Un Conte è per sempre

Che sia (Fra’) Tabacci Bruno da Quistello (assieme a Fra’ Casini da Quiresto), l’uomo del Conte?

Lo ha detto l’esponente di Centro Democratico (variante di democrazia cristiana altrettanto perniciosa).

Si è esposto alle brezze gelide di questo gennaio cosi travagliato per il governo, ma lo ha fatto riparandosi il capo con un simil colbacco che lo rendeva irriconoscibile mentre rispondeva alle domande dei giornalisti,: vagamente, cristianamente e laconicamente. Pensava forse  cosi di sembrare “nuovo”? Infatti, non mi meraviglierei se il partito diventasse a breve Nuovo C.D. (tanto per fare una cosa originale). O forse un po’ si vergognava di dare sostanza alle “chiacchiere”?

Ma ora lo ha detto chiaro: lui si tira su le maniche (poco perché fa freddo) per trovare i costruttori, ma ci vuole un governo nuovo, non un nuovo governo. E ha aggiunto che però, rimane Conte, punto cardinale imprescindibile. Insomma un Conte è per sempre.

Se riesce l’operazione,  i grillini si possono dire soddisfatti: hanno fatto terno secco sulla ruota di Roma! Lega, Pd e ora C.D, altrimenti detto DC., invertendo le lettere il prodotto non cambia.

Un risultato eccezionale. Il padre nobile del partito, alias Beppe Grillo, può essere contento. E’ riuscito a passare dal ” mai alleati di questi partiti” con qualche parolaccia di contorno, a “avanti c’è posto per tutti i partiti” e anche per i restati.

Insomma siamo alla resa del Conte, o alla conta della spesa?

Direi, forse la seconda.

Un nuovo governo formato da grillini, piddini, leuini e democristini? Entrerà anche Casini? Faranno dei bambini?… no, questa dimentichiamola era solo per fare la rima. Ma Cesa anche no, è indagato e Di Battista ricorda i valori affondati dei grillini e dice mai con un indagato. Almeno uno che si ricorda di avere dei valori e li ripesca, con la muta da sub perché sono molto in fondo.

Se va in porto l’operazione il governo è a cavallo e Renzi avrà un attacco di bile. Potrebbe consolarsi solo se gli offrissero una conferenza alla Casa Bianca su come si fa a perdere anche l’ultimo residuo di credibilità facendo cadere un governo che dopo due giorni è di nuovo in piedi.

Ma questo è ancora tutto da vedere. Da scrivere e da leggere.

Per ora abbiamo capito solo  che Conte deve  rimanere il nostro punto di riferimento imprescindibile e che forse ce lo ritroveremo premier nella prossima coalizione di governo del centrodestra.

Al peggio non c’è mai fine, quasi come i governi Conte.

 

Voltare pagina

La cerimonia del giuramento di Biden è stata una bella cerimonia. Non era scontato, per niente. Il servizio d’ordine ha lavorato bene? Certo, ma forse non c’è stato da parte di Trump l’ordine di attaccare alle sue “truppe” di sostenitori. Non gli conveniva. Se ne va a Mar al lago e si riposa per un po’, dopo i “perdoni” ai suoi ex collaboratori si è messo la coscienza a posto, si sente più tranquillo e, soprattutto, non ha voluto calcare la mano.
Lo aspetta l’impeachment che gli incombe sulla testa e, questa volta, potrebbe anche andargli male. Quindi, ha preferito ritirarsi in buon ordine.
Si, vabbè, ha lasciato in disordine la Casa Bianca, ma che fa? Era ovvio che dovesse sfogare un po’ di rabbia e quel modo era il più inoffensivo,
Confida lui nel perdono e nel fatto che se la sfanga forse può ritornare a fare politica e ripresentarsi fra 4 anni.
La frase di Friedman su Melania è stata pessima, infelice, come infelice sembrava la coppia mentre lasciava la scena al successore di Trump. Ma non poteva che essere un’uscita triste quella di uno come lui.
E però bisogna riconoscere che non è arrivato al punto di “perdonarsi” da solo , come aveva forse in previsione. Sarebbe stato troppo, forse l’ha convinto Melania o forse un residuato anche se improbabile senso del ridicolo o forse solo opportunismo. Forse, solo questo.
Ma ora, finalmente, dopo quattro anni il mondo può tirare un sospiro di sollievo. Con lui in giro non stava troppo sicuro.

