Pubblico questa mia lettera comparsa oggi sulla rubrica “Italians” del Corriere della Sera.
Lo faccio perché ho ricevuto parecchie mail nel merito e vorrei allargare la discussione.
A Luigi Lenzini, che scrive anche su questo blog, ovviamente, offro tutto lo spazio per replicare, mi sembra giusto e doveroso.
Ma, preciso che non si tratta di niente di personale, ovviamente, ma contesto solamente le sue opinioni. Mi sembra che in Democrazia questo sia consentito. Anzi, il ” minimo sindacale”.
“Severgnini, ma quante “opinioni di Lenzini” possono passare in questa rubrica alla settimana o in un stessa giornata? Perché ho l’impressione che le sue esternazioni senza contraddittorio siano leggermente provocatorie. Per esempio questa:” la categoria delle donne e della categoria degli uomini, non dei casi singoli. Bene, per me la categoria delle donne non fa abbastanza per prevenire la prostituzione giovanile, né per prevenire matrimoni o costituzione di coppie a rischio”. La categoria?Adesso il genere umano si distingue in categorie?Tipo buoni e cattivi, intelligenti e scemi? E poi…le donne non fanno abbastanza per fermare la prostituzione? Ma per fermarla basterebbe che gli uomini non le cercassero le prostitute, invece a quanto pare il mercato è sempre più florido. Ma a Lenzini non importa, a lui interessa che le femministe non siano “aggressive”, le vuole, dolci, accomodanti, serene nei giudizi riguardo i maschi alfa o zeta che girano caracollando e vogliono quello che vogliono. Comandare, in primis (i posti dirigenziali sono tutti degli uomini), imporre le “loro” regole e anche andare a…prostitute, se gli pare. La prostituzione c’è sempre stata ma secondo Lenzini la colpa è delle donne che si prostituiscono e di quelle che “glielo permettono”. Un bel concetto maschilista, questo si. Quello di un uomo che vede le donne ancora come sempre, individui da indottrinare e da “guidare” verso una concezione delle cose che sia prima di tutto “concordata” con l’uomo.Perché la donna da sola dove va? Sa “gestirsi” da sola una donna? Capisce da sola la differenza tra il bene e il male, una donna? Ringrazio anticipatamente se vedrò pubblicata questa mia breve risposta a quello che mi sembra un delirio paternalistico inaccettabile. Grazie. Cordiali saluti”.
Chi vuole può dire come la pensa su questo spazio, ma se vuole approfondire potrà trovare sulla rubrica Italians.it la lettera (o le lettere) di Luigi Lenzini alle quali mi riferisco.
Buongiorno,
Sa che a me sembrava più paternalistica l’opinione di Severgnini che non quella di Lenzini? Quella che ritiene le ragazze che si prostituiscono sempre vittime ignare e povere di uomini ricchi e potenti e che non hanno alcuna possibilità di decidere niente. Per me la realtà è un po’ più variegata di così. Certo, se gli uomini smettessero di cercare le prostitute il problema sarebbe risolto. Ma non so se la mia ex collega, una bella ragazza a cui piacevano gli uomini e che aveva un marito e più di un amante, sarebbe d’accordo.Quando ha scoperto che gli amanti più ricchi erano disposti a regalarle borse e orologi firmati e persino l’auto nuova, ha deciso di approfittarne alla grande. E aveva trent’anni, una casa, un lavoro.
Quello che intendevo dire era solo che le donne fanno delle scelte e sono libere di farle.Non tutte sono costrette. A mio parere però non si può dire che le donne sono libere di scegliere la prostituzione ma se la reputiamo degradante allora la colpa è solo degli uomini.
RISPOSTA
Catia
sono intervenuta con la mia lettera dopo aver letto uno scambio d’opinioni (su un tema molto delicato) tra uomini. Mi sono stancata ormai da tempo di leggere solo opinioni maschili anche su tutto quello che ci riguarda. Anche su temi come questo. Non se se lei ci ha mai fatto caso o se lo ritenga addirittura logico e naturale che siano sempre e solo uomini che dibattono pubblicamente su tutto e dico tutto, intendendo anche temi sui quali magari avremmo qualcosa da dire anche noi donne.
Io lo noto da tempo e, francamente, sarebbe ora che le donne prendessero la parola, sono certa che avrebbero molto da dire.
