Il Mutante

Il Movimento Cinque Stelle è quello che Darwin avrebbe definito un “mutante.

Si tratta di un “mostro” politico, un’ evoluzione della specie antro-politica che ora si è incistato al governo del paese dopo dieci anni di propaganda basata sull’insulto, la critica, l’ improperio, insomma, il volgare berciare contro tutta la politica nel suo assieme di cui ormai anche i sassi sono a conoscenza.

E’ riuscito  a far breccia tra una folta schiera di elettori (ora molto ridotta) e continua la sua azione di governo da due anni rimanendo incollato alle poltrone per puro calcolo e determinato opportunismo e producendo poco o pochissimo, seguendo una traccia che perde strada facendo, come se se la mangiasse un qualche folletto dispettoso ma perseverando nel suo intento primario: la Presa del Potere.

Per ora si accontenta di un potere relativo perché i risultati delle elezioni nel 2018 non gli hanno dato “pieni poteri”, come si era illuso di ottenere,ma la sfida che ha da sempre in mente è di arrivare a quella percentuale di consensi che gli permetterebbe di comandare quasi assolutisticamente. E quindi la totale Presa del Paese e dei Fondelli degli elettori.

I suoi rappresentati sanno di essere mutanti, lo sanno perché si dichiarano non interessati a darsi una collocazione politica, dichiarano spesso di considerare la Destra e la Sinistra come la stessa identica cosa,  e di non possedere un’ideologia ma solo idee di Trasparenza e Verità ma dalle loro azioni fin qui delle  due virtù traspare  veramente poco. Desolatamente poco.

Anzi, sembra proprio il contrario: sono chiusi nel loro circolo (vizioso) per pochi elevati e ogni qual volta qualcuno degli “eletti” si lamenta per la scarsa coerenza delle politiche grilline, viene fatto fuori senza tanti complimenti.

IL Mutante non può permettersi di sbagliare, ne va della sua stessa sopravvivenza. Se resiste vorrà dire che si è compiuta la legge darwiniana della selezione naturale e i grillini rimarranno tra i  più forti sui quali il Mutante Zero, cioè Giuseppe Grillo regnerà e prospererà come iniziatore della nuova “specie”.

Ma se caso vorrà che la selezione naturale faccia piazza pulita del mutante Cinquestelle che si sta dimostrando inadeguato e inadatto a governare , allora scomparirà senza lasciare traccia e verrà presto dimenticato nonostante la boria, la spocchia, l’arroganza, e l’improntitudine che contraddistinguono tutti i boriosi che si fingono capaci di rivoltare il mondo solo per arrivare a tenerlo sotto scacco.

E, anche se  ultimamente ha raggranellato qualche consenso, divorando barbaramente i resti delle politiche dell’ex alleato leghista , ha davanti ha sé un cammino impervio per uscire dalla crisi sanitaria che gli sta complicando la vita e scombinando i piani.

E’ comunque tenace e si è ben piantato sulle gambe aiutato anche da un personaggio “ibrido” che si è intrufolato suo tramite,  nella scena politica e da perfetto sconosciuto è riuscito grazie anche  ai suggerimenti del potente apparato grillino e ad un’ ambizione smodata che nasconde dietro quell’aria da gentleman d’antan, da uomo di mondo che non deve chiedere mai e che invece  chiede eccome, nato da un torbido connubio tra Andreotti e Berlinguer e subito rigettato con  orrore dai due statisti come figlio della colpa…cosa stavo dicendo? Mi sono persa un po’…ah si ecco, uomo di mondo senza aver fatto un giorno di militare, né a Cuneo né ad Abbiategrasso…, dicevo che si è imbullonato al governo e non intende andarsene nemmeno se il Movimento lo cacciasse.

Ormai ha il Potere e il Popolo nelle sue mani, mani grandi,, mani senza fine capaci di prendersi le cocuzze con tutto il cucuzzaro e lasciare ai grillini, mutanti mutandis… le briciole.

Chi (soprav)vivrà, vedrà.

Prigionieri della paura

Sperimentata la prigionia durante i mesi di lockdown ora che possiamo di nuovo uscire la gente ha le reazioni più disparate. Chi si ributta in mezzo alla folla come se niente fosse successo o chi non si sente sicuro di aver ritrovato davvero la libertà e fatica ad uscire.

