Ho appena letto la notizia che questa notte Jole Santelli è morta.
La presidente della regione Calabria appena eletta, la prima donna a ricoprire un ruolo cosi importante ed anche ingombrante in Calabria, se n’è andata, come si dice spesso, in punta di piedi. Era da tempo malata di cancro ma non ne aveva fatta la minima pubblicità
Questa bella donna del sud mi è stata subito simpatica, vuoi perché determinata e coraggiosa, vuoi forse perché aveva un piglio molto deciso e si era opposta alle chiusure indiscriminate del governo alla sua regione quando i contagi erano quasi inesistenti.
Decisamente una donna, una persona coraggiosa che sapeva far fronte alla sua malattia e nel contempo pensare agli altri.
Militava da tempo in Forza Italia e, anche se sono lontana da questa formazione politica, riconosco in pieno il valore di questa donna combattiva e tenace nel “servire” la propria terra e nella lotta contro la criminalità e nell’intento deciso e più volte proclamato di combatterla fino alla fine.
Nella sua lettera agli studenti per l’inizio del nuovo anno scolastico aveva scritto parole toccanti, aveva esortato gli studenti calabresi a vivere questo momento con gioia ma anche nel rispetto più assoluto delle regole anti-Covid ed aveva terminato incoraggiando gli studenti a credere nel futuro.
Quando Berlusconi le chiese di candidarsi lei aveva tentennato, non sapeva quanto futuro l’aspettasse e aveva chiesto al suo oncologo se poteva assumersi una tale responsabilità e lui l’aveva incoraggiata aggiungendo che sperava di essere uno dei suoi consulenti.
Anche per questo Jole Santelli era senza dubbio una donna che va ricordata soprattutto per il suo coraggio.
Dote che hanno in abbondanza le donne che sanno che non si ottiene nulla senza rischiare, lottare e soffrire ma che , se ne vale la pena, nessuno sforzo è abbastanza grande e Jole ha saputo dare testimonianza che il coraggio delle donne spesso va oltre il sacrificio di se stesse.
Concordo sull’apprezzamento per l’impegno e per lo stile di Jole Santelli.
Mi pare però che questa considerazione “dote che hanno in abbondanza le donne che sanno che non si ottiene nulla senza rischiare, lottare e soffrire ma che , se ne vale la pena, nessuno sforzo è abbastanza grande” sia maschilista.
Perché mai ci teniamo a sottolineare questa realtà? E’ ancora qualcosa che ci sorprende?
E’ una dote che hanno molti uomini. Non vedo perché non la dovrebbero avere anche le donne.
Risposta
Eh già, lei non vede perché… Perché si!
Maschilista è una “qualità” che non mi appartiene, anche no, Lenzini, si moderi nei complimenti.
Riconoscere il valore delle donne che sanno rischiare, lottare e soffrire, sarebbe maschilista? Ma che c’entra? Semmai sarebbe un eccesso di valutazione delle doti femminili, ma non lo è affatto.
Comunque, a parte l’osservazione impropria, mi unisco al dispiacere per la perdita di Jole Santelli, del cui male non si sapeva nulla, il cui ruolo difficile di Presidente della regione calabra è stato degnamente ricoperto.
Ripeto la mia osservazione nella speranza di essere capito.
Se siamo veramente convinti – ma tanti sedicenti femministi non lo sono – che le donne sono pari agli uomini, non vedo che bisogno ci sia di riconoscerlo e sottolinearlo.
Sarebbe come sottolineare che esistono donne intelligenti. Ovvio che esistono. Perché non dovrebbero esistere?
La sottolineatura ha senso quando stiamo parlando di caratteristiche che le donne possiedono notoriamente in misura minore.
Per esempio, dire che le donne nel nuoto fanno tempi vicini a quelli degli uomini.
Questa sì che sarebbe una prestazione da sottolineare, visto che partono fisicamente svantaggiate!
E’ più chiaro così?
Risposta
In che senso “partono fisicamente svantaggiate”? Santa Patata, Lenzini, lei sembra non conoscere il fenomeno del “maschilismo” è brutto sa? Le posso assicurare che non me lo invento, può trovare testimonianze ovunque. Le donne potrebbero non essere “pari” ma persino superiori all’uomo.
Ma, di grazia e anche e soprattutto di Giustizia, chi lo riconosce e smette di discriminarle, sfruttarle, persino schiavizzarle in certi casi che a lei non saranno noti ma esistono se ci pensa bene. E’ un fenomeno che viene da lontano ma che sta sempre più rialzando la testa. Ma per gli uomini non è un problema per questo la maggior parte (lei compreso) non se ne accorge.
x Sra Gazzato / Alessandro : A voi che siete persone equilibrate e di buon senso , vorrei porre la seguente domanda: affermare che una squadra di rugby femminile sarebbe svantaggiata qualora dovesse scontrarsi con gli All Black, ha un senso compiuto oppure é l’insultante affermazione di un maschilista fallocratico ? Vi sono grato per i vostri commenti
Risposta
Bianchi, non sapevo neppure che esistesse una squadra di rugby femminile invece non solo esiste ma gioca tra poco, ecco qui:
“La Nazionale Italiana Femminile affronterà l’Irlanda domenica 25 ottobre alle 13 locali (14 italiane) a Dublino con direzione di gara affidata a Hollie Davidson. Secondo match per la squadra guidata da Andrea Di Giandomenico in calendario allo Stadio Lanfranchi di Parma domenica 1 novembre alle 18 italiane: la partita sarà arbitrata da Aurelie Groizeleau.
Il terzo match da recuperare per le Azzurre nel Women’s Six Nations 2020 – in programma sempre allo Stadio Lanfranchi di Parma domenica 6 dicembre alle 19 locali – sarà diretto da Joy Neville.
Lei fa un paragone un po’ “estremo, diciamo cosi, ma le guardi le rugbyste italiane, non credo che avrebbero tanto timore degli All Black, se non sono fallosi e si comportano da gentiluomini mi sa che le devono temere loro…per esempio Giada Franco… pensa che avrebbe tanta paura?
https://www.onrugby.it/2020/07/31/giada-franco-lascia-le-harlequins-women-e-torna-a-colorno/
A proposito di donne coraggiose ecco come la giornalista Savannah Guthtrie ha trattato Trump alla Town Hall durante un dibattito pre elezioni…lo ha incalzato nelle domande trattandolo come si trattano i prepotenti come lui e ad un certo punto gli ha detto…”tu sei il presidente non lo zio scemo”…grandiosa!
Alla faccia di quel cetriolo ammuffito del moderatore di Fox News che lo ha lasciato imperversare come la mosca cavallina che si era appoggiata sulla testa di Pence.
https://edition.cnn.com/videos/media/2020/10/16/trump-town-hall-nbc-guthrie-coronavirus-qanon-masks-orig.cnn-business/video/playlists/this-week-in-politics/
P.S. pare che la squadra di rugby femminile abbia convinto…almeno per ora.
