Non che sia importante. Potrebbe non importarcene niente. Ma Luigi DiMaio ha scocciato.
Si ha scocciato. Resti al suo posto, faccia il capo politico e anche il ministro. Chi se ne importa? Questa manfrina è durata anche troppo. Non sa fare niente? E allora? Impari, studi ma rimanga li.
Saldamente aggrappato a tutto. Lui è semplicemente perfetto per tutti i ruoli. Attore nato. Rodolfo Valentino della poltica. Ma dove andrebbe adesso? Quali altri ruoli potrebbe interpretare?
Quando è stato messo a capo del Movimento 5 stelle è stato giudicato perfetto per il ruolo. E perfetto è in tutto il niente che fa.
Sbaglia i congiuntivi? Perfetto!
Non sa l’inglese, la storia, la geografia…perfetto!
E’ troppo giovane? Ma quando mai? Invecchia troppo rapidamente invece.
E’ troppo “politico”? Ma quando mai? E’ la politica fatta persona.
Luigi DiMaio è la Mary Poppins della politica italiana: praticamente (im) perfetto sotto ogni profilo. Dimapoppins!
Non si può chiedere di più. Non esiste nessun altro capo politico per il Movimento, e il Movimento è attaccato a DiMaio a doppio filo.
Se cade lui cade tutto il palco, la messinscena precipita e si dissolve come il castello di Grimilde.
Sfarina,svapora, svanisce…finisce in un puff, una nuvola di polvere.
Deve restare li, DiMaio, non se ne può andare. Se il Movimento sparisce allora sparirà assieme al Movimento.
Se il Movimento si ferma, allora si fermerà anche DiMaio.
Ma se deve rinascere dalla proprie ceneri deve essere DiMaio a farlo risorgere.
Va beh, ‘sta tiritera è durata abbastanza. E’ chiaro il concetto?
DiMaio for ever…oppure?
Oppure non c’è.
Non c’è… Eppur si muove.
Non mi riferisco alla celebre frase di Galilei, ma proprio al nostro ministro, ex lavoro , ora esteri.
Certo un bel passo avanti, un orizzonte che travalica i confini nazionali e gli consente di spaziare nello scacchiere internazionale, volete mettere?
Zainetto in spalla, passaporto fresco fresco, guide Touring in mano, e via… in giro per il mondo a fare esperienza.
Solo che al governo si sono accorti che a fare esperienza non basterebbero quindici anni per mettere becco negl affari altrui.
E poi, avesse almeno quello che si chiama fisique du rôle! Neanche quello per dindirindina!
Ma intanto i fatti urgono, c’è la Libia che ribolle, e poi ci si mette pure ciuffettone Trump con gli ayatollah dell’Iran. Che fare? Niente paura, basta sostituirlo, di fatto, mantenendolo nel ruolo solo di diritto.
Così per sistemare l’affare libico ci va Conte, digiuno di esperienza anche lui, però in possesso almeno del secondo requisito.
E Conte riceve Haftar prima di Serraj, che offeso annulla la visita, poi ricuce con Serraj, e da Haftar ottiene la promessa di tregua.
Un successone, così
Di Maio a fare esperienza, Conte a fargli le scarpe.
RISPOSTA
Si, beh anche Conte però…cosa credeva che i libici fossero come noi che facciamo patti subito a seconda se ci conviene seduta stante come i due governi ultimi dove si sono accozzagliati tutti per non morir?
Loro due si combattono sul serio e metterli insieme allo stesso tavolo a loro insaputa non era una grande idea. Adessovediamo quanto regge questa tregua.
Bisogna dare atto a Conte che si sta destreggiando bene tra personaggi di alto livello
Al suo primo mandato chi gli avrebbe potuto dare credito?
Nessuno.
Oggi invece, sta via via acquistando credibilità, sarà lui lo statista della rinascita?
RISPOSTA
Lo”statista della Rinascita”? E perché no della ricrescita (del Pil)?
Francamente a me pare poco statista e molto improvvisatore oltre che ipocrita.
Basterebbe la sceneggiata coi due libici, con il ministro degli Esteri in missione in Egitto e i due contendenti invitati l’uno all’insaputa dell’altro. O forse solo uno lo sapeva? Mah, fattostà che lo “statista” ha combinato poco e ora di mezzo ci si sono messi i russi e i turchi. Tutt’altra pasta, al massimo Giuseppi è …pastarella.