Ora Biden ha promesso di ripristinare l’accordo sul clima e anche tutti gli accordi internazionali che Trump aveva cancellato. Chissà che anche da noi le cose comincino a cambiare? Lentamente ma inesorabilmente mi pare, si stia andando verso un cambio di governo. Più sperabilmente ad elezioni anticipate.

Conte ha fatto tutto il possibile per restare a galla ma ora veramente la scialuppa fa acqua da tutte le parti e non è facile galleggiare cosi. Dovrà prenderne atto e mollare l’osso. Solo che da noi niente è mai facile e in questo momento meno che mai. Ma la speranza è sempre l’ultima morire e io voglio sperare che si vada, finalmente, verso un periodo più sereno, meno complicato da egoismi personali e più orientato verso quello che la politica dovrebbe esprimere sempre: il bene comune. Dovrebbe essere scontato. E invece non lo è. Abbiamo visto solo un gran affastellarsi di opportunismo e egoismo politico e non, e un accaparramento di posti di privilegio e di poteri vari. Mentre il popolo fatica sempre di più.

Spero che come l’America ha voltato pagina, si volti anche da noi, ma non nel modo ipocrita che i politici hanno mostrato finora, ma nel modo che renda davvero giustizia alla frase: voltare pagina significa dare una forma diversa all’esistente ma non in senso negativo ma nel senso di portare concreti cambiamenti in positivo.

Voltiamola una buona volta, ma per davvero, questa pagina e speriamo che non sia una pagina letta fin troppe volte.

 

 

Bye Bye baby

Melania in punta di tacco, Donald in punta di petto, quasi insalutati ospiti,  hanno attraversato il prato della Casa Bianca per salire per l’ultima volta sull’Air Force One. Bye bye Baby.

La faccia triste e  scostante dell’America, date le spalle al mondo, se ne va verso altri lidi.

Zio (Fester) Donald, lascia il posto a brother Joe e sister Kamala. Una bella coppia.

Possiamo fare quanta ironia vogliamo, ma io l’ho trovata una bella cerimonia “all’americana”, con tanto di inni cantati da stars e alla fine una  poesia recitata dall’autrice, una deliziosa ragazza di colore di 22 anni: Amanda Gorman.

Qualche lacrima bagnava le mascherine. C’erano tutti gli ex e le ex, mancava solo lui ma non se n’è sentita affatto la mancanza.

Mike Pence a mano della moglie era stretto nel suo cappotto nero, pallido e visibilmente a disagio. Dimesso. Come è giusto che sia.

Ma ormai al suo posto c’è Kamala Harris, prima donna vice presidente e di colore della storia e con tutta probabilità prossima candidata alla Casa Bianca, sfolgorante in completo azzurro e sorridente sotto la mascherina e anche sopra. Incontenibile la soddisfazione e chiaramente visibile anche sulla faccia seminascosta.

Hanno giurato sulla Holy Bible entrambi, mano alzata e sguardo limpido.

Poi Joe R. Biden ha preso a parlare. Un discorso da presidente il suo ma anche un discorso con l’anima. Il concetto che lo compendia è che gli americani devono ritrovarsi uniti anche nella diversità di idee, è su questo presupposto che si fonda la loro Democrazia.

Che può essere messa a dura prova, avvilita e persino calpestata, ma che poi  rialza sempre la testa. Uniti si vince, ha detto  il 46esimo presidente degli Stati Uniti. Mite, quasi dolce, ma con sguardo fiero e voce ferma. Ed ha aggiunto che è il momento di essere “bold”,( coraggiosi) e lui di coraggio ne deve avere davvero tanto per affrontare una simile sfida.

