Avremo i ministeri e i ministri delle transizioni. Dalla povertà alla ricchezza? Beh, gli italiani sarebbero contenti. Dall’inquinamento globale al disinquinamento totale? meglio mi sento.
Dall’epidemia alla Salute, dalla Burocrazia all’Efficienza, dall’Ignoranza alla Sapienza? Dalla Disoccupazione alla massima Occupazione?
Siamo alla transizione in tutto: sociale, economica, culturale, tecnico politica, metafisica.
No, forse metafisica no, diciamo metapolitica europeistico finanziaria digitalizzata trasfigurata.
Transiamo dunque!
Ma che ho detto? Non lo so sono in fase di transizione.
Non più governi di cambiamento. Ne abbiamo avuti sin troppi gattopardeschi governi del cambiamento di nulla.
Ora siamo al governo di transizione di tutto.
Cosi si avanza: transando. Cambiano i nomi e i volti, transiteranno davanti ai nostri occhi disillusi come sempre, come tante volte hanno fatto, uomini e donne (speriamo) nuovi, con la voglia di fare che gli esce da tutti i pori e che finalmente ci traghetterà di la del fiume.
In salvo. Transeat.
PS:
Il nuovo governo giurerà domani, sabato 13 febbraio alle 12 . Mi pare già un ottimo inizio.
Cosa fatta Draghi ha.
Ma l’ha fatta bene? 15 uomini e 8 donne. Non ci siamo presidente, lei sarà anche bello, nuovo competente ma, scusi, non ha capito niente.
Lei doveva perlomeno, parità non dico tanto ma provarci, quantomeno.
Si, va ben che ha messo Marta , Mara e Mariastella, le tre M, questa è bella!
E però siam sempre sotto e di donne sempre meno.
Va beh lasciamo perdere la rima, fatto il governo, gabbato …lo popolo?
Ma no, siamo ottimisti, riusciranno i nostri eroi ad andare d’accordo due anni di fila? O cominceranno a cavarsi gli occhi alla prima prova generale del governo surreale?
Mi scappa sempre la rima, mannaggia!
Lei soltanto resta fuori, se la gode, sta al balcone e però se servirà certo gliele canterà.
Come?
Gli farà la serenata, gli dirà sommessamente: tutto è ben quello che è bene altrimenti….è buono a niente.
Non ho ancora preso le misure del governo che si sta formando. Come prima impressione mi aspettavo qualcosa di meglio da un governo dei “migliori”. Di Speranza e Di Maio avrei fatto tranquillamente a meno. Al primo avrei preferito il suo vice Sileri. Per il secondo, abbiamo un ministro degli esteri che parla inglese come io parlo il serbo-croato: non presentabile. Lamorghese è quella che apre i porti e rinchiude gli indigeni. Poi abbiamo Garfagna, Gelmini e Brunetta, un deja vu dei tempi del Cavaliere di cui nessuno sentiva la mancanza. Poi un po’ di Lega, un po’ di PD e i tecnici che vedremo all’opera. Sembra che Draghi abbia dovuto/voluto accontentare un po’ tutti, un pastrocchio di partiti, tecnici e pezzi del (non abbastanza) dismesso governo Conte 2.
E’ un’impressione a caldo, spero di sbagliare.
Risposta
Mauro, penso che anche Draghi avrebbe fatto a meno di quei due, ma a volte bisogna abbozzare.
In quanto a Carfagna, Brunetta e Gelmini, non li sottovaluterei troppo, hanno dimostrato in questi anni di stare al loro posto con dignità, qualche gaffes magari l’hanno fatta anche loro, ma vogliamo mettere a fuoco quelle di “altri” parlamentari? E poi questo deve essere un governo di “alto profilo” i ministeri che contano, da quel poco che posso capire sono andati a persone di grande competenza e affidabilità. Poi, che Qualcuno lassù ce la mandi buona.
Sic transit gloria mundi: insomma, non esageriamo… quella di Conte e di qualche nome minore.
