Ancora!
E’ successo ancora e succede quasi tutti i giorni: una donna accoltellata a morte dall’ex compagno. Lei stava nel suo negozio di scarpe in via Colombo a Genova ed ora non c’è più.
Sembra sia stato il suo ex ( e chi sennò?) fuggito e scampato alla cattura, forse la farà franca.
Ancora una! Aveva scelto l’uomo sbagliato? Forse si e lo aveva lasciato? Forse si! E perché lasciare un uomo è diventato una condanna a morte?
E pensare che ci sono uomini che non vedrebbero l’ora che la donna li lasciasse, ma solo a parole evidentemente. Se poi succede davvero è uno smacco terribile, insopportabile, un’offesa da lavare col sangue.
E il sangue è scorso copioso anche questa volta. Per lei nessuna via di fuga e neppure il tempo di gridare “aiuto”.
Lo trovo agghiacciante.
I femminicidi durante questo periodo di pandemia sono in aumento. La convivenza diventa sempre più difficile e la stima delle donne che non denunciano le violenze è salita al 70%.
Ma che denunciano a fare? Hanno più paura a denunciare che a non denunciare. Ed è comprensibile. Finiscono sotto la lama del loro ex compagno che qualche volta riesce persino a farla franca.
Ma che cosa si aspetta ancora, che le donne vengano decimate? Che questa ignobile escalation diventi la loro prima causa di morte?
Possibile che non si possa fare nulla? Tanti bei discorsi della politica tante manifestazioni, tante proteste, cortei…nulla non serve a nulla, chi vuole uccidere lo fa senza tanti scrupoli e in piena tranquillità.
Sarà colpa delle donne che non denunciano i violenti? Già è facile cosi, oltre a morire devono anche giustificare il perché non hanno denunciato o non si sono rifiutate di mettersi con un balordo, direi che quasi bisognerebbe metterle sotto processo da morte!
Morte già lo sono, la pena, eventuale, l’hanno già scontata.
Il TGCOM24 ha annunciato il “risvolti drammatico” della vicenda:
“l’ex è stato arrestato mentre tentava il suicidio.”
Già passato in secondo ordine il dramma principale, quello delle 30 (trenta) coltellate con cui è stata uccisa la vittima.
Mi chiedo, un latitante che si vuole suicidare, sceglie per farlo il momento in cui lo stanno catturando?
O è tutta scena per guadagnarsi la pietà degli altri? A sentire il comunicato sembra ci sia riuscito.
Risposta
hai fatto bene a rilevarlo, finisce spesso cosi che la vittima passa in secondo piano, in fondo lei è morta non soffre più, invece quel “poveraccio” che tenta il suicidio magari gettandosi dal primo rialzato, ottiene quasi pietà. Era sconvolto, lei era un’arpia, ma come si può scegliere un balordo cosi? e via di questo passo.
Fra poco arriveremo all’assoluzione dei colpevoli perché la vittima non sapeva fare scelte oculate quindi il fatto non sussiste.
Ma chiedetevi anche perchè tanti balordi, e anche violenti, trovano tante donne che li amano o li scelgono come compagni. E’ questa la condanna che le donne si autoinfliggono. Dov’è l’origine di questa debolezza, o sventatezza, psicologica?
Eludere il tema non serve.
Risposta
ma le sembra che qui il tema venga eluso? Allora stante la sua domanda, se capisco bene, le donne prima di innamorarsi o mettersi con uno dovrebbero prima chiedergli la fedina penale e va da sé, poi una dettagliata perizia psichiatrica, poi un attestato di sana e robusta costituzione fisica e mentale, una dichiarazione firmata davanti ad un notaio che mai e poi mai le metterà le mani addosso e che non la insulterà ma la tratterà coi guanti dal primo istante all’ultimo, controfirmata dai parenti del medesimo e poi ancora che cosa? Ha ecco una ricevuta di un’assicurazione sulla vita intestata a lei e che afferma che in caso di femminicidio i figli o i parenti saranno risarciti con qualche milione di euro…credo di aver dimenticato qualcosa ma per ora basta cosi, non vorrei sembrare troppo esigente. Ah, dimenticavo, il tutto, naturalmente ai primo timido approccio, non si va oltre l’occhiata. Dopo potrebbe già essere troppo tardi.
Mi scuso se la risposta è più lunga della domanda ma tra la scelta di tacere e parlare, di solito preferisco la seconda.
