Tutti noi

Ci siamo arrivati. Ormai il 4 di maggio è qui. Lo abbiamo atteso nelle lunghe giornate cupe di clausura forzata, con l’ansia che abbiamo cercato in tutti i modi di tenere a bada. Ci siamo riusciti con l’aiuto della famiglia, degli amici, seppure distanziati ma soprattutto, credo, con la speranza che tutto questo sarebbe passato e che saremmo usciti dal tunnel.

Ora, pare sia cosi o almeno ci stiamo avvicinando all’uscita. E, anche se non possiamo ancora gioire alzando le braccia al cielo come quando la nazionale vince il campionato del mondo, se non altro, possiamo sentire quella morsa che ci prendeva al cuore e alla gola, via via che passano i giorni, allentarsi, anche se ci lascia un po’ storditi.

Il mio pensiero però va ai tanti morti, alle vittime di questa tragedia  che se ne sono andate senza il conforto di uno sguardo dai propri cari e senza che questi potessero dargli l’ultimo saluto degnamente, con un funerale.

E un pensiero va a tutto il personale sanitario che in questo frangente ha compiuto fino all’estremo limite la propria missione dando la propria vita per salvarne altre,  e voglio anche esprimere solidarietà a quanti hanno avuto lutti in famiglia.

Non era mai  accaduto che dovessimo stare reclusi come ai domiciliari e seguire regole ferree di distanziamento sociale, neppure durante la guerra. Una zia 92enne che la guerra l’ha vissuta, mi ha detto: “questo e peggio”. E però è stato necessario per poter limitare i danni della malattia che probabilmente, altrimenti sarebbero stati ancora più gravi. Voglio ringraziare i medici e tutto il personale sanitario per lo sforzo immane compiuto ( e che ancora compiono), cosi come ringrazio tutti quanti hanno continuato a lavorare per assicurarci la possibilità di fare la spesa e di nutrirci e a chi ha continuato a lavorare, pur rischiando per tenere aperti servizi essenziali. Un sincero grazie dal profondo del cuore.

Abbiamo subito una sospensione della democrazia? Io credo di si e spero però che si ritorni prestissimo al ripristino di tutte le libertà sancite dalla Costituzione. Non voglio polemizzare coi nostri governanti, si sarebbe potuto fare di più e meglio, come sempre, ma in questo caso ancora di più.

Ma, da italiana, almeno per qualche giorno, voglio sentirmi una cittadina che ha compiuto fino in fondo il proprio dovere attenendomi scrupolosamente alle regole e cosi ha fatto la maggioranza degli italiani e, senza retorica, credo che un piccolo applauso lo meritiamo anche tutti noi.

Con la consapevolezza che la strada è ancora in salita ma, se cercheremo di apprendere qualcosa o molto da questa terribile lezione, potrebbe non essere fatica sprecata.

 

7 commenti su “Tutti noi”

  1. Indubbiamente, queste circostanze ci hanno fatto capire che la vita può andare avanti anche in maniera diversa da come eravamo abituati a pensare.
    Che tante attività, impegni, esigenze, diritti, tutto sommato, non erano indispensabili.
    Questa emergenza ci ha permesso di mettere la testa fuori da quello che era diventato un “tunnel cognitivo” che condizionava i nostri pensieri e ci rendeva poco possibilisti.
    Del resto, tanti dei sacrifici che ci hanno imposto collettivamente, a molti erano già capitati a livello individuale.
    Tanti gestori di negozi o ristoranti, tanti professionisti, e lavoratori autonomi avevano conosciuto l’interruzione del loro lavoro per mesi a causa di un incidente stradale o di una grave malattia. E non era stata la fine di tutto.
    Solo le persone economicamente o socialmente più fragili crolleranno. E non mi riferisco agli anziani, ma a chi non era in grado di tenersi un lavoro, o di mandare avanti un’attività anche semplice in maniera produttiva.
    Chi stava in piedi grazie al vento favorevole, appena il vento diventa contrario cade.
    E stiamo scoprendo che si trattava di tante persone.
    La nostra società, tra crediti bancari facili, liberismo eccessivo nelle attività commerciali, ecc…. aveva creato tanti castelli di carte.

