Un uomo speciale

Pubblico queste considerazioni di Alessandro sulla Pasqua imminente.

Mai come quest’anno la Pasqua sarà anomala, diversa, come nessuno di noi si sarebbe mai aspettato di viverla, credente o meno.

Speriamo che almeno, questa tragedia ci serva per riflettere su tante cose che credevamo scontante e che non lo sono.

E forse cercare di capire dove abbiamo sbagliato e come possiamo correggere il tiro.

Lo auguro a tutti noi. Che sia davvero l’inizio di una “resurrezione”.

 

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Et resurrexit tertia die! Quale mistero più grande per un credente è la santa Pasqua.

Un piccolo uomo, di umili origini, di cui si sa poco o nulla fino all’età di trent’anni, se non che avesse già dimostrato la sua sapienza discutendo coi Dottori nel tempio di Gerusalemme, quest’uomo, lascia la sua famiglia, digiuna nel deserto e sconfigge il diavolo tentatore,  s’incammina per la Galilea e oltre, predicando il suo credo sull’esempio del cugino Giovanni, viene da questi battezzato sulle rive del Giordano, fa via via proseliti, sceglie i fedelissimi che lo seguiranno, predica alle masse, parla per parabole, nel discorso delle montagna indica la via delle beatitudine, altre volte invita a non affannarsi per i beni mondani, ma a volgere lo sguardo a quelli eterni dei Cieli.

Compie miracoli, cammina sulle acque del lago, seda le tempeste, guarisce i ciechi, fa parlare i muti, sana gli storpi, monda dalla lebbra, caccia via i demoni, risuscita i morti.

Capovolge tutti i rapporti dell’umano col divino, predica un Dio non più temibile e persino vendicativo, ma un Dio padre, di cui lui è figlio, che ha a cuore la sorte della proprie creature, che ne perdona i peccati e ne esaudisce le preghiere, consola gli umili e promette loro il  premio nell’altra vita; sovvertendo i valori  umani, predica l’amore reciproco:

 “Ama il prossimo tuo come te stesso”,

salva  l’adultera dalla lapidazione, chiede alla samaritana che lo disseti, indica la via per il raggiungimento della gloria nel Regno di Cieli:

“Io sono la via, la verità, la vita”,

 “Se vuoi essere perfetto, va’, lascia tutto, e seguimi”.

Suscita infine l’invidia e l’odio dei falsi depositari delle legge che complotteranno per perderlo quando entrerà in Gerusalemme, onorato e osannato dal popolo.

Sarà tradito dal suo stesso apostolo, svelatosi nella cena in Emmaus, e sarà rinnegato da colui che fonderà la sua Chiesa. La notte che verrà catturato, prega e suda sangue nell’orto degli ulivi e si trasfigura. Accusato di blasfemia dai sommi sacerdoti, viene condannato dal Sinedrio,  Interrogato dallo stesso Erode,  e infine esposto da Pilato al giudizio del popolo perché possa essere salvato in alternativa a Barabba: gli sarà preferito il ladrone, al grido di “Crucifige! Crucifige”, rivolto a lui.

Flagellato e costretto a portare le croce sul monte Calvario, morirà crocifisso nel primo pomeriggio del venerdì non prima di avere implorato aiuto al Padre e perdonato i suoi assassini. Deposto nel sepolcro di Giuseppe d’Arimatea,  tra lo strazio della Madre e delle pie donne, risorgerà all’alba della domenica.

Questo per i credenti è il mistero dell’incarnazione, passione  e resurrezione di Cristo per la salvezza del genere umano.

E per chi non crede? Per chi non crede resta l’insegnamento di Cristo uomo e la meraviglia di come da un semplice  predicatore, abbastanza usuale a quei tempi, possa essere nata una Chiesa e un credo che nei secoli, hanno superato mille insidie, e attraversato momenti bui nel loro stesso seno, ma che hanno pervaso tutto il mondo,  affermandosi nei secoli per duemila anni. Davvero stupefacente.

 Alessandro Stramondo

4 commenti su “Un uomo speciale”

  1. Indubbiamente l’opera di Cristo è stata stupefacente.
    O, quanto meno, è stata stupefacente la costruzione che i suoi discepoli e successivamente la Chiesa hanno realizzato ispirandosi ai suoi insegnamenti e al suo esempio.
    Purtroppo, di Cristo non abbiamo nessuna documentazione storica, eppure gli amministratori romani erano di una pignoleria sorprendente.
    Nessuna traccia del suo processo, della sua crocifissione, né tanto meno della sua resurrezione.
    Tutto quello che ci è arrivato lo hanno tramandato i suoi discepoli. Anzi, i racconti dei suoi discepoli erano in parte contraddittori, per cui, dopo il Concilio di Nicea che ufficializzò il cristianesimo come religione dell’Impero, fu necessario sconfessare ed eliminare quei Vangeli detti apocrifi, che dicevano cose non coerenti con gli altri.
    Sta di fatto che, nei primi 3 secoli in cui il cristianesimo si è affermato ed è cresciuto all’interno della società romana, nessuno parlava ancora di Cristo e dei Vangeli in maniera organica. Quelli che circolavano erano piuttosto racconti leggendari.

    Certo, la nascita di una religione come il cristianesimo fu un evento straordinario, e al cristianesimo si ispira anche la religione islamica nata 600 anni dopo.

    Resta il dubbio se questo miracolo sociale e ideologico sia stato frutto dell’opera di un uomo (o di un Dio o un semidio che si voglia), oppure se il personaggio e le opere che sono all’origine di questa religione siano stati costruiti dalla Chiesa cristiana stessa in modo da dare un riferimento preciso e una legittimazione al nuovo sistema religioso.

    In molte religioni si parla di rivelazioni divine, di personaggi eccezionali che ne hanno gettato le basi (come il Buddha o Mosé), perché una religione ha bisogno di un fondatore e di un insegnamento iniziale, per difendersi dalle eresie.

    Al di là del fenomeno sociale e ideologico che comunque è stato di proporzioni enormi, chi vuole può credere o meno che tutto sia cominciato dal figlio di un falegname ebreo. Il passo successivo è credere che questo personaggio fosse Dio in persona.

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    lo dice lei all’inizio: “stupefacente” quindi lo riconosce ma poi cerca spiegazioni “logiche”. Non ci sta bene non capire tutto fino in fondo del fondo. Anche se è giusto provarci, non è detto che sia l’unico modo per “conoscere”.

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  2. Dal capolavoro di Pasolini, il Vangelo secondo Matteo, la sequenza dell’ultima cena:


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    il momento clou della storia.

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  3. Se Cristo fosse stato uno dei tanti profeti della domenica, non avrebbe lasciato segni così duraturi da due millenni. Inoltre, nessuno, anche di altre fedi, osò mai presentarsi e proclamarsi come figlio di Dio e venne ucciso per la sua predicazione. Molti precetti evangelici possono appartenere non ad un uomo, essendo impossibili da attuare per un essere umano. Solo una creatura sovrumana poteva proporli. Sono traguardi cui tendere, nel tentativo vano di una imitatio Christi, che mai nessuno è riuscito ad eguagliare.

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  4. Nel numero di Micromega di marzo 2011, Flores D’Arcais nega la figura di un Cristo Dio, nell’articolo “Gesù non era Cristiano”, che confuta aspramente le tesi cristologiche di Papa Ratzinger in alcune sue considerazioni sulla figura di Gesù, dovevsovrappone la fede alla testimonianze storiche, ossia il famoso Credo quia absurdum.

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