E successo che domenica 17 maggio la gente sia ritornata a riassaporare la libertà anche se munita di mascherina e che molti si siano riversati in parchi e strade cittadine senza troppa considerazione delle famose linee guida dettate dal governo sul distanziamento sociale da tenere per non rinfocolare i contagi

A Bergamo, dove il virus ha fatto centinaia di vittime, la gente si è data appuntamento sulla via del passeggio la Corsarola e l’ha letteralmente invasa. Il sindaco Gori, col suo solito aplomb, ha registrato un video dove esterna il proprio disappunto per questo comportamento che giudica irresponsabile anche se non usa questo termine.

Ha ragione, direi, cosi a prima vista. Anche a me vedere quella viuzza super affollata, con la gente gomito gomito taluni senza mascherina, francamente, ha fatto rigirare un poco le budella. ma come ? Siamo stati sprangati per due mesi senza poter mettere il naso fuori se non a rischio di reprimende (oltre che del contagio) ed ora che il peggio sembra passato, facciamo come se niente fosse successo?

Come si spiega questa totale mancanza di prudenza che alcuni dimostrano? Sembra quasi un modo per riappropriarsi delle libertà negate in questi mesi ed anche uno sberleffo alle istituzioni.

Insomma, ora che in teoria si può, ci riprendiamo la nostra libertà! In molti sembrano aver pensato. E non hanno paura del virus.

Io non lo so, non mi butterei tra la pazza folla, credo che la prudenza sia non solo un obbligo ma una cosa di buon senso. Ma questa vicenda ha fatto affiorare troppe tendenze autoritarie nei nostri governanti, in generale, che forse chi ha una sensibilità particolare e detesta le costrizioni (io sarei tra questi), anche se ha ottemperato minuziosamente alle indicazioni, ora non ce la fa più ed esagera nel senso contrario.

Una via di mezzo? Non lo so se esista nel caso della libertà. La libertà o è tale oppure non è.

E credo dovremmo interrogarci se abbiano sempre usato solo il buon senso o se in questo periodo non siamo stati troppo influenzati  dalle direttive del governo.

Forse entrambe le cose, non sono in contraddizione in fondo. Ma non possiamo certo continuare ad avere paura di virus o di multe o di contravvenire a divieti, alcuni fin troppo repressivi, magari persino insensati.

Rischiamo di perdere di vista che siamo prima di tutto persone libere, che la Democrazia si basa fondamentalmente sulla libertà dell’individuo anche a rischiare di ammalarsi e anche di morire. E che deve essere una libera scelta quella di darsi delle regole o di attenersi a delle prescrizioni per un certo periodo, ma non possono certo  essere imposte a vita, prima o poi dobbiamo riappropriaci di noi stessi e della nostra libertà che è preziosa quanto la vita.

Non possiamo rimanere prigionieri della paura.

 

Non apro

Un noto quotidiano in prima pagina oggi titola: “Italia ripartenza col rischio”.

Io direi piuttosto “ripartenza col fischio”, il fischio di ri partenza, ovvio, Oppure per parafrasare una nota gag di un insuperabile Gigi Proietti…”col caschio”.

Faccio un po’ di spirito, mi permetto di ironizzare, ma ovviamente mi sento sollevata anche se…quel “rischio” non mi tiene sospesa a lungo e ripiombo coi piedi per terra.

Perché ce lo hanno detto tutti gli esperti: si riparte ma occhio che il mostro non è domato perciò facciamo attenzione adottiamo tutte le misure precauzionali dovute….

E certo, adottiamole io le ho adottate da subito, ma non posso certo dire che mi ci sono affezionata, diciamo che ancora non ho feeling con le misure, anche perché sono veramente tante e per niente di facile contentatura.

Insomma, ogni volta è un parto podalico al governo, ma alla fine escono rossi in viso e scalmanati dai consigli dei ministri o dalle riunioni di gruppo  dei comitati tecnici oppure da quelle con le varie task force o coi governatori inviperiti o i rappresentanti dei sindaci imbufaliti…e poi cene per tutti come recitava una famosa imitatrice di Lilly Gruber, anni luce fa.

