Scenario

I dati sull’occupazione in notevole calo nell’anno della pandemia, sono impietosi.

Il dato è salito al 9.2 siamo ai livelli del 2017. Le donne sono le più colpite: – 249 mila occupate, – 2,5 rispetto a -1,5 tra gli uomini.

E sono aumentati di molto i giovani inattivi che non cercano neppure più un’occupazione perché molto scoraggiati.

Uno scenario poco incoraggiante. Siamo tornati indietro nel tempo invece che progredire. Certo, colpa della pandemia, non c’è dubbio. Ma ne siamo cosi sicuri?

Sembrerebbe che fosse cosi e certamente ha influito ma, comunque, anche prima della pandemia non è che la tendenza fosse positiva.

Insomma cresce la disoccupazione, la rassegnazione e la povertà e diminuisce l’aspettativa di vita.

Il virus ci ha portato allo stremo delle nostre forze anche a livello psicologico, siamo tutti più nervosi, irritabili, scontenti e tra i più giovani crescono i disturbi psicologici.

Non mi meraviglia. Certo una pandemia non è uno scherzo, ma va anche detto che ci ha colto troppo impreparati: credevamo di vivere nel (quasi) migliore dei mondi possibili e siamo precipitati nello sconforto di un mondo insicuro e pieno d’insidie.

Un medioevo moderno, un terzo millennio da paura.

In più, per non farci mancare nulla, ogni giorno di più arrivano notizie di ghiacciai che si squagliano e di disastri ambientali conseguenti.

Ma che sta succedendo?

Quando ci si vive dentro ad una situazione difficile, spesso, non ce ne rendiamo conto appieno. Ognuno reagisce a seconda del carattere e c’è chi se ne infischia e vive la propria vita come sempre, il più possibile la stessa di prima con i dovuti distinguo e c’è anche chi si preoccupa, si tasta continuamente la fronte o chi vive in un perenne stato d’ansia.

Non possiamo prendercela con nessuno perché  i governi si giustificano sempre dicendo che loro hanno fatto del loro meglio, che potrebbe anche essere il peggio del peggio, ma tanto, chi lo stabilisce?

Adesso abbiamo Draghi e ci teniamo Draghi, almeno fino a nuovo ordine. E però ci teniamo anche e sempre Speranza, con quel nome chi ha il coraggio di cambiarlo? Perchè, diciamolo, noi italiani siamo superstiziosi e per cambiare uno con quel nome in questo momento ci vuole davvero coraggio. Se chiedete a me l’avrei cambiato prima di nominarlo, ma io non sono governo.

Insomma, ricapitolando, la disoccupazione aumenta, la povertà di conseguenza, a farne le spese sono ancora e sempre di più donne e giovani, siamo scesi nell’aspettativa di vita…uno scenario da depressione.

Ma c’è anche chi pensa a fare la rivoluzione. Si, c’è in giro chi si lamenta che gli italiani sono poltroni e si adagiano sulle spine se mancano gli allori.

I rivoluzionari col…coraggio degli altri, quelli del vai avanti te che io intanto mi allaccio le scarpe. Pronti a tutto, soprattutto a rinculare.

E però, magari, sono gli stessi che fino a ieri adoravano Conte, lodavano Conte, quantoerabravo Conte!

Ecco questi sono i rivoluzionari italiani: quelli che loro erano, sono e saranno sempre anti…dopo.

E in molti stanno proprio al governo con le scarpe allacciate e il nodo alla cravatta fatto dalle fidanzate o le mogli e la mascherina personalizzata col nome del partito di riferimento. Ma come sono belli! Ci sono anche i tacchi dodici ma sono più rari, segno che anche li le donne segnano il passo.  Per forza, se vogliono la bicicletta almeno si mettessero le ginniche!