“Balordi”
Ecco un’altra parola giustificativa di personaggi indifendibili che arrivano a perpetrare il delitto più odioso di cui si possa macchiare l’uomo, l’uccisione di un suo simile e in particolare di una persona più debole.
Il signor Facchin sì è chiesto se questo personaggio che liquida con l’epiteto “balordo”, si sia presentato come una persona per bene, o avesse anche delle qualità che abbiano potuto ingannare la sua partner? S’è chiesto come mai, spesso i vicini si meraviglino dichiarando: “Ma era una così brava persona”?
E quante volte non sono sufficienti anni di frequentazione per accorgersi di chi veramante sia una certa persona?
Risposta
a volte si tratta di professionisti affermati che hanno chiara fama tra i conoscenti e dei quali mai si sarebbe detto che avrebbero detto alla moglie neppure un “tirati in là che te m’intrighi” (spostati che mi intralci) e poi la uccidono a freddo e con una violenza degna di uno spietato killer.
Siamo al negazionismo del femminicidio.
Non c’è bisogna di nessuna fedina penale per capire il carattere e i comportamenti di un uomo. Ma a proposito di fedine penali si danno anche i casi di maschi in carcere per qualche delitto che ricevono lettere di ammiratrici che dicono di amarli. Come si spiega?
Risposta
ma come si spiega cosa? Che ci sono anche donne che bazzicano coi carcerati? E allora? Ci sono donne e uomini di ogni tipo al mondo, che vanno con chi vanno e poi si lasciano e si riprendono, non esitano a mettersi insieme con balordi di ogni risma, ma questo non significa che se si trova una donna assassinata con 30 coltellate sia anche colpa sua per soprappiù! Ma stiamo scherzando? Ma com’è che viceversa non succede, se lo è chiesto lei? E non mi dica perché la donna non saprebbe come fare perché a mettere il veleno nella minestra sarebbero capaci tutte!
Qualcuna sarà anche sconsiderata, distratta, anche incosciente, diciamolo, ma non merita per questo la pena di morte.
Non merita per questo di essere uccisa e che il suo assassino sia quasi “giustificato”…eh, “beh sai bisogna essere cretine per mettersi con uno simile”…già anche le “cretine” però hanno diritto di vivere, hanno diritto di sbagliare e le conseguenze non possono essere quelle di essere brutalmente fatte fuori.
Facchin, le rispondo con un testo del Seicento, dall’Anatomia della malinconia(1624) di Robert Burton,
L’amore è cieco (…)
l’innamorato ha un’ammirazione
sviscerata per l’amata sebbene
costei sia la bruttezza in persona
(…)
vizzosa, foruncolosa, bianca,
rossa, gialla, nera, pallida come
cera, il faccione piatto e rotondo
come quello di un buffone,
oppure smunto, rinsecchito
etc.etc.
(da Labruttezza, di Umberto Eco)
Ora, sostituisca il maschile col femminile, la bruttezza con la scelleratezza, ed ecco una spiegazione che viene da lontano.
Ok, ma non mi convincete. Esempio noto: se io prendo una vipera intirizzita dal freddo, la tengo in braccio riscaldandola, poi è certo che quella mi morderà.
Quindi se sono sventato faccio quel gesto, se ho un minimo di equilibrio psicologico non lo faccio. Ecco. Altro esempio spesso citato: le donne hanno la sindrome della crocerossina, questo spiega certi comportamenti illogici.
Lo ribadisco: dietro nove casi su dieci di questi brutti fatti c’è un incomprensibile attaccamento di donne ad elementi che con un minimo di raziocinio avrebbero dovuto tenere alla larga.
Ovvio che nessuna per questo merita di essere uccisa (e io vorrei decenni di carcere per gli assassini) però non si può negare il mio assunto.
Risposta
nessuno vuole convincerla. Dunque ne evinco che le donne si devono guardare da una larga massa di “serpenti in seno”?
Curioso. Lei continua a gettare la croce sulle donne, non ci siamo. In quanto alle “crocerossine”, noto che fanno molto comodo quando servono e servono in un numero sterminato di casi e io piuttosto che denigrarle a certe farei anche un monumento, pensi un po’! E le donne faticano molto a tenere alla larga certi “elementi” le posso assicurare da donna che è proprio cosi, ciononostante certi elementi a volte insistono sino alla morte. Appunto!
Io, per parte mia, il suo assunto lo trovo in contraddizione con quanto afferma sul fatto che le donne però non meritano di essere uccise. Ma lo sono eccome. E allora?
