Come una freccia

Un Frecciarossa che deraglia mentre vola sfiorando i binari a trecento all’ora, è uno di quegli incubi dai quali vorresti svegliarti prima possibile.

Perché non può essere che un  simbolo della moderna tecnologia che in 15 anni non ha mai avuto un solo incidente, possa di colpo dimostrarsi un fragile colosso dalle rotaie d’argilla.

Non ci posso credere.

La colpa non è certo di quel magnifico esempio di confort, velocità e anche sicurezza che è e che è stato per quindici anni, ma del pressapochismo e dell’avidità tutte italiane. Non possiamo proprio invidiare nessuno in questo.

Perché è inconcepibile che un “pisello” su uno scambio possa provocare un simile disastro.

E si vanno ad aggiungere, purtroppo, alla lunga interminabile fila di “morti bianche” i due macchinisti che quella mattina avevano lasciato le famiglie, orgogliosi di lavorare per un simile gioiello ed inconsapevoli della tragedia che li attendeva.

Tutta la mia solidarietà alle famiglie colpite dal lutto dei loro cari in quel modo così assurdo.

Assurdo, si. Perché non può esistere che l’incolumità di centinaia di persone dipenda  da uno stupido scambio difettato e dalla inconsistenza di una “rete di controlli” che non fa il proprio dovere.

Certo le responsabilità sono tante. Come sempre. Sono indagati gli operai che hanno lavorato su quello scambio difettoso, ma non basta. Altri ce ne sono che dovrebbero essere chiamati in causa.

In primis la gestione di una potente gallina dalle uova d’ora che finora è filata liscia proprio  come un treno.

Non sarà che un treno ad AV ogni 12 minuti, sia un po’ troppo per la vetustà delle nostre linee ferroviarie?

E non sarà che chi troppo vuole poi finisce per rovinare anche una cosa che funziona come un cronometro?

E che un sistema di appalti con le gare al ribasso, non sia proprio l’ideale quando si tratta dell’incolumità di migliaia di persone che viaggiano sui treni ogni giorno?

Forse c’è qualche cosa che va rivisto a partire dagli alti papaveri fino all’ultima rotellina di un “carro” super tecnologico che ha dimostrato di avere qualche crepa fra gli ingranaggi.

Credo sia giusto che venga detta la verità fino in fondo su quanto è successo al Frecciarossa deragliato e che venga data piena assicurazione che non succederà mai più.

Non può essere un treno ad AV la metafora di un paese che deraglia anche se avrebbe potenzialità tali da farlo andare alla velocità di una freccia.

 

 

2 commenti su “Come una freccia”

  1. Una linea ad Alta velocità richiede manutenzione accuratissima fatta da personale specializzato e supervisionato, come pure è necessario adoperare materiale di qualità certificata.
    La Magistratura farà la sue indagini, ma è venuto il momento che le responsabilità vengano ricercate anche a livello più alto, non è possibile che paghino solo le ultime rotelline del’ingranaggio.
    A proposito di alta velocità, quando marcerà l’Italia ad un’UNICA velocità?

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    Bella domanda, anche se, francamente, se ti riferisci alla politica mi sembra piuttosto pleonastica e persino scontata la risposta.

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  2. Riflettendo su questo incidente che ha avuto solo due vittime, gli sfortunati macchinisti, mentre ne avrebbe poture avere molte di piu, penso che è strano che gli incidenti gravi siano così rari.

    Per sistemare le scale mobili della metro di Roma il Comune ha chiuso intere stazioni per mesi, mentre chi fa manutenzione alle ferrovie lavore di notte, alla luce dei fari, in un ristretto intervallo tra l’ultimo treno della sera e il primo treno del mattino.

    E a questo proposito mi indigna che la magistratura stia indagando per omicidio colposo gli operai, le ultime ruote del carro – come dice Alessandro – colpevoli solo di aver fatto male il loro lavoro.

    Sono d’accordo che la manutenzione di sistemi delicati come la TAV non più essere appaltata spot. Ci vogliono ditte specializzate, o, meglio ancora, squadre di personale interno alle ferrovie, che lavorino con continuità per anni sullo stesso tracciato e conoscano a menadito le linee in ogni singolo scambio e ogni singola saldatura.

    Probabilmente, con la TAV le FS hanno voluto fare le classiche “nozze con i fichi secchi”, spinti anche dalla concorrenza di Italo che tiene bassi (si fa per dire) i prezzi.

    Ci vuole un ripensamento e una stretta concreta sulla sicurezza, magari copiando dai francesi e dai giapponesi,e, perché no, anche da tedeschi e spagnoli. Stretta concreta nel senso che la vita di centinaia o migliaia di persone che volano a 300 all’ora non può essere affidata a dichiarazioni e certificazioni cartacee.

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