 

Bianco è bianco

Gli ipercritici anche chiamati criticoni, sono insopportabili. Sono dappertutto. Non gli va mai bene nulla. Potrebbero criticare qualsiasi cosa. In tempi di internet li trovi da tutte le parti, escono dai blog, dai commenti sotto gli articoli dei giornali, sono i pettegoli moderni.  Non si va più casa per casa a sparlare di tizio, Caio e Sempronio. No, ora si frequentano i blog dove si sparla di tutto e di tutti.

E poi si formano gruppetti che si appoggiano l’un l’altro oppure ci sono soggetti che vengono presi di mira perché isolati e perché non ci stanno a scendere a compromessi.

Faccio un esempio: se io scrivo bianco, c’è sempre qualcuno che mi dice: bianco? Ma no, non vedi che è giallino? E se io replico, ma neppure per idea è bianco…salvati. Sono come minimo un’ignorante che si prende l’arbitrio di pontificare per iscritto delle scemenze. Perché, loro, lo sanno che è bianco, ma dicono che è nero, solo per dare l’impressione di essere più bravi di te. Molto molto più bravi di te e più infomati su tutto ma proprio tutto eh, no che gli sfugga qualcosa.

Bianco? Non può mai essere bianco quel muro. Ma non vedi che la pittura riflette il tramonto come in uno Chagall? Ma già, tanto contano che tu Chagall non sappia chi sia e però se ti vai ad informare e dici: che Chagall d’Egitto? quello è bianco e basta.

Apriti cielo e anche terra!

Allora non capisci l’ironia. Già, questa è la più bella di tutte: non capisci l’ironia. Ma che cosa sarà questa ironia? L’ironia è quella cosa che serve ai criticoni per dirti che erano solo ironici e che tu non capisci l’ironia.

Faccio dell’ironia? Ma nemmeno per sogno.  Sono seria. L’ironia io so bene cos’è ma provate a dire che Chagall col bianco del muro non c’entra e vi beccate di essere uno/a che non capisce l’ironia e neppure l’arte.

Si, perché l’arte è arte. Anzi l’Arte. E davanti all’arte ci si può solo inchinare e se ti dicono che quel muro era del colore di un tramonto di Chagall ci devi stare e abbozzare altrimenti non capisci nulla.

Allora che fai? Lasci perdere, non ti intigni, gli dai ragione. Ma quando mai? Ma come osi? Dare ragione è il sintomo di una resa incondizionata che certifica una personalità succube e perciò fioccano i consigli di consultare gli specialisti. Cioè chi? Ma naturalmente psicologi e in casi più gravi, psichiatri.

Nei blog però ne trovi tanti, sono un po’ tutti psicologi, con laurea o senza ma sanno tutti farti una lucida analisi della tua psiche,inconscio, traumi infantili e in età adulta o para o semi adulta, annessi e sconnnessi.

A quel punto non ti resta che farti una risata e volendo anche dell’ironia. Del tipo: si, vabbè, mi farò vedere al più presto intanto però prendo atto e mi autoanalizzo e magari mi pento anche dei miei peccati.

No, macchè, non va bene per niente. ma chi vuoi prendere in giro?  Insomma non basta l’ironia e allora cominci a farti venire la mosca al naso. Eh no! Ma quando mai ? ma come ti permetti? Se ti dico che non è bianco credici no, perbacco, allora se insisti sei vittima di un complotto perverso che la società dei magnaccioni ha perpetrato contro di te… e allora che fai?

Rimani sulla tua posizione o tergiversi, tentenni, sbadigli, ti dai un tono…ma no, la cosa migliore da fare è una sola: mandarli al diavolo.

Ma, mi sa che non li vuole manco lui.

 

Ogni riferimento a persone o cose è puramente intenzionale. Naturalmente ironizzo.

Segretari

Mattia Santori, leader del Movimento “Sardine”, ha definito il PD: un “marchio tossico”.

Questo significa una cosa sola: parlare chiaro e mettere le carte in tavola. Ma che avrà voluto dire? Si spiega poi dicendo che ci sono troppe correnti, troppi sotterfugi e poco dialogo.