PS: lo dico a lei e a tutti: quando rispondete a qualcuno in particolare siete pregati di citarlo nella risposta, qui non ci sono più moderatori.
Ecco il rispetto che c’è in giro nei confronti delle donne: Lo storico Gozzini ha insultato pesantemente Giorgia Meloni durante una trasmissione radiofonica alla quale partecipava, l’ha chiamata in vari modi, tutti offensivi che qui non ripeto, le ha detto che è un’ignorante che con tutta probabilità non ha mai letto un libro in vita sua…
Gli altri due partecipanti hanno tentato di bloccare il suo monologo quasi delirante dicendogli che i pesciaioli e gli erbivendoli (non ricordo l’altra categoria di commercianti) meritano rispetto e che avrebbe piuttosto dovuto definirla “peracottara”.
Al che Gozzini ha fatto una smorfia, come a dire che non gli sembrava un termine adeguato a definirla. Decisamente, neppure a me sembra un termine tanto adeguato, neppure questo.
Incredibile!
Dall’alto della sua “cultura” questo “signore” si permette di insultare cosi pesantemente una donna solo perché non rappresenta il suo ideale politico?
E dice addirittura che non è degna di conferire con un uomo come Draghi?
Tutta la mia solidarietà a Giorgia Meloni che ancora una volta deve subire, proprio perché donna e anche leader di un partito in ascesa nei sondaggi, un’aggressione cosi violenta e ingiustificata.
Se non si condivide l’ideologia del partito che lei rappresenta, nessuno ha il diritto di insultarla. Dopotutto il suo partito rientra nell’arco Costituzionale e siede in Parlamento, credo che Democrazia voglia che la sua leader non venga continuamente assalita da insulti gratuiti.
Combattere e contrastare le sue idee, eventualmente, ma insultarla rientra nella ideologia fascista che si pretende di combattere insultando lei.
In riferimento allo storico Gozzini che ha insultato pesantemente l’on.le Giorgia Meloni.
Spesso il veleno più letale viene dalle stesse donne. Selvaggia Lucarelli in un tweet ha affermato che mai e poi mai esprimerà la sua solidarietà a Giorgio Meloni.
Sempre sull’on.le Meloni tempo fa emise commenti pesanti un’altra donna: Asia Argento.
Dov’è la solidarietà femminilie?
Infine perché circoscrivere gli insulti alle donne?
Da qualche giorni i social pullulano di vignette irriguardose verso il ministro della P.A. Brunetta convinti che sia ironia. Invece sono becere e squallide offese.
Gli insulti vanno sempre stigmatizzati. Sempre.
E sono sempre deplorevoli. Sempre.
Sia verso le donne che verso gli uomini.
Risposta
Gli insulti vanno stigmatizzati sempre, sia che siano rivolti a uomini che a donne e qualificano chi li fa non chi li riceve. Ma le donne ne ricevono tanti e forse di più. Francamente di quello che scrive Lucarelli m’importa poco. Non chieda a me dove stia la solidarietà femminile, in generale, perché non saprei risponderle, posso rispondere della mia, ma non credo che abbia molta importanza, uomini e donne insieme devono combattere l’odio da qualsiasi parte provenga e qualsiasi direzione prenda. Sempre. La mancata solidarietà, in questo caso, è un atteggiamento che non può che generare altro odio. Non ne sentiamo il bisogno.
La risposta a Salvatore D. Faedda mi trova d’accordo con lei. Semel in anno? Anche a me importa poco (anzi nulla!) dell’opinione della Lucarelli che si atteggia a una via di mezzo tra opinion woman e influencer.
Quel tweet in cui rifiuta la solidarietà alla Meloni ha racconto una marea di like.
Capisce qual è il problema? La massa dei followers ipnotizzati dalla Lucarelli di tutto.
Risposta
Mi tengo alla larga dai social. Il problema è ancora la violenza, in questo caso verbale, contro una donna. “Influencer” è una parola inquietante.
E stavolta son d’accordo anch’io.
Io uso i social ma… li gestisco con moltissima cautela. I social sono come un coltello: se usato male è pericolosissimo.
“Il problema è ancora la violenza, in questo caso verbale, contro una donna”: esatto!
Ma le due cose sono tremendamente connesse.
Partiamo dal “revenge porn” alla diffamazione.
Io trovo un nesso spaventoso considerando che l’età degli utenti sui social si abbassa vertiginosamente.
