Il Movimento Cinque Stelle è quello che Darwin avrebbe definito un “mutante.
Si tratta di un “mostro” politico, un’ evoluzione della specie antro-politica che ora si è incistato al governo del paese dopo dieci anni di propaganda basata sull’insulto, la critica, l’ improperio, insomma, il volgare berciare contro tutta la politica nel suo assieme di cui ormai anche i sassi sono a conoscenza.
E’ riuscito a far breccia tra una folta schiera di elettori (ora molto ridotta) e continua la sua azione di governo da due anni rimanendo incollato alle poltrone per puro calcolo e determinato opportunismo e producendo poco o pochissimo, seguendo una traccia che perde strada facendo, come se se la mangiasse un qualche folletto dispettoso ma perseverando nel suo intento primario: la Presa del Potere.
Per ora si accontenta di un potere relativo perché i risultati delle elezioni nel 2018 non gli hanno dato “pieni poteri”, come si era illuso di ottenere,ma la sfida che ha da sempre in mente è di arrivare a quella percentuale di consensi che gli permetterebbe di comandare quasi assolutisticamente. E quindi la totale Presa del Paese e dei Fondelli degli elettori.
I suoi rappresentati sanno di essere mutanti, lo sanno perché si dichiarano non interessati a darsi una collocazione politica, dichiarano spesso di considerare la Destra e la Sinistra come la stessa identica cosa, e di non possedere un’ideologia ma solo idee di Trasparenza e Verità ma dalle loro azioni fin qui delle due virtù traspare veramente poco. Desolatamente poco.
Anzi, sembra proprio il contrario: sono chiusi nel loro circolo (vizioso) per pochi elevati e ogni qual volta qualcuno degli “eletti” si lamenta per la scarsa coerenza delle politiche grilline, viene fatto fuori senza tanti complimenti.
IL Mutante non può permettersi di sbagliare, ne va della sua stessa sopravvivenza. Se resiste vorrà dire che si è compiuta la legge darwiniana della selezione naturale e i grillini rimarranno tra i più forti sui quali il Mutante Zero, cioè Giuseppe Grillo regnerà e prospererà come iniziatore della nuova “specie”.
Ma se caso vorrà che la selezione naturale faccia piazza pulita del mutante Cinquestelle che si sta dimostrando inadeguato e inadatto a governare , allora scomparirà senza lasciare traccia e verrà presto dimenticato nonostante la boria, la spocchia, l’arroganza, e l’improntitudine che contraddistinguono tutti i boriosi che si fingono capaci di rivoltare il mondo solo per arrivare a tenerlo sotto scacco.
E, anche se ultimamente ha raggranellato qualche consenso, divorando barbaramente i resti delle politiche dell’ex alleato leghista , ha davanti ha sé un cammino impervio per uscire dalla crisi sanitaria che gli sta complicando la vita e scombinando i piani.
E’ comunque tenace e si è ben piantato sulle gambe aiutato anche da un personaggio “ibrido” che si è intrufolato suo tramite, nella scena politica e da perfetto sconosciuto è riuscito grazie anche ai suggerimenti del potente apparato grillino e ad un’ ambizione smodata che nasconde dietro quell’aria da gentleman d’antan, da uomo di mondo che non deve chiedere mai e che invece chiede eccome, nato da un torbido connubio tra Andreotti e Berlinguer e subito rigettato con orrore dai due statisti come figlio della colpa…cosa stavo dicendo? Mi sono persa un po’…ah si ecco, uomo di mondo senza aver fatto un giorno di militare, né a Cuneo né ad Abbiategrasso…, dicevo che si è imbullonato al governo e non intende andarsene nemmeno se il Movimento lo cacciasse.
Ormai ha il Potere e il Popolo nelle sue mani, mani grandi,, mani senza fine capaci di prendersi le cocuzze con tutto il cucuzzaro e lasciare ai grillini, mutanti mutandis… le briciole.
Chi (soprav)vivrà, vedrà.
Mi piace l’accenno alla canzone di Paoli – Vanoni. Grande stagione quella per la canzone italiana.
Quanto al movimento 5 stelle, io lo vedo come un figlio illegittimo del Partito Radicale. Un figlio che ha preso la parte più spregiudicata dell’eredità paterna, senza ereditarne il rigore.
Se Salvini non avesse mollato la coalizione sarebbero stato oggetti amari per il M5S, perché , in pratica, quello era il governo di Salvini tenuto in piedi dai voti del M5S, e i mutanti perdeveno di credibilità, di coerenza, di apoggio popolare.
Per loro fortuna quello che era considerato un furbacchione ha fatto una stupidaggine politica. C’è da dire a sua discolpa che una coalizione PD-M5S dopo i loro trascorsi negli anni precedenti andava oltre la fantasia del più spregiudicato dei politici.
Comunque è stato un toccasana perché ha spostato un certo numero di consensi dalla Lega al M5S.
Altro toccasana è stata l’epidemia, che ha fatto saltare tutti i vincoli di bilancio e tutte le regole del buongoverno, e ha presentato quel personaggio scialbo che era Conte, vero coniglio tirato fuori dal cappello da Di Maio, come un governante saggio ed equilibrato, meglio di tanti altri.
Dove andrà a finire il mutante? Certo, in quanto tale, non ha i vincoli di coerenza col passato che tanto imbarazzo hanno creato al PD, e un po’ pure alla Lega. In questo senso somigliano un po’ a Forza Italia degli inizi.
Se riusciranno a gestire decentemente l’emergenza, e metteranno in soffitta Grillo, e pure Di Maio e Di Battista, potranno raggranellare un bel po’ di voti alle prossime elezioni. Anche perché, in terra caecorum, beati monoculi.
Io mi aspetto che calino notevolmente rispetto al risultato del 2018, ma che non scompaiano come sembrava sontato un anno fa.
Risposta
ritengo difficile che il movimento si possa disfare di tanti pezzi da novanta come lei suggerisce, resterebbe veramente in mutandis
Dal titolo pensavo si trattasse di coronavirus, l’argomento del giorno, che sembra stia mutando, diventando meno aggressivo (o forse è mutata la composizione delle gente aggredita, più giovani, meno anziani). Poi ho capito che si trattava di tutt’altro.
Mutare, adattandosi all’ambiente, è il modo di sopravvivere che hanno gli organismi viventi, ma anche tutto ciò che da essi deriva, compresi gli apparati politici.
Un apparato nato come protesta ad un regime statico e corrotto, all’inizio cresce velocemente, poi o muore, se chi detiene il potere ha in sé ancora certe qualità che lo rendono capace di reagire, o conquista il potere. E allora gli si apre dinanzi un bivio: o la rivoluzione, strada impervia e difficile, o più comodamente, l’integrazione e la conseguente rinuncia agli ideali per cui all’inizio aveva sfondato. Segue l’immancabile declino.
Ecco i Pentastellati stanno seguendo quest’ultimo iter, in quanto al declino domani al Senato si voteranno due mozioni di sfiducia su Bonafede, mentre Del Rio ammonisce Italia Viva: “Se votate la sfiducia, sarà crisi di Governo”.
Alla faccia di coronavirua, che già oggi ha rialzato la cresta.
Risposta
I cinquestelle agli ideali non hanno mai rinunciato proprio non sanno cosa sono.
In quanto a Bonafede…mah, ho molti dubbi che vogliano fare cadere il governo, sono aggrappati come naufraghi alle poltrone, gli faranno un bello shampoo, lo striglieranno a dovere ma poi lo lasceranno li. Dove lo trovano uno cosi?