Ora vengo al tema in discussione: la prostituzione femminile. Non è certo un tema facile e che si possa esaurire con qualche battuta, ma l’affermazione che le donne siano colpevoli anche del fatto che le donne stesse si prostituiscono e siano colpevoli dei matrimoni che si sfasciano (perché “non fanno abbastanza per prevenirlo”), francamente la trovo insopportabile.
Trovo la prostituzione molto degradante per una donna ma non giudico nessuno non ho la pretesa di difendere chi la pratica perché le aggrada o vuole guadagnarci senza esserne spinta dal bisogno o dalla costrizione. Ognuno è libero di decidere da sé della propia vita ma, in genere la prostituzione è una condizione obbligata e molte donne ne farebbero volentieri a meno, se potessero. Dalla notte dei tempi.
Ma detesto l’arroganza di certe affermazioni su questi temi da parte degli uomini. Perché, vede, il “paternalismo” consiste proprio in questo: esprimere opinioni che sembrino voler dare un un suggerimento per migliorare i rapporti tra i sessi, ma è solo e sempre una forma subdola di autoritarismo nei confronti delle donne da parte di chi, magari senza rendersene pienamente conto, perpetua il maschilismo il quale, se continuiamo a non far sentire la nostra voce, forte e chiara, anche rischiando di sentirci definire “femministe” (non come complimento), continuerà a rafforzarsi ancora di più. Con questo non intendo che gli uomini non debbano avere voce in capitolo e non esprimere opinioni, ma vorrei poter dire anch’io come donna la mia opinione senza per questo essere etichettata femminista che urla degli slogan senza senso solo perché “odia” gli uomini. Niente di più falso e fuorviante.
Spero di essere riuscita a spiegarle il mio punto di vista.
Se vorrà intervenire ancora, sarà la benvenuta.
Ok, tu e Severgnini vi amate. Lui pubblica ovvietà e buonismi mainstream, tu gli dai gli assist con indigni femministi sessualmente correttissimi e altrettanto mainstream.
Le donne, le prostitute, le verginelle sempre tali e sempre sottomesse al tiranno, i maschi cattivi e porconi, e blablabla.
Nessuno che porti uno straccio di numero, e ci sono. Dal 10% dei pupi tedeschi NON figli del padre ufficiale al 30% delle studentesse di un’ indagine di tanti anni fa che ammettevano tranquillamente che un trenta vale un po’ di sesso, a due STUPENDI e “tostissimi” libri prontamente sepolti dall’intellighentzia e dal fighettismo di fascia alta (in Italia praticamente la stessa cosa):
…………..
Ti suggerisco di leggerne almeno uno, ma tieni pronto il digestivo, sono amarissimi e pochissimo faziofabici, anche perchè sono scritti da un’ insegnante e non dal figlio del notaio di Crema; nondimeno danno una descrizione (NON una interpretazione) della realtà un filo più verosimile e aderente ai fatti.
RISPOSTA
Alberto, ho lasciato la tua insinuazione gratuita su Severgnini solo perché toglierla avrebbe sicuramente “sminuito” il senso del tuo intervento, ma mi scuso col giornalista, anche per quanto riguarda i giudizi che dai sul medesimo che, non partecipando alla discussione, non può difendersi (ciò non toglie che non sia il benvenuto se vorrà farlo, naturalmente).
Detto questo, ho cancellato i titoli che mi suggerisci perché non faccio pubblicità a libri che non ho letto e, mi scuserai, non comoscendoli potrei anche trovare che meritano di essere scaraventati contro il muro (niente paura faccio cosi con tutti i libri che non mi piacciono).
E, se permetti, scelgo da sola le mie letture e decido da me cosa vale la pena di leggere o meno.
Ancora… detto questo…gli “stracci di numeri” che porti tu cosa mi vorrebbero significare e cosa c’entrano con il tema in discussione? Forse dovresti rileggere e magari soffermarti sulla risposta che dò a Catia.
Poi, se non mi hai definitivamente collocata nel “fighettismo di fascia alta”, puoi tornare a fare il punto sullo stato dell’arte del tema in discussione e cioè: le donne che non fanno abbastanza per fermare la prostituzione e lo sfascio dei matrimoni.
