme lemme rotolava in rete, a a fil di palo, alla sinstra del portiere, deve essere stato una lama nel cuore degli spagnoli, e per noi il lampo che ha scosso i nostri cuori e ha scacciato lo spettro della sconfitta che si era andato profilando man mano che i minuti trascorrevano senza che noi toccassimo palla.
Alla fine è stata una battaglia nella battaglia, tra portieri e rigoristi, quella che ha deciso. Dei portieri, l’uno, il loro, gigionava su e giù lungo la linea di porta, nella speranza di disorientare il rigorista, l’altro, il nostro, allargava le braccia quasi a voler serrare la porta da palo a palo con una saracinesca.
E questa battagila nella battaglia, l’ha vinta il più sobrio dei due, il quasi assonnato Donnarumma, due parate splendide(a parte quelle fatte in partita) che valgono la vittoria e la finale.
Tutti hanno meritato, ma oltre al portiere, uoccorren monumento occorre farlo a Chiesa che ha interrotto l’estenuante tichi taca della Spagna (più di ottocento passaggi, contro i trecento dei nostri), con un gol perentorio su palla difesa da Immobile e suo assist.
Possesso palla quello della Spagna tanto prolungato quanto, per nostro merito e fortuna, sterile. L’Italia quelle poche volte che prendeva palla subiva il pressing delle furie rosse, ma con quel poco che riusciva a manovrare dava l’avviso a quei trattenitori di palla che l’importante è metterla dentro, non trattenerla.
Anche il Mancio ha dovuto rivedere gli schemi così meticolosamente preparati, affidandosi al lancio lungo e… se ci scappa il gol è per una cappellata dei difensori.
Quando Morata ha finalizzato in rete un rapido scambio, pareggiando i conti,
sono calate le tenebre sui volti stanchi dei nostri calciatori e lo spauracchio della disfatta ha cominciato a eseguire la sua danza, quella che i nostri giocolieri, sfiancati dal rincorrere la palla senza arrivare a toccarla, non riuscivano più a eseguire.
Ma qui la squadra (e il suo allenatore) mostra il suo carattere, stringono i denti, non si arrendono, e riescono con qualche puntata a mettere paura agli avversari.
Si arriva così ai supplenentari, subentrano forze fresche, l’ Italia è per metà un’altra squadra, ma sappiamo che la caratteristica degli uomini di Mancini è che cambiano i nomi ma non la sostanza, sono tutti uguali, e hanno per loro motto, quello dei moschettieri, tutti per uno, uno per tutti.
Ma il risultato non cambia, si va ai rigori: inizia male l’Italia, Locatelli si fa parare il primo rigore, ma subito Donnarumma mette le cose a posto, grande parata anche lui; poi segnano di seguito Belotti, Bonucci e Bernadeschi, quindi Donnarumma para il sui secondo rigore, e infine la beffa di Giorginho di cui s’è detto.
Esplode l’Italia, ha vinto una partita che sembrava dovesse perdere, la serie utile continua: che sia tutto un incantesimo? Non lo sappiamo, sappiamo solo che siamo in finale.
Risposta
non volevo guardarli i rigori, ma poi mi sono detta: che codarda! A loro tocca batterli sapendo che chi sbaglia va a casa e con il peso di una partita in cui c’è stato da soffrire dal primo minuto. E allora li ho guardati e mi è piaciuto molto quell’abbraccio tra i giocatori spagnoli e italiani prima di iniziare la roulette russa, è stato un bel gesto. Ma poi il gioco si è fatto ancora più duro. Ma sappiamo che è andata come è andata ed ora anche chi non ci creveda si deve ricredere: siamo in finale. Scusate, sarà anche poco ma ci ripaga un poco di questo terribile periodo e della sofferenza e dell’angoscia e dell’ansia.
Ce li ricorderemo questi momenti. E ora possiamo anche crederci davvero. (Io l’ho fatto da subito).
Anche l’Etna, quando Giorginho ha segnato l’ultimo rigore, col portiere spagnolo con un ginocchio a terra, ma nel momento sbagliato, anche il Mongibello (o Mons-Jebel) è esploso ricoprendo Catania e i paesi etnei della cenere delle sue viscere: ognuno ha il suo modo di esultare.