@Massimo Bianchi (16 ottobre 2020 alle 16:41
A lei che è persona equilibrata e di buon senso, rispondo(mi scuso per il ritardo):
l’esempio da lei fatto è improprio.
Nessuno dice che uomo e donna sono uguali (e meno male) ma che debbano godere di uguali diritti, ugale trattamento, uguale dignità degli uomini, senza essere discriminate, dileggiate, trattate con sussiego o arroganza, in nome di una presunta superiorità.
Io forse ho capito cosa intendono Lenzini e Bianchi. Non occorre fare la ola ogni volta che una donna si distingue od ottiene un riconoscimento, perché è normale che succeda. Chi lo rimarca è esso stesso discriminante.
In questo caso l’articolo sulla Santelli andrebbe interpretato come il coraggio di una “persona”, non solo perché “donna”. Fosse stato un uomo, ci sarebbe stato un post intitolato “il coraggio degli uomini”?
Risposta
Mauro
qui non faccio la ola, qui commemoro una donna coraggiosa, un piccolo omaggio ad una donna “persona” che ha dimostrato enorme coraggio nell’affrontare nemici invisibili e subdoli, primo fra tutti quello che portava dentro. Ci vuole coraggio molto coraggio solo per curarsi e seguire le terapie e vivere con il pensiero di non farcela, giorno dopo giorno. Ed al contempo pensare alla propria regione, e mettersi contro nemici subdoli e pronti a colpire ogni momento. Lei, presidente di una regione difficile ma bellissima, che evidentemente amava al punto di pensare di poterla aiutare ad uscire dall’angolo e farlo nelle sue condizioni, ha dimostrato un coraggio da leonessa.
Questo ha detto di lei Annamaria Bernini, sinceramente commossa (mentre uno dietro a lei smanettava sullo SP)
Non dico che gli uomini non siano altrettanto coraggiosi, non è una gara questa,ma qui si parla del coraggio delle donne e Jole Santelli era una donna coraggiosa.
Ma vorrei anche dare un piccolo spazio alle donne della mia famiglia, soprattutto una: la nonna materna: Anna.
Coraggiosa fino all’incoscienza. Fumava in un epoca in cui alle donne non era consentito votare (chissà perché?) e ha avuto 9 figli con sette gravidanze, ha superato una guerra, ha visto morire due dei suoi figli da bambini e due da ragazzi, ventenni e il marito, morto di crepacuore a 59 anni.
Ma non si è mai persa d’animo, la ricordo sempre col sorriso e ricordo come trovasse il modo di farmi ridere quando mi vedeva triste.
E quando, anziana viveva da sola nella casa ormai troppo grande, lasciava sempre la porta aperta perché, diceva, se passava qualcuno che voleva entrare solo per salutare o perché aveva bisogno d’aiuto, lei c’era sempre.
Indomita e fiera come Jole era sicuramente dal poco che ho potuto vedere di lei.
Gli uomini coraggiosi, famosi, potenti, colti, intelligenti, fieri, indomiti…vengono celebrati spesso e volentieri ed è giusto che sia così. Ma le donne stanno spesso e fin troppo dietro le quinte anche se li dietro c’è altrettanto se non di più, da fare.
Permetta che in un’occasione come questa si parli di donne, coraggiose altrettanto e a volte anche più di tanti uomini.
X Alessandro : non ricordo il mio commento . Sono passati tanti giorni e sono successe tante cose che hanno riempito il mio tempo e la mia testa. Tuttavia, siccome ho capito l’antifona e conosco i miei polli, la invito a segnalarmi il passaggio, il concetto o le parole da cui si può dedurre che io non sia d’accordo che “debbano godere di uguali diritti, ugale trattamento, uguale dignità degli uomini, senza essere discriminate, dileggiate, trattate con sussiego o arroganza, in nome di una presunta superiorità”.
Cerchi invece di fissare questo concetto : se non mi sdilinquo a lodare le donne, é solamente perché dò per scontato che siano persone degne e capaci. Non ho bisogno di ripeterlo o ripetermelo. Quelli che professano e sbrodolano continui complimenti, sono quelli che di facciata sono loro paladini e tra le quattro mura le trattano come le donne di ” Sedotta e abbandonata”. E lei dovrebbe sapere bene di cosa parlo.
X Sra Gazzato : il lettore Alessandro mi ha chiamato direttamente in causa. Ho risposto entro i confini della massima educazione. La mia difesa non è stata pubblicata. Va bene così. Lei, come ho ripetuto fino alla nausea, ha diritto di fare quello che le pare. Ma le chiedo una cortesia : dica per favore al Signor Alessandro che eviti di “desumere” le opinioni degli altri, ma si basi su dichiarazioni oggettive e certe. Sono certo che non mancherà di dirglielo perchè so quanto lei sia intellettualmnte onesta.
Risposta
Bianchi, il suo commento non era stato cancellato ma era in attesa, come vede l’ho pubblicato ora, ma non dietro sua esortazione ma perché solo ora ho potuto riprendere in mano il blog. Mi capita di avere giornate molto impegnate e di dover dare la precedenza a altre cose che la richiedono. Ma prima o poi arrivo, come in questo caso.
X Mauro : personalmente non mi sdilinquo in complimenti per le donne perchè dò per scontati tutti i oro meriti. Ribadirli fino alla noia é controproducente perché le fa apparire più deboli e bisognose di continue rassicurazioni e conferme. Diffido dai maschi sfrenati adulatori delle donne perché sono i classici tipi che fanno i femministi sdolcinati e tra le mura domestiche trattano le loro donne modello il film ” Sedotta e abbandonata” . Distillato di ipocrisia.
Risposta
beh, però qualche volta, un complimento,magari sincero e non sdolcinato, ad una donna (come ad uomo) può fare piacere.Dimentichiamo troppo spesso che i rapporti umani non vivono solo di competizione e sfide.
Mauro, a parte che nessuno ha fatto la ola (fra l’altro termine infelice in questo caso),
quante donne sono state e sono Presidenti di Regione?
Mi pare naturale che per quelle pochissime che accedono alla carica, se meritevoli, ci possa essere un riconoscimento esplicito delle sue qualità. Un fatto raro colpisce di più della normalità.
Bianchi,
mi riferivo (ho citato data e ora) al post in cui lei faceva la seguente domanda(impropria)
“affermare che una squadra di rugby femminile sarebbe svantaggiata qualora dovesse scontrarsi con gli All Black, ha un senso compiuto oppure
é l’insultante affermazione di un maschilista fallocratico”
Perché lei pone questa domanda, la cui la risposta è ovvia?
È chiaro che trattandosi di sport “fisico” la donna è svantaggiata rispetto all’uomo.
Lei pone questa domanda perché sotto sotto insinua che la signora Gazzato e il sottoscritto la tacceremmo di fallocrazia, ossia non riconisceremmo, in nome della difesa strenua della donna, la maggior forza fisica dell’uomo.
