Cosa si può dire di Gigi Proietti che non abbia già detto lui stesso di sé nella sua lunghissima carriera?
Che parole usare per esprimere il dispiacere di aver perso un attore e un uomo come lui?
Difficile trovarne di adeguate, sembrano tutte troppo povere.
Resta solo una grande tristezza nel renderci conto che anche persone del suo fascino e del suo carisma muoiono.
Ho faticato a scrivere la parola “muoiono”, l’ho corretta più volte perché il correttore automatico segnava rosso.
Segno che non avrei voluto scriverla. E però alla fine ce l’ho fatta.
E ora non resta che arrendersi all’evidenza. Abbiamo conosciuto l’allegria che Proietti ci ha regalato a piene mani in tanti anni ed ora conosciamo la tristezza che ci prende alla gola nel sapere che non c’è più.
Ma io ancora faccio fatica a crederci.
Lo vedo nei panni del cantante da night, mentre, con la sigaretta tra le dita si prepara a cantare il pezzo più esilarante della sua collezione e imposta la faccia “piacionica” e con quell’accento franco- romanesco intona:
“Nu me romp er cà”.
Forse non sarà la sua macchietta più riuscita, ne abbiamo a centinaia da guardare per ricordarlo, ma quella a me ha fatto sempre piangere dal gran ridere.
E voglio ricordarlo cosi, bello e simpatico e anche un po’ para…mentre si immedesima nella parte e fatica a non scoppiare a ridere della sua stessa comicità:
Te ne sei andato nel giorno più triste dell’anno, il giorno dei morti. Il 2novembre era però anche il giorno del tuo compleanno e allora hai pensato : Ahoo mo’ che si fa si piagne? No non ci sto’ me ne vo’ a festeggiare con San Pietro e magari invito pure quel diavolaccio che stai giù all’ inferno così per riscaldare l’ambiente. Un brindisi, una stretta di mano e poi me ne vo’ al posto mio al Piccolo Teatro del Paradiso dove mettere in scena le Opere mie a porte aperte per far entrar chi volesse, c’è posto per tutti pure per il Covid tanto a noi che ce frega….. Ecco voglio ricordarlo così con la sua simpatia e ironia contagiosa. Ciao Gigi.
Risposta
Bello, Carmela, bello e simpatico questo tuo pensiero. Sono sicura che l’apprezzerebbe.
A me piace ricordarlo così: “Nun je da’ retta Roma…”
“Cavalier Cavaradossi, l’aria è finita”
Risposta
un capolavoro. come direbbe Gigì, ma che stamo a scherzà?
Gigi Proietti è stato un genio dello spettacolo, ma un genio un po’ atipico.
Era molto eclettico, capace di recitare, di fare le imitazioni, di cantare, di scrivere pezzi teatrali, poesie e filastrocche, di fare il regista, l’insegnante di recitazione, l’organizzatore e tante altre cose.
E’ stato anche, come Dario Fo, un attore del genere della commedia dell’arte, capace di improvvisare e di arricchire e personalizzare i testi.
Mentre era eccezionalmente bravo in teatro e in tutti i casi in cui interagiva col pubblico, come attore tradizionale diretto da altri ha fatto anche film deludenti.
Ricordo un filmetto giovanile in cui era protagonista, “Bisogna fare bene l’amore”, una specie di farsa sul problema delle fonti di energia, che non mi piacque per niente, e non a caso non se lo ricorda nessuno. Forse il regista non era bravo e forse lui non rendeva bene se lo dirigevano altri.
Memorabile invece la particina del peccatore penitente in “L’armata Brancaleone”.
Il suo problema come attore tradizionale di cinema è che tendeva sempre ad essere lui piuttosto che il suo personaggio, e a trasformare il personaggio in una macchietta. Godibile e divertente, ma macchietta.
Unica eccezione, per quel che ho visto io, la serie del Maresciallo Rocca, dove invece si calò nel personaggio fino a diventare più carabiniere dei carabinieri, ed assolutamente credibile.
Il film su Sal Filippo Neri, che hanno trasmesso in TV per commemorarlo, secondo me non è stato una delle sue interpretazini migliori, anche se è significativo perché è stata una delle ultime cose che ha fatto.
Era significativo anche perché Filipo Neri è ricordato come il santo più dotato di senso dell’umorismo, e di quell’umanità intelligente e benevolmente ironica che caratterizzava Gigi Proietti.
Inoltre, Filippo Neri morì per una crisi cardiaca a quasi 80 anni, poco prima del suo compleanno.
A parte questo, l’interpretazione di questo film mi è sembrata un tantino formale e scontata. Per apprezzare al meglio Gigi Proietti bisognava lasciargli mano libera.
Come attore di cinema in senso stretto gli preferivo Sordi, Gassmann, Manfredi …
Ma lui era un’altra cosa.
Era un genio.
Risposta
si, sono d’accordo Gigi Proietti era un genio. Ma devo precisare che il film dove interpretava il penitente Pattume, non era L’Armata Brancaleone ma Brancaleone alle crociate.
E sono d’accordo anche con la sua analisi e sul Maresciallo Rocca, era davvero un carabiniere e credo che sarà ricordato, forse soprattutto per questa memorabile serie televisiva.
Anche se, ultimamente ne aveva interpretata una (non ricordo il titolo) dove faceva il giornalista detective ed era molto credibile anche in questa.
A proposito di Sordi citato da Luigi Lenzini, mi piace ricordare questo sonetto che Gigi Proietti gli aveva dedicato in occasione del suo funerale:
Io so’ sicuro che nun sei arrivato
ancora da San Pietro in ginocchione,
a mezza strada te sarai fermato
a guarda’ sta fiumana de persone.
Te rendi conto sì ch’hai combinato,
questo è amore sincero, è commozione,
rimprovero perché te ne sei annato,
rispetto vero tutto pe’ Albertone.
Starai dicenno: ma che state a fa’,
ve vedo tutti tristi nel dolore
e c’hai ragione, tutta la città
sbrilluccica de lacrime e ricordi
‘che tu non sei sortanto un granne attore,
tu sei tanto di più, sei Alberto Sordi”.
Me lo ricordo quel giorno e quando l’ha recitato. Ora qualcuno ha scritto che Roma “sbrilluccica de lacrime e ricordi” per lui. E io credo non solo Roma.