Il capitano che sapeva troppo

Il capitano di Fregata Walter Biot, a quanto sembra, si è fregato i segreti militari per consegnarli ai russi.

Una spia venuta dal clima mite di Pomezia, accreditata, pare, anche al ministero della Difesa e con una certa responsabilità  in quanto era preposto a sorvegliare i preziosi documenti al Dipartimento di sicurezza dello Stato e a decidere quali fossero top secret.

In buone mani davvero!

Ma lui fa la faccia del ragazzino preso in castagna con le mani nella marmellata.

Teneva famiglia il capitano di fregata  e aveva le rate del mutuo e quattro figli e ho letto da qualche parte, anche quattro cani.

Unica nota sulla quale c’è da riflettere e provare un po’ di compassione è il fatto che ha, a quanto pare, una figlia malata che necessita,  di cure costose.

E, a vederlo nelle foto, fa quasi tenerezza.

Eppure questo bel tomo ha venduto i nostri segreti militari ai russi che si sono sfregati le mani.

Beh, si sa che i russi sono un po’ curiosi dei segreti di stato degli altri stati. E’ un vizietto che hanno da sempre.

Classici esempi nella letteratura e nel cinema di trame di spionaggi indimenticabili e leggendari.

Ma quando tocca vedere che un italiano incaricato di  difendere la nostra sacra privacy, per quattro miserabili sporchi euro si vendeva i nostri segreti militari mettendo a riscio la sicurezza del nostro paese e pare non solo il nostro, mi verrebbe , come minimo, di prenderlo a calci.

Un miserando e miserabile e, pare disperato, servitore dello stato che non disdegnava di fornire i sui servizi (segreti) anche ad un paese straniero.

I suoi problemi personali, per quanto comprensibili, non possono, essere una giustificazione sufficiente. La sua posizione era troppo delicata e non poteva non sapere quale fosse la posta in gioco.

Walter Biot si chiama. Un nome da film: Il capitano che sapeva troppo.

 

 

Esempio di caos

Fontana, il governatore della Lombardia e i suoi collaboratori, farebbero bene ad andare a nascondersi. E’ di una miseria senza fine leggere che la regione “ricca”, simbolo di efficienza da sempre, boriosa e laboriosa con tutta la prosopopea (anche giustificata) con la quale si è dichiarata finora davanti agli italiani “esempio da seguire”, sia ridotta in quello stato confusionale e tra le regioni italiane che conta  il più alto numero di decessi per Covid. Si dovrebbero dimettere e chiedere scusa ai lombardi e agli italiani per la figura che stanno facendo nel mondo.

E’ vero che Conte a suo tempo non ha previsto l’arrivo della pandemia (prevista da mesi) e non ha introdotto subito il lockdown soprattutto ad Alzano e Nembro, dove gli era stato notificato un alto numero di contagi.  Ma in Regione che facevano? E dopo l’esperienza della prima ondata che cosa hanno fatto per bloccare la successiva?

Ora Fontana è  indagato per lo scandalo dei camici prodotti dal cognato e gli stanno anche controllando i conti per vedere quante “non-verità” ha raccontato sinora.

E cosa dire della campagna vaccinale fatta coi piedi e che risulta nel caos più totale con annunci fuorvianti se non falsi. Le vaccinazioni vanno a passo di lumaca e l’organizzazione è da quinto mondo.

Ci si chiede da mesi se tutti quei morti in Lombardia avrebbero potuto essere ridimensionati con un po’ più di prevenzione e con una gestione più efficiente.

Come si può dare che la regione che ha proclamato ogni giorno da sempre di avere la sanità pubblica migliore d’Europa si sia poi, effettivamente rivelata un bluff, almeno in questa tragica circostanza?

E perché chiamare Letizia Moratti e Guido Bertolaso a fare ancora più confusione?
Si è voluto forse gettare  fumo negli occhi ai lombardi, facendogli credere che i due, considerati  simboli di efficienza, avrebbero fatto miracoli, ma nella sostanza si sono rivelati, finora, peggio toppa del buco, senza voler infierire perché il buco era già enorme.

Il generale Figliolo ha detto che in regione Lombardia c’è qualche inefficienza ma si può rimediare. Deve mettere i suoi soldati anche li?

Mi sa di si e presto anche e  soprattutto dovrebbero commissionare la regione simbolo di efficenza, dimostratasi nella realtà, inetta davanti al virus e in balia degli eventi e della politica, a guardare i risultati, piuttosto indecente.

E tutti i soggetti coinvolti (compreso Conte) dovrebbero chiedere scusa per tutti i morti e per le inefficienze e l’immagine un po’ squallida che hanno dato e stanno dando dell’Italia nel mondo.