Stasera sapremo chi tra Danimarca e Inghilterra sarà la nostra avversaria alla finale di domenica. Chiunque sarà non saremi irrretiti dall’asfittico tiki-taka spagnolo e potremo fare il nostro gioco più concreto . Ad maiora Italia, poi calerà il sipario e tutto sarà archiviato nel cassetto dei ricordi.
Ebbene sì, non mi intendo molto di calcio. Anzi affatto! Mi ricordo che esiste in occasione degli Europei e dei Mondiali (…dopo i quarti!).
Non posso quindi disquisire di calcio, ma mi ha colpito immensamente la storia personale del Ct spagnolo Luis Enrique!!
Nel 2019 si dimise da Ct per star vicino alla sua bimba di 9 anni, Xana, colpita da una bruttissima malattia alle ossa, che in pochi mesi gliel’ha portata via.
Ieri dopo la sconfitta, è andato a congratularsi con Roberto Mancini e poi in conferenza stampa ha elogiato l’Italia ed ha preannunciato che alla finale tiferà Italia.
«Felice per quello che ho visto, due squadre di altissimo livello. Uno spettacolo per i tifosi, spero che nella finale l’Italia possa fare una grande partita. Nessun rimpianto, ognuno fa il massimo. Partita con intensità bestiale. Due macchine una di fronte all’altra, una delle migliori partite che si sono viste in questo Europeo. Ho visto Chiellini e Bonucci con Lukaku e ho pensato fosse meglio togliere un riferimento e dare un uomo in più a centrocampo. Tiferò Italia, non è bello per gli inglesi, ma tiferò Italia».
Luis Enrique si è dimostrato un grande signore e ha mostrato d’avere il senso dello sport ormai scordato. Persone come lui farebbero appassionare al calcio anche uno come me. Ha dato una grandissima lezione di stile e fair play!
Ecco, questo è un grande esempio di cosa debba essere lo sport. Quello vero. É questo il calcio che amerei. Ci ha insegnato che un calciatore non si misura coi goal se oltre i piedi non c’è anche un cuore che batte!
E per la sua storia personale ha già vinto tutto.
Risposta
assolutamente d’accordo.
Vede che -semel in anno- su qualcosa le nostre idee convergono. 😉
Giorni fa scambiai Wembley con Wimbledon, e fui giustamente corretto da Mauro (a proposito, ma dove s’è cacciato?), però… però… forse era stato una premonizione della vittoria del tennista Berrettini contro Felix Auger Aliassime, e la sua qualificazione, sessantuno anni dopo Nicola Pietrangeli, alle semifinali proprio a Wimbledon, contro il polacco Hubert Hurkacz.
https://www.gazzetta.it/Tennis/ATP/08-07-2021/wimbledon-berrettini-commento-valenti-4102586496235.shtml
Risposta
si l’ho notato che Mauro non scrive, forse si è offeso per qualche cosa, ma non era certo intenzionale e francamente mi dispiace.
Inghilterra-Danimarca finisce 2-1 dopo i supplementari. Tipico gioco anglo-sassone, fisicità, lanci lunghi e continuo batti e ribatti. Segna per prima la Danimarca con una splendida rete di Damsgaard su punizione, l’Inghilterra raggiunge il pareggio con un’autorete di Kjaer, e poi il gol delle vittoria con Kane, su rigore respinto dal bravissimo Schmeichel, prontamente ribattuto in rete dallo stesso Kane. Rimasta in dieci per quasi tutto il secondo tempo supplementare, la Danimarca si arrende.
Dunque, sarà l’Inghilterra-Italia la finale di domenica a Wembley, partita inedita in quanto finale tra due avversari storici.
Il primo scontro si ebbe nel 1933, a Roma, in piena era fascista, fini 1-1. Da quel momento la nostra nazionale sembrò soffrire una sorta di complesso di inferiorità rispetto ai “maestri” inglesi, passarono infatti 40 anni prima che l’Italia si potesse affermare, a Torino: fu un 2-0 con reti di Anastasi e Capello. Da allora l’Italia recuperò portandosi in vantaggio sugli inglesi, collezionando in tutto 10 vittorie, 9 pareggi, 8 sconfitte. L’ultima partita si disputò a Wembley nel 2018, finì 1-1. Il pareggio fu siglato da Insigne. Di quella formazione allenata da Di Biagio, sono ancora presenti Donnarumma, Bonucci, Jorginho, Chiesa, Immobile, Insigne, sei undicesimi, ma l’allenatore è cambiato.