Leggo nelle lettera di Lenzini a Italians, questa conclusione:
“Continuando col femminismo aggressivo e antagonista, con le lotte, senza la disponibilità a collaborare e senza assunzione di responsabilità, non si risolverà niente e si peggiorerà la situazione.”
Mi sa che, la “mancanza di assunzione di responsabilità” è proprio quella di Lenzini.
Il quale, per usare il suo linguaggio, appartiene alla categoria degli uomini, ossia i primi che dovrebbero recitare il “mea culpa” di questa piaga delle società che è la prostituzione.
In un mondo violento, dove la prevaricazione del più forte sul più debole è di uso comune, vorrebbe che il femminismo -nato per liberare la donna da un ruolo subalterno ed emanciparla proprio da una sorta di schiavitù impostagli dall’uomo- fosse come una mammoletta collaborativa? Collaborare a che? a sopportare con santa pazienza senza strillare? Pronta ad assumersi colpe che non ha? Come, per esempio, usare vestiti “provocanti”, o ambire a frequentare locali di svago senza
essere molestata?
Cosa dovrebbero fare le mamme(chissà perché no, i padri) oltre che metterle in guardia? Chiuderle in casa? Dovrebbero seguirle o farle pedinare per evitare il peggio? Educarle ad una vita di clausura?
Insomma, ci si batte per la libertà individuale, poi si chiede alle donne prudenza sennò l’uomo, se si sente provocato, ha il diritto -o quantomeno l’attenuante- di usarle violenza?
No, che gli uomini si assumano in toto la responsabilità -sono loro che vanno in cerca delle prostitute perdendo ogni dignità, la donna, in fondo, subisce questa onda della società- allora si che vedremo i progressi auspicati
Cara signora Gazzato, purtroppo, anche se io stimo la sua intelligenza e le sue tanti doti, anche poetiche, e la ringrazio, come ringrazio Severgnini, di ospitare le mie idee nel suo spazio, vedo che continuiamo a non capirci.
Io ritengo, infatti, che la paternalista e, paradossalmente, la maschilista, sia lei.
Lei si aspetta che la prostituzione cessi per mancanza di clienti, anziché per mancanza di prostitute. Questo significa pensare che le donne, poverine, non riescono ad evitare di prostituirsi finché esistono uomini cercano questo tipo di svago. Sono gli uomini, in quanto lei attribuisce solo a loro la capacità e la responsabilità, che possono far cessare il fenomeno. Non pensa che, se certe ragazzine non prendessero l’iniziativa di mettere annunci su internet, a nessun uomo verrebbe in mente di cercare proprio loro? Non pensa che, se le loro mamme non si compiacessero, fino dai tempi della scuola elementare o quanto meno dalla media inferiore, di mandare le figlie a scuola con minigonne vertiginose e stivali neri o con calzamaglie aderenti, truccate come prostitute, forse questo interesse precoce per il sesso e questa caduta di inibizioni non sarebbero così diffusi?
Dare importanza e responsabilità alle donne riguardo al problema della parità di genere, per me, significa chiedere a loro prima che agli uomini di fare qualcosa.
E’ un dato di fatto che l’educazione dei giovani è sostanzialmente in mano alle donne.
In famiglia la mamma ha voce in capitolo almeno quanto il papà.
Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria le insegnanti sono tutte donne.
Solo al liceo si raggiunge, a fatica, un certo equilibrio di genere.
Da chi dipende, quindi, se i giovani crescono maschilisti? Non dico che le donne che li hanno formati abbiano insegnato loro il maschilismo, ma è un dato di fatto che, se il maschilismo è ancora così diffuso, le donne educatrici hanno fallito. Magari i loro insegnamenti sono stati maldestri ed hanno sortito l’effetto opposto a quello voluto.
E, badiamo bene, siamo già alla seconda generazione da quando le donne, negli anni ‘60, hanno cominciato a reclamare i loro diritti. Il tempo per educare correttamente i giovani c’è stato, ed evidentemente è stato tempo perso.
Intendiamoci, esiste anche una prostituzione la cui responsabilità è totalmente degli uomini. Le ragazze dell’est Europa attirate con promesse di lavoro e poi ridotte in schiavitù non hanno ovviamente nessuna responsabilità, e neanche hanno la possibilità di risolvere il problema, se non denunciando i propri aguzzini rischiando la vita. Anche le prostitute africane sono gestite da organizzazioni fatte prevalentemente – ma non solo – di uomini, che le ricattano e le minacciano in vari modi.