A tratti Bill Clinton, inquadrato di soppiatto, sonnecchiava accanto alla fiera Rodham Clinton che non faceva una piega.

Nel complesso, pur con un servizio d’ordine imponente, la cerimonia mi è sembrata persino, a tratti quasi familiare, come se si fossero ritrovati un gruppo di compagni dopo tanti anni e tante peripezie. Ma si percepiva anche lo sforzo immenso degli organizzatori e l’ansia per il virus.

Mi ha fatto tenerezza una ragazza del picchetto d’onore con mascherina nera e mano sulla fronte in segno di saluto, mentre accoglieva le personalità giù dalla grande scalinata. Impeccabile e severa, con l’aria di una che fa sul serio, il capo rasato e due bellissimi occhi neri luccicanti su un viso dalla pelle scura, fiera di essere li.

Sullo sfondo la sagoma palladiana di Capitol Hill, da troppo poco profanata e però subito ripristinata e splendente in una giornata di freddo pungente ma chiara e luminosa. Parole, voci, suoni, musica si spandono nell’aria, si stiracchiano e poi si siedono sui gradini  in attesa che qualcuno li chiami a testimoniare.

Un buon inizio, speriamo, la strada è lunga e piena di pericoli ad ogni passo, ma è importante e non solo per l’America che Joe Biden sia davvero il presidente che risana le ferite e ridona ottimismo ad un mondo sempre più lugubre.

Good luck mister President.

 

 

The new dawn blooms as we free it.
For there is always light,
if only we’re brave enough to see it.
If only we’re brave enough to be it.

 

Un alba nuova fiorisce mentre le ridiamo la libertà

perché c’è sempre luce,

solo se siamo abbastanza coraggiosi da vederla.

Solo se siamo abbastanza coraggiosi da interpretarla.

 

Amanda Gorman   The hill we climb

Malinconia

La chiamerei una crisi malinconica. Non so come andrà a finire, ancora non hanno votato i senatori, non so se Conte avrà o non avrà ‘sti benedetti numeri, forse no, forse ci andrà vicino. Ma non importa. La sensazione è che il paese sia sotto una cappa di malinconia che copre tutto. Copre le facce, le cose, le strade, le case. La pandemia ha fatto oltre 80mila  morti. Sembravano già tanti 30mila della prima fase, siamo il paese col più alto numero di vittime per la pandemia in Europa. E purtroppo non è finita.

Ed ora questa crisi di governo innescata da Renzi che ha sentito il bisogno di far finire una “storia” che lui stesso aveva voluto. L’ha detto oggi al senato: le storie finiscono, bisogna prenderne atto. Si tutto finisce. Anche questo governo fallisce come il precedente ed era prevedibile. Ma la cosa che mi fa più malinconia è che gli italiani sembrano “non capire” questa crisi.

Persino Liliana Segre si è presentata in Senato per votare la fiducia a Conte  e mi fa molta malinconia pensare che questa donna cosi intelligente e cosi coraggiosa, con la sua storia alle spalle, non abbia capito che Conte non sta facendo il bene del paese e che in democrazia non si può tenersi un governo solo perché si ha paura di quello che può uscire dalle urne. Paura di quello che gli italiani potrebbero decidere.  L’America si è liberata di Trump, noi possiamo liberarci di Conte?

Se il Presidente Mattarella deciderà di mandarci al voto sarà cosa buona e giusta, faremo come hanno fatto altri e come si deve fare in Democrazia in casi come questo. E poi succeda quel che deve succedere. Ma non possiamo continuare a tenerci questa cappa di malinconia sulla testa. La dobbiamo togliere. Finalmente il paese deve ritornare a vedere il sole.

Conte ce lo sta oscurando. Non possiamo permetterglielo.

Alle setteequaranta

“La politica senza cuore è una disciplina senz’anima”. Con questa frase Conte ha terminato il suo discorso d’insediamento alla Camera dei Deputati, alcuni, invero, un po’ allibiti.