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  2. Continuo a pensare che così non poteva continuare con il mondo animale,vegetale in continua e sempre crescente sofferenza ,con i messaggi costanti da parte dei giovani di non avere un futuro per colpa dell egoismo umano ,con La minaccia continuamente ribadita da meteorologi e scienziati di uno tsunami mondiale beh non voglio dire che sono contenta dell’ arrivo di questo poco regale virus anche se sicuramente è un regalo di questa mancanza di equilibrio e rispetto soprattutto nei confronti del mondo animale (di cui tra l’ altro facciamo parte) ma di una fermata ne avevamo purtroppo bisogno, come direbbe Mafalda del fumetto omonimo “ fermate il mondo voglio scendere!”con l’ auspicio che dalla riflessione ne scaturisca una più corretta e rispettosa rinascita

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    grazie Carmela, si l’auspicio è proprio questo. Corretta e rispettosa rinascita. Speriamo che tutto questo male non sia venuto solo per nuocere…

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  3. La guerra era peggio, perché neppure segregati in casa si poteva essere al sicuro. Questa calamità, per quanto di sorpresa ci abbia potuto cogliere, lascia la possibilità di elaborare i rimedi.
    Qui sembra siano stati efficaci e sembra raggiunta stabilmente la fase calante del contagio e dei suoi effetti letali. Ci attende un’altra fase ugualmente impegnativa e pieni di incognite: le ripresa graduale delle attività senza peraltro compromettere quanto di buono è stato fatto. Certo, i più deboli sono morti, si deve anche a questo il calo delle morie.

    Le residenze per anziani si sono rivelati dei centri di morte, totalmente inadeguati a gestire l’emergenza. Questo dovrà fare riflettere su come esigere in futuro che questi luoghi siano gestiti con la massima cura e professionalità. Ecco il primo insegnamento da trarre.
    Altro fenomeno intollerabile, la moria di medici e di coloro che hanno assistito i malati, tutte persone coraggiose che sarebbero dovute essere protette adeguatamente, e invece… Ecco un altro insegnamento.
    Infine, la politica: l’insegnamento dovrebbe essere chiaro, agire tempestivamente, senza tentennamenti, emanare norme straordinarie efficaci con chiarezza, valutare l’impatto di esse sulle varie categorie della popolazione, limitare al massimo i disagi.

    In quanto a chi ha saputo meglio fronteggiare l’emergenza tra i maggiori Paesi europei, senza dubbio è la Germania. l’Italia è il secondo paese più contagiato in rapporto alla popolazione, dopo la Spagna, come sotto riportato
    Spagna 0,45%
    Italia 0,34%
    Regno Unito 0,26%
    Germania 0,20%
    Francia 0,19 %
    Ciò potrebbe significare che per contenere l’epidemia in Italia siano state prese azioni meno tempestive ed efficaci(anche rispetto all’osservanza di tali norme) rispetto a Francia, Germania e Regno Unito

    Mentre, per quanto riguarda la mortalità in rapporto ai contagi l’Italia è al terzo posto dopo Germania e Spagna, ma prima di Regno Unito e Francia:
    Germania 4,02 %
    Spagna 11,5 %
    Italia 13,6 %
    Regno Unito 15,6 %
    Francia 18,7 %
    Questo dato darebbe l’idea di come ha funzionato la sanità: in Germania avrebbe funzionato decisamente meglio, in Francia decisamente peggio; non male in Italia, che si trova a metà strada tra le cinque nazioni considerate.

    Freddi numeri che però ci dicono come potremmo prendere esempio dalla Germania e farne tesoro.

