E’ imbarazzante sapere di avere tra i senatori della Repubblica, un ex ministro il quale, prende e va a suonare i campanello di una famiglia e tomo tomo, quando qualcuno risponde, gli chiede se è al corrente di avere uno spacciatore in famiglia. Proprio cosi. Senza nemmeno presentarsi, dire chi è e cosa vuole, con l’arroganza di un personaggio della commedia italiana degli anni 60/70, un po’ Sordi e po’ Tognazzi, al malcapitato che risponde la citofono chiede: ” Lo sa lei che suo figlio spaccia”? E quando timidamente chi è dall’altra parte risponde che il padre non è in casa e mette giù, la faccia del nostro eroe mostra un po’ di stupore ma lui non desiste e continua a suonare per meglio far entrare nella capoccia di chi risponde, che lui non ha tempo da perdere, cribbio.
E chissà se il ragazzo che ha risposto si era accorto del tramestio in strada, delle telecamere, di quel tale alto e barbuto che parlottava con una signora in cappotto nero che indicava col dito il palazzo e le sue finestre.
E chissà se aveva riconosciuto nell’uomo barbuto il famosissimo leader della Lega e se si, che cosa ha pensato facesse da quelle parti. Ed immagino lo stupore quando ha sentito quel vocione perentorio al citofono fare quella domanda cosi secca.
La famiglia ha denunciato Salvini per quell’episodio, le indagini sono in corso.
Dal video della scena compare la signora che parla con Salvini, gli indica l’appartamento, lui che le chiede se non avesse pensato di rivolgersi alle autorità e lei che risponde che era inutile che tanto sapevano ma non facevano nulla…incurante o ignorante del fatto che chi aveva di fronte era stato fino a pochi giorni prima l’autorità più autoritaria e autorevole di tutte le forze in campo e che si era distinto per la sua severità nel perseguire i migranti clandestini, i Rom, i nullafacenti col telefonino, le Carole che pretendevano di salvare vite umane dai flutti… e via via fino all’ultimo spacciatore dell’angolo del vicolo. E che quelli che “sanno ma non fanno” ricevevano ordini proprio da lui, dal bellimbusto in tuta da impresario da circo col quale lei stava intrattenendo quella conversazione che sarebbe diventata famosa e avrebbe fatto il giro del mondo per l’evidente sprezzo del ridicolo di chi l’aveva portata davanti alle telecamere, pensando di servirsene in campagna elettorale come una clava contro i propri avversari.
E invece si è rivelato un boomerang che l’ha preso dritto sul capocollo tanto che si sta spalmando balsamo di tigre da quel giorno e ancora l’effetto si fa sentire forte e chiaro.
La Lega è in lieve flessione, l’effetto boomerang si fa sentire nei sondaggi. la gente, in generale, non ha troppo gradito quella intrusione da improvvisato Superman bresciano, un po’ troppo anche per chi ha covato la speranza che fosse finamente arrivato “l’uomo forte” a mettere ordine nel caos Italia. Forse cosi è stato un pochino troppo forte, forse Salvini deve calibrare la forza, darsi una regolata. L’Emilia Romagna, per questo giro, la Lega non l’ha conquistata, ma c’è tempo, si può sempre rifare, prendere le misure, presentarsi con un mazzo di rose e una scatola di cioccolatini…chissà?
Devono averglielo detto anche nel suo quartier generale, persino la Bestia deve avergli comunicato il messaggio che essere troppo forti alla fine stroppia. E lui ha stroppiato, non c’è alcun dubbio che abbia stroppiato.
Ma se stroppia il merito è anche delle sardine che gli hanno messo il sale sulla coda e costretto a venire fuori al naturale. Perché la paura gli faceva novanta e presentarsi come il paladino dell’ordine e della Giustiza gli poteva tornare comodo.
Gli è andata male per questa volta ma potrebbe andare meglio la prossima. Perdere una battaglia non significa necessariamente perdere la guerra.
Ma ora dovrà vedersela con gli “alleati” che cominciano a tenerlo sotto controllo stretto perché pare che qualche invidioso abbia messo in giro la voce che Matteo soffra di una strana sindrome che lo spinge a darsi di frequente la zappa sui piedi. E uno cosi è sempre meglio tenerlo d’occhio. Non si sa mai cosa possa passargli per il testone.
Condivido sostanzialmente l’analisi.
Salvini non è stato saggio quando ha organizzato la sceneggiata del campanello.
Sia per le considerazioni condivisibili che ha fatto lei, sia perché avrebbe dovuto capire che l’elettorato estremista e indignato lo aveva già spremuto, e, per aumentare il consenso, si sarebbe dovuto rivolgere ad un segmento di mercato nuovo.
Mi riferisco al segmento di mercato dei moderati, che non apprezzano certi espedienti, e andavano conquistati abbassando i toni, analizzando le questioni importanti con pacatezza, e presentandosi come un uomo di governo anziché come un leader politico eternamente a caccia di voti.
Quanto ai motivi per cui la fortezza Emilia Romagna ha respinto l’attacco, credo che ce ne sia stato anche un altro, oltre all’effetto sardine e alle gaffe di Salvini.
Mi riferisco al fatto che il M5S è crollato perché ha deluso i suoi elettori, molti dei quali venivano dal PD.
La delusione da un lato e il progressivo avvicinamento tra i due partiti li ha convinti che era più utile tornare a votare direttamente il PD.
RISPOSTA
certo il Movimento ha preso una severa botasta ma se l’è meritata tutta, era nelle cose: avevano un biglietto della lotteria e lo hanno buttato dalla finestra sperperando grandi aspettative tutte sistematicamente deluse. Posso dire che non gli ho mai creduto neppure per un istante?
E quel ragazzo ha detto ad un giornalista che Salvini gli ha rovinato la vita. lui fa il calciatore, certo, il sospetto e la calunnia sono un venticello e nessuno ne è immune.
Ignobile gettare fango su una persona di cui non si sa nulla in quel modo aprofittando del proprio potere incurante del fatto che esiste una legge sulla privacy che lui ha bellamente violato.
Voglio vedere se verrà indagato anche per questo, secondo me dovrebbero, oltre che per diffamazione come credo. E che ne sapeva che quella donna non fosse solo una pettegola che aveva qualche motivo per diffamare quella famiglia?
Uno cosi è pericoloso se ne può inventare di ogni e ogni occasione è buona per gettare l’amo a chi abbocca.