Questa estate 2020 sarà ricordata non per le condizioni atmosferiche, ( o non solo), non per il Covid, ma per la stranezza della situazione globale ma ancora di più, per noi italiani, per il netto divario, più che mai visibile, tra quello che succede nel paese e quello che la narrazione politica vuole farci credere che succeda.
E in mezzo questo bastardo di virus che circola ancora in barba a tutte le norme di contenimento e che si fa un baffo dei virologi che litigano giornalmente tra chi dice che è morto e chi dice che è vivo e vegeto e pronto a colpire. Tra chi si attiene alle regole e chi invece se ne infischia…
Ora succede che il Parlamento sia stato teatro di una scena indimenticabile, sembrava la notte degli Oscar.
Gli applausi vanno bene a teatro, in Parlamento, a mio parere, specie in momenti come questo, sono ridicoli, fuori posto, ipocriti.
Giuseppe Conte, l’uomo del giorno è subito andato a godersi quello che ritiene un meritato tributo al suo “successo” nelle trattative per il cosi chiamato recovery fund. Cioè l’araba fenice dei fondi europei che dovrebbero aiutarci ad uscire dall’ennesima crisi, l’ultima di una lunga serie, ma purtroppo non certo l’ultima.
Duecentonove miliardi che fanno il botto a nominarli ma che sono sulla carta, una sorta di miraggio di cui la maggior parte degli italiani non vedrà neppure l’ombra e che sembrano anzi essere una presa in giro dei tanti poveri sempre più poveri che si mettono in fila alla Caritas e che rubano per mangiare ai supermercati.
Un premier né forte, né debole, ma con le caratteristiche del “bravo ragazzo” sulla strada per essere santificato statista di rango. Ma ne ha i requisiti? Ma in fondo non è neppure questo il problema. Il problema sono quegli applausi, cosa fatta capo ha, ma la coda? Lo strascico qual’è e soprattutto dov’è?
Ma veramente vogliamo credere (o fingere di credere) che per tre giorni non si riuscisse a trovare uno straccio di accordo, la trattativa fosse impantanata e bloccata dai “frugali” e poi, al quarto, come per miracolo, tutto si appiana, e Conte esce con le braccia alzate come il campione che ha vinto il match della vita?
Una specie di Cassius Conte , lievemente rintronato, un po’ suonato, ma vivo e pronto a consegnarsi alle folle plaudenti per il giusto riconoscimento delle fatiche di Sisifo che ha dovuto affrontare.
E’ persino dimagrito, sciupato, ma è quello il bello, gli italiani potranno dire: lo ha fatto per noi…il nostro avvocato.
Ecco, appunto, un avvocato ma non del popolo, no, ma del governo che con queste due “grandi vittorie” consecutive (Autostrade e Europa) si aggiusta meglio nella poltrona tirando un profondo sospiro di sollievo: anche questa è andata e giù applausi.
E ci credo che applaudano dalle fila del governo, ma non è né un bel vedere né un bel sentire.
Le opposizioni intervengono come possono perché è anche difficile opporsi ad una simile entusiastica bagarre, rischi di passare per “nemico del popolo” o addirittura ” nemico degli italiani”. Ma l’opposizione ha un ruolo troppo importante per lasciarsi intimorire da certe manifestazioni di giubilo ma deve mettere bene in chiaro che non si fanno le nozze coi miliardi di carta.
Questa che per molti rappresenta una vittoria e una affermazione dell’Italia nel consesso europeo andrebbe ponderata meglio; frasi come “ora contiamo di più”, ” l’Italia l’ha spuntata”. ” ora siamo più forti”, sono stucchevoli a mio avviso e anche irrispettose della reale situazione del paese; un paese che arranca, che si arrampica in una situazione sempre più difficile e la vita per molti corrisponde a scalare una montagna ogni giorno, senza essere mai in vista della vetta.
Accordi sotterranei, con tutta probabilità hanno sbloccato entrambe le situazioni che rischiavano di far implodere la maggioranza, aiutini, manine, interventi esterni…insomma, tutto quanto fa intesa, accordo, patto sottobanco, ma neppure tanto, contro i sovranisti e i populisti e in aiuto della unità dell’Europa e soprattutto della sua, per ora assordante afasia nei riguardi di un problema epocale che viene ancora prima del Covid: l’immigrazione incontrollata, mal gestita, sfruttata e che, sempre per ora, viene sopportata dal paese cuscinetto, dalla sponda più caritatevole ma anche più prossima e che però, in questo momento avrebbe bisogno di essere governata insieme e gestita “insieme” e invece siamo, come sempre, in attesa di risposte che non arrivano. E intanto ci arrangiamo come possiamo e manteniamo il governo sulle sue poltrone, oggi un po’ più salde, domani non si sa.
Si danno di gomito Conte e Merkel e Conte e Macron e Macron e Merkel e però ora bisogna smettere di festeggiare e fare sul serio. Non è che gli italiani il gomito, anche questa volta, lo prenderanno…dalle parti dei paesi frugali?