Non credo che questo tipo di prostituzione sia eliminabile solo con l’impegno delle donne, e su questo concordo con lei.
Ma non è questo il tema sul quale è iniziata la discussione su Italians.
Su Italians si è affrontato il problema della prostituzione soft, praticata come attività occasionale e accessoria anche da giovanissime.
Se ha visto il film di Daniele Lucchetti “Io sono Tempesta” avrà visto ben disegnate le figure di tre studentesse universitarie che intrattenevano a pagamento l’impresentabile protagonista del film. Erano tre ragazze indipendenti, serene e niente affatto succubi del cliente. Probabilmente, in seguito si pentiranno di questi trascorsi, ma al momento sono loro che guidano la danza, non i clienti.
A carattere generale, le guerre e le lotte ottengono dei risultati solo se, dopo le inevitabili battaglie, si arriva alla pace e all’accordo.
Alche le guerre vere, se non si concludono con un accordo di pace, fanno solo danni.
Uomini e donne si stanno contrapponendo da 60 anni su questo tema e, da quanto leggo e vedo in televisione, non si intravede nessun accordo e nessuna ipotesi di collaborazione e corresponsabilizzazione. Molte femministe sono come certi militari, per i quali la pace rappresenta il peggiore dei mali, perché li priva del loro ruolo.
Io vorrei che si smettesse di parlare velleitariamente di uomini e di donne e si tornasse alla definizione di “cittadini” tanto cara ai rivoluzionari francesi.
Mi sembra controproducente, ai fini di una parità consapevole, citare ostentatamente “le donne e gli uomini”, oppure “elettori ed elettrici” (che mi fa pensare ai sindacalisti dell’ENEL!LOL).
Continuare a presentare ostentatamente uomini mostri e donne vittime è controproducente, perché non rappresenta la realtà, e provoca l’inevitabile irrigidimento degli uomini come categoria sociale, che si sentono accusati di crimini o anche solo di pensieri perversi che non gli appartengono.
Del resto, una considerazione statistica: se dopo 60 anni di lotte la situazione denunciata dalle femministe non è risolta, forse vuol dire che la terapia non era quella giusta.
Un medico serio non fa prendere al paziente pillole che non lo guariscono e provocano invece tanti effetti collaterali.
Per questo, dico a lei e alle tante donne che hanno a cura la parità di genere: perché non sperimentiamo un approccio diverso, più partecipato e più responsabile?
Perché non analizziamo a fondo e senza pregiudizi le ragioni che stanno alla base dei fenomeni e cerchiamo di lavorare su quelli.
Non dimentichiamo che le donne sono la maggioranza degli elettori e, quindi, in una democrazia, detengono il potere. Che imparino ad usarlo correttamente e facciano dei passi avanti, invece di chiedere sempre che sia la minoranza a fare un passo indietro.
RISPOSTA
Questa è veramente la migliore che le ho sentito affermare in questo suo commento “itinerante”:
“Per questo, dico a lei e alle tante donne che hanno a cura la parità di genere: perché non sperimentiamo un approccio diverso, più partecipato e più responsabile?
Perché non analizziamo a fondo e senza pregiudizi le ragioni che stanno alla base dei fenomeni e cerchiamo di lavorare su quelli.?
Non dimentichiamo che le donne sono la maggioranza degli elettori e, quindi, in una democrazia, detengono il potere. Che imparino ad usarlo correttamente e facciano dei passi avanti, invece di chiedere sempre che sia la minoranza a fare un passo indietro.”
E mentre, magari io e lei come Napoleone e Nelson trattiamo la “resa”, il maschilismo si sfrega le mani e continua imperterrito a fare gli affari suoi.
E siccome Napoleone come sappiamo le ha prese di brutto dal secondo, forse i termini militareschi sono proprio da lasciare per altre occasioni.
Che poi le donne “detengano il potere” è quantomeno opinabile se non risibile.