Da ciò la mia risposta in cui ho ribadito come la pensi io.
Non l’ho accusata affatto che lei avesse idea opposte a quella da me esposte.
Come sempre c’è, in fondo, un problema di capire il senso di ciò che si dice.
X Alessandro / Sra Gazzato: quella che lei definisce disinvoltamente “domanda impropria” deve essere contestualizzata in un dibattito che avevo con la Signora Gazzato e che la stessa Signora può confermare. Non credo che debba dare conto a lei di cosa stavo discutendo con la responsabile del blog. Penso che abbia perso una eccellente occasione per non sputare giudizi tranchants su cose che non la riguardano. Ma poichè mi sembra che ieri lei non fosse proprio in una gran giornata , sparacchia anche un “sotto sotto insinua che la Signora Gazzato ed il sottoscritto la tacceremmo….”. In primo luogo io non insinuo, io dico. In seconda battuta, evidentemente lei si sente autorizzato a parlare anche in nome e per conto della Signora Gazzato. E’ sicuro che la Signora Gazzato ne abbia bisogno? Mi pare un tipo tosto che sa far valere i suoi punti di vista. Per arrivare finalmente al punto della questione, le confermo che io nasco contadino e mi trovo a disagio con la sottile filigrana dei suoi ragionamenti. E da uomo pratico le riconfermo ( repetita iuvant , come ho appreso da una massima in un Bacio Perugina) che i peggiori maschilisti sono quelli che sbrodolano elogi ed untuose difese alle signore. Pensano forse che le donne, come fossero delle minus habens, abbiano bisogno di continue conferme. Secondo un mia statistica personale chi lo fa sono ipocriti, o uomini soli o gay, cioé gente non abituato ad un sano, ricco e fattivo rapporto con una donna.Ci sono uomini intelligenti e donne intelligenti. Ci sono canaglie uomini e canaglie donne. Ci sono uomini violenti e donne spietate che hanno rovinato uomini.Io non ho mai fatto differenze e ho rispettato tutti indipendentemene dal loro sesso.Devo confessare una debolezza : per cultura, tradizione famigliare e mio DNA non ho mai permesso che una donna tirasse fuori il portafogli al ristorante ed è innaturato in me cedere loro il passo uscendo dall’ascensore. Una volta ho trovato una tizia che mi ha rimproverato perché erano gesti da maschilista. Di cretini é pieno il mondo.
Risposta
Bianchi, questo è il suo post da cui deriva questa stucchevole polemica:
“Massimo Bianchi
16 Ottobre 2020 alle 19:41 | Modifica | Rispondi
x Sra Gazzato / Alessandro : A voi che siete persone equilibrate e di buon senso , vorrei porre la seguente domanda: affermare che una squadra di rugby femminile sarebbe svantaggiata qualora dovesse scontrarsi con gli All Black, ha un senso compiuto oppure é l’insultante affermazione di un maschilista fallocratico ? Vi sono grato per i vostri commenti”
Mi sembra più che ovvio che non abbia bisogno di chi risponda per me, questo mi pare sia chiaro, e infatti le ho risposto. Ma ognuno è libero di farlo in base alla propria sensibilità. Io confermo solo che lei ci ha chiamato in causa entrambi ponendoci la stessa domanda. Ha avuto le risposte da entrambi. Quindi per evitare malintesi non faccia più domande in tandem. E magari poniamo fine a questa che mi pare una polemica sterile e poco interessante.
Nel merito, credo che la donna possa superare con l’intelligenza e anche con la caparbietà e la tenacia la maggior forza fisica dell’uomo, che esiste, ma non in tutti i casi e non sempre e alla quale oggi si può ovviare insegnando alle donne come difendersi, le tecniche esistono e dovrebbero essere, a mio parere, materia di studio nelle scuole.
Quindi dal ragionamento del sig. Alessandro deduco che per voi a parità di merito è più logico fare un complimento ad una donna. Mi arrendo, ma lo trovo discriminatorio.
Preciso che comunque condivido il succo dell’articolo, solo che lo avrei intitolato “Il coraggio di Jole Santelli”.
Sul fatto che le donne possano superare in intelligenza gli uomini si potrebbe discutere a lungo, adesso purtroppo non posso dilungarmi. Secondo me abbiamo (mediamente) intelligenze diverse. Casomai approfondirò.
Risposta
Mauro, non capisco bene il senso del suo commento, non ho mai affermato che sia “più logico” fare un complimento ad una donna, ma le ho risposto che l’articolo parlava di una donna che si era presa sulle spalle delle gravi responsabilità che farebbero tremare le vene dei polsi a chiunque e lo ha fatto dovendo già combattere contro il cancro. A lei, se non ricordo male non sta bene il titolo “Il coraggio delle donne”. Non mi formalizzerei troppo, le donne hanno un “tipo” di coraggio che spesso arriva al sacrificio di sé. Non dico che gli uomini non siano coraggiosi, lo sono e anche molto, ma è un coraggio che si esplica in modo diverso. E, secondo me, del coraggio delle donne si parla troppo poco.
Anche sull’intelligenza, le donne possono anche essere più intelligenti di certi uomini, o meglio una donna può essere più intelligente o anche più coraggiosa di un uomo (come lo può essere di un’altra donna). Questa affermazione farà saltare sulla sedia più di qualcuno ma non credo si possa onestamente affermare che non sia cosi. E se lo fa un uomo, secondo me, lo fa a causa del profondo maschilismo radicato talmente nella società da impedirgli di rendersene conto.
PS:Mi vedo costretta, ancora una volta, a precisare che le mi idee non sempre coincidono con quelle di Alessandro ( o altri che partecipano al blog) e pertanto vi sarei grata se, per non creare malintesi, vi riferiste a me quando volete interagire con me e ad Alessandro o altri, quando volete interagire con loro.
Bianchi,
premesso che i giudizi tranchant li sputa lei, vuole qualche esempio?
Eccone uno: “Non credo che debba dare conto a lei di cosa stavo discutendo…”
Non le ho chiesto conto di un bel nulla, lei mi ha interpellato e io le ho risposto come la penso, risposta che riconfermo in toto, E’ lei che “sparacchia un’ autodifesa piccata e ingiustificata, anche perché nessuno lo ha attaccato,
Eccone un altro: “i peggiori maschilisti sono quelli che sbrodolano elogi, etc…”
No, i peggiori sono quelli che negano di esserlo con la veemenza che usa lei
E poi: “ io nasco contadino e mi trovo a disagio con la sottile filigrana dei suoi ragionamenti. “
Ma quale filigrana? Sono stato chiarissimo, ma evidentemente c’è qualche contadino che non capisce.
Infine una perla di saggezza: “Ci sono uomini intelligenti e donne intelligenti. Ci sono canaglie uomini e canaglie donne. “
Ma va? Meno male che me ne ha informato
Per il resto le ha risposto la signora Gazzato..
