Quest’anno strano, le stagioni passano, manco ce ne accorgiamo, siamo solo presi dalle notizie che ci atterriscono e facciamo fatica a vedere oltre.
Eppure Novembre è un mese speciale, con le sue feste liete o tristi e con l’Estate breve di San Martino sul suo cavallo e col suo manto.
Passeggio la mattina come sempre e mi sorprende sempre il mutare delle stagioni anche quest’anno. Forse quest’anno ancora di più.
Mi solleva l’anima camminare vicino agli spiazzi erbosi, i pochi rimasti ma ancora verde brillante del colore dell’erba rasata e il contrasto che fa l’azzurro del cielo col giallo rosso arancio delle foglie degli alberi. Sempre più nudi, Si preparano alle sferzate della tramontana che non mancherà di arrivare, come ogni anno, puntuale da nord. E li scoprirà del tutto rivelando la loro nuda bellezza.
Sono belli anche spogli gli alberi, sarà perché li amo in modo incondizionato ma li trovo belli sempre. Tutti gli alberi dal maestoso noce all’ultimo arbusto di pungitopo con le sue bacche rosse.
Una lunga fila di carpini maestosi costeggia la via che porta verso casa. Li osservo in questi giorni: hanno una chioma immensa che ormai arriva quasi a coprire la strada e da qualche giorno sono diventati gialli e le foglie ricoprono buona parte del terreno sottostante.
Ma sono sempre li. Ogni giorno li saluto, quasi uno per uno. Direte che sono un po’ matta, si forse, ma sono degli amici speciali, non mi chiedono mai niente, sanno solo dare felicità, emozione, e gioia.
Questo anno strano sta per finire. Ci avviciniamo al 2021, il bisesto 2020 presto ci lascerà, ma non lo scorderemo facilmente, rimarrà impresso nella storia del mondo come uno degli anni più funesti che si ricordino.
Ancora un po’ di pazienza e poi forse, gli alberi nudi si vestiranno di galaverna o di brina o di neve. Che meraviglia, già mi pregusto la scena.
Basta aspettare e la neve arriva, quasi sempre.
Qui niente neve… per trovarla bisogna andare sull’Etna nei mesi invernali.
In compenso c’è il cielo terso, azzurro e luminoso, pervaso e riscaldato dal sole splendente come mai.
Poi c’è il mare vasto e profondo, sempre diverso nei colori e nel suo moto continuo, e Il suo confine di roccia bruna, dove attecchisce la macchia mediterranea.
Tu con i tuoi alberi maestosi, il tappeto di foglie rosso giallastro, il vento di tramontana e la neve, io col sole, il cielo e il mare, che vogliamo di più?
Il virus è già sconfitto.
l sole tiepido di novembre riscalda ancora la terra
risvegliando piccoli fiori di campo semi addormentati
con i loro colori tenui del giallo,bianco,violetto
spuntano timidamente dalla coperta dorata di foglie autunnali
un manto che come un caldo mantello leggero e gentile dona conforto.
Compare ancora qualche ape dall’aria sperduta abbracciata al giallo nettare
per un ultimo viaggio.
Tra gli alberi quasi ormai del tutto spogli risalta con il suo carico di frutti arancio
il melo d’Oriente che con i suoi rami sinuosi si inchina alla terra porgendo il suo
dolce e prezioso dono.
L’ultima breve e mite estate di un tempo che si avverte sospeso come nel mondo
incantato delle favole ….
Risposta
molto bella questa poesia Carmela, complimenti.
Giallo è il colore di questa stagione
giallo è il Veneto, l’Emilia arancione,
Trump ha tinto di giallo il capello
non vuole mollare il ricco sgabello,
noi guardiam fuori dai vetri appannati
mentre scorrono i dati dei nuovi infettati
il vaccino sarebbe qualcosa di buono
aspettando che Santa ce lo porti in dono.
Risposta
La rima è azzeccata
il discorso fila
l’Italia a colori é
men che giuliva.
Speriam che il Natale
ci porti la cura
con scienza e coscienza e
molta pazienza il virus
alfin faccia meno paura.
Benvenuto Mauro nel nostro piccolo Poet’s corner (si fa per dir, vero…)