Pena infinita

Ne scrivo ancora perché non si può tollerare, almeno io non lo sopporto più di vedere le belle facce sorridenti di donne che non ci sono più. Ieri è toccato a Piera Napoli una giovane cantante uccisa a coltellate dal marito, reo confesso. Aveva postato su FB questa frase poco prima di morire: «Vuoi che ti regalino dei fiori il 14 (San Valentino), muori il 13».

Lo trovo impressionante. Lei se lo sentiva e non sbagliava. Ma come faceva a scappare con tre bambini piccoli? Dove poteva andare?

Il marito chi era? Un mostro? No, uno qualunque. Litigavano è vero, ma chi pensa che un padre di tre bambini ne sopprima la madre con tanta violenza dopo che ci ha fatto insieme tre figli?

Il tema è purtroppo molto “caldo”, lo riprendo ancora  perché non posso guardare le foto di Piera senza pensare all’esercito di donne dietro a lei, messe in fila farebbero una coda lunghissima. Le loro facce serene, sorridenti, sono sulle pagine web a ricordarci che questo è un massacro senza precedenti e senza fine.

La pandemia ha peggiorato la situazione già grave: il 50% degli omicidi hanno come vittime donne uccise dai compagni.

E poi loro a volte negano, a volte confessano, a volte si uccidono, se ci riescono. Ma il più delle volte scontano una pena che non può mai essere adeguata ad una simile colpa e spesso escono di galera anche prima del previsto, ma non può che essere una pena infinita, nel cuore e nell’anima.

Perché, in fondo, anche lei “aveva le sue colpe” si sente dire. E poi, come non capire quando uno ti sta per accoltellare? E’ facile, basta leggere certi segnali e tutto si può risolvere denunciandolo, lasciandolo, scappando, fuggendo a gambe levate. Restare li, perseverare con un uomo che da segni di essere un violento è una “grave colpa”, molti lo affermano anche apertamente: “se l’è cercata”.

E ogni giorno ce n’è una che non c’è più. E dei figli che da un momento all’altro sii ritrovano orfani. Bastava pensarci prima? Bisogna denunciare? Si, è vero, Ma soprattutto non bisogna credere di risolvere i problemi prendendo un coltellaccio e scagliandosi su un essere umano che ha diritto alla propria vita. Una donna che cantava oggi non canta più. La sua voce strozzata sotto la furia devastante di tante coltellate, la furia di un uomo che non sa accettare le controversie, le liti banali,  o la possibilità che la compagna lo lasci. Orrendi delitti,, uno dopo l’altro senza senso, senza pietà, senza amore, senza vergogna!

Vergogna per queste morti, per questa fine assurda, per questa evidente incapacità di una società in crisi di trovare soluzioni e soprattutto per la violenza che ancora si scaglia contro la donna rea di non sottomettersi alla volontà dell’uomo che cova nell’anima la rabbia cieca dell’animale ebbro di sangue.

3 commenti su “Pena infinita”

  1. Si perde pure il conto, l’uccisione di donne da parte di mariti o ex o compagni sta diventando un’emergenza sociale vera e propria che imporrebbe l’intervento risoluto del Governo.
    Invece nessun provvedimento di carattere straordinario viene assunto.
    Si ha un bel denunciare, esecrare, biasimare, questa violenza infame, ma poi non accade nulla.
    Accendi il televisore e nelle notizie che scorrono ti ritrovi un giorno si e uno no, l’uccisione di una donna!
    Hai ragione Mariagrazia, una pena e un dolore infiniti.

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  2. Tante mancate denunce sono forse attribuibili alla paura e non all’amore cieco. Per questo dovrebbero esserci denunce d’ufficio da parte della magistratura se al corrente di percosse o minacce. E punizioni immediate.

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