Mi stia bene
Bianchi,
in merito all’accusa che mi fa, di rispondere per altri, aggiungo che ho scritto esplicitamente:
“Da ciò la mia risposta in cui ho ribadito come la penso io”.
Ribadisco “mia risposta” e “come la penso io”, non la “nostra risposta”, chiaro?
In quanto alla mia affermazione: “Lei pone quella domanda
perché sotto sotto insinua che la signora Gazzato e il sottoscritto la tacceremmo di fallocrazia”
Non ho riferito affatto una opinione della signora Gazzato, e non mi sono sostituito ad essa, ma ho espresso la mia opinione che la sua insinuazione si riferisse ad entrambi, avendo fatto lei la domanda ad entrambi. Chiaro?
Purtroppo devo confermare che il
vero problema è quello di comprendere bene ciò che dicono gli altri.
Risposta
ok, ora mi pare che vi siate chiariti abbastanza, spero che torni presto il sereno, abbiamo già tanti problemi…
Sono d’accordo con Mauro (che si era dichiarato d’accordo con me) sul fatto che i successi o i comportamenti valorosi delle donne non debbano essere sottolineati, perché ciò sottende un atteggiamento ipocritamente femminista, ma intimamente maschilista. Anche per me sarebbe stato meglio parlare del coraggio di Iole Santelli.
L’intelligenza delle donne è diversa da quella degli uomini, perché durante la lunga evoluzione della nostra specie siamo stati selezionati per compiti diversi, allo stesso modo in cui si sono evoluti diversamente altri animali.
Il leone e la leonessa sono diversi fisicamente, ma anche come temperamento e come tipo di intelligenza.
In altre specie, come per esempio i gabbiani, maschi e femmine sono praticamente indistinguibili sia fisicamente che attitudinalmente, perché evidentemente si sono evoluti per svolgere ruoli simili.
Ragionevolmente sia l’uomo che la donna si sono evoluti al meglio per svolgere il loro ruolo storico.
Non è detto che i ruoli siano facilmente intercambiabili a parità di risultati, ma le donne hanno il diritto di provarci.
Non deve sorprendere che le donne siano più brave in certe attività e gli uomini in certe altre.
Io non ho niente in contrario a che le donne facciano il fabbro, o vadano a lavorare in miniera o in una ditta di traslochi, purché abbiano il fisico e il temperamento adeguati.
Il fatto che non siano parimenti rappresentate nelle professioni e nei mestieri non deve stupire. Quello che conta è che ciò non sia determinato da divieti normativi o remore psicologiche.
Comincia tutto dalla scuola. Per accedere a certe professioni si deve prendere un certo titolo di laurea, e donne e uomini scelgono liberamente corsi di laurea mediamente diversi. Io ho avuto una collaboratrice ingegnere donna che svolgeva egregiamente il suo ruolo, ma è un dato di fatto che la maggior parte dei laureati in ingegneria sono uomini, e che la maggior parte dei laureati in lettere o lingue sono donne. E questa è unicamente una loro libera scelta.
E’ ovvio, statisticamente, che se la base della piramide è più stretta il vertice sarà più appuntito.
Risposta
Certo che lei Lenzini ha delle idee molto precise sul maschilismo. Da come si esprime esiste quasi solo nella testa delle donne e lo praticano di più queste ultime.Non è cosi. Il maschilismo discrimina le donne ovunque e in tutte le professioni. Bontà sua che se le donne vogliono fare l’ingegnere hanno il suo consenso, ma non è questo il punto. Il punto è che in generale, in tutte le professioni le donne vengono pagate meno a parità di prestazioni (se non superiori quelle delle donne). Ribadisco che a me il titolo ” Il coraggio delle donne” sta benissimo perché le donne devono avercene tanto per vivere in un mondo ancora così gretto e maschilista!
X Alessandro : Cito quello che dice lei :”Purtroppo devo confermare che il
vero problema è quello di comprendere bene ciò che dicono gli altri “.
Concordo. Veda di applicarsi e vedrà che ci riuscirà
Buona serata
Risposta
Sono d’accordo con Massimo Bianchi sul fatto che non è facile comprendere quello che scrivono gli altri.
A scuola dovrebbero perdere meno tempo a far studiare i poemi. Io a suo tempo mi sono sorbito l’Orlando Furioso e la Gerusalemme Liberata, che nei quasi 60 anni successivi non mi sono serviti a niente.
Se invece mi avessero fatto fare più esercizi di comprensione del testo, sicuramente sarebbero serviti.
Oggi tanta gente parla componendo frasi fatte di cui non comprende il vero significato.
In televisione continuano a dire che con l’epidemia “continuano ad aumentare i morti”. E non parlano di morti al giorno, ma del valore progressivo.
Mi riesce difficile immaginare che diminuiscano …..
Risposta
L’orlando Furioso e la Gerusalemme liberata hanno senza dubbio contribuito a fare di lei la persona che è, male non le hanno fatto, le frasi fatte sono fatte per chi non ha lo spirito critico per pensare con la propria testa, la cultura classica serve anche a questo.
Quanto alla risposta della signora Gazzato, ammetto che le mie osservazioni sono un pochino paradossali e provocatorie, ma anche le provocazioni servono a far riflettere e a scuotere le certezze granitiche e i luoghi comuni.
Comunque, sono francamente e onestamente convinto che gran parte delle femministe e dei femmiisti sono i primi a non credere che le donne valgano quanto gli uomini.
Altrimenti non si esprimerebbero come fanno.
Mettere degli handicap per gli uomini per aiutare le donne ad emergere è un atteggiamento intimamente maschilista.
Risposta
la seguo solo fino ad un certo punto…ma quando arrivo all’ultima frase, confesso fatico un po’ con la “comprensione del testo”…
Le faccio un esempio.
Esistono regole che obbligano le aziende oltre una certa dimensione ad assumere una certa percentuale di lavoratori con disabilità.
E’ una misura finalizzata ad aiutare i disabili a trovare lavoro, perché, in assenza di questa norma, pochi datori di lavoro li assumerebbero.
Le quote rosa sono una regola concettualmente molto simile.
Risposta
Dunque se capisco bene, le donne rientrano in quella categoria? In effetti la norma è “concettualmente simile” ma sta proprio qui il problema. A lei sembra “normale”? Sicuramente sono io che ho capito male non lei che non si esprime bene.
Ecco qui un piccolo resoconto de alcuni effetti della norma (quote rosa nel Cda delle aziende), una goccia nel mare delle disuguaglianze e discriminazioni che comunque funziona molto meno di quanto era nelle intenzioni del legislatore…chissà come mai.
https://www.repubblica.it/economia/2020/02/17/news/cerved_donne_vertici-248798460/
Sarò io che non mi esprimo bene.
La norma che incentiva le aziende ad assumere disabili parte dal presupposto che i sdisabili sono meno abili degli altri e, in assenza della norma, non troverebbero lavoro.
