Bianco è bianco

Gli ipercritici anche chiamati criticoni, sono insopportabili. Sono dappertutto. Non gli va mai bene nulla. Potrebbero criticare qualsiasi cosa. In tempi di internet li trovi da tutte le parti, escono dai blog, dai commenti sotto gli articoli dei giornali, sono i pettegoli moderni.  Non si va più casa per casa a sparlare di tizio, Caio e Sempronio. No, ora si frequentano i blog dove si sparla di tutto e di tutti.

E poi si formano gruppetti che si appoggiano l’un l’altro oppure ci sono soggetti che vengono presi di mira perché isolati e perché non ci stanno a scendere a compromessi.

Faccio un esempio: se io scrivo bianco, c’è sempre qualcuno che mi dice: bianco? Ma no, non vedi che è giallino? E se io replico, ma neppure per idea è bianco…salvati. Sono come minimo un’ignorante che si prende l’arbitrio di pontificare per iscritto delle scemenze. Perché, loro, lo sanno che è bianco, ma dicono che è nero, solo per dare l’impressione di essere più bravi di te. Molto molto più bravi di te e più infomati su tutto ma proprio tutto eh, no che gli sfugga qualcosa.

Bianco? Non può mai essere bianco quel muro. Ma non vedi che la pittura riflette il tramonto come in uno Chagall? Ma già, tanto contano che tu Chagall non sappia chi sia e però se ti vai ad informare e dici: che Chagall d’Egitto? quello è bianco e basta.

Apriti cielo e anche terra!

Allora non capisci l’ironia. Già, questa è la più bella di tutte: non capisci l’ironia. Ma che cosa sarà questa ironia? L’ironia è quella cosa che serve ai criticoni per dirti che erano solo ironici e che tu non capisci l’ironia.

Faccio dell’ironia? Ma nemmeno per sogno.  Sono seria. L’ironia io so bene cos’è ma provate a dire che Chagall col bianco del muro non c’entra e vi beccate di essere uno/a che non capisce l’ironia e neppure l’arte.

Si, perché l’arte è arte. Anzi l’Arte. E davanti all’arte ci si può solo inchinare e se ti dicono che quel muro era del colore di un tramonto di Chagall ci devi stare e abbozzare altrimenti non capisci nulla.

Allora che fai? Lasci perdere, non ti intigni, gli dai ragione. Ma quando mai? Ma come osi? Dare ragione è il sintomo di una resa incondizionata che certifica una personalità succube e perciò fioccano i consigli di consultare gli specialisti. Cioè chi? Ma naturalmente psicologi e in casi più gravi, psichiatri.

Nei blog però ne trovi tanti, sono un po’ tutti psicologi, con laurea o senza ma sanno tutti farti una lucida analisi della tua psiche,inconscio, traumi infantili e in età adulta o para o semi adulta, annessi e sconnnessi.

A quel punto non ti resta che farti una risata e volendo anche dell’ironia. Del tipo: si, vabbè, mi farò vedere al più presto intanto però prendo atto e mi autoanalizzo e magari mi pento anche dei miei peccati.

No, macchè, non va bene per niente. ma chi vuoi prendere in giro?  Insomma non basta l’ironia e allora cominci a farti venire la mosca al naso. Eh no! Ma quando mai ? ma come ti permetti? Se ti dico che non è bianco credici no, perbacco, allora se insisti sei vittima di un complotto perverso che la società dei magnaccioni ha perpetrato contro di te… e allora che fai?

Rimani sulla tua posizione o tergiversi, tentenni, sbadigli, ti dai un tono…ma no, la cosa migliore da fare è una sola: mandarli al diavolo.

Ma, mi sa che non li vuole manco lui.

 

Ogni riferimento a persone o cose è puramente intenzionale. Naturalmente ironizzo.

6 commenti su “Bianco è bianco”

  1. Scusate ma non ho capito, cosa è bianco? Ma chi citi? stai citando? Questo post mi risulta statodanimoso.

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    giusto, me l’ero chiesto anch’io che cosa avevo scritto, uno stato d’animo. Perché n’se pò? come dicheno dalle parti tua.

