Chi semina panico, cosa raccoglie?

Chi, allo stato attuale puoi fornire dei dati che le norme restrittive dettate dal governo per la lotta al coronavirus hanno avuto l’esito che si proponevano?  Credo che nessuno possa effettivamente stabilire se questi Dpcm emanati a raffica e che prevedono sanzioni anche gravi o gravissime, abbiano effettivamente contribuito a fermare il virus.

Sono costituzionali e legali le multe comminate a chi sconfinava anche di pochi centimetri perché si trovava a passeggiare “senza un valido motivo”?…ma il decreto dice di evitare gli spostamenti non dice che sono “proibiti”, quindi si tratta di propaganda atta a seminare il panico e a produrre paura delle sanzioni quando queste non potrebbero, per logica giuridica essere comminate.

Un conto sono le disposizioni sanitarie di buon senso, tipo tutte quelle misure previste dai protocolli sanitari in vigore e non servono esempi ne abbiamo sentiti fin troppi in questi giorni, altro è la propaganda raffazzonata e i decreti dettati con la ratio di “evitare” che i cittadini escano di casa per “futili motivi”, senza però specificare che si tratti di un preciso divieto ma solo “un’esortazione”. E fatti seguire da un a lista interminabile di esempi e casi che spesso si contraddicono  o sono incomprensibili o incongruenti.

Uno stato democratico e civile deve poter far fronte ad un’emergenza sanitaria senza spargere il panico tra la popolazione soprattutto con l’uso delle decretazioni poco chiare e che promettono sanzioni pecuniarie elevate e persino il carcere.
Non si fa e quando tutto questo sarà finito (ma finirà?) qualcuno ne dovrà rispondere.
Ecco cosa dice Sabino Cassese:
“”«È comprensibile — ma non giustificabile — l’avere scelto la strada sbagliata di creare in fretta e furia un nuovo diritto dell’emergenza sanitaria, uscendo dai binari delle leggi di polizia sanitaria già esistenti, a partire dalle norme della Costituzione sulla profilassi internazionale fino a quelle del Servizio sanitario sulle epidemie e al testo unico delle leggi sanitarie.
Non si comprende, invece, perché i nostri governanti continuino a scrivere proclami così oscuri. L’ultimo decreto del presidente del Consiglio dei ministri, annunciato in televisione la sera del 21 marzo, firmato la sera successiva ed entrato in vigore il giorno dopo, contiene, nella parte dispositiva, 864 parole e ben dieci rinvii ad altri decreti, leggi, ordinanze, codici, protocolli. A Palazzo Chigi pensano che tutti gli italiani siano dotati di una raccolta normativa completa, incluse le ordinanze?»

 

La penso esattamente cosi, un conto è l’osservanza di divieti precisi e dati con razionalità e seguendo i dettami delle autorità sanitarie internazionali, altro sono proclami fatti in fretta e furia, poco chiari e soprattutto tendenti a seminare paura tra la popolazione.

E la paura è un ottimo mezzo di distrazione di massa.

Pensatela come vi pare, io la vedo cosi ed ho l’impressione che una volta passata l’emergenza (e speriamo davvero che passi altrimenti non è più tale ma ben altro), molti nodi dovranno venire al pettine e forse, ma dico forse, i miei dubbi risulteranno più che giustificati.

 

PS: una domanda al nostro bravo governatore (dei veneti) Luca Zaia: ma come mai Luca , tu non  porti mai la mascherina e ti fai fotografare dovunque (anche in c.s. dove sono tutti mascherati) a viso scoperto?  Non dovresti dare l’esempio? E questo dovrebbe valere per tutti i politici che vediamo sempre a viso scoperto mentre con la maschera ci guadagnerebbero.

5 commenti su “Chi semina panico, cosa raccoglie?”

  1. Sono d’accordo sul fatto che in Italia, e forse non solo in Italia, si tende a burocratizzare i provvedimenti trasferendo l’attenzione dalla concretezza alla forma.
    Le forze dell’ordine, ormai, hanno trasferito il loro obiettivo dalla protezione delle persone dal contagio alla totalizzazione di tot controlli e tot multe. Anche per comportamenti che non sono realmente pericolosi, ma contravvengono formalmente le norme.
    Ma è comprensibile che chi svolge un compito tenda a semplificare e schematizzare le cose da fare.

