Fino ad un mese fa sembrava che l’Italia avesse bisogno solo di cuochi e di camerieri, impazzivano tutti per programmi come Masterchef e la professione volava negli indici di preferenza tra i giovani.
Ora si cercano medici, infermieri come le pepite d’oro, si è scoperto d’improvviso che sono indispensabili, come se finora non fossero stati trattati quasi come dei “rompiscatole”, numero chiuso nelle facoltà, nessun rimpiazzo di chi andava in pensione, sempre più lavoro e turni massacranti per quelli che rimanevano in servizio e stipendi in diminuzione…prendere o lasciare. Per non parlare delle aggressioni giornaliere che subiscono da parte di scriteriati e delinquenti e si ritrovano indifesi
I medici di famiglia sempre più oberati di incombenze burocratiche e assillati da masse sempre più esigenti e folte di assistiti. E non dimentichiamo i biologi che fanno le analisi col rischio di infettarsi.
Ora si cercano medici e infermieri col lanternino e gli si stenderebbero ponti d’oro.
Ora sono in trincea e si può davvero dire della loro magnifica professione : Il pericolo è il mio mestiere”.
E affrontano tutti i giorni la morte, in questi giorni, perché quella è la professione che si sono scelti e sono davvero ammirevoli e degni di un monumento, se davvero, come tutti speriamo….andràtuttobene, lo dovremo a loro e solo a loro e molte cose, per loro, in questo paese, dovranno cambiare.
Io sono stata salvata per i capelli più di una volta da “angeli” in corsia ai quali sarò per sempre riconoscente e non smetterò mai di ringraziarli.
Mariagrazia, hai toccato il punto dolente di ciò che sta succedendo e che l’emergenza ha messo a nudo: personale medico e paramedico encomiabile, disposto perfino al sacrificio della vita, pur se esposto alle mille critiche di chi non è mai contento, e che egoisticamente non vede al da là del proprio naso, ma, dall’altra parte, strutture e mezzi insufficienti, carenti spesso anche degli indumenti minimi di protezione: e questo è inaccettabile in un Paese civile.
Colpevole una politica miope e incapace, protrattesi negli anni, che quando c’è da risparmiare negli sperperi non trova di meglio che penalizzare la sanità pubblica, favorendo quella privata, salvo poi a scoprire che questa è fatta solo per i più abbienti.
Giusto combattere sperperi e profitti illeciti, ma la sanità non può essere nemmeno trattata alla stregua di un’azienda qualsiasi, dove conta solo il bilancio: la sanità deve essere il primo Servizio dello Stato, preminente su tutti gli altri, perché da essa dipende la salute e la vita dell popolazione.