Si perché è tardi e hanno fame, non pare ma anche i ministri hanno uno stomaco. Si fermano all’angolo dove c’è la trattoria che li aspetta, che non ha mai chiuso lavora solo con loro ministri e affini, Lo spazio è poco ma la fame è tanta e allora al diavolo le misure. Un metro? Ma no, siamo tra noi quasi congiunti, ecchisenefrega. L’oste gli serve una matriciana con la mascherina e i guanti mentre le maschere dei ministri sono appesa alle spalliere delle sedie dagli elastici, perché si mangia con la bocca e il virus non può dire niente altrimenti si mangiano pure lui.

Insomma hanno fatto tutto bene ma io non ho capito ancora niente. Dunque riaprono tutti tutto, chi se la sente perché c’è anche chi ha deciso di non aprire, non gli conviene con quelle norme e regole, ha paura che non venga nessuno e poi chi ci capisce qualche cosa?
Un metro e mezzo o due o tre… i tavoli, un metro le persone, disinfettanti sul tavolo, termometri per misurare la febbre ai clienti, guanti e mascherine a volontà, salviette detergenti e divisori di plexiglas,,,,e questa sarebbe la ripartenza?

Vissani non riapre, ha detto, neppure Cipriani. Dice che l’Harry’s Bar si vergogna ad aprire con queste premesse, 80 metri quadrati tra sopra e sotto di lusso e ospitalità con la mascherina e i guanti? Non si può fare. Lui, Cipriani è l’ospitalità fatta uomo e come potrebbe uno come lui farsi vedere dagli ospiti in quello stato? Ma andiamo Harry si rivolterebbe nella tomba!

E poi le mascherine! In Veneto Zaia le vuole dovunque anche all’aperto e sono previste multe fino a tremila euro! E le somme raccolte andranno alla lotta contro il Corona virus, dice il governatore.  Una bella pensata. Ma come mai lui non se la mette mai? Non l’ho mai visto con la maschera quell’uomo. Ma lui dice che ormai ha gli anticorpi con i controfiocchi e non serve tamponarlo gli crediamo tutti sulla parola, basta guardarlo: mette paura!

Dobbiamo levarle all’interno dei bar e ristoranti o solo sollevarle per bere e mangiare  e poi tirarle subito giù? E dobbiamo portarle  anche in spiaggia? E chi ha voglia di andarci in spiaggia? se annego non mi fanno neppure la respirazione bocca a bocca. Li capisco ma intanto…dove finisce la sicurezza? Se non mi becca il virus mi becca una depressione nera, da suicidio.

E dicono che sarà molto calda la prossima estate e noi dovremmo andare in giro con quei cosi sulla faccia sudata?

Mi sa che io restoacasa e non apro neppure ai carabinieri.

 

 

Lo scoglio

Uno scoglio è una formazione rocciosa che affiora dal mare. Può essere però, in senso traslato, un ostacolo che ci troviamo davanti all’improvviso.

Come nel caso di questa epidemia. Possiamo considerarlo un grosso scoglio che dobbiamo fare di tutto e lo stiamo facendo, per superare.

Ma non è per niente facile. Sembra che ci dovremo convivere, non con lo scoglio ma con  il virus. A dir la verità io di convivere con un tipo immondo come quello non ne ho nessuna voglia e credo di essere in buona compagnia.

Mi fa proprio ribrezzo, conviverci è una parola grossa, diciamo che dovremo sopportare l’idea che ci vorrà del tempo per annientarlo, per cacciarlo definitivamente, per neutralizzarlo o meglio ancora distruggerlo, incenerirlo, annientarlo.

E’ una brutta bestia. Una brutta bestia che ci siamo trovati davanti un mattino e siamo rimasti senza fiato davanti alla possibilità che avremmo anche potuto soccombere alla sua forza. Una brutta bestia che ha fatto molte vittime, che ha lasciato intorno a se distruzione e dolore ed ora dovremmo imparare a conviverci?

Ma io lo pesterei proprio sotto ai piedi fino a triturarlo altro che conviverci!

