Le parole volano e accarezzano
e morbide come piume fluttuano.
O sferzano come bufera sul viso.
Sono cosi le parole delicate o crudeli
parole che incantano ammutoliscono
oppure parole che uccidono.
Danno voce all’anima o al cuore
o alla rabbia all’odio al furore
e offendono deridono mirano
puntano e sparano.
Oppure sono come carezze
e assomigliano al suono
di conchiglie appoggiate
all’orecchio dove si sente
il mare e il silenzio che
non assomiglia a niente
se non all’eco di un dolore.
Tutto questo sono le parole -espressione della mente e dell’animo, nel bene e nel male, comunicazione, concetto, anche suono o scrittura, patrimonio esclusivo dell’uomo.
Qui, volano, accarezzano, fluttuano, incantano, ammutoliscono, deridono, sferzano, offendono, uccidono,
a volte risuonano come eco doloroso dell’umanità.
Mi chiedo cosa mai si siano detto quei genitori -notizia di oggi- prima che il padre abbia potuto soffocare due figli in erba, e poi porre fine alla sua stessa vita.
Forse tutto, ma di sicuro, nel fragore del chiasso, il nulla.
Ecco cosa possono essere le parole: “silenzio, che assomiglia a niente”, il volto disumano dalla parola.
Risposta
ha scritto alla moglie alle due di notte: “Non rivedrai più i tuoi figli, “parole che uccidono” Lei ora è più morta che se l’avesse uccisa.
Un gesto di un orrore senza fine e la pietà va tutta a questa donna e al suo dolore senza fine.
Si, parole che uccidono , ma anche un muro di silenzio spaventoso tra due persone che devono essere romaste sorde ad ogni richiamo di umanità (almeno il padre).
Risposta
e sono sempre di più e poi dicono che il maschilismo è un’invenzione e che se succedono queste cose la colpa è anche o soprattutto delle donne. Parlare in questo caso sarebbe servito a poco data la brutalità dell’evento.