Il capitano di Fregata Walter Biot, a quanto sembra, si è fregato i segreti militari per consegnarli ai russi.
Una spia venuta dal clima mite di Pomezia, accreditata, pare, anche al ministero della Difesa e con una certa responsabilità in quanto era preposto a sorvegliare i preziosi documenti al Dipartimento di sicurezza dello Stato e a decidere quali fossero top secret.
In buone mani davvero!
Ma lui fa la faccia del ragazzino preso in castagna con le mani nella marmellata.
Teneva famiglia il capitano di fregata e aveva le rate del mutuo e quattro figli e ho letto da qualche parte, anche quattro cani.
Unica nota sulla quale c’è da riflettere e provare un po’ di compassione è il fatto che ha, a quanto pare, una figlia malata che necessita, di cure costose.
E, a vederlo nelle foto, fa quasi tenerezza.
Eppure questo bel tomo ha venduto i nostri segreti militari ai russi che si sono sfregati le mani.
Beh, si sa che i russi sono un po’ curiosi dei segreti di stato degli altri stati. E’ un vizietto che hanno da sempre.
Classici esempi nella letteratura e nel cinema di trame di spionaggi indimenticabili e leggendari.
Ma quando tocca vedere che un italiano incaricato di difendere la nostra sacra privacy, per quattro miserabili sporchi euro si vendeva i nostri segreti militari mettendo a riscio la sicurezza del nostro paese e pare non solo il nostro, mi verrebbe , come minimo, di prenderlo a calci.
Un miserando e miserabile e, pare disperato, servitore dello stato che non disdegnava di fornire i sui servizi (segreti) anche ad un paese straniero.
I suoi problemi personali, per quanto comprensibili, non possono, essere una giustificazione sufficiente. La sua posizione era troppo delicata e non poteva non sapere quale fosse la posta in gioco.
Walter Biot si chiama. Un nome da film: Il capitano che sapeva troppo.