Ora il governo ha finalmente emanato le misure per riaprire l’Italia. In molti sono perplessi perché sembrano misure insostenibili. forse dovremmo abituarci  all’idea che le nostre città cambieranno un po’ fisionomia, che non ci saranno più, bar, ristoranti, negozi e negozietti aperti ovunque, ma che diminuiranno sensibilmente e sarà tutto un po’ più triste. Forse molta gente dovrà inventarsi un altro mestiere, cosi all’improvviso non è semplice, sarà molto dura. Ce la faremo?

E’ un’incognita molto grande. Io voglio essere ottimista e sperare che questo brutto “scoglio” che ci siamo trovati davanti all’improvviso sapremo superarlo anche questa volta e che troveremo la forza e il coraggio per adattarci e inventarci una nuova maniera di vedere le cose. magari più semplice, magari più naturale e forse anche più ecologica, ma una strada la troveremo per uscire dal caos che il virus ha seminato sul nostro cammino.

 

Vedo uno scoglio all’orizzonte
sembra una forma nota
ma è un miraggio
mi aggiro un poco intorno
allargo il raggio

intorno a me i gabbiani
si lanciano al pescaggio.
Uno scoglio può essere
un bel posto dove fermarsi
a guardare il paesaggio

può essere un bel posto
dove fermarsi solo per pensare
o anche per prendere coraggio.
Ad ogni passo uno ne puoi trovare
puoi scavalcarli oppur li puoi
aggirare.

Ma se ti fermi troppo a rimirare
la forma, il colore, il senso o
anche solo a guardare quell’uccello
che li si è fermato a riposare…
potresti perdere la voglia di tornare
e rimanere a mollo per sempre
in mezzo al mare.

 

Ecco, io spero che, passato il momento di sconforto e di sconcerto, l’Italia ritrovi  tutta la forza ed il coraggio che ha sempre dimostrato di possedere e …non rimanga a lungo a mollo in mezzo al mare…delle difficoltà ma emerga rinnovata e pronta ad affrontare le tante sfide che l’aspettano.

Dirlo coi fiori

Le sardine si sono rifatte vive, più vive che mai. Hanno lanciato una bella iniziativa: 6000 piantine in vendita on  line che verranno sistemate in Piazza Maggiore a Bologna  dove chi le acquista  può andarle a prendere dalle 9 di mattina di sabato alle 18 di domenica prossimi. Si chiama “crowdfunding fotosintesi per la  cultura” e rappresenta la voglia di farsi sentire di un movimento che era rimasto sottotraccia a causa del lockdown ma non affogato dallo tsunami Covid e che si riaffaccia sulla scena per mandare un messaggio ai populisti,  sovranisti, diversamente democratici o governi ingessati…che loro ci sono guizzanti e fresche come sempre e che appena sarà possibile torneranno nelle piazze, se necessario a far sentire le loro voci. E non intendono affatto rimanere mute come pesci.

 

Per ora, in loro rappresentanza sabato e domenica prossime a Bologna, ci saranno questi 6000 vasetti di piantine aromatiche e fiori il cui ricavato andrà a finanziare  la cultura. In particolare gli artisti da strada che potranno usarli per fare rappresentazioni all’esterno, quelli che si chiamano spettacoli di prossimità per riportare nel paese, un po’ di sano divertimento dopo un periodo cosi buio. Insomma un po’ di spettacolo alternativo a quello a cui abbiamo assistito e assistiamo tutti i giorni messo in scena da  “artisti” politici.

La trovo una bellissima iniziativa, le sardine non potevano smentirsi dopo aver radunato nelle piazze migliaia di persone e ora che non possono farlo,  piante e fiori sono un’ottima “ripartenza” per il loro movimento per ora ancora sotterraneo per forza di cose ma che cova sotto la cenere e può tornare a rifiorire come le seimila piantine che porteranno simbolicamente in piazza a Bologna a testimonianza che ci sono e lottano  assieme a noi.

Come prima  e più di prima. Sarà uno spettacolo da non perdere.

Compassione

Essere vestita con l’abito verde, sorridere, dire che non è stata maltrattata e che era felicissima. Grave colpa essere felice dimostrarsi serena e portare un orribile vestitaccio verde.
Questo ha disturbato gli italiani di più dell’atteggiamento di Silvia Romano: uomini e donne senza distinzione.
Anche le donne possono essere maschiliste e ricadere nei clichè classici: la donna che si presenta vestita in un certo modo e porta un messaggio inequivocabile e per tanti intollerabile.