Convengo che ci siano madri (e padri) che poco si curano dei figli e li lasciano al loro destino senza dare delle indicazioni di massima su quali siano le strade più giuste da prendere, ma prenderle tutte in mazzo e bastonarle perché la colpa è la loro se le figlie si vestono o la pensano in un certo modo riguardo certi temi, oppure incolpare le docenti se non suppliscono a queste lacune, mi pare, francamente un terreno di scontro troppo impervio per poter fare delle “pacate riflessioni”.
Anche perché, il tono delle sue affermazioni ( e le risibili accuse di maschilisto e paternalismo alla sottoscritta) implicano già che lei stia decisamente da tutt’altra parte del femminismo inteso come emancipazione della donna e il suo diritto di vivere la propria vita autodeterminando le proprie scelte senza essere discriminata in alcun modo.
Mentre, purtroppo, vediamo che la realtà è ben diversa e le pur innegabili conquiste delle femministe in questi decenni non sono riuscite ad ottenere che il maschilismo venisse sostituito con quella che lei chiama “collaborazione” tra le due “categorie”. Ma, al contrario, hanno addirittura inasprito la violenza sulle donne che “pretendono” di essere considerate esseri indipendenti, pensanti,maturi e liberi.
C’è molto da fare ma la strada che indica lei è quella del compromesso dove a “compromettersi” è una parte sola (le donne) mentre l’altra va avanti imperterrita per la propria strada. Cioè: una grandissima presa in giro. Inaccettabile, a mio parere.
E’ un peccato che tu abbia tolto i titoli. Non mi stupisce, perchè nulla è così sgradito e pericoloso per i propri pregiudizi come un libro che non li asseconda, ma tant’è. (come fai a sapere PRIMA cosa vale pena di leggere? Chiedi al gruppo uozzàp?).
Meglio dare spazio agli Alessandri con i loro accattivanti birignao sul maschio cattivo che deve fare il “mea culpa”. Maddechè? (per dirla alla capitolina). Come osservava sommessamente Catia, ci sono donne che ritengono che il rapporto impegno/risultato di darsi via a tassametro sia conveniente. E in effetti se elimini i fattori “rispetto” e “valore morale” è VERISSIMO. Dura da ammettere ma è così. Pochi lavori sono pagati all’ora meglio di una prostituta di categoria medio-alta, con l’eccezione forse dell’ opinionista di un grande quotidiano. E se fondi cultura e società su termini come “monetizzazione” e “relativizzazione”, come è la situazione odierna in Occidente, non c’è motivo per NON darla via a tempo.
Infatti succede, e sempre in maggior numero.
Bisogna decidere se è più utile indugiare in virtuosissimi negazionismi o tirarsi su le manice e affondare le braccia nella cacca a cercare il tappo per svuotare la vasca. Se hai due figli alle Medie uno dei due si è gia drogato (diciamo “fatto una canna” che le mammine lo accettano di più”). Se hai tre figlie dai 12 ai 14 anni una va già a letto con qualcuno, e se gli hai dato uno smatphone così “mi chiama se succede qualcosa” due su tre ci hanno visto immagini porno di amiche/amici e una delle tre le ha pure “prodotte”.
Questa è la realtà.
Per produrre questo schifo hanno validamente collaborato madri e padri, maschi e femmine, “predatori” (ma lo sei se te la offrono sul vassoio?) e “predate” (ma lo sei quando sbottoni la camicetta durantre l’esame di scuola?). E’ una responsabilità collettiva, e ululare sui forum senza fare nient’altro di concreto è un codardo gioco delle parti. Bisogna aprire gli occhi, LEGGERE, accettare la realtà senza confonderla con desideri e speranze, e agire con coerenza e spietata decisione. Se prostituzione è male, l’espressione “sposare un buon partito” è bestemmia (per dirne una). Se tutti siamo uguali, sempre e ovunque, offrire una cena (non parliamo di un gioiello!!) sono reati. L’industria della moda viene dichiarata illegale (perchè mai una dovrebbe vestirsi PER PIACERE? A chi? MAI!)
E se questa visione post-savonarolesca non piace, tirare profondo respiro please.
La prostituzione non è una categoria filosofica, è un contratto di lavoro. Piuttosto diffuso, piuttosto “datato” ma se in nome di presunta modernità accettiamo di pagare uno stagista 300 euro al mese o un manovale un euro all’ ora (ma solo se è straniero e possibilmente colorato) piantiamola di fingere di indignarci per tutto il resto.