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    avevi forse qualche dubbio che la Germania avrebbe reagito diversamente? Io no, la Germania, costa dirlo ma è cosi, è sempre prima in tutto in Europa, certo ha delle pecche, ma se facciamo i raffronti con gli altri paesi, ne esce sempre prima della classe. Non poteva che essere cosi. Prendiamo lezioni da chi ha saputo fare meglio di noi. Piccolo inciso, il Veneto (a detta di molti osservatori nazionali ed internazionali) è la regione italiana che si è distinta in questa fase per efficienza e velocità nel fermare il contagio, il merito va senz’altro al presidente Zaia che non si è risparmiato si è avvalso di competenze molto valide e ha messo in atto senza alcun indugio tutte le misure necessarie, e mi si perdoni se sono veneta ma questa è la realtà dei fatti che sono sotto gli occhi di tutti. Grazie, comunque Alessandro per questi dati che, anche se fanno male perché sottintendono tante perdite umane, servono ad evidenziare cose che potrebbero venirci utili (speriamo di no) anche solo per aumentare il livello di attenzione.

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  4. I dati li seguo anch’io giornalmente e mi sono fatto anche delle tabelline ad uso personale.
    Sicuramente i dati riportati da Alessandro sono significativi, ma non sarei così certo che le graduatorie siano attendibili.
    Tutti i rapporti dipendono da un numeratore e da un denominatore e non siamo certi che siano rilevati con lo stesso sistema.
    Per esempio, un alto numero di tamponi fa aumentare il numero dei contagiati, ma fa diminuire l’indice di mortalità.
    Il caso Germania, francamente, non me lo so spiegare, perché, a differenza della Corea del sud, non mi pare che abbiano attuato misure molto più intelligenti delle nostre.
    Forse i cittadini le hanno rispettate di più, ma anche lo stereotipo dei tedeschi seri e ubbidienti forse comincia a fare acqua.
    Un elemento importante sono le case di riposo, che hanno avuto un peso rilevante.
    In Italia quei morti li abbiamo imputati tutti al Covid, anche in mancanza di tampone. Non è detto che all’estero abbiano fatto lo stesso.

    Il problema vero è che nessuno conosceva questa malattia e ci siamo fatti un’esperienza strada facendo, e noi eravamo gli apripista in Europa.
    Per esempio, si è creduto inizialmente che bastasse mettere i pazienti gravi in terapia intensiva, ma poi si è visto che molti morivano lo stesso, e d era più produttivo puntare sulle medicine giuste date in tempo.
    Oggi si mettono molti meno in terapia intensiva e gran parte dei morti vengono da lì, liberando posti.

    Anche i medici non credo siano stati tutti vittime e martiri della disorganizzazione. Se non hai la mascherina e la visiera, te la fabbrichi,
    Il fatto è che tanti di loro, all’inizio, avevano sottovalutato la gravità della malattia e si erano esposti “alla garibaldina” al contagio, credendo alla falsa diceria che era poco più di un’influenza e che morivano solo i vecchi con patologie preesistenti. (vedi i molti dentisti e medici di famiglia che sono morti)
    Io ero stato pochi giorni prima della chiusura in un istituto odontoiatrico, e il titolare aveva cercato la mia fattura scorrendo i fogli col dito e leccandoselo ripetutamente ….

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    per questo motivo io ho chiesto di non dare mai dati perché si prestano sempre a troppe considerazioni, comunque credo che quelli forniti da Alessandro possano dare un’idea anche se sempre verificabile, di come sono andate le cose. Io comunque resto del mio avviso: dare i numeri in casi come questi richiede sempre molta prudenza (non mi riferisco certo ad Alessandro ma a chi li produce).
    Per il resto le norme igieniche ovunque nel paese sono state sempre molto trascurate, lo vado dicendo da molto tempo spero che questa esperienza serva da lezione ma non ne sono affatto sicura.
    E il governo anche in questo ha compiuto molti errori ed omissioni. Ma lei, mi pare di capire, le colpe le distribuisce in maniera equa fra i tanti protagonisti involontari (i medici sono vittime e sono morti da eroi e non disponevano né di mascherine né di guanti mentre c’era tutto il tempo per prevedere che sarebbero stati necessari,come ha fatto la regione Veneto che li ha forniti a tutto il personale sanitario, credo bisognerebbe avere maggiore rispetto per chi ha dato la vita per compiere il proprio dovere che è una vera missione) di questa vicenda e i cittadini o chi altri. Punti di vista legittimi , come sempre ma per me non condivisibili almeno in buona parte.