La regola delle quote rosa parte dagli stessi presupposti. Dato che le donne sono meno brave degli uomini, in assenza di incentivi, sarebbero meno presenti nella politica.
E il motivo principale è che le altre donne, maggioranza degli elettori, si fidano più degli uomini che delle colleghe donne.
Secondo questa visione – che io non condivido – visto che le donne partono svantaggiate, come i disabili, bisogna introdurre delle regole che le aiutino a sfondare, e queste sono le quote rosa.
Io non credo assolutamente che le donne abbiano minori capacità rispetto agli uomini, anche se le attitudini possono essere un po’ diverse.
Perciò credo che le quote rosa, che le trattano con la stessa ottica dei disabili, siano una legge maschilista.
Ci sono esempi di donne che sono arrivate ai vertici senza aiuti, solo perché si sono impegnate e hanno creduto in se stesse, hanno convinto, e hanno riscosso la fiducia di uomini e donne.
In politica basta citare la Merkel, la Von Der Leyen, la Lagarde, la Youssef, la Le Pen, la Meloni, la Bonino che ha rischiato di diventare Presidente della Repubblica, e tante altre.
Se le donne sono meno rappresentate in posizioni di vertice non dipende dalla diffidenza degli uomini, che probabilmente sono più disposti a farsi guidare da una donna di quanto non lo siano le donne stesse.
Dipende dal fatto che le donne fanno scelte di vita diverse fino dall’inizio, e in questo sarebbe importante, piuttosto che mettere handicap per gli uomini, aiutarle a conciliare la vita lavorativa con la vita familiare, alla quale aspirano più degli uomini.
Infatti, dove le donne sono più supportate dai servizi pubblici, come in Scandinavia, sono anche più presenti in politica e nelle funzioni dirigenziali.
Risposta
già, ma qui siamo in Italia e non in Scandinavia. E le donne non fanno scelte di vita “diverse” ma sono piuttosto indirizzate e influenzate da una società maschilista, a farle.
Lei sembra essere un no masc cioè un negazionita del maschilismo.
Penso che le quote rose siano una grande presa in giro e una baggianata.
Io farei le quote azzurre : il 30% di uomini nei cda delle aziende a anche al Parlamento in politica e altrove.
Mi pare una proposta equa.
Anzi forse il 30 è un po’ troppo?
Risposta
direi che sei troppo generosa.
Lenzini lei fa un paragone improprio, tra disabii e donne,
i primi sono handicappati, la donne sono DIS-CRI-MI-NA-TE, glielo scrivo in lettere maiuscole e suddivisi in sillabe.
Saluti.
x Alessandro : Sono perplesso. Da un lato lei, con una atteggiamento anti maschilista quasi talebano, si scaglia con espressioni categoriche e talvolta sferzanti ( anche in maiuscolo ed in sillabe) in difesa delle donne. Dall’altro, lei occupa quasi “manu militari” il blog per qualche settimana per raccontare il Giro d’Italia con un entusiasmo quasi fanatico, immagino illudendosi di fare cosa gradita agli altri frequentatori. Il Giro d’Italia é un avvenimento di interesse sportivo planetario nel quale la figura femminile é completamente esclusa. Non c’é spazio per una sola donna : dallo starter della corsa ai motociclisti al seguito, dai direttori sportivi agli autisti delle ammiraglie, dai meccanici fino agli addetti al rifornimento dei ciclisti in corsa, dal personale medico fino ai ciclisti. Nada! Niente donne! E’ stata eliminata ( ma non ne sono certo) anche la patetica figura della Miss Tappa, una disgraziata che in mutande, nel gelo dello Stelvio, baciava il vincitore di tappa. Tutto regolare? Va bene così ?Credo che lei debba mettere un po’ di ordine dentro se stesso.
Risposta
allora, intanto Alessandro non occupa affatto manu militari il mio blog, su questo può stare certo ma è ampiamente autorizzato a trattare un argomento come lo sono tutti quelli che hanno in buona fede, l’intenzione di scrivere e confrontarsi sui temi proposti (e anche non proposti) e le ricordo che qui si commentano i pareri non chi li esprime, quindi espressioni come “dovrebbe mettere ordine dentro se stesso” evitiamole, possibilmente per il futuro. Le passo questo commento esattamente come lo scrive e lascio ad Alessandro difendersi dalle accuse che gli rivolge, se vorrà e sono certa che saprà come farlo. Ma poi, se vogliamo continuare questa discussione cerchiamo di evitare argomenti pretestuosi, ho già detto e ripetuto che a me le risse non solo non piacciono ma mi annoiano e non portano da nessuna parte. E non sono consentite.
PS: e lasciamo anche che siano i diretti interessati, eventualmente, a argomentare quanto gli viene risposto e evitiamo (per tutti) le lettere cubitali, quelle normali sono sufficienti.
Bianchi non tutti ragionano per compartimenti stagni come lei.
Ne è prova l’uso di termini del tutto fuori luogo: “Anti maschilista talebano”,”manu militiari”, etc.
Ma si rende conto quanto ridicole siano le sue considerazioni?
Il massimo della inconsistenza dei suoi ragionamenti è quanto parla del Giro d’Italia appannaggio esclusivo degli uomini: e secondo lei, non ne dovrei parlare? E che caspita c’entra che parlarne sarebbe in contraddizione col mio anti maschilismo?
Ma lo sa che c’è anche Il Giro d’Italia per donne?
Maschilismo sarebbe non dare l’opportunità alle donne di avere Il loro Giro d’Italia.
Ma che perdo tempo a parlare con lei? Vedo che non c’è speranza di dialogo.
Caro Alessandro, io mi sforzo di essere chiaro e didascalico, faccio esempi concreti, porto argomentazioni pacate, e mi sento rispondere con una non argomentazione, non basata su nulla, ma in lettere maiuscole.
Se ha esempi concreti per dimostrare che io sbaglio e lei ha ragione, le consiglio di scriverli, in modo che li possiamo valutare.
Risposta
a parte le maiuscole che non vanno usate, ricordo a tutti che qui non si fanno gare fra chi ha torto o ragione, ma ognuno esprime il proprio parere confrontandosi con quello degli altri e dobbiamo anche accettare che qualcuno può anche non essere d’accordo con quello che affermiamo, altrimenti non ne usciamo. E, aggiungo, nessuno è richiesto di fornire “prove” che quello che afferma sia più “giusto”, non si gareggia per nessun premio ma si mettono a confronto posizioni diverse.
OK, signora Gazzato.
Se però uno illustra seriamente e pazientemente con esempi la sua posizione, e qualcun altro si limita a dire che non è d’accordo senza contestare le argomentazioni e gli esempi portati dall’altro, la discussione è sterile e inutile.
Mi permetta anche di trovare una contraddizione nella sua ultima frase. Va bene che non si gareggia per nessun premio, ma se si devono mettere a confronto posizioni diverse, queste posizioni vanno quanto meno illustrate e non solo nominate.