“Influencer” è una parola inquietante. Son d’accordo. È inquietante proprio per i followers facilmente plasmabili. Quel tweet della Lucarelli (e qualsiasi altro o altra “influencer”) hanno un numero spropositato di like. Lo step successivo è la “condivisione” in maniera virale del post con un tragico effetto chiamato “palla di neve”.
Quelle parole istigano all’odio e i followers le assumono come verità di Vangelo.
Ecco il tragico nesso. Io posso stare alla larga dai social o usarli con consapevolezza ma la grande maggioranza degli utenti possono essere suggestionati e rilanciare le offesa lette in un tweet (e non tralasciamo il fatto che qualche folle possa passare dalle offese verbali a quelle fisiche!).
Questo è il pericolo!
Ma in questo caso nessuno si è sognato di bloccare l’account dell’influencer per un’ipotetica istigazione all’odio!
Risposta
si, il passo dalla violenza verbale a quella fisica è breve e proprio per questo i social non dovrebbero mai istigare all’odio.
Questo caso è particolarmente grave perché riguarda una donna e una leader di partito. Ed è grave che per qualche consenso in più, si vada controcorrente alimentando l’odio invece che sopirlo. Ed è ancora più grave che lo faccia una donna contro un’altra donna.
Ma, la “influencer” non è un capo di governo, la differenza mi sembra piuttosto evidente, andrebbe senza dubbio però, tenuto sotto controllo il potenziale di pericolosità sociale.
E condivido che influenzino, appunto, soprattutto i più giovani (ma non solo) e che troppi si lascino condizionare dalle loro idee. Per me è tragico.
La scuola, innanzi tutto dovrebbe insegnare a sviluppare lo spirito critico nei giovani, la cultura aiuta a formarsi della opinioni proprie, non certo i social.
In questo anche la famiglia ha le proprie responsabilità.
Brava!
Ed ora un’altra ancora. Stavolta una donna 39enne in provincia di Trento. Non capisco se è spirito di emulazione o follia dilagante.
Risposta
o entrambe!
CLARA CECCARELLI
19-02-2021
69 anni
Genova
Genova
LULIETA HESHTA
07-02-2021
47 anni
San Giuliano Milanese
Milano
PIERA NAPOLI
07-02-2021
32 anni
Palermo
Palermo
ROBERTA SIRAGUSA
24-01-2021
17 anni
Caccamo
Palermo
SHARON BARNI
11-01-2021
18 mesi
Bergamo
Bergamo
SONIA DI MAGGIO
01-02-2021
29 anni
Specchia Gallone
Lecce
TEODORA CASASANTA
29-01-2021
39 anni
Carmagnola
Torino
VICTORIA OSAGIE
16-01-2021
41 anni
Concordia Sagittaria
Venezia
YLENIA FABBRI
07-02-2021
40 anni
Faenza
Ravenna
Mancano i nomi di quelle uccise dal 7 in poi: quasi una ogni due giorni. Nel 2020 91, ma quest’anno la tendenza, se non si ferma pare in aumento. Poveri assassini!
Questo è l’ultimo (per ora):
https://www.ilmessaggero.it/italia/trento_femminicidio_accetta_ex_moglie_lorenzo_cattoni_cortesano_arresti_domiciliari-5783949.html
“Il femminicidio è avvenuto nella campagna in cui l’uomo stava lavorando, non lontano dalla casa in cui la donna, madre di quattro figli dai 4 ai 17 anni, tre dei quali avuti da una precedente relazione, viveva dopo che i due si erano lasciati a causa delle violenze di lui. L’uomo, infatti, era già stato ammonito dal questore di Trento due volte per violenza domestica, anche durante una precedente relazione. L’allarme è stato lanciato da un passante che ha notato il corpo dell’uomo a terra verso le 15.30 di questo pomeriggio. Ora il 39enne è ricoverato all’ospedale Santa Chiara di Trento. Secondo le ultime informazioni l’uomo ha una grave emorragia ma dovrebbe sopravvivere.”””
Era agli arresti domiciliari ma poteva uscire per lavorare (!).
Si chiamava Deborah Sartori.
Deborah ma con chi ti sei messa?
Ma avresti dovuto dargli un bel calcio nel sedere da subito, ti sei lasciata ingannare da quel tipo e lui ti ha fatta fuori, solito copione.
Tu l’avresti dovuto prevedere a calci e portare con te sempre una Browning per difenderti.