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  2. Spassoso questo excursus sui frequenutori dei blog e dei loro vizi umani.
    È vero, tra due che discutono spesso il tema è secondario, diventa preponderante sopraffare l’altro con argomenti impropri.
    Molti sono gli espedienti per prevaricare l’interlocutore, Schopenhauer ne ha elencati 38 nella sua “Arte di avere ragione”:
    ampliamento, generalizzazione, occultamento, dissimulazione, e cosi via, fino ad arrivare all’argomentum ad personam, ossia, come ultima risorsa, diventare offensivi e oltraggiosi.
    Ma molti, dai modi spicci, ricorrono subito a quest’ultimo grosssolano espediente
    In quanto all’ironia, se non si capisce, è segno evidente che non la si sa fare, quindi tacciarti di non capire l’ironia è come darsi la zappa ai piedi.
    Se poi l’argomento della disputa è l’arte, anzi l’Arte, allora si può dire tutto e il contrario di tutto,
    lo sfoggio di eruduzione, fatto a proposito o a sproposito, predomina, e la spocchia di chi vuole avere ragione, raggiunge il massimo: “Sono un esperto, solo io ho voce in capitolo”.
    A questo punto suggerisco di dargli ragione, come dice il proverbio.

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    come dice il proverbio?
    Io sapevo “Ditegli sempre di di” ma è una commedia di Edoardo, dove lui è appena uscito dal manicomio ma non vuole farlo sapere in giro e allora si comporta da persona estremamente razionale, con l’effetto di sembrare matto…

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  3. Mariagrazia, sei tu che vuoi tenere un blog.
    Io non lo tengo e non mi contraddice nessuno…:-)

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    ma va…non ci credo. Qualcuno ti contraddice di sicuro almeno ogni tanto, io, per esempio, ti contraddico sempre,lo vedi? ma guarda che non parlavo di questo blog, per niente, qui va tutto a meraviglia, parlavo in generale e anche in tenente o caporale.
    Però i blog si possono aprire e anche chiudere. Senza meno.

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  4. I criticoni ci sono non solo in tema di colori o arte ma anche, ad esempio, in tema di comportamenti sessuali femminili. Se ritenuti fuori da certi canoni scattano i commenti su psicologie distorte e simili.

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    Silvia, le “psicologie distorte” per le donne scattano quasi su tutti i temi, difficile trovarne uno “neutro”.

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  5. D’altra parte, facciamo gli avvocati del diavolo: le discussioni “creative” nascono dalla diversità di vedute. Viviamo in un periodo storico dove, complici e anzi artefici i “social”, si privilegia il pensiero unico, compromissorio, ipocrita, il cosiddetto “politically correct” che altro non è che una buona piattaforma per contenuti commerciali: se la gente non litiga ha più tempo per leggere la pubblicità, se ripeti solo cose gradite alla maggioranza hai più spazio e più gratificazioni e like. Tutte le rivoluzioni politiche, sociali, etiche, persino tecnologiche nascono invece dal conflitto tra una maggioranza morbidosa e conservatrice “a dispetto di Dio e dei Santi”, e un un qualche “capo scarico” cha, a volte prendendo anche cantonate epocali, decide di fare il bastian contrario. Il termine “progresso” viene aggiunto dopo, a bocce ferme, a seconda del successo o meno della rivoluzione, e non ha sempre un valore intrinseco: in politica, tipicamente, è buono e giusto ciò che fa chi ha vinto la guerra, indipendentemente da ogni valutazione etica oggettiva.
    Però è verissimo, la discussione, il conflitto sono faticosi da seguire e da gestire, e non tutti sono in grado di farlo o ne hanno la voglia o il tempo: esistono addirittura scuole e corsi di preparazione dedicati. Ma una scelta è inevitabile: si preferisce la vitalità ruggente di un forum di musicisti rock, e se ne accettano i muscolosi moderatoratori, o ci titilliamo con le soffici ovvietà dei salotti stile Severgnini (o quello che ne è rimasto)?
    Vanno bene tutti e due, chiaro? sempre chiacchiere facoltative sono… Ma bisogna scegliere.

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    Alberto
    si, Polemos è padre di tutte le cose (Eraclito), però c’è anche chi fa il bastian contrario per sfizio e non per “amor di polemica” che poi non è il polemizzare sul nulla, ma lo scontro anche acceso e “creativo” tra chi la pensa diversamente. Che va bene, serve a tenere vivo il dibattito, se non si trascende e magari anche, a volte, a capire di più. Poi c’è anche il narcisismo di chi pretende di fare tutte le parti in commedia: nessuna “passione” da difendere ma ego spalmato ovunque.

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  6. E spesso a farle scattare nei confronti delle donne sono donne stesse.

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    sicuro, sono anche le donne, siamo anche noi che non sappiamo solidarizare tra noi. Silvia e i motivi sono tanti e risalgono a tempi remoti.
    Ma non sempre è cosi, per fortuna.

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