Sparisci!

Basta non fare niente e fra dieci giorni (10) questo maledetto 2020 se ne va, se ne va, capito? Fa le valige, non lo incontreremo mai più. Anno bisesto anno più che mai funesto…ma un momento, non è ancora andato, meglio che parli sottovoce, potrebbe anche sentirmi e arrabbiarsi…ma che gli resta ormai, se non un pugno di giorni?
Basta, vattene, non ne possiamo più, sei stato un incubo ventiventi dal quale vorremmo risvegliarci ogni minuto e invece dobbiamo ancora aspettare qualche giorno e in mezzo c’è Natale…ma che fa? Io niente di niente, me ne sto coricata lunga sul divano e leggo. Mi sono fatta arrivare un bel malloppo di libri e sono li, sul tavolo che mi aspettano profumati ed invitanti.
E intanto spero che l’anno passi e passi davvero e che quello che sta arrivando non gli somigli neanche un po’ ma sia una ventata di gioia, di allegria e che finalmente gli ospedali si svuotino e che la gente riprenda a vivere senza l’ansia di ammalarsi, senza toccarsi la fronte ogni mattina.
E senza, soprattutto notizie da film horror come quelle che leggiamo ogni giorno e questo anno orribile cosi, orribile che neppure San Gennaro ha sciolto il sangue nella teca, arrabbiato infuriato come deve essere per la cattiveria degli uomini, se ne sparisca dalla vista per sempre.

4 commenti su “Sparisci!”

  1. Prossimamente su questi schermi:” La variante inglese” con Boris Johnson nella parte del dottor Stranodore con la puzza sotto al naso e la classica capigliatura da mocio stinto, scena cult, lui che disinfetta i pavimenti a Downing street con lo scotch, ma non quello che attacca ma quello che si beve, soprattutto in Scozia.

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  2. Uno “Sparisci” più che condivisibile , Mariagrazia.
    Uno “Sparisci” sacrosanto, doveroso, perentorio e perfino scorticante.
    Del 2020 , in effetti, serberò un ricordo simile al primo cucchiaione di olio di fegato di merluzzo che mia nonna Anna, generalessa di ferro, decise di propinarmi per un anno intero, considerata la mia detestabile e inestetica gracilità.
    Da ultimo, vorrei lanciare una infuocata invettiva nei confronti degli estensori di oroscopi vari e avariabili , considerata la non quantificabile quantità di svarioni.
    Non credo nelle congiunzioni astrali e nelle varie panzane previsionali.
    Detto ciò, il mio 2020 avrebbe dovuto condensare un inesausto corollario di successi : inopinati incontri amorosi , rivoli di denaro dalla attività professionale , una salute fisica da mitico superuomo , nuove corroboranti e formative amicizie, uno stillicidio di viaggi esotici, sconvolgenti botte di fortuna e scoppiettanti arrampicate sull’albero della cuccagna.
    Mi è rimasto, in sintesi, l’incubo del Covid ,dentro una Caporetto di bollettini incerottati.
    Verificata scrupolosamente la demenziale enunciazione delle divinazioni , tutto, dico tutto, si è ritradotto nella contrarietà dell’incontrario.
    Puah, pussa via 2020!
    Il punto è che faccio una certa fatica a ipotizzare un 2021 riparatore e ricco di virtuose compensazioni.
    Allora evito di ipotizzare , limitandomi agli scongiuri di rito.
    Effettuati con le consuete modalità, un pò particolari e un pò testicolari.

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    e fa bene, non si sa mai. Anche mia nonna, anche lei Anna, aveva questa “bella” abitudine e non mancava di farmi ingollare cucchiaioni di quel liquido maleodorante e non solo merluzzo ma anche ricino, peggio del primo, ma devo dire che, tutto sommato non mi posso lamentare, mi hanno fatto crescere non dico quanto ma un bella cifra.
    In quanto agli astrologi…beh, poveracci, sono anche loro nella mischia e forse non avranno “ristori” ma se ne staranno buoni e zitti sperando che il mondo non gli si rivolti contro in una class action collettiva…potrebbero dire che loro non hanno colpa che l’evento era imprevedibile…e via cosi, però mentirebbero perché se sono o erano ben informati il 2020 oltre che (pussa via) bisesto, vede una straordinaria congiunzione planetaria tra Saturno e Plutone…(mamma mia) però mitigata da Giove:
    https://www.unadonna.it/oroscopo/la-congiunzione-marte-giove-saturno-plutone-che-cosa-succedera/1572855/

    da prendere sempre con le doppie pinze, naturalmente.
    E comunque se ne va…se ne va e poi non possiamo che sperare che il prossimo sia migliore. Che altro possiamo fare?

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  3. “Sparisci”.
    Prendo spunto da questa parola per unirmi allo scontento di tutti per quest’anno che se ne va in silenzio e ci lascia cogli stessi guai che ci ha portato, se non maggiori -morte, sofferenza e la rapina del nostro tempo, un furto tanto maggiore quanto maggiore è la nostra età.
    Nella ripetitività di atti non compiuti, nel rtmo soffocato della vita, il tempo psicologico ci ha svuotato del tempo reale, del fluire degli avvenimenti, laciando visibili, come un fiume in secca, solo le scorie della nostra vita.
    Ma non avrai la memoria dei fatti memorabili, presto ti dimentichremo, per i piu sfortunati sarà l’oblio della morte, per gli altri l’assuefazione, poi quando calerà il sipario su questa dramma, subentrerà la naturale dimenticanza perfino dei fatti tragici, anche di te resterà solo l’arida traccia della cronologia storica, mentre la vita riprenderà a scorrere.

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    si e domani è la festa della Natività, simbologia cristiana ma anche festa per certi aspetti “pagana” dai molti significati:
    Tratto dal sito del Vaticano:
    “È una festa gioiosa, quella del Natale, non solo perché celebra la nascita di un bambino, ma perché celebra la venuta di un mediatore tra Dio e l’umanità: Gesù, infatti, con le sue nature sia umana che divina, è un ponte tra il cielo e la Terra e lo strumento – attraverso il proprio sacrificio – della redenzione dell’uomo. Sono diverse, nella storia, le interpretazioni che sono state date del Natale da un punto di vista teologico, ma la principale lettura che passa attraverso la lente d’ingrandimento della fede, è che questo celebra il massimo dono possibile che Dio fa all’uomo. Con la nascita terrena, Cristo si fa simile ad Adamo, cioè partecipa pienamente alla natura umana per poterla ricongiungere con quella divina. È proprio attraverso il passaggio di Gesù nel ventre di Maria che l’umanità, infine, viene salvata e santificata: questo parallelismo tra la prima e la nuova creazione è particolarmente esaltato nella tradizione bizantina”.

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