Altrimenti non si fa una discussione, ma un semplice sondaggio per vedere chi è pro e chi è contro.
E non credo che fare sondaggi sia lo scopo del suo blog. Nei blog si discute e si argomenta (e si impara da quanto scrivono gli altri).
A questo punto, chiedo a lei e ad Alessandro di contestare questa mia affermazione.
Quando un ragazzo o una ragazza sceglie un corso di studi, non lo fa solo per amore della materia, ma per aprirsi una strada verso un lavoro, manuale o professionale, che ritiene soddisfacente.
E’ in questo momento che si determina in buona misura quella che sarà la propria affermazione nella società e nel mondo del lavoro.
Se una persona punta in alto sceglierà di laurearsi in ingegneria, in economia, in scienze giuridiche, in medicina, e così via.
Se viceversa sceglie una laurea in lingue o in lettere significa che punta a fare l’insegnante, e non certo il direttore generale o l’amministratore delegato di un’azienda industriale.
Fin qui ci siamo?
Riguardo alla politica, ricordo tanti anni fa un bel dibattito in televisione tra due giovanissimi studenti di liceo, uno di destra e uno di sinistra, che rappresentavano le rispettive associazioni studentesche.
Quello di sinistra era mio nipote, che ha fatto carriera nel PD diventando segretario provinciale e candidato sindaco (non a Roma) e che ora è uno stimato funzionario alla Camera.
Quella di destra era Giorgia Meloni.
Se uno o una non comincia presto ad impegnarsi e non continua con assiduità, non si può aspettare che gli offrano una candidatura “gratis”, a meno che non appartenga al M5S, o approfitti delle quote rosa.
Risposta
Lenzini, mi sembra di avere sempre e abbondantemente argomentato quanto scrive, non solo, ma le ho ampiamente illustrato come la penso sui diversi temi, non credo si possa lamentare di questo. Non posso rispondere per altri,che lo faranno se lo riterranno opportuno.
Le faccio notare che questo blog, pur se “piccolo”, ha un discreto numero di lettori, per cui nessuna discussione credo sia inutile perché se anche una sola persona che legge trovasse qualche spunto di riflessione, per me, sarebbe già un buon risultato.
Quindi non c’è alcuna contraddizione in quanto scrivo (e anche ci fosse, qui c’è posto anche per quelle, eventualmente), qui non si fanno sondaggi, se lei ha piacere di discutere deve sapere che qui non trova un platea plaudente ma chi le risponde in base alla propria sensibilità e senza offendere, come meglio crede.
Fatta questa lunga premessa, che cosa le dovrei dire ancora sul tema che non abbia già detto e ridetto?
Se vuole le faccio i complimenti per suo nipote, ma che cosa c’entra?
Lei che ne sa dell’impegno che ci mettono le donne, tante donne in tanti campi e poi si ritrovano discriminate in molti modi e per vie dirette e traverse? Ci sono anche quelle che arrivano, non dico di no, per capacità, impegno, per conoscenze per “amicizie” o anche perché aiutate dalle quote rosa che le stanno tanto sullo stomaco, ma la maggior parte…dico la maggior parte, fatica una cifra, anzi una grossa cifra.
A meno che lei non sia una donna e non lo è, queste cose non le sa o le sa solo per sentito dire e non è la stessa cosa, creda.
Secondo me se ne dovrebbe fare una ragione. Poi…faccia lei.
Io queste cose le dico per esperienza personale, come penso facciano onestamente gli altri intrlocutori di questo blog, e non perché riprendo affermazioni o slogan di altri.
Nell’azienza dove ho lavorato oltre 30 anni non ho notato discriminazioni. Ho avuto dipendenti donne e colleghe donne e non ricordo discriminazioni.
Anzi, come avevo già scritto, ho notato che sono state nominate dirigenti diverse donne che, per il ruolo che occupavano e per le loro capacità, meritavano meno di molti colleghi uomini più stimati all’interno dell’azienda e pure più anziani.
Nella mia azienda si era già in presenza di una discriminazione al contrario.
E parlo di parecchi anni fa.
Per la scelta dei ruoli il genere poteva effettivamente essere un criterio discriminante. Per esempio, per quel che mi risulta, nella mia azienda nessuna donna è stata mai nominata direttore provinciale.
Ricordo una giovane donna, ingegnere (o ingegnera che dir si voglia) che ha avuto 2 figli assentandosi complessivamente per 3 anni di seguito. Lo ha potuto fare perché lavorava in direzione generale. Se fosse stata direttore provinciale il suo ruolo non poteve restare scoperto per 3 anni e l’avrebbero dovuta sostituire, con tutte le complicazioni che è facile immaginare.
Queste sono le sole discriminazioni che mi risultano, e dipendono da elementi oggettivi.
Immagino anche che, se una discoteca vuole assumere un buttafuori preferisca assumere un uomo.
Avere gli stessi diritti non significa far finta che le differenze non esistano.
Osservo, per inciso, che le femministe lamentano una scarsa presenza di donne in posizioni gratificanti, mentre gli sta benissimo che siano soprattutto gli uomini a svolgere lavori pesanti o rischiosi, come il minatore, la guardia giurata o il vigile del fuoco.
A questo punto, aspetto di leggere le casistiche (recenti) di discriminazione che risultano a lei o ad Alessandro (per esperienza personale e non per sentito dire).
Per esempio, ci racconti le discriminazioni che ha subito lei o sue parenti o amiche.
Se non ne avete, tanto vale abbandonare questa discussione. Di affermazioni apodittiche basate su quello che si sente o si legge ne abbiamo scrtte fin troppe.
Risposta
Lenzini
sia ben chiaro, io non le racconto proprio niente delle mie esperienze personali se non sono io a volerlo fare e scrivo sul mio blog quello che mi pare e piace e in ordine alle mie idee, come me le sono fatte, sono fatti miei!
Secondo: la sua esperienza personale non è un testo sacro sul quale riflettere e trarre conclusioni, lei le può trarre ma sono e rimangono solo e soltanto le sue opinioni personali. Se le fa piacere partecipare al blog è il benvenuto altrimenti ne trova a bizzeffe dove ci sono personaggi che straparlano di se stessi e delle loro eclatanti esperienze, vere o inventate. Qui non è aria
Nel merito, se crede, si legga questo link, ma potrei allegarne altri mille e rifletta lei sulle sue posizioni, se crede.
E non si riferisca più a me e ad Alessandro in coppia ma si riferisca all’una o all’altro.
https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/donne_gender_gap_100_anni_mondo_italia-5397636.html
Inoltre non le è consentito fare insinuazioni sulla cognizione di causa delle opinioni che esprimo. Chiaro?
E quanto scrive sulla “giovane ingegnera” e le sue gravidanze, spero e credo che lei lo faccia senza rendersene conto, ma è proprio da manuale del più radicato maschilismo.