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  5. I numeri tengono conti di molti fattori, misure governative, disciplina nel seguirle, capacità di indagine, efficacia delle cure, efficacia delle strutture sanitarie, esperienza acquisita, etc. non escluso il caso.
    Sta a noi farli parlare, trascurando fattori accidentali e dando il giusto peso ad altri più sigficativi, e trarne infine interpretazioni e insegnamento.

    Se in Germania il male s’è diffuso meno e se la mortalità delle persone che hanno contratto la malattia è minore, saranno stati magari più fortunati, ma il gap è tale che mi pare indiscutibile che abbiano saputo meglio arginare la diffusione (anche perché più disciplinati) e abbiano saputo meglio curare.

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  6. Alessandro, mi pare che il gap sia eccessivo. Ho l’impressione che abbiano conteggiato i casi in maniera diversa dal resto d’Europa.

    Quanto alle vittime, signora Gazzato, io ho troppa stima nell’intelligenza dei medici per considerarli vittime inconsapevoli mandate recalcitranti al macello.
    Se si fossero resi conto dei rischi che correvano avrebbero fatto il diavolo a quattro.

    Ci sarà stato anche qualche vittima, ma io ci credo poco a quelli che rischiano la vita per gli altri. Di solito la rischiano perché sottovalutano il rischio.

    Avevo fatto l’esempio dei dentisti. Ne sono morti diversi.
    Le pare verosimile che i dentisti – che usano correntemente le mascherine e ne hanno certamente una buona scorta nello studio – e che sono abituati a sanificare strumenti e arredo, abbiano rischiato consapevolmente la vita? Perché lo avrebbero dovuto fare?
    Uno che va a farsi otturare un dente, mica è un paziente a rischio!

    Semplicemente, avevano sottovalutato il rischio, come la maggior parte degli italiani, complici anche i mezzi d’informazione che “volevano evitare il panico”.
    Semplicemente hanno gestito dei portatori sani del virus come se fossero persone sane, comportandosi alla vecchia maniera.

    Io, pochi giorni prima delle chiusure, ero andato dal medico curante, non ricordo perché, e lui mi ha stretto la mano sia quando sono entrato che quando sono uscito (senza poi lavarsela o disinfettarla). Io ho provato a ritirare la mano e gli ho fatto osservare che era pericoloso, e lui mi ha risposto con un sorrisetto.

    E’ così che gran parte dei medici si sono ammalati.
    Io ho scorso l’elenco dei medici morti e c’era un po’ di tutto: dentisti, ginecologi, psichiatri, e tanti medici di famiglia.

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    Beh mi dispiace per loro poveracci di certo non mi sento di rimproverarli! Casomai lo farei con le autorità che avrebbero dovuto dare informazioni più precise e avere subito maggiore fermezza sulle regole da seguire.Invece di cincischiare.

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  7. Il famoso Decreto Aprile, per forza maggiore diventato Decreto maggio è finalmente stato partorito ed é composto di ben 766 pagine.
    I ministri si sono scatenati ed hanno fatto richieste di ogni tipo riempiendo pagine a pagine.
    Insomma l’ormai arcifamoso ed arciatteso (come una rock star) decreto altrimenti denominato anche “Rilancio” potrebbe diventare l’arma segreta di Conte per risolvere tutti i problemi in cui si trova impantanato.
    Pare abbia mormorato tra sé…si, vi faccio vedere io…sulla zucca ve lo rilancio!

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