Se insistono potremmo anche perdere la voglia di uscire per sempre.
Per anni sono andati avanti a dirci che dovevamo camminare, correre, fare attività fisica, soprattutto all’aperto. Ma ora non si può per le note ragioni. Lo slogan “io resto a casa” ormai ci esce dal naso e dalle orecchie. Ed è giusto cosi (bisogna dirlo, fa d’uopo, direbbe Totò).
Mettere la maschera non aiuta, almeno a me. Ci si sente comunque fuori posto, abusivi, clandestini, preda di possibili sanzioni perché non si è rispettato non si sa che cosa, tante e vaghe sono le prescrizioni.
Allora va bene, ciondoliamo per casa , lasciamo che la pigrizia ci prenda, oziamo a più non posso. Perché no? Abbiamo l’avallo delle autorità. Guardiamo tanta televisione: una serie infinita di ameni spot pubblicitari inframezzati da inchieste terrorizzanti o fiction coi Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza…abbiamo ampia scelta.
Non so se avete notato, ma, caso strano nelle fiction le donne poliziotte o Questori o altre alte cariche delle F.d.O. vanno molto. Chissà se nella realtà è cosi o se non sia un mezzo un po furbo per attirare il pubblico femminile? Beh, questione di poco conto, lo riconosco. Di lana mortaccina.
Stare a casa è bello, soprattutto ora. Possiamo fare (o, meglio, non fare) un sacco di cose. Anche deprimerci…un sacco. Ma va bene purché si risolva questo problema e possiamo tornare felici a respirare il gas di scarico delle auto a pieni polmoni o a calpestare le cacche dei cani, o a farci investire sulle strisce, oppure scegliere, se ci gira, di andare a vivere in uno sperduto borgo montano (o marino).
Ma non c’è per caso il rischio che ci abituiamo e poi per farci uscire di nuovo ci vuole lo psichiatra? O una task force di psichiatri?
Come quella famosa patologia di quei ragazzi che non escono mai dalla loro camera: gli Hikikimori. Ecco potremo diventare tutti Hikikimori e comunicare solo per via telematica o manco quella. (i virus incombono anche nei Pc, tablet, smartphone e c.b.).
Attenzione signore e signori perché potremmo anche prendere il vizio di stare a casa, in pantofole a limarci le unghie e ad ingollarci di schifezze (o di buonezze). Non è il caso di fare i pignoli, d’accordo, la cosa è troppo seria. La vita e la morte sono cose serie. Come l’ipertensione, il diabete, la depressione,le malattie coronariche, l’obesità…
Però, volendo, si potrebbe anche obiettare (ma si può?) che non c’è più libertà. Dov’è la libertà?
Se siamo in balia di un virus e di chi ha il difficile compito di distruggerlo… e tra i due non saprei proprio chi mi spaventa di più.
Diciamo che mi spaventano entrambi. Ma alla libertà ci tengo, se voglio stare a casa ci devo stare perché l’ho deciso io, se voglio mettermi il burka (se proprio non assolutamente necessario), idem, se voglio andare a correre o passeggiare da sola per campi prati e & C. ri idem. Ma basta avere solo ancora un po’ di pazienza, oppure, armarsi e fare la rivoluzione. Ci penserò.
Ma siamo alla fase 2, sarà un buon segnale? E a quale fase dovremo arrivare prima di riconquistare, almeno parzialmente, la nostra libertà (pur sempre vigilata)? E prima o poi riapriranno (prima o poi?) tutte le attività, già il Pil è in caduta libera (beato lui) e allora potremo ri sfondarci di aria inquinata e inquinare a nostra volta in piena libertà.
A proposito, la task force per la fase due del governo, doveva avere per forza 17 componenti? E quasi tutti maschi?
La seconda domanda è pleonastica, la prima però è seria.