Felipe è grande amico di Mafalda. Con lei condivide la visione un po’ pessimista del mondo, solo che lui è anche un inguaribile romantico.
Innamorato perso della sua Muriel, una bambina dai capelli lunghi e lo sguardo languido, cerca in tutti i modi di evitarla perché timidissimo. Grande divoratore di fumetti, in particolare del Cavaliere solitario. Se gli capita di incontrare la sua amata al parco, ripassa a memoria alcuni brani del fumetto, ma appena lei gli passa accanto, la frase: “Prima che quei banditi mettano in piano il loro atto”, nel suo cervello confuso, diventa “prima che quei che mettiti in bando il loro atto” e la sua faccia allungata coi capelli sparati verso l’alto, diventa rossa come un peperone maturo.
E simpatico e fa tenerezza, vorresti scuoterlo ma è perfetto nel ruolo dell’amico e confidente di Mafalda perché lui a volte la lascia basita per quanto sa essere imprevedibile. Come per esempio quando dice ” Ma perché devo rassegnarmi ad essere me”? E lei, che non sa cosa rispondere, guarda il cielo con l’aria di chi ha scoperto che si è diviso in due e dalla fessura sta entrando il cavallo alato in persona.
E poi c’è Susanita che non può trattenersi dal guardarsi e rimirarsi e che cammina scalciando solo per guardarsi le scarpe nuove. Anche con lei spesso Mafalda alza gli occhi al cielo, rassegnata, consapevole che i difetti umani non sono qualcosa di cui si possa fare a meno, ma che bisogna prenderli per quello che sono e che è già abbastanza difficile convivere con i propri per preoccuparsi troppo di quelli degli altri.
Mentre Manolito pensa sempre a come vendere la mercanzia del negozio del padre, in piedi dentro al cassetto perché non arriva al banco della sua drogheria “Don Manolo” e la lingua fuori in un angolo della bocca mentre dopo aver preso la matita che tiene sempre pronta appoggiata nell’orecchio, si mette a fare i conti dell’incasso della giornata…
e poi quando fa il tema in classe scrive “a me piace la primavera perché si fanno le scampagnate nei prati e si vende tanto prosciutto” …
Deliziosi personaggi usciti dalla matita e dal genio di Quino, nome d’arte del fumettista argentino Joaquín Salvador Lavado Tejón che se n’è andato qualche giorno fa.
Non senza essersi portato appresso qualche foglio e un set di matite perché uno così non può, nemmeno di là, smettere di creare capolavori.
E noi però non possiamo che considerarlo sempre tra noi ed essergli immensamente grati per i suoi meravigliosi fumetti che hanno incantato più di una generazione e continueranno a farlo per sempre.
Lo ringrazio di cuore per la compagnia che Mafalda e tutti i suoi personaggi mi hanno tenuto spesso in momenti che tutti passiamo e nei quali, pur con tutta la buona volontà di chi ci sta vicino, non possiamo fare a meno di sentirci sperduti.
Mafalda & Co. è stata e sarà sempre un’amica affidabile e presente che in ogni momento sa rendere la vita meno pesante e sa donare un sorriso anche quando di sorridere non si ha proprio voglia.
La consiglio a chiunque passi un momento difficile o anche no, non conta l’età, lei può insegnare qualcosa a tutti, grandi e piccoli perché possiede una saggezza universale che le deriva dall’essere una piccola grande donna bambina.
A me piace tanto questa: “essere fraintesi è un attimo, per essere capiti non basta una vita” (Mafaldita).
Altro che fumettista, Quino era un filosofo coi fiocchi!
Risposta
concordo, anche sulla frase e aggiungerei: ma vale anche per capire noi stessi, a volte, io mi capisco a giorni alterni.
Mafalda è una bimba attualissima, piace a mio nipote di undici anni che di lei mi ha raccontato una scenetta gustosa.
Gioca a scacchi col suo amico, e gli chiede:
-Posso usare la difesa siciliana?
-Certamente
-Cunnutu!
Fulminante!
Risposta
davvero! Bellissima.