Intervengo in questa conversazione surreale, dove chi è per la totale parità di trattamento è tacciato di maschilismo e chi sostiene la superiorità delle donne o il fatto che abbiano bisogno di canali preferenziali, sia per la parità.
Spero che la padrona di casa mi passi questo post semiserio, provocatorio, irriverente e politicamente scorretto.
Il fatto che le donne siano sfavorite nella carriera (voce da Fantozzi) è una ca…ta pazzesca. Avete il diritto di voto e siete di più: candidatevi, votatevi e governateci.
Mancano donne a dirigere le aziende? Fondate delle aziende e assumete donne e uomini con stipendio inferiore a parità di mansione. Le capacità le avete e molte donne sono in posizioni importanti senza che nessuno si stupisca.
Avete una complessità mentale superiore alla nostra, ma questa cosa molte volte vi penalizza invece che favorirvi. La famosa marcia in più a volte vi fa schiantare.
Quando mi prendono in giro perché non so fare 2 cose insieme, rispondo che io, almeno, ne sbaglio una alla volta!
Risposta
Simpatico, d’accordo, facciamo cosi, donne che aspettiamo?
PS: le donne dirigenti d’azienda ci sono, sono”illuminate” quanto basta ma, di solito, molto “raccomandate” e anche loro, se capita,ma non tutte, discriminano le donne.
PPS, ha ragione, Mauro, è una discussione surreale ma anche la surrealtà qui trova spazio.
Lenzini, vedo che insiste a volere un chiarimento riguardo l’osservazione da me fattale (25 Ottobre 2020 alle 17:50).
Per me ciò che ho scritto è già chiaro, ma non ho difficoltà a cercare di chiarire ulteriormente:
La discriminazione che si fa (o si è fatta) nei riguardi delle donna, assieme con un’atavica suddivisione dei compiti nella società, è causa del fatto che essa difficilmente possa accedere, sia in politica, sia nel campo del lavoro, sia in tante altre attività, ai massimi livelli. Le quote rosa sono solo un espediente per tentare di superare tali difficoltà.
Lei non è d’accordo? Va bene lo stesso, è questo il bello della libertà di pensiero.
Saluti.
x Alessandro : Signor Alessandro, seguendo il pacato invito della blogger che ci ospita, vogliamo abbassare i toni e cercare di spiegare le nostre posizioni con un po’ di serenità? Può darsi che io non usi un linguaggio democristiano da sagrestia, ma credo che non sia tale da scandalizzare. Un “anti maschilista …” é una persona che difende le donne contro gli uomini, sempre, comunque, senza intendere ragioni né ammettere contradditorio. Non ci si rispecchia un po’? “Manu militari” é un’espressione di Giulio Cesare ricorrente nel De bello gallico per intendere un’occupazione o un’ingerenza militare. Nei secoli, l’espressione ha assunto metaforicamente l’espressione di chi si introduce in qualcosa ( una discussione, un circolo, etc.) con insistenza sempre maggiore fino ad occupare quasi totalmente lo spazio disponibile.
Per settimane ( mesi) lo spazio di questo blog destinato ai commenti dei partecipanti é stato prevalentemente occupato da cronache sull’andamento delle tappe, che sarebbero state indubbiamento più interessanti se avessero toccato altri aspetti del ciclismo piuttosto che essere una scopiazzature di articoli di giornali sportivi. Niente di male, per carità, ma non é stata per caso una presenza un po’ ingombrante? Insomma, era così fuori luogo il “manu militari”? Mi ha francamente sorpreso la sua reazione isterica parlando di un giro di soli uomini. Come forse ricorderà, qualche giorno fa avevo affermato che le donne, pur nella loro eccellenza, erano in difficoltà verso gli uomini in qualche circostanza, per esempio se avessero dovuto affrontare una partita di rugby contro gli All Black. Apriti cielo ! Il blog mi ha sommerso di tutto il sarcasmo di cui era capace. Ed alla fine mi trovo ad avere ragione, perché il Giro, che suscita entusiasmo alle stelle, é un evento totalmente ed assolutamente maschile, mentre il Giro d’Italia femminile, da lei evocato, con tutto il rispetto non se lo fila quasi nessuno. Superiorità maschile? Ma non diciamo sciocchezze! La differenza é tutta nei polpacci e non nel cervello. Sempre per mantenere un clima rilassato, permetta che le ricordi una massima dell’Avvocato Agnelli, che di certe cose se ne intetendeva : ” Preferisco parlare con le donne piuttosto che parlare delle donne”. Ci provi anche lei, Alessandro: farà scoperte meravigliose!
Risposta
Bianchi
nonostante il suo eloquio da sagrestia devo necessariamente rilevare un paio o forse più di cose: ripeto nessuna “invasione” del blog da parte di Alessandro che, anzi, lo ha arricchito con le sue cronache giornaliere decisamente spontanee e uscite dal suo “sacco” (qui non si usa copiare come succede da molte parti). Se a lei non interessano, non me ne può importare di meno, le salti, le eviti non le legga.
Seconda: il termine “talebano” che lei ha gentilmente reiterato è stato sostituito da puntini, eviti in futuro di usarlo se lo usa come offesa.
Che le donne siano in difficoltà nei riguardi della forza bruta dei macho men, ha ragione, le cronache sono infatti piene di violenza nei loro riguardi e la “superiorità muscolare” usata per sottomettere qualcuno, donna o uomo che sia è esattamente quello che si chiama violenza cieca e nel caso specifico del maschilismo ha un termine preciso: sopraffazione. Lei è ridicolo quando dice che il blog l’avrebbe sommerso di sarcasmo…ma quando mai? Non conosce il senso dell’umorismo? Si informi può essere divertente. E non ha ragione affatto nel sostenere che le donne non sanno andare in bici come i loro colleghi maschi ma ci sanno andare anche meglio in certi casi, solo che il mainstream vuole che le maggiori manifestazioni sportive siano “giocate” da maschi e questo lo sa come si chiama? Mentalità maschilista, dura a morire.
In quanto al suo ultimo consiglio, non lo commento ma mi pare discretamente presuntuoso, soprattutto se rivolto ad una persona di cui non sa nulla, ma se arriva nientepopodimeno che dall’Avv. Agnelli, merita una risposta all’altezza del personaggio. Penso che se la ritroverà su questi schermi a breve.
Insomma Mauro, se avere il diritto di voto (minimo sindacale) significa parità di opportunità e di trattamento, questa si , le rubo l’espressione colorita, una c….a pazzesca.
Ah già, dimenticavo, siamo nel campo del surreale, tutto è consentito.
Lenzini, guai a fare delle proprie esperienze -soprattutto se limitate al proprio ambito di lavoro- delle regola generali.
Sono importanti, ma siccome
siamo svariati miliardi su questa terra, secondo lei, ci dovremmo fidare solo della nostra limitatissima esperienza?