Ancora: una donna che è stata prigioniera per quanto non maltrattata può aver subito un tale choc da non sapere neppure più chi è. Silvia si presenta come Aisha, può essere che questa conversione e cambio di nome abbiano rappresentato per lei la salvezza e che se ora i suoi genitori la possono avere di nuovo a casa viva (ma non sappiamo con quali ferite psichiche) lo debbano proprio a questa decisione di Silvia presa in prigionia, ma non per questo criticabile come sbagliata o falsa o addirittura interessata, ma forse per lei salvifica.

Silvia non è una stupida ragazzina incosciente come molti la dipingono ma a me, dal poco che ho visto di lei, ha dato l’impressione di una ragazza forte determinata colta e consapevole.
Lo so che tutte queste qualità possono fare arricciare il naso a qualcuno  perché essendo io una donna che difende un’altra donna e perciò catalogabile”femminista” (cosa che si fa spesso), posso risultare non “attendibile”. Molto meglio far parlare gli uomini ( e questo fanno in tante occasioni pubbliche o nei media in generale) che non essendo per forza di cose mai femministi anche quando ne dovessero sposare la causa (ma ovviamente neppure maschilisti), sono ritenuti più attendibili e infatti sono tanti gli uomini entrati in questo surreale dibattito. Ma non sono mancate molte critiche anche da parte di tante donne. Comunque non ne faccio una questione di maschilismo ma devo purtroppo riconoscere che anche in questo caso si dimostra molto invadente.

Ma, ammettiamo che Silvia possa non essere quella semi deficiente incosciente che viene da molti definit (come io penso), allora anche i giudizi peggiori su di lei dovrebbero essere rivisti.

Si potrebbe considerare che in lei si sia sviluppato una sorta di adattamento (non sindrome di Stoccolma) ma adattamento all’ambiente che le ha consentito la sopravvivenza in una condizione impensabile e inimmaginabile, possiamo immaginare però che non sia vissuta in una reggia come una regina ma che sia stata privata della sua libertà e posta in condizioni di non poter decidere niente di quello che le riguardava, la sua vita era nelle mani di sconosciuti carcerieri che volevano ottenere tramite lei dei vantaggi che però non erano scontati.
Silvia secondo me ha fatto la cosa più intelligente che avrebbe potuto fare: adattarsi ad un ambiente sconosciuto e ostile e considerando che lei è mediatrice linguistica, cioè interprete e e che ha studiato usi e costumi di quelle popolazioni ha usato le sue conoscenze (e la sua intelligenza) per uscire viva da una situazione complessa che poteva costarle la vita ogni istante.

Una volta liberata Silvia non ha ritenuto di mostrarsi diversa da quella che era dovuta diventare in quei mesi perché forse riconoscente a quel suo alter ego che si era formata in quel periodo cosi eccezionale e dove aveva sfruttato tutte le risorse che possedeva per rimanere in vita e tornare alla sua famiglia e dal quale forse non si dividerà mai e di questo credo tutti dobbiamo farci una ragione. Non possiamo sindacare le conversioni religiose degli altri non ci spetta. Nemmeno se lo stato ha pagato molti soldi per liberarla, nemmeno in quel caso.

Ma, comunque questa è solo una supposizione come un’altra e credo mai nessuno potrà conoscere a fondo cosa è veramente successo nell’animo di quella ragazza. E, forse, non è neppure giusto.

Quindi io penso che gli insulti e le minacce che le vengono rivolte, siano quanto di peggio il nostro paese poteva produrre specie in questo momento, ma ritengo anche che molte malevole illazioni e nessuna (o quasi) empatia, ma piuttosto astio e quasi avversione, nei riguardi di questa donna italiana della quale dovremmo avere maggiore considerazione per aver pagato e molto la propria volontà di aiutare il prossimo, secondo me, dimostra che questo periodo di ansia e sofferenza e di morte dovuta al virus, invece che aprirci la mente, in molti casi ci ha reso meno comprensivi e meno capaci di immedesimarci nella sofferenza altrui, cioè meno compassionevoli.