Mi pare che non dica nulla di nuovo e di sorprendente. Lo sappiamo da tempo come funziona nel PD. Ma che ci fosse uno che di brutto lo dice papale come se fosse un complimento, ancora non era successo.

E non fa una grinza. La presidente sembra essersi risentita, ma non credo che ci si debba risentire della verità. Mattia Santori ha solo detto una verità che è sotto l’occhio anche del più distratto. Il PD é proprio cosi: una maionese o una besciamella impazzita.

E perde colpi e voti e simpatizzanti ogni giorno. E non c’è da stupirsi. L’errore più grande, secondo me, allearsi coi grillini e farsi tappettino davanti a tutti i loro capricci.

A pagarne le spese è stato Zingaretti, segretario dimissionario che, pare, si consolerà presto candidandosi a sindaco di Roma.

Certo, una passseggiata di salute in confronto alla guida del “maggiolino matto” PD.

Casalino ci ha messo il carico dicendo che dentro il Pd ci sono dei cancri da estirpare. Non è più portavoce di Conte e non si risparmia davanti ai microfoni, finalmente porta la sua di voce. E si diverte un sacco.

Insomma il PD non è proprio messo benissimo, diciamo che la “macchina del PD perde i pezzi da tutte le parti.

Ora, qualcuno ha chiamato un “carrozziere” di tutto rispetto: Enrico Letta.

Ma dai! Ma chi? Lo “stai sereno”? Il cinese che aspettava lungo la sponda del fiume?

Ebbene si. Questo è il destino signori e signore. Va in onda nel PD la nuova puntata della fiction: “Un nuovo segretario per il PD”.

Vai Enrico ora tocca a te. Non c’è nessuno che ti invidia. Ed è già qualcosa.

Colpevoli

Leggo e sento in giro già molte critiche sull’operato di Mario Draghi. Ma ne sento pochissime sul governo Conte che ha governato fino a un niente fa.
Quello che ci ha fatto stare un anno e passa sotto la minaccia del virus e che non ha previsto nulla sui vaccini, non ha fatto prevenzione di nessun genere neppure circa la corruzione che ci ha sguazzato, solo stop and go che non hanno che fatto inasprire i contagi per arrivare al bel risultato di ora: lockdown generalizzato perché siamo messi peggio che mai. E allora? Che si è fatto per prevenirlo?
Il recovery fund o plan sta ancora li, si devono organizzare adesso per metterlo in atto, hanno chiesto consulenza a Kinsley, ma sarà cosi difficile? Sembra di si e però finora, Conte con tutti i suoi consulenti portaborse, portascarpe e quant’altro, che cosa ha fatto?
Il paese è rimasto fermo in attesa che arrivasse Godot a svegliarlo.
E adesso vi lamentate?
Draghi è un “tecnico” che ci metterà solo altre tasse, sento dire, (alla meglio) Ma va. E allora? Conte che cosa sarebbe? E cosa ha fatto di buono?
Draghi ha sbagliato a tenere nella sua stessa squadra ancora un ministro complice di questo disastro, ma poi? Che altro? Ancora dobbiamo vederlo all’opera ed è già un fallimento? Certo, speriamo che qualcosa di buono finalmente arrivi, di fare la sfasciacarrozze prima ancora che si metta veramente all’opera non ci sto. Ma se me ne darà l’occasione, come sempre, non mancherò.
Il fallimento più grosso, però,  è quello della politica, ma la politica che guarda ai propri interessi e in questo nessun partito si salva, ma il guaio più grosso lo ha fatto il partito di Grillo: quei Cinquestelle capaci di tutto e buoni a niente, con i loro capricci, loro, diversamente alleati a tutti e a nessuno  e le loro ripicche, problemi interni  e incompetenza. Con a capo un saltinbanco da circo che gira col casco da astronauta (sponsorizzato) e c’è chi ancora chi gli da credito.
Chi ha chiamato Draghi in extremis tirandolo per i capelli? Lui se ne stava in mutande a casa sua in poltrona nel suo buen ritiro, non è certo stata la sua smania di protagonismo o di apparire o il richiamo dei soldi (follow the money) a metterlo in questa situazione ma è stato il governo che fin qui ha sgovernato il paese e la pandemia, facendo errori gravissimi dei quali pagheremo le conseguenze per anni. E qualcuno si è sentito in dovere di metterci una pezza prima delle sfascio totale.
E ora già ci lamentiamo di lui? Certo, lamentarsi è giusto, ne abbiamo ben donde, ma io sul Conte uno e due ne ho sentiti pochi lamenti mentre su Draghi ancora prima di cominciare possiamo sparare a zero?