Draghi con modi asciutti, senza sprecare parole inutili ha annunciato il nuovo governo, prima i ministri senza portafoglio (si rivedono la Carfagna e la Gelmini) poi i ministri più “pesanti”… Otto sono tecnici, 15 politici ben distribuiti tra i partiti, 5 ai grillini, 3 a Pd, FI, Lega, 1 a IV, 1 a Leu.
E le donne? Sono otto, quasi tutte senza portafoglio.
Tra i trombati, come previsto, Bonafede(chi tocca la prescrizione muore), sostituito dalla presidentessa delle Corte Costituzionale Marta Cartabia, mentre a sorpresa è confermato Speranza alla (in)sanità (ma tanto, chi decide è L’Unintà di crisi)
Tra i nomi nuovi spiccano, il ministro dell’economia, Daniele Franco, direttore generale di Bankitalia; il ministro dell’Ambiente e delle Transizione Ecologica, il docente universitario Roberto Cingolani; il ministro per la Transizione Digitale, Vittorio Colao, esperto in telecomunicazioni.
Confermati d’ufficio Di Maio agli esteri (si fa per dire) e Franceschini ai beni culturali.
Tra i politici nuovi, Giorgetti allo Sviluppo Economico e Orlando al lavoro.
All’Istruzione Patrizio Bianchi, assessore della regione Emilia Romagna, che faceva parte della task force nominata proprio dalla ministra estromessa Azzolina, cui sono stati fatali i banchi a rotelle.
Dimenticavo, a volte ritornano: è il caso di Brunetta alla pubblica amministrazione.
E Renzi? Be’ aveva dichiarato di non essere interessato alle poltrone, è stato accontentato, una sola ministra, Elena Bonetti, alle Pari opportunità e Famiglia.
Bene, e adesso al lavoro: vi hanno dato la bicicletta? Ora pedalate.
Risposta
ma scusa, volevi dare il portafoglio alle donne? Cosi il debito andava al 360 per cento? Ma dai…
Non ne farei un problema per il rapporto uomini/donne nel governo, e più in generale anche nella politica.
Primo, perché io guardo alle idee e non al sesso. Preferisco un maschio illuminato a una femmina bigotta, ad esempio.
Inoltre diciamolo pure, le donne che si mettono in politica sono in numero inferiore a quello degli uomini.
Un’aggiunta: per certi nomi, tipo quello di Di Maio, sono stati tenuti in considerazione certi equilibri interni ai partiti o movimenti che appoggiano il governo.
Risposta
Silvia, purtroppo il problema esiste, può tranquillamente preferire maschi illuminati a donne bigotte perché tanto le donne sono sempre in discreta ma evidente minoranza in tutti i ruoli che richiedono una qualche responsabilità e prestigio..
E le donne “bigotte” però dovrebbero essere altrettante quanto i maschi” illuminati” (o almeno con buona approssimazione), ma tant’è, non passano lo stesso.
Le donne in politica sono in numero inferiore ma non per questo si devono mettere quasi solo uomini nei ruoli chiave: è una discriminazione.
L’Italia non fa molto peggio di altri paesi, mentre la Spagna se la cava molto bene in quanto a donne in politica nei ruoli apicali.
Questa analisi mi sembra interessante:
https://www.infodata.ilsole24ore.com/2019/12/22/quante-donne-fanno-politica-tutti-dati/
PS: anch’io preferisco gli illuminati alle bigotte, solo che mi rendo conto quanto sia facile prendere granchi invece che ostriche perlate.
Ma LEU ha un solo ministro. Speranza, confermato. Come potevano mettere qualche donna? Quanto al PD francamente donne meritevoli di ministero non me ne vengono in mente. I vecchi partiti di donne valide ne avevano ma quelli erano partiti veri, dove non si arrivava in alto per caso.
Risposta
Per esempio Loredana de Petris? Per dirne solo una. Che cosa avrebbe meno di altri? In quanto al Pd di donne “meritevoli di ministero” cercando bene sono sicura che se ne troverebbero, perlomeno tante quanto i colleghi uomini. E come in tutti gli altri partiti. Silvia, a mio parere, esprimere dubbi sulle donne in politica o altrove, è un giochino che fanno molte, magari inconsapevolmente. Se paga o non paga non lo so, ma per quanto mi riguarda non fa bene a nessuno, ma se possibile aumenta la recrudescenza del maschilismo. E fare distinzioni tra donne “bigotte” e maschi “illuminati” non aiuta la causa della “parità” che non è affatto scontata.