Degli inglesi, oltre l’allenatore Southgate, sono ancora presenti tra i calciatori, Walker, Stones, Rushford,Trippier, Sterling.
In questo torneo l’Inghilterra, tra la squadre illustri, ha battuto la Germania, mentre l’Italia ha battuto Belgio e Spagna. Però l’Inghilterra godrà del vantaggio del maggior numero di tifosi.
Insomma, si prevede un incontro, anzi uno scontro, storico
11 LUGLIO 1982: al Santiago Bernabeu di Madrid l’Italia si laurea Campione del Mondo per la terza volta.
Esattamente 39 anni dopo al Wembley Stadium di Londra…
io incrocio le dita!
Risposta
siamo in molti a farlo. Ma una cosa: non vi sembra che gli inglesi se la siano presa un po’ troppo comoda ad disputare sei partite su sette in casa?
“(a proposito, ma dove s’è cacciato?)”
C’erano troppe polemiche ed espulsioni: ho preferito passare una settimana al mare.
Quello che sta facendo Berrettini non è banale. Speriamo di avere 2 finali a Londra domenica e di non giocare a Wimbledon coi piedi e a Wembley in punta di racchetta.
Risposta
ha fatto bene, ben tornato. Mauro, però mi permetto di dire che qui non si “espelle” nessuno. Solo “ammonizioni”. E’ difficile sa fare l’arbitro.
L’auspicio di Mauro (e nostro), s’è realizzato, Berrettini accede alla finale!
Batte Hurkacz per 3-1 (6-3, 6-0, 6-7, 6-4) e domenica a Londra, per l’Italia, sarà doppia finale, a Wimbledon e a Wembley.
Una domenica bestiale!
Risposta
e con questo abbiamo fatto 100 commenti: un piccolo record anche questo, posso dirlo?
Chi non ricorda le “notti magiche” di Italia ’90? E la bella canzone cantata da Nannini e Bennato?
Con una piccola variazione – “estate inglese” anziché estate italiana”- anche se la differenza è profonda, sarebbe attuale anche oggi. In realtà ci manca la canzone per dare più sapore a questa avventura degli “sconosciuti” del Mancio (e ci sarà pure la finale di Berrettini a Wimbledon)
https://www.youtube.com/watch?v=-kt5GrTV5Q0
Allora fu la Nazionale di Vicini che, ritrovatosi quasi di sorpresa la meteora Totò Schillaci nel pieno del suo effimero ma intenso fulgore, ci regalò per un po’ l’illusione delle finale, stroncata dall’Argentina di Maradona e dell’arbitraggio scandaloso del francese Vautrot.
Quel piccolo siciliano, nato nel quartiere popolare di S.Giorgio a Palermo, che appena un anno prima aveva militato nel Messina in serie C, e che sapeva solo tirare in rete e metterla dentro, ci salvò da una esibizione mediocre, fu per qualche settimana il castigo di Dio dei portieri, vinse la classifica dei marcatori e fu riconosciuto miglior calciatore del Mondiale: grande tanto quanto umile, rientrò presto nell’aurea mediocritas, ma restò un gigante nell’immaginario collettivo non solo dei tifosi
Queste le aride considerazioni statistiche, secondo le quale dovremmo assistere ad un incontro-scontro molto equilibrato, con leggerissimo favore per l’Italia.
Senza considerare le vittorie ai calci di rigore, entrambe le squadre hanno totalizzato 5 vittorie e un pareggio.
Uguale differenza reti (9), reti all’attivo 12-10 per l’Italia, punteggio delle squadre incontrate 38-31 per l’Italia.
Tra i realizzatori con più di una rete, l’Inghilterra ha Kane(4) e Sterling(3), l’Italia ne ha cinque, tutti con 2 reti: Immobile, Insigne, Locatelli, Pessina e Chiesa.
L’Inghilterra gode del vantaggio di giocare in casa, del maggior tifo allo stadio e… forse di una maggiore benevolenza arbitrale. Riuscirà la presenza di Mattarella a dissuadere l’arbitro olandese da eccessi di favoritismi casalinghi?
Partita equilibrata dunque, il cui verdetto finale dipenderà magari da una piuma che cade a Tokio.