E sono le varianti le colpevoli. Certo e perché non si erano previste quando gli esperti le avevano previste da tempo? Perché non si può dare la colpa all’inefficienza o peggio del governo precedente, perché ormai se n’è andato, ma molti tra loro sono ancora li, ma nessuno paga mai per gli errori.
Si sbaglia sempre in buona fede? E allora dovrebbe valere per tutti anche per i governi chiamati “tecnici” che sono quelli che ci servono per portare fuori le “pezze” dopo i disastri combinati dai “precedenti”, sempre in ottima fede, per carità.
Via, zona rossa generalizzata…adesso. Perché non si è fatta prima governo Conte bis? E Ministro Speranza e company?
Perchè? Centomila morti non sono ancora abbastanza per farci capire quanta incongruenza e incompetenza c’è stata e quanta faciloneria (alla meglio)?E adesso chi paga? Noi sempre noi e chi altro?
Se riuscirà a tirarci fuori da questa cloaca massima bisognerà ringraziarlo per il coraggio. Solo lui però: gli altri che stanno nella “squadra” salvo poche eccezioni sono colpevoli di questo disastro e però parlano e pontificano ancora: complimenti per il coraggio!

Mario Draghi ha detto oggi: ” Non voglio promettere nulla che non sia realizzabile”, veramente mi pare una rivoluzione, finora abbiamo solo sentito promesse irrealizzabili e irrealizzate. Ha parlato e ha detto finalmente qualcosa.
Ho trovato la sua prima uscita qualcosa di inedito, finalmente qualcuno che guarda al senso delle parole e le esprime con grande chiarezza. Poche ma significative.
E’ confortante sentire un premier che non si esprime o si atteggia come parlasse a dei bambini ma a un paese che soffre e soffre tanto e ha bisogno soprattutto e finalmente di chiarezza e di verità.

Senza voce

E’ rimasto l’azzurro,

una spina, una crepa d’azzurro.

Come acqua o vento o luce.

Quello che pensavi non so.

Che volevi dire non so, perché

più non parlavi.

Ma eri tu, senza voce ma tu.

L’alba era il pomeriggio

ed era ormai tardi di sole.

Non so, ma anche poco

mi sarebbe bastato per capire

che quella luce eri tu.

E da quella luce sei passata.

Come acqua come vento e sole

e adesso canti e l’azzurro è in te.

Non so e non saprò mai

se  ancora non parli

ma so che sei in un posto

di sole e che canti

anche senza voce.

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Recovery Grillo

Grillo si candida a segretario del PD.Bella proposta, direi davvero indecente. Lo fa per prendere per i fondelli, di sicuro (una sua specialità) ma anche per spostare l’attenzione dal disastro del suo Movimento che si sta sfasciando.Ma se Draghi  si aggrappa agli americani per stilare il Recovery plan, allora Grillo ha buon gioco.Draghi viene preso a sassate da un po’ tutti i partiti. Anche quelli che hanno lavorato con le task force e cabine di regia per fare tutto senza fare niente (a parte Dpcm).

La cosa, in realtà lascia esterrefatti: ma come anche Draghi ha bisogno di consulenti?E allora Grillo si scatena: lo fa lui il segretario del PD e perché no il premier ombra?Rianimato dai sondaggi che dicono che con l’entrata di Conte come capo politico i Cinquestelle guadagnano e anche dal fatto che, comunque sia, loro sono ancora li, sempre li, li nel mezzo.E vogliono anche rimanerci e perciò la boutade non è  a caso.