Essere virtuosi è un mestiere a tempo pieno, non un post ogni tanto sul blog di tendenza.
RISPOSTA
Alberto, ripeto non faccio pubblicità gratuita e se li cancello ho le mie ragioni, anche se mi costa perché capisco il valore dei libri ma è proprio perchè gli do molto valore che voglio prima vedere di che si tratta,( ci sono un sacco di libercoli in giro autoprodotti e che non valgono una cicca): ma tengo presenti i titoli e se mi capita proverò persino a leggerli e se li troverò di valore potrei anche citarli. Fino ad allora adeguati senza ululare. Please.
Per quanto riguarda il resto: Ma tu che caspita ne sai di quello che penso io su tutti i temi che sbatti sui tuoi post come se dessi per scontato che io mi faccio passare tutto sopra come acqua fresca, vivo nel mondo delle fiabe, non ho esperienza di nulla e parlo perché ho la bocca o la tastiera?
Ma che ne sai tu di quello che penso non penso, so non so, leggo o non leggo?
Se vuoi continuare a partecipare a questo blog, sei il benvenuto, ma per favore, abbi maggiore rispetto delle persone che non conosci e di cui non sai nulla e contesta le opinioni e non le persone o il loro modo di essere, perché ripeto tu di come sono o non sono ne sai meno di nulla.
Nencioni, mi sa che i birignao lei è abituato a farli a sua sorella, poi qui fa il gradasso con frasi da “cattivo” .
Solo che il cattivo bisogna saperlo fare, per mordere ci vogliono i denti che lei non ha.
RISPOSTA
Passo questa replica di Alessandro, ma chiedo ancora a tutti, di evitare giudizi sulla persona ma di commentare le opinioni e i temi proposti. Grazie.
Cos’è solo una questione di mercato? Di domanda -offerta? Se non ci fossero le prostitute non esisterebbe la prostituzione ? E dove in Italia?e All estero ? Nel 2016-2017, l’Italia è stata il Paese al mondo con il maggior numero di pedofili in cerca di minori[11] Secondo l’ONG End Child Prostitution in Asian Tourism (ECPAT), riconosciuta dalla Commissione Europea[12] e ricevuta da Karol Wojtyła nellaq Sala del trono vaticano a marzo del ’97[13], fra il 2015 e il 2016 il fenomeno avrebbe riguardato 3 milioni di turisti e almeno 250.000 vittime per un giro d’affari stimato supeiurore ai 20 miliardi di dollari.[11] I turisti sessuali italiani sarebbero stati circa 80.000, al 90% maschi in cerca di sesso con minori fra i 12 e i 14 anni di età.[8][1 Il problema quale è la prostituzione ,sempre esistita e sempre lo sarà o il suo sfruttamento?
Se rilegge con calma la mia mail che le avevo inviato e che ha riportato qui come messaggio (dopo avermi chiesto correttamente l’autorizzazione), vedrà che io non indico compromessi, né negoziazioni.
Credo solo, e mi sembra una realtà ovvia, che uomini e donne non sono due specie diverse, sono altrettanto intelligenti e dotati di buona volontà. Se dopo tanti anni restano tante incomprensioni, vuol dire che non si sono capiti, che non hanno confrontato abbastanza lucidamente e spassionatamente i loro punti di vista, che hanno enfatizzato le differenze invece di cercare le convergenze.
Il fatto che non ci sia malafede da nessuna delle parti è dimostrato dal fatto che questa situazione, checché se ne pensi, in pratica non conviene a nessuno, per cui se perdura, è per incapacità di risolverla, non per cattiva volontà.
Quindi, credo che l’unica strada per chiudere la questione non sia un compromesso che scontenta entrambi, ma una chiarificazione. Gli uomini hanno bisogno delle donne e le donne hanno bisogno degli uomini per vivere una vita felice. L’interesse è comune, quindi bisogna lavorare per capirsi e fare un percorso comune.
Ed è una chiarificazione che deve tener conto delle differenze nel modo di pensare, perché nostri cervelli sono diversi, come se parlassimo due lingue diverse, e se ciascuno insiste ad usare solo la propria lingua non ci capiremo mai.