Stranamente, secondo me. Ed è proprio questo che dovrebbe preoccuparci non come Silvia si veste o a quale religione rivolge le sue preghiere.

Cattiveria virale

Ci sono personaggi abietti che si aggirano per la penisola, gente piccina che si serve dei social media o di qualsiasi altro mezzo per insultare le donne.

Non bastano le violenze fisiche  che tante devono subire, vengono attaccate tutti i giorni con violenza verbale inaudita.

E la storia si ripete, Ora è toccato a Silvia Romano della quale non voglio parlare se non per dire che gli infami che la insultano in ogni dove fanno schifo.

Ma prima di lei  Carola,  Greta e qualsiasi donna che per qualche motivo si metta in luce, abbia i riflettori puntati nel bene e nel male, nessuna viene risparmiata.

Aizzati da politici che non sanno che sfruttare il momento per guadagnarsi un pochina di visibilità che altrimenti non avrebbero.

Gente piccina, insipida, ignorante e cattiva. Uomini ma anche donne, la cattiveria non ha preferenze, non guarda al sesso di chi la possiede.

Per non parlare degli insulti a Liliana Segre che ha dovuto essere messa sotto scorta.

Ma che razza di paese siamo diventati?

Il virus non doveva farci diventare più buoni, più solidali, farci vedere i lati positivi delle cose?

A me pare che la cattiveria sia in aumento e che insultare sia diventato uno sport praticato giornalmente da una  miriade di perdigiorno che non aspettano che di avere un bersaglio sul quale sfogare le proprie frustrazioni, repressioni e odio.

Una società malata di una cattiveria spietata, ancora più di qualsiasi spietato virus.

Manteniamoledistanze

Al governo parlano di ripartenze di rilanci ( di uova?) ma di soldi veri se ne vedono pochi. pazienza per quelli che si erano messi da parte un bel gruzzolo, magari evadendo, non facendo fattura etc. e in Italia, come ben sappiamo sono tanti e possono permettersi di aspettare.

Parliamo delle  centinaia di migliaia di lavoratori (dipendenti ma anche partite Iva) che non hanno potuto lavorare causa lockdown e però non ricevono nessun sussidio o cassa integrazione e devono mantenere e mandare avanti lo stesso la famiglia.

Sentiamo tutti i giorni il primo ministro Conte, affermare che tutti saranno pagati al più presto riceveranno i fondi dello stato che ha stanziato e stanzierà, il fondo qui e il fondo la…ma intanto queste persone  vedono solo il fondo del barile che hanno dovuto raschiare in questi mesi.

Già prima la situazione non era rosea, magari tante famiglie vivevano o sopravvivevano con uno stipendio misero, un lavoro precario, su un piede solo, camminando sulla fune, ogni giorno per arrivare vivi alla fine del mese.

Ora non più, da mesi nemmeno quello. Ma in fondo dei fondi, il governo che colpa ne ha se è arrivato il virus? Se in Italia c’è la Burocrazia che comanda, a destra e pure a manca, se non esiste più la mezza stagione?

Nessuna. Conte non ha nessuna colpa. A sentire i suoi corifei: è  il meglio del peggio che ci potesse capitare in una situazione come questa. Eccezionale, veramente. Non lui, ma la situazione.

Ma anche lui, un pochino se vogliamo.

E’ tanto impegnato a mettere pezze a rattoppare a rinsaldare a disquisire a dipanare a sbrogliare matasse, a giudicare i vivi e gli italianivivi, i reggenti e i cascanti…che non può perdersi in quisquilie, non può accertarsi se i milioni che spara a salve poi si vadano davvero a depositare nelle mani di coloro ai quali sono indispensabili per mangiare.

Ecchecavolo, mica può fare tutto lui. Non spingente, con calma, il piatto può attendere, non avete pane? Mangiate brioches, infine tutto si aggiusta basta avere un poco di pazienza…

Ma anche quella, mi dispiace per lui, comincia a scarseggiare, cartelli dovunque recitano: “Pazienza esaurita”.