Le alleanze che si stanno facendo tra PD e M5S ormai da tempo, sembrano aver ridato fiato alle trombe del comico genovese.Nascerà il movimento Cinque Piddì?Per spartirsi il recovery plan, questo ed altro.

Apocalypse Now

Oggi, le sardine guidate da Mattia Santori, marceranno su Roma. O meglio, saranno davanti alla sede del PD a suonare il campanello.

Driiinnn. Sveglia, ragazzi, ci siamo anche noi. Eccolo, è tornato. Mi chiedevo dove fosse finito, surgelato in attesa che passi la pandemia?

Ma certo che no. Le sardine sono vive e vegete e lottano insieme a noi. Marciano su Roma per chiedere alla sinistra di darsi una regolata. Basta crisi, ora è tempo di tornare alle origini. Di guardare anche alla “società civile”. Si, perché dentro a quel partito che avrebbe dovuto rappresentare la rinascita della sinistra, si sta rappresentando una guerra per bande che va avanti da troppo tempo.

Mattia Santori vuole sapere perché e come e quando e cosa e come mai e sempre si sia arrrivati a questo. Credo, almeno, che sia questo il suo intento.

E anche a dire: noi ci siamo. Non pensate di averci già archiviato. Zinga se ne va? Santori eccolo qua.

Ed è un bene che ci sia, Ha la faccia che ci vuole per rappresentare quel poco o niente di sinistra che sopravvive al disastro. Al disastro del Covid e del paese.

Il PD ha detto molto poco di sinistra negli ultimi tempi. Ha pensato alla sua sopravvivenza. Ha vissuto mascherato e dentro le segrete stanze mentre si consumavano delitti feroci a denti stretti, tanto c’era la chirurgica a nasconderli.

Mi sembra che la politica di questi ultimi mesi sia soprattutto un rincorrersi di voci indistinte, un guazzabuglio di concetti senza senso e soprattutto una ricerca di visibilità per non morire.

Ma la politica è già morta. Apocalypse now. Morta e sepolta senza neppure uno straccio di funerale.

E il governo Draghi ne è lo strascico ferale.

Meno male che c’è Mattia. Servirà a ridare un alito di fiato se non a resuscitarla?

Io lo spero perché senza la politica, quella che pensa al bene del paese e non al bene del “partito”, il paese muore.

E’ già in agonia, ci vuole una cura forte. Uno choc che lo risvegli. Potranno portare almeno una ventata di sana follia? Spero proprio di si.

Il bandolo

Se n’è andato sbattendo la porta, l’ennesino segretario del PD che finiva con la “i”.

Fateci caso, a parte la breve parentesi da reggente di Maurizio Martina (“a”), tutti gli altri da Veltroni a Zingaretti, finivano con la i. Anzi, la maggior parte in “ni”.

Dunque, un caso? SI, magari è stato veramente un caso, oppure c’è una linea invisibile che regola i destini del PD: i segretari devono finire in i o ini. Che ci volete fare? contro il destino non si può andare.

Ora pare che Zingaretti non ne potesse proprio più. Come sempre troppe correnti, troppi spifferi nel partito, troppe poltrone da “accomodare”, ci si sono messe anche le donne a “rompere” i già delicati equilibri.

Troppo per chiunque anche per la “stazza” solida dell’ultimo segretario ed allora?

Ha detto stop. Se ne va e si vergogna di guidare un partito che da 20 giorni pensa alle poltrone invece che alla situazione del paese. Dice.

Da venti giorni? Beh, forse viene da più lontato questo pensiero stupendo che nel Pd (ma anche negli altri partiti eh) aleggia da sempre sopra ad ogni altro: la poltrona.

Ambitissima da tutti e ora anche dalle donne. Loro che erano le colonne portanti della precaria stabilità di un partito sempre in bilico, sempre in lotta interna, sempre a chiedersi: dove andiamo e da dove veniamo.