Un uomo tutto d’un pezzo: cuore, anima e frattaglie, spiazzante e allo stesso tempo “di piazza”. Vuole la fiducia, la chiede anzi la pretende. Perché? Ma perché ha tutta una vita (politica) davanti a sé e non ha tempo da perdere, vuole la fiducia qui e ora. Ha un sacco di progetti e li ha elencati, ne ha di più di quanti se ne possano mettere, in mano sua il paese risorgerà più bello e più splendente che pria.

Viene quasi voglia di credergli. Sta li coi fogli in mano e la mascherina in faccia, ligio al suo Dpcm  Conte. Ha esaurito presto la materia crisi di governo facendo l’elenco delle cose ben fatte e di come ha salvato il paese dall’ Apocalipse now.

E ora si aspetta riconoscimenti altro che crisi! E fa un lungo ed estenuante elenco di cose da fare da qui all’eternità.

Lui è li, ha i numeri e se non sono proprio pieni li trova a costo di mettersi in ginocchio da Mastella o chi per esso, lui o lei, per lui pari sono. “Venghino signori, questo è il circo Conte e io sono il meglio che c’è sulla piazza, non avrete altro premier al di fuori di me”.

Gli ho scorto a tratti un’aureola che andava e veniva da sopra il suo capo. Che sia anche lui unto?

Beh, lo scalpo non sembrava proprio fresco di shampoo, ma non ha avuto tempo, ha dovuto ripassare il discorso.

Con Rocco, tutta notte, limando qui e là, enfatizzando la gloria e il successo del suo governo e guardando avanti, molto avanti. Senza timidezza, sicuro di sé, pieno di boria volontà e con una subdola arroganza mascherata da gentilismo.

A casa, presidente Conte, a casa. Lei non è più gradito a molti, lasci la presa, molli, stacchi la spina del rasoio elettrico, come devo dirlo?

Faccia le valigie e con calma si porti via tutto quello che potrebbe farci venire in mente che lei è stato presidente del consiglio.

Alle setteequaranta c’è un treno che parte per Yuma  (Volturara Appula) dove ha una bella seconda casa, si riposi. Lo prenda è un consiglio, presidente, potrebbe non ripassare. E’ pronta una bella terna: Cartabia, Fornero, Bellanova…lei vuole dare pari opportunità alle donne, cominci lei.

Pantalone

Beh, oggi è domenica, la politica ha un po’ stufato anche me. Non sappiamo bene quale sarà il nostro destino, ma in fondo, che importa? Siamo vivi? Bene, viviamo e soprattutto non rompiamo!

Popolo sovrano, che palle (francesismo NdR), hai stufato!

Prenditi un po’ di vacanza, vai in ferie in terrazza se ce l’hai, altrimenti vai pure nella seconda casa, sempre se ce l’hai. E se non ce l’hai? Ciccia. Spasseggiatela intorno a casina tua unica e sola ma tanto carina.

Cosa dici? Che non ci stai? Che sei stanco, che non ne puoi più di questa banda che ci comanda?

Hai ragione è una brutta banda. Ma guarda che anche tu, qui e li, qualche difettuccio ce l’hai eh? Sempre a chiedere di avere diritti e soldi e scarpe destre e borse e maglioni a girocollo per l’inverno. E bonus di qui e bonus di li…per la casa, per la spesa, per  la chiesa, per la suocera e la nuora, il bambino, il lavandino, per l’occhiale e il davanzale…insomma anche tu sei esoso sai!

Governo povero, c’ha i miliardi nel cassetto da mesi e non sa come spenderli! Ma per forza è tutta colpa del popolo che non smette mai di fare richieste esose. I Veneti vogliono l’autonomia fiscale, i sardi, l’autonomia verbale, i liguri, l’autonomia stradale e i siciliani…i siciliani che vogliono? Che possono volere che già ce l’hanno l’autonomia? Ah, si ecco vogliono l’impossibile e pur l’inarrivabile, vogliono che di colpo un mago detto fatto, gli faccia comparir il ponte sullo stretto! Ma se lo stretto è stretto, basta un ponte di barche e il gioco è bello e fatto.