    Quanto al panico, credo che la colpa maggiore dei nostri governanti sia stata quella di sdrammatizzare per evitare il panico.
    In particolare dal 23 a fine febbraio, quando hanno dato spazio a chi pragonava il Covid-19 all’influenza.
    Quelle due settimane perse per evitare il panico ci sono costate migliaia di morti in più.

    Ha senso sdrammatizzare se il pericolo è una leggenda metropolitana. Se invece c’è un vulcano che ha cominciato ad eruttare bisogna fare in modo che la gente si allontani senza indugi.

    Sono d’accordo che le norme devono essere chiare e sempici e rivolte alla gente comune che non è abbonata alla DEA. I “rinvii” ad altri provvedimenti e i “visti” sono roba da legali.
    Del resto non è difficile scrivere norme chiare e comprensibili. Ottimi esempi in questo senso sono la Costituzione eil Codice Civile.

    I buongustai del diritto come Sabino Cassese hanno ragione a muovere obiezioni, ma nelle settimane passate non c’era il tempo e il modo di centellinare i provvedimenti.
    Meglio provvedimenti rozzi e magari in parte contraddittori piuttosto che provvedimenti tardivi.
    Chi ha tergiversato, come UK e USA stanno pagando cari i loro errori.

    Risposta altrettanto e forse anche di più noi pagheremo i nostri e non avremo un piano Marshall sul quale contare.
    E non credo siano state due settimane perse per “evitare il panico” ma per improvvida noncuranza del problema che aveva già dato abbastanza segnali di come si presentasse.

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  2. Anche ai tempi del terremoto dell’Aquila, per evitare il panico, in presenza di una serie impressionante dì scosse, si disse di tornare a casa anziché di starsene fuori, e non si provvide in tempo a mettere delle tende per poter resistre al freddo.
    Poi per giusrficarsi, scienziati e protezione civile, dissero:
    “Ma i terremoti sono imprevedibili”
    Bella scusa: come se per approntare misure di protezione e allertare la gente fosse stato necessario prevedere ora esatta e punto preciso dove ci sarebbe stato il terremoto. Quei signori furono oet questo processato, è di recente assolti, come succede spesso in Italia, quando a morire è la gente comune, a doverne rispondere sono personaggi importanti.

    Adesso, è stato lo stesso: “non seminano panico” per nascondere l’incapacità di decidere i di prendere decisioni scomode.
    E adesso con la fase II, non so cosa succederà.
    L’esempio di UK e USA è emblematico.

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    a me pare che ne abbiano seminato anche troppo quando non era necessario e seminare il panico non è mai giusto. Vanno prese le giuste contromisure.
    Qui si è stati al solito a menare il can per l’aia e poi si è corso ai ripari e questa volta si è seminato il panico proprio per nascondere i tanti troppi errori che sono stati commessi da chi aveva l’onere di proteggerci.
    E non mi stupirei se passata questa tempesta si dovranno aprire nuovi centri di cura psichiatrica per i più deboli che ne subiranno le conseguenze.

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  3. Non mi pare che la ricostruzione sia esatta.
    Se riguarda i messaggi di fine febbraio su questo stesso blog verdrà che il dibattito era tra chi voleva spaventare la gente per frenare subito i contagi e chi la voleva rassicurare.

    In pratica, dopo le prime reazioni preoccupate, ci fu la paura del crollo del turismo e dell’economia in genere, e i nostri politici provarono a sdrammatizzare, sperando che veramente il Covid fosse una superinfluenza e niente più.