Non le piacciono i consigli sui libri, ma le consiglio Desmond Morris e il tema dell’etologia comparata. A me ha fatto capire tante cose.
RISPOSTA
Lenzini, non è che non apprezzi i consigli sui libri, anzi,ma avevo le mie buone ragioni per non pubblicare quei titoli. Si fidi.
In quanto al suo di consiglio, la ringrazio, ma Desmond Morris, l’ho letto, riletto, (anche in lingua originale), amato e, assieme a molti altri, è uno che tengo sempre presente e a disposizione.
Per il resto: mi scusi, ma lei ciurla un po’ nel manico. Ma come, lei non chiede compromessi? Ma perché non si rilegge lei?
Le riporto solo la frase citata da Alessandro:
“Continuando col femminismo aggressivo e antagonista, con le lotte, senza la disponibilità a collaborare e senza assunzione di responsabilità, non si risolverà niente e si peggiorerà la situazione.””
Ma, permetta, la “disponibilità a collaborare” lei la vuole solo dalle donne? la chiede solo a noi? Lei pensa che sia sufficiente chiederla a noi la disponibilità a collaborare?
Per fare patti bisogna essere in due, le donne sono per lopiù sole o solissime davanti a muri di gomma sui quali rimbalzano tutte le migliori intenzioni a “collaborare” perché alla fine della fiera a “collaborare” rimangono solo loro. In una tale moltitudine di casi che lei, per come si esprime, neppure immagina.
Si fidi, so di cosa parlo.
Carmela (e pure Mariagrazia), bisogna sempre fare una scelta.
SE si riveste il sesso di implicazioni religiose e/o patrimoniali come ha sempre fatto la Chiesa Cattolica, allora si ottiene NON una scomparsa della prostituzione ma almeno un certo grado di pressione sociale contraria. Non tanto, perchè nella realtà storica la prostituta è sempre esistita e considerata uno “sfogatoio” acciocchè il maschio non rompesse troppo le scatole alla moglie che già aveva casa e figli a cui badare.
SE si considera il sesso per la sua funzione principale, cioè quella procreativa, cadiamo nel problema che la femmina umana NON ha l’estro ed è fisicamente disponibile a rapporti ripetuti con partner diversi. Per il maschio della specie ciò crea la necessità di una intensissima e promiscua attività sessuale, onde aumentare le possibilità di affermazione della propria linea cromosomica. Il che, incidentalmente, favorirebbe le “corna” ma non la prostituzione, notoriamente solo “ricreativa”.
SE consideriamo una POSSIBILE (documentata) altra funzione del sesso, quella di elemento di coesione, sociale o di coppia, scopriamo che si può deragliare o in un mondo di hippie scambisti o in una epidemia di condanne al rogo per adulterio – diciamo che “abbiamo già dato”.
SE il sesso viene “depotenziato” dei suoi connotati riproduttivo-sociali a “semplice momento ludico” può diventare, e nella nostra società materialistica e amorale E’ DIVENTATO, quella che gli anglosassoni chiamano “commodity”: una risorsa sul mercato. Puoi mangiare una pizza con le amiche, giocare una partita a calcetto con gli amici, o andare nel locale trendy dove trovare un/una partner con cui “far robbba”. A gratis o a pagamento non fa differenza. Nessuno sta a ragionare se è più etico farsi offrire una sigaretta o comprarla dal tabaccaio.
La prostituzione, momento commerciale in cui SEMPRE si incontrano domanda e offerta, in varie forme e tipi di equilibrio, è un problema imbarazzante prima che etico. Esiste DA SEMPRE, è trasversale in epoche, religioni, civiltà, etnie. NESSUNO è mai riuscito a eliminarla. In questi ultimi decenni perbenismo, ipocrisia e interessi commerciali hanno portato a ridicole espressioni di “negazionismo morale”, per cui se è “cosa cattiva” (ognuno decide cosa è cattivo, ovvio) allora NON ESISTE, oppure diventa SOLO sfruttamento, SOLO violenza, SOLO prevaricazione.
Peccato che non sia sempre così. Le “stelle filanti” diciottenni (oggi anche più giovani), le mogliettine “belle du jiour”, le part-time dell’upload porno (la vera novità internettara) sono eserciti che macinano euro. Pure i ragazzi si sono accorti della facilità della “monetizzazione” offerta dalla Rete.