Insomma, la banda che ci governa è brutta ma pure noi, proprio tanto tanto belli non siamo. Guardiamoci allo specchio ogni tanto!

E sempre a lamentarci! Anche se abbiamo pane vogliamo le brioches. E poi che cosa ancora? Ah si vogliamo sempre di più, niente ci basta mai.

Conte era bravo, era ben pettinato, sorriso un po’ smagliato ma sempre delicato.  Ed ora, per pochi traditori dobbiam vederlo fuori?

Basta, mi son stufata, sapete che vi dico? Per me si possono mangiare tutta la marmellata tanto a pagare, conosco la canzone, chi ne farà le spese? Beh, chi se non Pantalone?

 

Comparsa

Non siamo alla presa della Bastiglia, ma alla presa per i fondelli.

Troppi, tanti sono quelli a cui piace prendere per i fondelli, ma anche esserne presi. Si scatena un putiferio perché Renzi, il paria Renzi, osa alzare la voce? Si, si scatena un putiferio e tutti gli danno addosso a più non posso. Lo avevano capito tutti che era un bluff, un fluff, un fuff, fin dall’inizio e magari sono proprio quelli che si sono intascati gli 80 famosi euro che altro non sono che il RdC dei grillini in forma diversa.

L’ho preso anch’io per i fondelli Renzi e parecchio. Ma l’ho fatto sempre perché non mi piaceva quello che faceva e di conseguenza non mi piaceva lui. Ma senza pregiudizi. E non ho preso gli 80 euro.

Mi piace contestare i politici quando penso che non facciano bene ma ci prendano per i fondelli. Lui lo ha fatto e tanto. Ora è di nuovo sulla scena per aver contestato il “suo” governo.

Una mossa decisamente ardita ma che potrebbe rivelarsi un bene. Forse. Dico forse, perché certo non auspico un governo Conte Scilipoti. Ma non per Scilipoti (che non so manco chi è se non per grandi linee)  ma perché non mi piace Conte, ma non lui di cui non m’importa nulla, o il minimo sindacale,  ma quello che sta facendo al governo la sua “non politica”, insomma. E penso che ci prenda per i fondelli.

E neppure mi piacerebbe il governo Conte Razzi, ma non perché non mi piace Razzi che anzi, Crozza ha reso simpatico o anche molto simpatico ma perché a me non piace essere presa in giro, almeno non cosi tanto, c’è un limite a tutto. E che caspita!

A me non piace che mi prendano in giro ma so che si corre sempre il rischio e in fondo basta infischiarsene.

Ma ora, dopo un anno di pandemia la politica dovrebbe essere diventata una cosa seria e questa non lo è. Per niente.

E’ una burla continuata, una presa per i fondelli di dimensioni gigantesche.

Renzi in fondo, in questa sceneggiata e solo una comparsa.

 

Cosa ci resta?

Le castronerie dei politici italiani, messe insieme formano una lunga autostrada che non arriva da nessuna parte. Quella dei Cinquestelle ( e dei governi Conte uno e due) però ha una corsia preferenziale e le batte tutte.

Quello che rattrista, almeno me, di più è che molti italiani si fermano in superfice (troppo difficile ragionarci su) e fanno il gioco di gente che di fiducia ne merita veramente poca, per non dire nulla.
Insomma ormai il grido di “O Conte o morte” ridicolizza un momento che richiederebbe serietà, Ma che serietà?

Mi ricorda una vecchia canzone di Celentano: “…e le persone serie, le han spedite in ferie”…”Mondo in mi settima”.

Magari fossero solo andate in ferie, qui ormai sono tutte in aspettativa lunga e le nostre aspettative ormai si riducono a girare il coltello nella solita piaga: ” Ma dov’è l’alternativa”?
Renzi ne ha fatte anche lui di castronerie e questo governo era l’ultima di una lunga serie- Ma c’è chi ne fa e ne ha fatte anche di più ed è una lotta che “bella” non si può proprio definire, ma direi piuttosto disgustosa, soprattutto in questo momento.
Conte? “Ancora tu”?  Lo vedremo in Parlamento a ripetere la scena dell’orazione contro Salvini questa volta contro Renzi?
Ah l’amicizia…”Questo strano sentimento che”…(altra canzone vecchia ma molto attuale).