Datti da fare Conte, importane dall’estero, chiama l’amico Donald che ne ha i magazzini pieni, ma fai qualcosa.

Ormai gli italiani ti stanno col fiato sul collo, collo di primo ministro  ma sempre esposto ai colpi d’aria.

E di questi tempi i colpi d’aria possono essere pericolosi.

Consiglio una bella sciarpa magari tricolore e con la scritta: “manteniamoledistanze”.

 

Il Bonafede come fa?

Il Bonafede come fa?

non c’è nessuno che lo sa

si dice parli troppo

che se la faccia sotto

non legga più i giornali

che sia ai domiciliari…

 

Ma…il Bonafede come fa?

a stare ancora e sempre la?

fra poco il Parlamento

gli può far fare un salto

può metterlo a cimento

non certo a cuor contento…

 

Ma…il Bonafede come fa?

dice che lui non se ne va

che in fondo lui è contento

lavora ch’è un portento

che ha fatto tutto a punto

e che ci è stato attento…

 

Ma allor cos’è ‘sta roba qua?

E ha scarcerato quelli la?

Si dice perché è giusto

ma lor ci prendon gusto

e tutti dicon questo

non è che un bel pretesto….

 

Ma il Bonafede come fa?

passa sorride e se ne va

ma poi a lui che importa?

c’ha la sua bella scorta

e poi con Conte amico

può fare pure il fico…

 

Ma il Bonafede come fa?

e poi perché non se ne va?

per stare alla Giustizia

ci vuole cuore e faccia

e lui meglio che taccia

che si perda la traccia

si faccia anche una doccia…

Ma il Bonafede ci è o ci fa?

 

 

Parodia della canzone per bambini “Il coccodrillo come fa” scritta appositamente per il prof.dott. Alfonso Bonafede,

Coccodigrillo

 

 

 

Basta un poco di zucchero

Gianluca bacchetta il premier per l’elemosina di 600 euro che ha ricevuto e che gli ha ritornato sue proprie mani durante un colloquio a P.Chigi dopo cinque giorni passati sul sellino della sua bici per raggiungere Roma dalla provincia di Novara.
Conte ha ricevuto le bacchettate di Bacchetta ma non si sa che esito abbiano avuto.
Di sicuro il premier è stato gentile, premuroso, gli avrà offerto il caffè in tazze bordate da filo d’argento, servito da camerieri in livrea e mascherina con il tricolore, E una seduta in piena tranquillità nelle poltrone damascate del salotto più buono.
Mentre Giunluca Bacchetta si rifocillava (il viaggio da Novara in bici non è proprio una passeggiata) , Giuseppe ha chiamato il presidente dell’INPS forse per bacchettare anche lui, per finta naturalmente, immagino la conversazione:
– sono Conte, buongiorno Tridico, insomma ma che roba è? Ho qui un ristoratore inca…nero per questa mancetta, ma insomma dico io, non si poteva proprio fare 600mila? Ah no? Non si poteva…ah siamo indebitati? Ah già, dimenticavo, me lo aveva detto anche Angela, che stupido, cioè, ehm, comunque sono stupito e le rappresento tutta la indignazione del qui presente rappresentante dei più deboli e più fragili in questo momenti di…come dice?
Ha un appuntamento a cui non può tardare? Sapesse io…vabbè, come facciamo qui con questi soldi? Ah li diamo in beneficenza? Ah, già scodavo, smemoratum che sono, me lo aveva consigliato anche il mio consigliere…beh arrivederla a presto…”clic.

Gianluca, affascinato da tanta suprema cortesia e bon ton, rifocillato e riposato (Conte gli ha anche chiesto se voleva approfittare del suo barbiere nel suo privè sanificato, ma Gianluca non avendo grandi esigenze di look al momento da soddisfare, ha declinato), se n’è uscito un po’ frastornato, più leggero senza quel fardello di quei 600 miseri eurelli e soprattutto contento di aver fatto la conoscenza di un personaggio cosi in vista e cosi nobile, così signore nato che ho come l’impressione che la sua annunciata lotta dura contro le inadempienze del governo si tradurrà in una più pratica e forse anche più costruttiva e serena opposizione light, shakerata e con una puntina di zucchero…basta un poco di zucchero e la pillola va giù…