L’esperienza massima è ogni aspetto della vita, propria e degli altri, occorre saper guardare non solo attorno a noi, ma il mondo più vasto che ci circonda, guai a chiudersi nel proprio guscio. Occorre vivere, osservare, valutare, leggere, studiare, confrontare senza pregiudizi.
È questa “esperienza globale”
quella che conta.
Bene, rispondo prima di tutto a Mauro che ha sintetizzato egregiamente il mio pensiero, che ho cercato inutilmente di spiegare in tanti messaggi. Inutilmente perché non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire.
Alle sue considerazioni concrete io mi ero preso lo sfizio di aggiungere una provocazione un tantino surreale: il fatto che certe affermazioni femministe trasudano maschilismo inconscio. Ma la provocazione resta quella che è e si può ignorare.
Ad Alessandro rispondo che le esperienze personali non fanno regola, ma sono sempre meglio di niente.
Se ad uno che porta esperienze personali si risponde con slogan e sentito dire, mi pare evidente che il più serio dei interlocutori è il primo. O, per lo meno, è quello che dimostra più impegno e più rispetto per l’interlocutore.
Alla signora Gazzato osservo che ha perfettamente ragione quando afferma che il blog è suo, che è lei che sostiene i costi e l’impegno per gestirlo, e in questo senso ha tutto il mio rispetto e la mia gratitudine.
Osservo però che, se vuole che questo sia uno spazio di discussione dove si impara qualcosa che non sapevamo, dove ci si apre la mente ascoltando le opinioni degli altri e le loro esperienze, dove si cerca di costruire delle idee condivise invece di fare sterile tifoseria a prescindere, deve abbassare i toni.
Affermazioni come “io non le racconto proprio niente delle mie esperienze personali se non sono io a volerlo fare e scrivo sul mio blog quello che mi pare e piace e in ordine alle mie idee, come me le sono fatte, sono fatti miei!”, che, in termini giuridici, si chiama “avvalersi della facoltà di non rispondere”, è una scelta legittima, ma non le fa onore.
Io credo che le discussioni vadano affrontate coraggiosamente senza nascondersi dietro un dito, che le affermazioni dell’interlocutore vadano contestate nel merito con altri argomenti altrettanto concreti.
Altrimenti, non è una discussione. E’ un proclama.
Risposta
Lenzini, Le passo solo questo dopodiché se lei mi chiede scusa per le sue reiterate ed esasperanti “provocazioni” passerà ancora, altrimenti dovrò fermarla. E mi dispiacerebbe. Il “sordo che non vuole capire” non sono certo io.
Ribadisco tutto quanto ho già scritto parola per parola e se lei riconosce che è un mio diritto, si adegui se vuole restare qui. Spero di essere stata chiara. Non posso permettere che questo blog diventi un ring. L’ho detto e lo ripeto.
Lei ha avuto risposte e argomentazioni e attenzione quanto basta e forse anche di più. Enough is enough!
Questo vale per lei e per tutti.
PS: le lezioni di comportamento le dia a chi le pare, con me non si permetta mai più.
Bianchi,
mi limito a qualche osservazione al suo post, a cominciare dalla conclusione.
Il consiglio dell’Avvocato se lo tenga ben stretto per lei, qui se c’è qualcuno a cui piace parlare delle donne(fino ad esserne quasi ossessionato), piuttosto che con le donne, è lei.
In quanto alla sua definizione di “antimaschilista”, no, non mi ci riconosco affatto, questo è il prototipo dell’antimaschilista che fa comodo a lei. Io non “difendo le donne contro gli uomini”, sostengo che in una società civile le donne debbano avere uguali diritti, uguali opportunità, uguale dignità degli uomini, e che non debbano essere oggetto di discriminazione e di violenza. Punto,
In quanto alla occupazione del blog “manu militari” (ossia, cito da Treccani:
“espressione usata a proposito di azioni compiute con la forza delle armi, con l’intervento dell’esercito”, senza altri significati come vorrebbe fare intendere)
mi dica, ho usato le armi affinché la gentile proprietaria del blog mi pubblicasse?
E lei s’è sentito assediato, impedito di intervenire, costretto a leggere con la forza?
No, ha solo detto un’emerita sciocchezza.
In quanto alla “scopiazzatura di articoli di giornali sportivi” anche qui ha toppato vistosamente, mi sono limitato a seguire il Giro in televisione (cioè nell’unico modo in cui è possibile seguirlo, molto meglio degli stessi direttori sportivi e giornalisti al seguito) limitandomi a portare le mie impressioni e le notizie essenziali.
Avrei dovuto, secondo lei, “trattare altri aspetti del ciclismo”? Insomma, deve essere lei a dirmi cosa debba trattare e cosa no? E perché non ha li trattati lei? Nessuno le impediva di intervenire.
In quanto alla differenza di interessa suscitata dalla versione maschile del Giro rispetto a quella femminile, a parte che il ciclismo femminile è fenomeno molto più recente e non è propagandato, anche questa sua osservazione dimostra che lei nel parlare di uomini e donne fa sempre questione di primato degli uni rispetto alle altre, mentre io faccio questione di pari opportunità.
Vedo che l’altro messaggio che le avevo inviato lo ha censurato.
Comunque, mi arrendo lo stesso ……. ho esaurito le forze.
Risposta
Lenzini, rimanga con noi se vuole, ma prenda atto che non possiamo pretendere che il nostro interlocutore sia d’accordo o faccia proprie le nostre posizioni o che presenti evidenze di fatto che confermino le sue. Accetti che ci sia chi non la pensa come lei ma per questo non debba necessariamente produrre alcun certificato o giustificazione. Argomenti e affermi quello che crede senza però lasciare pagelle lungo il cammino, pretendo massimo rispetto sia nei miei confronti sia di chi partecipa al mio blog.
Lenzini,
noto che si dà la patente di “maggior serietà”, peccato che suona come moneta falsa.
Non ho usato nessuno slogan e non parlo per sentito dire, ho lavorato più degli anni necessari per ottenere il massimo delle pensione, ho riscattato gli anni di laurea di ingegneria, e gli anni di militare, se permette ho avuto le mie esperienze personali in vari stabilimenti, in Italia e all’estero, e mi sono guardato anche intorno e tutto il resto che per lei sarebbe “sentito dire”.
Da tutto ciò ho ricevuto la convinzione che la donna, in genere, è discriminata e non le si dà la possibilità di sviluppare appieno le sue potenzialità.
Et de hoc satis.
XAlessandro: Alzo bandiera bianca.Mi arrendo. Tentare di raddrizzare le gambe ai cani è un esercizio inutile e niente affatto divertente. Felice notte a tutti
Risposta
ora si spiegano molte cose: lei è uno che cerca di “raddrizzare le gambe ai cani”…è lei che non è affatto divertente.
Bianchi, i cani sono provvisti di gambe perfette per la loro locomozione.
Alzi bandiera sulla sua coda.
Risposta
però, adesso, chiudiamola qui. Lasciamo in pace i cani che qui non c’entrano.