Zingaretti ha detto stop. E forse ha fatto bene. In fondo ha una vita davanti a sé ancora piena di soddisfazioni, perché buttarla lottando coi vari capi corrente? Ma che se la sbroglino da soli la matassa PD.

Per Zingaretti era troppo aggrovigliata e ne aveva perso il bandolo.

Dunque ritornando alle i o agli ini, potrebbero starci bene, per dire Bonaccini o Guerini? Tutti rigorosamente uomi …ni. Naturalmente.

Fuori strada

A leggere le notizie sull’andamento dell’epidemia non c’è da stare allegri: aumentano i contagi.

Era prevedibile? Era previsto? Pare di si, ma che cosa si sia fatto per impedirlo, non è chiaro. La mia impressione è la seguente: niente!

Niente di niente o quasi. Anzi, ho addirittura l’impressione che si sia data per scontata e inevitabile. E allora? A quanto pare non ha funzionato niente. Le zone a colori meno che mai.

Ma non sarebbe stato meglio prevedere un lockdown duro nelle regioni più colpite per tutto il tempo necessario a far scendere i contagi a livelli minimi? E perché non si è fatto? E perché siamo qui ad un anno esatto dall’inizio dell’incubo, ancora a macerarci su quanto ancora andremo avanti cosi? Tra stop and go, aperture e chiusure, promesse di vaccini salvifici che stanno scatenando guerre di posizione in tutto il mondo?

Eppure stiamo da un anno con questi stracci appesi in faccia, a subire regole imposte ogni momento e a stare col fiato sospeso in perenne stato di emergenza e anche di quasi panico da claustrofobia, non possiamo fare quasi niente se non pura sopravvivenza.

Ma c’è anche l’altro lato della medaglia: bar e ristoranti pieni all’inverosimile, corsi e viali del passeggio intasati, ovunque uno sbraco totale perché “lì non c’è controllo e quindi è consentito”. E le scuole? Riaperte con mille cautele che però non sono servite a niente. Gli assembramenti all’uscita e alle fermate dei bus sono visibili dalla luna e fanno pensare che, di fondo, qualcosa non va.

E che ci ritroviamo ancora qui, dopo un anno e quasi centomila morti a prevedere zone rosse ovunque e nuove regole (in larga parte disattese). Però tra gli scriteriati incoscienti che hanno continuato a vivere la propria vita fregandosene di tutto e quelli che hanno seguito tutte le regole fino al quasi totale isolamento, in mezzo c’è sempre e comunque una politica che ha sgovernato la pandemia come peggio non si poteva e ora anche con la “pezza” messa con fatica all’ultimo momento, ho l’impressione che non si si stia cambiano direzione in maniera efficace, ma forse è ancora presto per dirlo e , ovviamente, spero di essere presto smentita. Ma comincio ad essere stanca di aspettare che si liberi un po’ il cielo da questa minaccia incombente.

L’esercito in campo avrebbe dovuto essere messo molto prima a controllare i cretini che si facevano un baffo delle mascherine e del distanziamento. Ora stanno a presidiare le vaccinazioni. Come? Ancora non si capisce. Certo, la buona volontà si vede e un generale al posto di uno che, pare,  non ha saputo organizzare neppure la partita dell’oratorio di paese, si spera faccia un po’ meglio.

Ma a me questa storia dei militari lascia perplessa. L’Italia militarizzata dal Covid mi preoccupa ancora di più. Un anno per avere i boots on the ground ( gli stivali sul terreno)? Un anno per avere questo guazzabuglio di informazione terroristica che lancia ancora e sempre segnali di allarme e corre lungo la spina dorsale della penisola come un brivido da film horror.

Qualche cosa non mi quadra, non mi piace e mi inquieta.

Su che strada stiamo camminando? Quella giusta o ancora quella che ci riporta  al punto di partenza?

Negazionisti

C’è anche un modo sottile e perverso di denigrare, sminuire, dileggiare le donne.

