Eccolo!
La pecora bianca in grado di far apparire nero tutto il gregge. Sulla strada, alla ricerca dell’immunità.
Non importa il nome, anche se inizia con Di, come inizia con Di, l’altra pecora, diventata nera.
E’ diventata nera perché si è adattata e accucciata a seguire le logiche della politica, ha perso del tutto il tratto rivoluzionario ed è diventata un ostacolo all’avanzare del Movimento. Quello che si è definito Cinquestelle. Baluardo dei valori di libertà e trasparenza che si è trasformato in un Acchiappavoti per stare li.
Ovviamente parlo di Alessandro (il Grande, valoroso combattente per la Libertà e la Giustizia), Di Battista e del ministro degli Esteri Luigi Di Maio, rispettivamente, ormai, pecora bianca e nera del Movimento.
Ex maggiordomo di corte, Di Battista, ora divenuto all’improvviso il Joker che spariglia e che fa saltare tutti i banchi.
Era necessario andare in TV a litigare col mondo? A litigare persino col suo mondo, quello che lo ha reso famoso, scrittore, giramondo e deputato, a suo tempo, ora non più, ma non si sa mai.
Ecco che cosa ne dice Grillo, apparentemente sarcastico:
“Dopo i terrapiattisti e i gilet arancioni di Pappalardo, pensavo di aver visto tutto…ma ecco l’assemblea costituente delle anime del Movimento. Ci sono persone che hanno il senso del tempo come nel film “Il giorno della marmotta”.
Ma, sarà sincero?
Ha una bella faccia DiBattista; ha viaggiato, ha letto, ha scritto, ha amato e vissuto, diventato padre, che qualcosa insegna sempre ed ora è pronto.
Pronto per i suoi ideali, personali, irrinunciabili e non più procrastinabili stati generali. Si, è arrivato anche il suo momento.
Il momento di dire Basta! Ragazzi, io sono qui, sono il portatore sano dei valori del Movimento che solo con me può riprendere animo, coraggio, fiato, vitalità e vigore.
Eccolo. Ha un certo non so che di messianico nello sguardo. Guarda lontano a quel futuro che ha in mente e che ora è deciso a realizzare. Ma non è ambizione personale quella che lo spinge, ma il desiderio di lavorare per il proprio paese ora, adesso e qui.
Conte potrebbe essere il leader del Movimento se lo volesse e smettere la casacca di premier per indossare quella di capo di partito che però non conta niente. Conte non conta, ha pensato Di Battista, tra un po’ lo faranno (o lo faremo) fuori e gli conviene abbozzare, con lui alla guida il Movimento arriverebbe al 30%. Sondaggi alla mano.
Ma poi, il capo sarebbe lui, la pecora bianca, alias il grande condottiero di ventura e di avventura, l’uomo che ha nel suo destino di portare il Titanic di nuovo a navigare spedito come se non avesse mai incontrato l’iceberg.
Indietro nel tempo a tutta birra, alle prime fantastiche visioni del fondatore che di lassù piange sconfortato a vedere che fine sta facendo la sua creatura.
E chi se non un medium del calibro della pecora bianca avrebbe mai potuto sentire quel grido arrivare dagli spazi infiniti se non chi negli spazi finiti ha vissuto gli ultimi anni, dietro i fasti della ribalta ed ora è pronto a ribaltare anche il tavolo ovale del buffet micragnoso, per vista politica, degli stati generali di Villa Pomposiphili?
Cos’è? nessuno commenta niente? Tutti grillini?
Eppure non mi pareva, mah forse sono cosi antipatici che non ci trovi niente da dire anche perché se la cantano e se la suonano che non capisci mai chi sia l’orchestra e chi i musicisti.
Ma DiBatista, come maggiordomo non mi pare niente male, mentre DiMaio come ministro…beh, lasciamo perdere non vorrei che mi mettessero in lockdown di nuovo.
Il movimento di protesta che avrebbe dovuto ribaltare i paradigmi stantii di una politica asfittica, auto referenziale, lontana dai bisogni della gente, sorda o tutte le istanze di cambiamento, di trasparenza, di onestà, di solidarietà, insomma il movimento 5 stelle, come ampiamente previsto, s’è sgonfiato come certi palloncini che, allentatasi la stretta sul beccuccio delle dita, piroettano per l’aria nelle direzioni più disparate per poi afflosciarsi per terra ridotti a niente.
E’ bastato qualche mese di tirocinio col potere per rivelare a tutti quelli che ci avevano creduto la differenza tra il dire per demolire e il fare per costruire.
Ora si presenta il giramondo Di Battista, col suo fare scanzonato, col suo vestire casual, a riproporre il palloncino gonfiato con l’aria dei suoi polmoni. Qualcuno ci potrà credere ancora, ma alla rivoluzione populista no, a quella non ci crede più nessuno.
Risposta
sembra che sia cosi, speriamo che cosi ma speriamo che presto questo governo vada a casa perché la gente da tre mesi aspetta la cassa integrazione e non arriva nulla, come fa a mangiare? Sanno solo promettere ma poi non sanno fare niente altro.
Ora sono a villa Panphili con uno spiegamento di forze mai visto per non fare niente e non decidere niente: il governo dei buonianiente!