    E lei, signora Gazzato, era tra gli sdrammatizzatori più convinti. Se rilegge i vecchi messaggi me ne deve dare atto.
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    Lenzini
    Non so che “ricostruzione” abbia fatto di drammatizzazioni o sdrammatizzazioni qui non facciamo le gare o film. Se vuole partecipare alla discussione, decida lei, ma non ho bisogno che lei o nessuno mi informi su come la penso o su cosa e come e perché ho scritto su questa vicenda fin dall’inizio.
    E non intendo darle atto proprio di niente e se vuole solo essere polemico questa non è la sede adatta né il momento.

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  4. Non voglio fare polemica per il gusto di farla.
    Mi pare evidente che, anche nel suo blog, si sono formati i due schieramenti, comuni un po’ tutto il mondo, di chi presenta l’epidemia come un evento terribile (e io sono sempre stato tra questi) e chi cerca di sdrammatizzare affermando che seminare panico non serve a niente.

    Io credo che per difenderci da un pericolo gravissimo, come è ormai evidente che questo è, bisogna prima di tutto inquadrarlo nella sua realtà, senza giocare con i numeri per dimostrare tesi precostituite.

    E credo che questa altalena di allarmi e rassicurazioni abbia confuso le idee alla gente, quanto meno in Europa. In Asia e Corea, invece, la situazione è stata chiara da subilto.

    Se la gente non ha paura non è disposta a fare sacrifici.
    La maggior parte dei fumatori smettono dopo che gli è venuto l’infarto o dopo che un amico è morto di tumore ai polmoni.
    E, infatti, si continuano a organizzare feste di piazza e funerali in diverse parti d’Italia proprio perché inizialmente si è pensato che si doveva evitare il panico.

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    qui non si sono mai fatti giochi con i numeri.I numeri li possono valutare solo gli esperti.
    La paura è una cosa il panico è tutta un’altra cosa. Un governo non deve mai diffondere panico ma prendere le misure necessarie e soprattutto p r e v e n i r e. Cosa che non si è fatta.

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  5. Parlare di panico è improprio, anche sul piano semantico. Non vedo perché dobbiamo usare questo termine.

    Il panico è una paura momentanea e irrazionale, come quando scoppia un incendio.
    Il panico non può durare settimane.

    In Italia nessuno vuole diffondere il panico, ma una seria e consapevole paura.
    Una paura forte che dà alla gente la forza di sopportare dei sacrifici, ma una paura razionale basata sul giusto inquadramento della pericolosità della situazione, sull’individuazione dei comportamenti a rischio e delle tecniche per ridurlo.

    Il governo non ha prevenuto per vari motivi.

    Prima di tutto perché non si conosceva ancora la gravità della malattia e si pensava che bastasse mettere i pazienti in terapia intensiva per salvarli tutti, il che si è rivelato illusorio.

    Secondo perché si è cercato un compromesso tra la prevenzione dell’epidemia e il mantenimento delle attività produttive e turistiche. Un compromesso che poco dopo si è rivelato impraticabile.

    A me pare che, con l’eccezione delle due settimane di follia della seconda decade di febbraio, il governo abbia fatto le cose giuste.
    Del resto, non è che la Francia, la Spagna, l’UK e gli USA abbiano fatto meglio di noi, nonostante potessero far tesoro della nostra esperienza.

    Il fatto è che il mondo intero sta prendendo una bella batosta e non c’era molto da fare per minimizzare i danni.
    Forse l’unica strada intelligente sarebbe stata quella della Corea, che ha schedato e tracciato tutti i positivi, ma mi pare già di sentire gli strilli di quelli che si sarebbero lamentati della violazione della privacy.

    Non è dando colpe che se ne esce prima. Bisogna dare fiducia al governo, anche se non se la merita, ai medici e alle autorità sanitarie e non, e fare i bravi bambini ancora per qualche settimana.

    E sarebbe bene che la Magistratura non esagerasse con le indagini per malasanità. In questo monento i medici che rischiano la vita e lavorano 16 ore al giorno li dobbiamo far sentire apprezzati e incoraggiati, non sotto la spada di damocle di un procedimento giudiziario. Altrimenti, mollano …

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    “facciamo i bravi bambini”….questo è il sogno di tutti i governanti.
    Comunque lei dia fiducia a chi le pare, io se permette, la do a chi secondo me se la merita.

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