E tu ripeti “E’ colpa degli uomini!”- primo, è una convinzione TUA, secondo non stiamo parlando di colpe ma di numeri, senza i quali ogni discorso è sterile blabla.
E quand’anche fosse vero, e NON lo è, qualcuno potrebbe proporre ideine fattibili e sensate per tenere sotto controllo il problema? (abolirlo, come dimostrano millenni di Storia, non è possibile).
Altrimenti mi torna in mente una filastrocca della mia tostissima bisnonna, “Se fossi, se avessi, se potessi, eran tre fessi e giravano in tondo”.
RISPOSTA
continui non capire: il tema in discussione non è la prostituzione in sé ma che “le donne non fanno niente per evitare che altre donne si prostituiscano o per evitare che i matrimoni o le unioni si sfascino” o, sempre che le donne devono “collaborare”con l’uomo e non accampare diritti usando “l’aggressività”.Queste sono frasi alle quali ho risposto e delle quali si sta discutendo. E vengono da un uomo.Quindi il tuo “E tu ripeti “E’ colpa degli uomini!”, è, ancora una volta… colpevolizzare una donna. Tanto per cambiare o meglio tanto per non cambiare!
E poi: “A gratis o a pagamento non fa differenza. Nessuno sta a ragionare se è più etico farsi offrire una sigaretta o comprarla dal tabaccaio.”
Qui però tocchi vette inarrivabili…davvero la tua idea del rapporto sessuale è veramente d’esempio, illuminante per le future generazioni! E poi siamo noi donne a non “educare” le altre donne. Ma forse sono io che “fraintedo”.
Infatti. E’ di oggi delle avvocatesse che hanno, diciamo così, “facilitato” il concorso con “dazioni” intime. Tu, senza dubbio, proclamerai che è un’ altra prova della prevaricazione maschilista stupratoria ecc.ecc.
Io dico che chiedere è un diritto, rispondere è cortesia. Il “do ut des” c’è da sempe e il rapporto sessuale, SI è vero, è passato da momento sacro “per dare figli a Dio” a momento piacevole per non sprecare la serata, con tutto quello che consegue da questo deprezzamento. Con la tacita approvazione dell’ altra metà del Cielo.
Imbarbarimento che ti prego credere, io non ho voluto, nè approvato nè sfruttato, ma anche se io personalmente non sono mai andato a mignotte ne vedo tantissime in giro, e moltissime hanno regolari mariti, morosi e amorevoli, anche se distratti, papà e mammà. Mammà DONNE, peraltro. Invece di scendere in piazza sotto le telecamere, un saggio se pur faticoso uso domestico della padella in ferro da 26cm otterrebbe risultati migliori.
RISPOSTA
Se ti riferisci a questo:
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/15/corruzione-arrestato-giudice-di-catanzaro-soldi-regali-e-pr
bello schifo! Vale per lui come per loro. Intendiamoci. Io non “proclamo ” proprio nulla.
Per quanto attiene alla padella è un metodo che non condivido e che serve a ben poco. I genitori hanno altri mezzi per educare, ma educare i figli è una delle cose più difficili in assoluto.
Secondo me vendere il proprio corpo in cambio di qualsiasi cosa è massimamente degradante sia per una donna che per un uomo.Tanto è vero che la massima offesa che si possa fare è quella di chiamare “puttana” una donna e, anche sotto velate forme, questo “aggettivo” viene pronunciato spesso e volentieri. Ma rimango dell’idea che ognuno è libero di comportarsi come crede. Se minorenne però, certamente i genitori (entrambi) hanno qualche problema in famiglia, ma mi astengo dal giudicare anche loro. Troppo ci sarebbe da dire sul tema dell’educazione e porterebbe troppo lontano.
Per quanto riguarda chi è costretto a prostituirsi, trovo che sia la peggiore infamia e che equivalga allo stupro. Chiunque ne sia l’attore è una persona ignobile e condannabile, infatti l’istigazione alla prostituzione e la violenza costituiscono reato grave.
Infatti, quando parliamo di prostituzione coatta, non credo ci sia nessun uomo che la difenda, né che ne dia la responsabilità al genere femminile.
Almeno su questo credo che siamo tutti d’accordo.