Anzi, ecco una che mi viene in mente spesso e che finalmente parla:
https://www.huffingtonpost.it/entry/basta-con-la-sottomissione-ai-maschi-e-ora-di-puntare-alla-guida-del-partito_it_6028dfc3c5b6f88289fc5052?utm_hp_ref=it-homepage
Non esprimo affatto dubbi sulle donne in politica. Dico solo che sono in minor numero, rispetto agli uomini, quelle che vi si impegnano e anche che vi si interessino.
Per me il femminismo non è che è meglio una donna che un uomo ma è meglio chi ha idee che mi piacciono e capacità dimostrate. Se è donna va benissimo. Ma tra un illuminato e una bigotta non vedo perché dovrei preferire quest’ultima.
Risposta
Silvia, chiarissimo! Ma lo era anche prima. Libera di preferire chi le pare.
Ma il maschilismo e la disparità di genere è qualcosa di più serio e profondo di una scelta tra due soggetti e una valutazione di idee: è un “sistema” che discrimina la donna da secoli e la tiene continuamente in minoranza, sotto scacco se non di peggio e anche di molto peggio.
Ma forse per lei non è un problema, meglio per lei. Transeat.
Scusate ma io trovo il termine “bigotta” un po’ stantio e offensivo.
Ma perché si deve dire di un uomo che è “illuminato” e chiamare una donna “bigotta”?
Bigotta si usava una volta, come beghina, cioè una baciabanchi pettegola che stava sempre alla finestra per spiare i vicini e poi spettegolare. E stava sempre in chiesa a snocciolare rosari pensando a quali cattiverie compiere nei riguardi di altre donne.
Esiste ancora una figura cosi? o si vuole solo continuare a perpetuare questa “immagine” delle donne?
Scusate lo sfogo ma quando ce vò!
Risposta
Serena, esiste? mah, io penso di no. Le donne oggi hanno davvero troppo a cui pensare ( e non solo oggi) è un termine un po’ obsoleto oltre che sgradevole, ma non escludo che ci sia chi ancora spettegola ma vale di sicuro anche per i maschi, eccome.
E’ chiaro che il significato dei termini si evolve. “Bigotta” un tempo aveva un senso preciso, oggi viene usato per indicare una donna che privilegia certe morali religiose o tradizionaliste, restrittive nei confronti dei diritti (anche sessuali) delle donne. Le vede nel tradizionale ruolo di mogli, madri, angeli del focolare, e non altro. E se non sposate, caste. E se sono in discussione temi etici (diritto di famiglia, divorzio, aborto, contraccezione) lei è sempre dalla parte della tradizione antica (e maschilista).
Oggi non ci sono donne così? altroché se ce ne sono!
Risposta
Silvia, la sua definizione di “bigotta” mi era già chiara, comunque che esistano ancora donne così può essere ma le vedo in via di estinzione, almeno spero. Noto solo che il corrispettivo di bigotta per l’uomo non esiste.
Esiste però il corrispettivo maschile di “stronza” di cui tutti conosciamo bene il significato. Ma si preferisce dare ancora della bigotta ad una donna perché il secondo epiteto non è abbastanza significativo e avvilente e svilente. Direi che sarebbe anche ora di mettere definitivamente in naftalina certi termini e di guardare avanti, le donne sono state chiamate in vari modi dagli uomini e anche dalle donne: termine offensivi e spesso gratuiti dei quali sento, almeno io, di poter fare a meno e di guardare ad una società che non veda in ogni donna la “strega”, ma un essere umano, maturo, consapevole, capace di badare a se stesso e con grandi potenzialità.
Non per questo non esisteranno più le “bigotte” o le “stronze” , ma credo dovremmo essere noi donne per prime a non dare certe definizioni delle altre donne.