Insomma, il primo Conte è nato sul programma e l’alleanza bislacca con Salvini e la Lega, il secondo Conte è nato con l’alleanza ancora più bislacca con Renzi e il PD…e qui mi verrebbe in mente “L’appuntamento” di Vanoni…”ho sbagliato tante volte sai, che lo so già, che ora quasi certamente, sto sbagliando su di teeee”…

E il terzo, se nasce su che cosa nasce? Sulle macerie dei grillini? Sui cambi di casacca dagli stessi tanto vituperati? Su qualche transfugo dell’ultima ora che decide che “Ora o mai più”? La notte è arrivata alla fine”? Tipo, Tabacci Bruno di Centro democratico? Un politico coi controfiocchi che ai grillini in questo momento calza a pennello: li rappresenta al meglio, grillini tabacciani dentro, al centro, nel cor. (E anche tanto Casini…sti).

E gli italiani che fanno? Sembra che non capiscano la crisi, che non capiscano Renzi, che non capiscano perché proprio ora che ci sarebbe bisogno di “Unità”. Insomma sembra che gli italiani non capiscano…niente.

Bella opinione che hanno di noi i sondaggisti. Non capiamo. Ma che c’è da capire?

A me pare tutto molto chiaro…ci stanno rifilando la solita vecchia suola rattoppata e l’Italia è sull’orlo di una crisi di nervi.

Lasciateci almeno cantare qualche evergreen, ormai che cosa ci resta?

 

Ciao Bello

Conte in piedi sulle barricate, col coltello tra i denti, la bandana in testa. Zingaretti vestito da Gran Mogol con la scimitarra, DiMaio e Di Grillo con la scopa in mano per tentare di cacciare il nemico e qualche secchio di olio bollente mentre salgono sul balcone di Palazzo Chigi dalla scala antincendio al grido: O Conte o morte!
Renzi vestito da rivoluzionario con i capelli al vento e la barba lunga due millimetri, assieme a Bellanova, Bonetti e Maria E,Boschi che intonando “Bello ciao”, marciano compatti verso Il Quirinale per tirare per il giacchetto il Presidente Mattarella perché convinca quei facinorosi che il governo è caduto e la trippa è finita.
Una scena allucinante, si sta consumando a Roma, una scena da 8 e mezzo di fuoco con i baristi che inseguono scalmanati la folla per vendergli un caffè da asporto, forse l’ultimo della loro carriera.
Speranza mascherato, armato fino ai denti di siringa, vuole vaccinare tutti, Arcuri gli corre dietro gridando che è quella sbagliata.
Sull’altro fronte Salvini e Meloni ridono a crepapanza e col piumino e igienizzanti marciano verso il palazzo per bonificarlo…
In fondo alla scena, Casalino, da solo, con la valigia in mano che grida: Conteee, dai, andiamo su che l’auto blu non aspetta, non vedi laggiù i talebani di Renzi? E datti ‘na smossa una volta tanto.

Ci sarà la rivoluzione?

Le malebolge

Qui non c’entra né la simpatia né l’ideologia. Ognuno può pensarla come vuole; Renzi non è mai e dico mai stato simpatico neppure a me (forse a qualcuno si a me no di certo), però è innegabile che rendersi conto dello sfacelo nel quale versa il paese (anche grazie a lui) e dichiararlo, fini o grossi a parte: è una cosa positiva. Finalmente una cosa positiva ed ha avuto ripercussioni positive anche sulla bozza del Recovery plan (attenzione perché questi fanno tante bozze che poi non è detto che diventino legge).

Ma che Renzi lo abbia fatto un po’ per celia  e un po’ per non sparire, ci sta. Ora il rischio che corre lui e tutti e che il potere si coalizzi, come sta facendo intorno alla figura “serena ed equilibrata” del premier (o Conte o morte è già diventato uno slogan, prima di scriverlo non l’avevo ancora sentito, però…) e si inventi di tutto per rimanere li. Stato di emergenza ed emergenza di stato tutto si fa per salvarsi il…potere.

