Non era mia intenzione, ma purtroppo, devo tornare sull’argomento.
Questo spazio non è supportato da nessuno, nessuna testata giornalistica, sponsor o altro, qui io mi esprimo, scrivo quello che penso delle cose che succedono e ne succedono tante e do la possibilità a chi vuole inserirsi nella discussione di fare altrettanto.
Devo però ancora una volta puntualizzare che questo spazio non è una prateria dove ognuno può sbizzarrirsi a piacimento. Ma è uno spazio “privato” nel quale si da la possibilità a chi lo desidera, di affermare il proprio pensiero.
Credo che l’insulto, anche velato, la critica feroce (“fascista”), siano però un sintomo di grave disfacimento della nostra società.
Un sintomo di prevaricazione dell’altro ed un sintomo di maleducazione. Alla fine, sempre li si arriva. E non è una bella notizia.
E’ normale che non possiamo essere tutti d’accordo, io ho le mie idee e non mi tiro indietro quando si tratta di prendere posizioni, anche nette.
Ma l’insulto anche no! E ricordo che è nel mio pieno diritto cestinare le offese o le polemiche fine a se stesse. E che sinora è successo rarissime volte.
Come pure le insinuazioni malevole.
Lo so che anche i più grandi assertori del liberismo, quelli che si sono persuasi (da sé) di essere grandi e convinti democratici, quando hanno a che fare con le idee espresse chiaramente da una donna, arricciano un po’ il naso.
Ma succede anche quando a scrivere le proprie idee è un uomo, ma meno e comunque un uomo nei riguardi delle idee di un altro uomo è sempre più compiacente e ci gira intorno, tasta il terreno, magari insulta pure ma lo fa sempre con un atteggiamento, se pure di sfida, ma conscio di stare su un piano comune, quasi condiviso o che potrebbe esserlo, con un po di sforzo.
Non ne faccio una questione di maschilismo, non c’entra sempre il maschilismo. C’entra una cultura radicata nella società da secoli che indica nelle donne degli stereotipi ben precisi e se qualcuna esula da questi o ci prova, ancora oggi, si cerca di metterla a tacere.
In fondo, le donne, possono benissimo dedicarsi alla cucina, all’orto o al giardino e lasciare che gli uomini discutano tra loro dei massimi sistemi o di come gira il mondo, perché il mondo gira grazie soprattutto agli uomini che sanno come farlo girare, le donne, al massimo, seguono la corrente.
E invece non è cosi, signori. Non è mai stato cosi e lo è ancora meno oggi. Le donne sanno, anche loro come gira il mondo e sono loro, spesso, proprio quelle che lo fanno girare anche se agli uomini piace credere il contrario. Le donne al massimo devono assentire, annuire, essere d’accordo, smussare gli angoli, entrare a passo felpato nella conversazione e chiedere quasi scusa di esistere. ( Non tutti gli uomini, s’intende ma ancora troppi per non essere fin troppo evidenti e invadenti).
No, signori, no. Non è cosi. Non è proprio per niente cosi.
Questo mio piccolo spazio ne è un esempio: pochi partecipano ma tra quelli che partecipano abitualmente c’è anche chi non si rassegna a non avere l’ultima parola. Vorrebbe averla sempre e vorrebbe potere sfogarsi a dire quello che gli passa per la testa e magari essere pure complimentato per la sua “genialità”.
Ebbene, signori, qui i “geni” trovano pane per i loro denti. E, comunque, se il “pane” che viene servito qui non piace, si può sempre cambiare “fornaio”, c’è ampia scelta.
Mi dispiace, non ci sto a farmi insultare. Esigo e pretendo di essere trattata coi guanti bianchi.
Non li possedete? Beh, poco male, procurateveli.
Guanti bianchi ed eloquio gentile ed educato. Contestatemi pure ma con educazione e garbo.
Altrimenti astenetevi pure sia dal leggermi che da commentare. Preferisco. Grazie.