I soldi sembrano essere un punto molle dei leghisti, fossimo in America direi che hanno un debole per i biglietti verdi, ma anche qui di banconote verdi se ne trovano, volendo. C’è, almeno, chi le trova. Non si sa come né perché (ma si sa), i leghisti riescono sempre a finire impantanati in qualche faccenda che ha i soldi per protagonisti.
Insomma, la vicenda è semplicissima (!): il governatore della Lombardia Attilio Fontana, quello che sembra aver fatto a pugni con lo specchio, ogni mattina, radendosi, ha tirato fuori un bel po’ di bigliettoni scudati ereditati (dice, dalla mamma) e ben conservati in Svizzera e li ha trasferiti al fratello della moglie (socia con una piccola quota nell’azienda del fratello), dicasi anche cognato, imprenditore del tessile, per rifonderlo della “donazione” di camici per medici che aveva fatto “spontaneamente” durante il momento peggiore dell’epidemia (sic).
Sembra una di quelle fiabe che si raccontano ai bambini: “caro piccino, c’era una volta un imprenditore cosi filantropo da donare un grande quantitativo di camici ai medici durante una grave epidemia e c’era un presidente di regione cosi generoso da tirare fuori dal suo conto svizzero una bella cifra per dimostrargli tutta la sua gratitudine”.
Ora, io non lo so se questa storia sta in piedi, lo deciderà la Magistratura, faccia il suo benedetto corso e ricorso e non se ne parli più. Ma parliamone, almeno.
Non fosse tragica perché interviene in una vicenda molto dolorosa soprattutto per la Lombardia e per quello che sappiamo, per i tanti morti anche tra gli stessi medici…sarebbe quasi comica.
Ma si, dai, andiamo, Fontana la faccia da innocente ce l’ha è innegabile.. E’ solo un pasticcione. Come molti leghisti. Coi soldi si impappina, perde la poca bussola che ha , un po’ come Cota, l’ex governatore del Piemonte denominato anche “mutande verdi” per via del noto costume da bagno inserito nei rimborsi spese che gli è costato la carriera.
La moglie di Attilio deve averlo pregato: Ma che ti costa dare la commessa a mio fratello? Che ti costa? Qualcuno li deve pur fare ‘sti camici perché non lui? E poi chi vuoi che in un momento come questo venga a farti le pulci che tu sei mio marito e lui tuo cognato e che si, insomma, gli interessi della moglie e del fratello e quella cosa del conflitto”…un bel conflitto deve essere andato in scena in quei salotti della bella casa del governatore (immagino) tanto che alla fine il Fontana, già stressato di suo (si era anche ammalato di Covid) e debole sia di carattere che di fisico, ha ceduto.
Mi ha ricordato un altro marito che ha ceduto alla moglie che aveva anche lei un fratello, per la storia ben nota di una certa casa di Montecarlo, anche li c’era un mezzo una donazione e non gli è andata benissimo a quel politico che tutti ricordiamo e che è uscito completamente di scena…chissà come mai?
E non solo, mi è anche venuta in mente una scena bellissima di un vecchio ma straordinario film di Sordi (Il vigile)dove Otello Celletti, davanti al consiglio comunale ( riunito a casa del sindaco), denuncia la corruzione tra gli assessori e il sindaco stesso, dopo che era stato cacciato dal corpo dei Vigili per aver multato proprio il primo cittadino per eccesso di velocità.
Ricordava al quel consesso di gentiluomini pagati dalla stato che lui aveva solo fatto il suo dovere mentre loro intascavano i proventi dei loro maneggi compiuti in virtù delle loro posizioni pubbliche.
Insomma, la solita, vecchia, trita storia del politico italiano medio, che ha sempre qualche moglie, amante, zio, fratello, cugino…e chi più ne ha…che finisce per rovinargli la carriera.
Fontana sarà anche innocente non dico di no, ma vorrei vederci proprio chiaro in questa storia, di uno che ha il conto in Svizzera che pare aver ereditato dalla mamma e fa il governatore in Italia e ha la moglie che ha il 10% di quota negli affari del fratello che in piena epidemia riceve un ordine per mezzo milione di euro di camici da medico…insomma sbrogliare questa matassa non sarà facile ma mi vorrei proprio togliere la soddisfazione, da cittadina italiana di capire bene quanto i nostri cari politici di ogni ordine e grado ci marciano col nostro “consenso” (si fa per dire):
Questo dei camici di Fontana è uno di quegli episodi che lasciano perplessi e inoculano seri dubbi sulla capacità di certi uomini politici di dirigere il settore di loro competenza e sulle loro qualità morali e di raziocinio.
Perché tale situazione non ha nulla di razionale, né di trasparenza comportamentale.
Si ordinano dei camici alla ditta di un parente: niente di male se con l’urgenza e la necessità di reperirne una grande quantità, fosse stato l’unico o tra i pochi che avrebbero potuto assicurarne l’approvviggionamento tempestivo e bastevole.
Invece no, ad una osservazione giornalistica di sospetto favoritismo e di conflitto d’interessi, si cercano giustificazioni che urtano contro la ragione e lasciano seri dubbi sulla propria stessa intelligenza.
Come si fa a sostenere che una ditta abbia concentrato la propria produzione nella manifattura di camici, solo per volerli donare?
E come si fa -da parte del governatore- a voler ripagare di tasca propria un tale slancio umanitario?
Mi ricordo un certo politico cui avevano acquistato un appartamento a sua insaputa.
Sono tutte ammissioni di manifesta “ingenuità”, di per sé sufficienti a squalificare il soggetto in causa.
Non sarebbe stato più logico ammettere che in quei frangenti così tragici, pur di procurare il materiale strettamente necessario, si sarebbe corso anche il rischio di incorrere in un conflitto di interessi?
Lo stato di necessità sarebbe stato un argomento sufficiente di discolpa.
Risposta
invece si comporta nel classico modo contorto dei politici che si sentono in pericolo per aver commesso delle corbellerie. Ma come si fa a credere alla buona fede di uno cosi?
Ma credo che anche quella storia dei capitali scudati ereditati dalla mamma vada indagata bene.
Insomma, farebbe meglio a dimettersi alla chetichella ma i “vertici” della Lega glielo impediranno in tutti i modi “negare sempre anche davanti all’evidenza”, il motto dei fedifraghi.
Ma guardate che storie, un governatore di regione che si è prodigato per salvagurdare la comunità, perseguito per essersi mosso tempestivamente.
Quei camici li ha voluti pagare lui, e allora? Aveva dei conti all’estero? È legale, purché si dichiarino e si paghino le tasse. Cosa che era stata fatta. Dove sarebbe il reato?
Finirà tutto in una bolla di sapone, con l’unico risultato del discredito della Magistratura.
Così anche per la richiesta di processare Salvini.
Risposta
non c’è nulla di chiaro in questa faccenda, ma solo torbido e mi meraviglia che rimanga ancora al suo posto, dovrebbe dimettersi almeno finché non sarà stata fatta chiarezza. Ci vuole davvero una bella faccia tosta a rimanere come se niente fosse. Ma non c’è da meravigliarsi di nulla ormai, l’Italia è davvero messa molto male e c’è davvero poco da scherzare.