“”Il futuro è decisamente aperto. Esso dipende da noi; da tutti noi. Dipende da quello che noi e molte altre persone facciamo e faremo: oggi, domani e dopodomani. E quello che facciamo e faremo dipende a sua volta dai nostri desideri, dalle nostre speranze, dalle nostre paure! Dipende da come vediamo il mondo; e da come valutiamo le possibilità largamente disponibili del futuro… Invece di posare a profeti, dobbiamo diventare i creatori del nostro destino. E imparare a fare le cose nel miglior modo che ci è possibile e ad andare alla ricerca dei nostri errori. Ma questo significa che dobbiamo cambiare noi stessi.”
Da “Tutta la vita è risolvere problemi” di Karl Popper.
Decisamente da consigliare a chi non l’avesse letto. L’ho letto e penso che lo rileggerò.
Ricorda anche una canzone di qualche anno fa: ” da che parte guardi il mondo tutto dipende”…
Ma come mai mi è venuto in mente di scrivere di questo libro? No, non faccio parte di quelli che consigliano i libri per le vacanze mettendoci dentro alla lista dei titoli qualche loro pubblicanzioncella, non si tratta di lettura agostana perché è indicata sempre, anche a gennaio.
No, mi è venuto in mente leggendo questo:
“”sabato mattina. Roberto Speranza chiama Paola De Micheli: “Ma cos’è questa cosa? Dobbiamo risolvere questa vicenda dei treni”, dice il ministro della Salute. “Roberto, il dpcm del 14 luglio scorso era chiaro, lo abbiamo fatto tutti insieme. Ma ridiscutiamolo, siamo disponibili”. Ma il ministero delle Infrastrutture non ci sta a passare come quello che ha dato il via libera a potenziali assembramenti nel trasporto su rotaia. “Non è una nostra responsabilità – spiega una fonte che ha seguito il dossier – noi al riempimento indiscriminato non abbiamo mai dato l’ok”.”
Non hanno mai dato l’ok ma sembra che circoli una circolare (quello dovrebbero fare) che si, qualche cosa si può allentare nel distanziamento nei trasporti, ma, come al solito, si tratta di frasi abbastanza fumose e di non facile interpretazione, giusto per non prendersi troppe responsabilità tutte insieme. Va bene prolungare l’emergenza, ma non esageriamo, ci sono tante esigenze da far combaciare, col dovuto distanziamento, naturale.
E, pare che Trenitalia ne abbia approfittato per allargarsi un po’ sul distanziamento, ma restringendolo. Non sembri un gioco di parole, i treni a lunga percorrenza avevano emesso un comunicato che dal 31 di luglio le carrozze sarebbero state di nuovo disponibili al 100%, insomma tutti seduti vicini come prima, alla faccia dell’emergenza prolungata!
E invece no. Il Comitato scientifico, anche considerando che i contagi non sono diminuiti, anzi, si infuria e dice che non è cosa.
Povero Speranza, certo quando gli hanno proposto il ministero della Salute non avrà pensato trattarsi di passeggiata di salute, ma neppure avrebbe mai pensato di dover risolvere problemi tutti i giorni in questo modo, pare tutti i giorni sul punto di …salutare e mandare tutti a quel paese. Non lo vedo uno cosi forte da sostenere un ritmo di lavoro del genere, forse farebbe bene a leggersi Popper… Ora pare che ci sia anche il problema che i treni devono mantenere le distanze e gli aerei no. E qualcuno protesta. Certo non possiamo prevedere dei monoposto, sugli aerei distanziarci è più difficile, mascherine doppie e via andare altrimenti pedibus.
E Conte? Che dice l’ineffabile premier, quello a cui sembra passare tutto come acqua fresca sulle spalle (anche le cascate del Niagara), in apparenza non extralarge?
Tace e sorride sotto i baffi. Che c’entra lui coi treni? Che c’entra lui se i “suoi” ministri, se il suo “governo” fa pasticci?
(Avete notato che aria da “proprietario” che si da ultimamente)?
E’ normale no? Siamo umani, non si può fare tutto per benino e anche presto. Per questo bisognava allungare l’emergenza, come in cucina quando si allunga il brodo in vista di tempi di magra. E poi il brodo troppo ristretto non fa bene alla salute
Anzi, pare che Roberto Speranza abbia intenzione di farlo rientrare nelle linee guida:” allungare il brodo”.
Ma non ti allargare ( o dilungare) troppo Speranza, non vorrei che a furia di restrizioni mi limitassi anche il cacao. Eh no, la mia barretta al giorno è intoccabile sono pronta a fare la rivoluzione.