Soprattutto quelle che si impegnano in qualcosa di “pubblico”.

Se fanno “solo” le madri e le mogli, non se le cura nessuno a parte i mariti e i figli che sanno bene come “curarle”.

Per il resto, qualsiasi cosa facciano, in qualsiasi campo, non fanno mai bene. Le donne tra loro decisamente non si amano ma neppure si odiano, diciamo che si tollerano (quando non si sbranano, velatamente però…). Ma non sempre e non in tutti i casi, ci sono anche donne che solidarizzano e si aiutano e fanno quadrato intorno a chi soffre. Ma in generale, verso le altre donne, sono diffidenti. E, non sempre a torto.

Per non parlare poi degli uomini nei confronti delle donne, parlo in generale, certi sono come minimo “insofferenti”. Parlo sempre delle donne che “parlano”.

Non mi riferisco a nessuno in particolare, per carità. Ma, insomma, a meno che una donna non sia tenacemente ammanigliata (servono esempi?) le altre, spesso, non sempre, ma spesso, fanno una fatica immane a fare tutto.

“Hai voluto la bicicletta, pedala” è la cosa più simpatica che ti viene rivolta, in genere. Vuoi parlare? Vuoi scrivere? Fallo, ma sappi che ci sono io qui a vigilare che non scrivi schiocchezzuole da donnette con la mania del burraco o i centrini di pizzo o le tovagliette o il divanetto con la bambola seduta sopra a fare da contorno…

L’ho letto anche di recente, chi lo scrive lo sa. Ma provoca cosi per puro divertimento, ma anche no.

Provocano gli uomini perché le donne che parlano, in fondo danno fastidio.

Ci sono BEN altre cose da fare per una donna che dar fiato alla bocca, o alla tastiera, che caspita!

Qui, devo dire che, in generale, trovo rispetto, anche condivisione e anche se a volte devo fare la voce grossa, comunque, bene o male, alla fine sento che ci capiamo. C’è anche chi se ne va, sparisce, si offende di essere richiamato a torto o a ragione, ma tant’è.

A me è sempre piaciuto parlare chiaro, l’arte della diplomazia la riconosco tale, ma solo fino a che non supera quel limite invisibile dell’ipocrisia.

Si è capito, no?

E, a dire la verità, mi sono anche accorta da un bel pezzo però, che qui c’è chi legge e poi “utilizza” le mie battute. Buon per lui, ma magari un semplice “grazie” anche anonimo, non mi dispiacerebbe. E anche se copiare, si chiama plagio, va beh, dai, che vuoi che sia? In fondo non può che farmi piacere sapere che qualcuno mi copia, vuol dire che trova “utile” quello che scrivo e di questi tempi non è davvero poco. Potrei anche “accontentarmi”.

Ma di starmene “zitta e buona” non se ne parla, né se ne scrive!

Insomma alla fine, ma anche al principio, io non ce l’ho con nessuno, ma noto. Noto che ci sono tanti che fanno gli spiritosi, si sentono anche…eh si, dai e diciamolo “superiori”, se ne vantano pure. E sia. Contenti loro.

Ma  riscontro ancora e sempre, che le donne faticano sempre di più in ogni campo.

E mi dispiace per quelle che credono che basti dare ragione agli uomini, “farseli amici”, diciamo cosi, per avere vita facile. Mi dispiace perché non dovrebbe essere cosi. Non si dovrebbe deridere o sfruttare o peggio, nessuno, Né uomo né donna.

Ma purtroppo constato che non è cosi e che ancora ed  ancora la nostra società è e rimane profondamente maschilista ed ha contagiato anche tante donne, maschiliste di riflesso.

Come noto che ci sono i negazionisti del maschilismo, come negazionisti dei femminicidi. Non esistono né l’uno, né gli altri.

Bene, ne prendo atto e da questo momento me ne faccio una ragione, Per combattere sia  l’uno che gli altri, nel mio piccolo, come posso, sempre di più.

A quando “La grande sorella”?