Si diceva che l’Italia fosse un paese di poeti, santi e navigatori. Ora si deve aggiungere una nuova categoria: i plagiatori.
I più disonesti sono quelli che firmano le cose degli altri. Faccio un esempio: se qualcuno scrive dovunque, sui social, sui giornali, sui blog, si presume che quello che scrive sia farina del suo sacco. Ricordate la maestra che ci diceva? “hai copiato o è tutta farina del tuo sacco”?
Si impara a scuola a copiare. Si, perché a volte vuoi per fare prima, vuoi perché non sei preparato, sbirci dal tuo compagno di banco. Poi ci sono quelli che copiano e quelli che vengono copiati.
E poi, anche da adulti, specie oggi, molta gente non fa che copiare, scopiazzare, plagiare, e poi mettere la propria firma sotto l’intelligenza degli altri.
Ci sono i furbi che mettono li frasi non troppo celebri contando sull’ignoranza diffusa e in crescita, senza virgolettato, componendo pezzi che di proprio non hanno neppure le virgole, o solo quelle. Altri che cercano le frasi ad effetto, gli slogan, le battute che poi diventano, come si dice oggi “virali”, se ne beano, le sfruttano, ne fanno anche un guadagno, ma mai, neppure sotto tortura diranno dove hanno copiato.
Ho le prove di quello che affermo.
Voi direte ma c’è anche la legge…si, certo, se sei Albano o Celentano, allora ti puoi permettere di fare causa, tanto anche se la perdi, le tue tasche non ne risentono troppo e nuppure il tuo orgoglio, ma al di fuori di quello, muri altissimi.
E i copiatori seriali lo sanno e se ne approfittano. Si beano dei complimenti che ricevono dagli sprovveduti che non sanno che è copiato, tutto, di sana o di malata pianta. E il plagiatore però si mette corone d’alloro e si dichiara lodato e con ragione…
La spudoratezza di questi individui è la loro forza. Negare sempre….ma quando, dove, perché e come ti permetti? Ma tu guarda! Io copiare?, ma se sono il più acculturato del pianeta! Ma per favore!
Ecco bisogna essere spudorati per copiare e ancora più spudorati per continuare a copiare e mentire sempre mentire anche davanti all’evidenza. E se li scopri ti rispondono che solo gli intelligenti sanno copiare e che non è veramente copiare ma “cultura” immagazzinata che se ne esce da sola: certo, come i ladri di notte.
I più sono solo furbi che approfittano dell’ingegno degli altri, ma molti sono dei poveretti che non vivono se non si sentono lodati, applauditi, vezzeggiati. Questi sono i più temibili perché ti portano via il portafogli da sotto gli occhi e poi ti dicono che l’hai perso.
E sarebbero capaci di qualsiasi cosa pur di rimanere sempre in vista, purchè si parli di loro, bene però. Lodi, lodi, lodi.
Oggigiorno, con la tecnica del “copia e incolla”, il plagio è diventato fenomeno seriale.
Non c’è niente di più degradante, dell’appropriarsi delle idee altrui.
Eppure basterebbe un minimo sforzo, basterebbe virgolettare aggiungere tra parentesi il mone dell’autore. Certo, se la frase è universalmente nota come pure l’autore che l’ha scritta, si potrebbe soprassedere, ma in genere non è così.
Ad ogni modo cosa c’è di più stimolante di “creare” di proprio? Sedersi dinanzi alla tastiera e sforzarsi di scrivere un pensiero originale, di mettere alla prova la propria immaginazione, di attingere al proprio bagaglio culturale, che ovviamente è acquisito con l’esperienza e gli studi, ma certamente rielaborato dalla nostra mente e reinventato.
Perché andare a scopiazzare e fingere che sia fatica del proprio sacco?
Semplice: per mancanza di capacità creativa e immaginativa, per pigrizia mentale e per disprezzo di quella che si suole chiamare onestà intellettuale.
Ma si è tutto uno scopiazzare, ci sono certi che vogliono passare per grandi filosofi o che so e scopiazzano come in terza media e mettono li dei dotti bignami di tuttologia che levati.
Oppure ci sono quelli che si inventano personalità finte: Io sono cosi e cosi, e poi copiano pezzi di romanzi: tutti Thomasmanni, col pc degli altri.
Io non ho copiato mai, neppure la lista della spesa, mi piace essere me e basta.
Risposta
Serenaebasta!
Wikipedia è un grande incentivo alla copiatura diretta e a illudersi che si possa essere tuttologi dell’ultima ora.
Diverso è lo studio fatto per interesse di apprendere e assimilare, consultando più testi e autori autorevoli.
Com’è vero che gli strumenti bisogna saperli usare.