Ma se l’avessi fatto fuori ti avrebbero dato la legittima difesa? Forse si perché quello aveva pessime intenzione, o forse no, perché la legge qualche volta è miope e forse avrebbe condannato te dopo tutti i maltrattamenti subito da quell’individuo prima che avessi trovato il coraggio di denunciarlo.
Ma neppure quello è servito perché lui poteva uscire per lavorare.
Pover’uomo, lavoratore indefesso e con una grande passione per la famiglia!
Ha provato ad uccidersi ma non ce l’ha fatta. Si riprenderà e continuerà la sua vita in carcere fino a che la sua buona condotta lo manderà fuori a ucciderne un’altra.
Mentre la donna di Genova uccisa dall’ex marito nel suo negozio a coltellate si era già pagata il funerale.
E c’è anche chi li difende!
Come c’è chi difende Gozzini (ma cosa avrà mai detto?) che però è stato sospeso dalla Università di Firenze per tre mesi. Troppo poco.
Ancora una …di meno!
Un altra ancora nel ferrarese, un femminicidio ogni cinque giorni nel 2021, Rosella uccisa dal convivente che però non ha confessato
https://www.lastampa.it/cronaca/2021/02/23/news/femminicidio-nel-ferrarese-fermato-il-compagno-della-vittima-1.39943175
e una ragazza ventenne a Torino colpita a coltellate per strada da un ragazzo che aveva conosciuto da poco e che la tormentava perché voleva che si mettesse con lui…è in gravi condizioni all’ospedale.
Non se ne può più! Forse è emulazione, forse i giornali dovrebbero smettere di parlarne e però come si fa a non dare le notizie? Diventerebbero fantasmi e gli assassini potrebbero contare sul blackout della stampa per non finire nella cronaca nera. Forse i lockdown ripetuti hanno acuito alcune patologie mentali soprattutto negli uomini, forse le donne reggono meglio la tensione e lo stress ma questa è ormai una guerra non dichiarata.
Anch’io ho pensato che possa essere legato ad uno spirito di emulazione. Che forse i giornali dovrebbero smettere di parlarne perché stimolano le menti perverse.
Ma come si fa a non dare le notizie? Queste notizie? Per paradosso potrebbero essere stimolati a compiere quei delitti confidando sul fatto che i media non ne parleranno.
Ma mi soffermo su un altro dettaglio: tutti questi casi hanno un punto in comune. Le donne hanno avuto precedentemente alcuni indizi sulla pericolosità del soggetto che le stava a fianco: una sfuriata, un ceffone, violenza verbale… che spesso si sottovaluta.
Facciamo qui l’ennesimo appello: al PRIMO CEFFONE andate subito a denunciare.
Risposta
Giusto, già il primo ceffone merita una denuncia ma come si fa con quella donna di Trento uccisa ieri che era separata e aveva denunciato il marito violento che era ai domiciliari e che usciva per lavorare? O la donna di Genova uccisa dall’ex compagno che aveva lasciato e denunciato e che l’ha uccisa nel suo negozio?
Non è che forse dopo una denuncia i denunciati dovrebbero essere più controllati e non si dovrebbe forse dare pene molto più severe soprattutto quando c’è la recidiva?
I denunciati dovrebbero essere più controllati e soprattutto fare in modo che non possano essere più n grado di dar fastidio alla vittima.
Inoltre le denuncianti dovrebbero essere più protette da coloro che hanno denunciato. Ovvio no?
Risposta
sembra ovvio, purtroppo da quanto succede pare non lo sia ma anzi che sia proprio il contrario. E in questo periodo meno che mai, anzi, sembra che tutto stia sfuggendo di mano alla “società civile”.
E’ un fenomeno di barbarie che una volta per tutte dovrebbe essere messo al centro di un programma governativo: ecco un’altra priorità per Draghi.
Risposta
ancora una? Mi sa che ne ha fin troppe. Non sa da che parte prendere.
“Mi sa che ne ha fin troppe”
Be’ la società civile, a parte qualche voce isolata, se ne lava le mani, la stampa si limita a fare cronaca, il Parlamento è a tutt’altre faccende affaccendato, la giustizia nicchia quando si tratta di intervenire, gli intellettuali sono preoccupati del calo delle letture, se non Draghi, chi ci deve pensare?
Risposta
ma certo, sempre Draghi, ma non vorrei che ci mettessimo in testa che fa i miracoli, il Parlamento deve lavorare di più e smetterla di trastullarsi come ha fatto sinora.