Immagino che piacere per coloro che avevano acquistato il biglietto del treno, sentirsi dire:
“Signori, siamo spiacenti, posti esauriti, rinunciate alle vacanze, in compenso sarete rimborsati del biglietto.”
Si, chissà quando.
Il balletto dei posti disponibili sui treni e sugli aerei era durato fin troppo. Alla fine al governo si sono messi d’accordo: le distanze sociali sono sacre, bisogna rispettarle.
Almeno fino ad oggi, salvo intese e sorprese.
Risposta
ma, almeno, leggono quello che firmano? I rimborsi non sono cosi facili da ottenere e se avevano l’hotel prenotato ancora di meno. E il caos che c’era nelle stazioni oggi sarà ricordato un bel pezzo.Insomma caos a grande velocità.
Firmano e manco sanno quello che firmano, prima fanno le leggi poi le disdicono e cosi 8mila senza treno a chiedersi perché l’Italia è cosi pasticciona. Il caro premier lui non paga mai dazio passa tra le folle sorridente e compito come il più figo che abbiamo sulla faccia della luna e oggi sarà a Genova ad inaugurare il ponte e brindare. Che vergogna festeggiare una cosa cosi terribile come se non ci fossero tutti quei morti che aspettano ancora giustizia,fanno bene a non partecipare gli sfollati, fanno benissimo e cosi faranno i familiari delle vittime.
Si sarebbe potuto fare una cerimonia modesta, senza politici, solo il PdR ad accogliere tutti, compresi i tecnici e le maestranze e tutti quelli che hanno collaborato alla ricostruzione. Compreso chi con le mani nel fango ha cercato di salvare vite umane. Ma i politici no, loro dovevano starsene fuori non approfittare di una passerella che non dovrebbe avere nulla di celebrativo.
È vero, del disastro non un politico s’è sollevato per recitare il mea culpa, oggi a distanza di due anni, si fanno belli per la ricostruzione.
Eppure lo Stato anche quando dà in concessione un’attività non smette du esserne responsabume, non può lavarsene le mani, resta l’obbligo del controllo.
E poi, se era noto a tutti che quel ponte traballava, perché nessuno s’è preso l’onere di fermare il traffico o almeno ridurlo?
È poi il caso di dire che una rondine non fa primavera.
Quante regioni soffrono di dissesto idrogeologico e ogni anno si contano morti per frane o esondazione di fiumi?
E l’Aquila dopo il terremoto è sorta più bella di prima, come promesso?
Leggo una notizia che mi lascia allibito, il ponte Sangiorgio sul Polcevera, nasce già difettoso, una curva a raggio di curvatura troppo piccolo, limiterà in quel tratto la velocita di percorrenza a 70km/h. Sembra che pur di rispettare la tempistica di consegna non si sia provveduto a modificare il tracciato.
http://amp.ilsole24ore.com/pagina/ADB3Zve
Risposta
si sa…la fretta, l’importante è che regga, per la curva basta rallentare, da quelle parti ci sono abituati.Confidiamo in San Ingorgo Martire.
Pare non sia proprio cosi, ho trovato questo sul Secolo XIX del 18 di luglio:
“Genova – Il nuovo viadotto di Genova «è assolutamente a norma. Cambia la velocità di progetto su una curva perché il ponte è stato realizzato con “spalle” preesistenti», cioè innesti del tracciato che viene ricongiunto al ponte «che esistevano già».
Il problema dei limiti di velocità, che sulla nuova struttura si abbasseranno a 80 chilometri orari verso Genova e a 70 verso Savona contro i 90 consentiti sul Morandi era già conosciuto dai tecnici di PerGenova, il consorzio che a tempo di record ha ricostruito il viadotto sul Polcevera. Ma era un problema «irrisolvibile – dicono – se volevamo rispettare i tempi di consegna e soprattutto considerati i “punti di vincolo”. Quando è stato realizzato il Morandi, 60 anni fa, erano diverse le tipologie e le velocità dei veicoli. Inoltre, proprio sotto quei punti c’erano delle “interferenze” impossibili da eliminare. Se oggi rifaccio quelle curve, la velocità di progetto dev’essere per forza minore. Diciamo dunque che la velocità di progetto imposta è figlia del tracciato». Il nuovo ponte «è assolutamente a norma – concludono – e domani le prove di verifica e collaudo lo diranno». Domani infatti alle 10 inizieranno le procedure delle prove di collaudo definite congiuntamente da Anas, Rina e da PerGenova. ”
Evidentemente le prove sono andate bene.
Insomma tutto bene e tutto relativo, con le macchine di oggi bisogna andare più piano in curva. Beh, io ci capirò poco ma mi pare un controsenso.
Hanno fatto in fretta ed ora…abbassano la velocità Mah!