E sentire Grillo, Beppe Grillo (lo ripeto con enfasi) dire che fa appello all’unità di tutti i partiti, cioè, fa appello al massimo guazzabuglio possibile tra amici/nemici , gente ce si sputerebbe volentieri nell’occhio aprendolo preventivamente, fa …che cosa fa? Ma lo sapete che faccio fatica a scriverlo?…ma si va…pena? NO, fa proprio schifo, eddai…

Ora che sta al potere comodamente dietro alle grosse spalle larghe dell’avvocato governerebbe anche con il Principe degli Inferi pur di rimanere li.. Pur di tenere ben saldo il potere.

Ah, i Cinquestelle, in che girone dantesco potremmo metterli?

Ah si, ecco, qui, mi sembra che ci stiano perfetti:

 

Luogo è in inferno detto Malebolge,
tutto di pietra di color ferrigno,
come la cerchia che dintorno il volge.3

Nel dritto mezzo del campo maligno
vaneggia un pozzo assai largo e profondo,
di cui suo loco dicerò l’ordigno.6

Quel cinghio che rimane adunque è tondo
tra ’l pozzo e ’l piè de l’alta ripa dura,
e ha distinto in dieci valli il fondo.9

Quale, dove per guardia de le mura
più e più fossi cingon li castelli,
la parte dove son rende figura,12

tale imagine quivi facean quelli;
e come a tai fortezze da’ lor sogli
a la ripa di fuor son ponticelli,15

così da imo de la roccia scogli
movien che ricidien li argini e ’ fossi
infino al pozzo che i tronca e raccogli.18

In questo luogo, de la schiena scossi
di Gerïon, trovammoci; e ’l poeta
tenne a sinistra, e io dietro mi mossi.21

A la man destra vidi nova pieta,
novo tormento e novi frustatori,
di che la prima bolgia era repleta.24

Nel fondo erano ignudi i peccatori;
dal mezzo in qua ci venien verso ’l volto,
di là con noi, ma con passi maggiori,27

come i Roman per l’essercito molto,
l’anno del giubileo, su per lo ponte
hanno a passar la gente modo colto,30

che da l’un lato tutti hanno la fronte
verso ’l castello e vanno a Santo Pietro,
da l’altra sponda vanno verso ’l monte.33

Di qua, di là, su per lo sasso tetro
vidi demon cornuti con gran ferze,
che li battien crudelmente di retro.36

Ahi come facean lor levar le berze
a le prime percosse! già nessuno
le seconde aspettava né le terze.39

Mentr’io andava, li occhi miei in uno
furo scontrati; e io sì tosto dissi:
“Già di veder costui non son digiuno”.42

Per ch’ïo a figurarlo i piedi affissi;
e ’l dolce duca meco si ristette,
e assentio ch’alquanto in dietro gissi.45

E quel frustato celar si credette
bassando ’l viso; ma poco li valse,
ch’io dissi: “O tu che l’occhio a terra gette,48

se le fazion che porti non son false,
Venedico se’ tu Caccianemico.
Ma che ti mena a sì pungenti salse?”.51

Ed elli a me: “Mal volontier lo dico;
ma sforzami la tua chiara favella,
che mi fa sovvenir del mondo antico.54

I’ fui colui che la Ghisolabella
condussi a far la voglia del marchese,
come che suoni la sconcia novella.57

E non pur io qui piango bolognese;
anzi n’è questo loco tanto pieno,
che tante lingue non son ora apprese60

a dicer ’sipa’ tra Sàvena e Reno;
e se di ciò vuoi fede o testimonio,
rècati a mente il nostro avaro seno”…….

 

Per dire…ma se qualcuno ha un luogo “migliore si accettano suggerimenti. E aggiungo, che tanti italiani, non certo tutti ma tanti, si meritano questo spettacolo: una delle pagine più indecenti della storia della Repubblica.