Donald Trump può fare il bullo in Michigan davanti alla folla plaudente ad ogni sua battuta contro i Democratici rei delle peggiori bassezze (a suo dire), ma resta il fatto che contro di lui è stata ufficializzata la procedura d’Impeachment .
I capi d’imputazione sono due: abuso di potere e ostruzione al Congresso. Valgono la messa in stato d’accusa di un presidente, per la Costituzione americana. Trump è il terzo presidente americano a subire questa grave umiliazione.
Non è una bagatella. Nonostante la sue furie registrate nei suoi tweets e nelle sue imprecazioni contro la speaker della Camera Nancy Pelosi e contro i “fannulloni” dem, come lui stesso li chiama.
Insomma si potrebbe dire che Donald è furioso. Ancora più furioso di come è stato descritto nel libro” Fire and Fury” .
Il best seller del giornalista americano Mike Wolff parla del comportamento poco consono al ruolo tenuto da Trump durante la compagna presidenziale del 2016. Da affermazioni dello stesso staff del presidente, l’autore trae questo convincimento: “ il 100% delle persone intorno a lui crede che Trump non sia adatto per il ruolo da presidente».
Basti considerare come si sta comportando ora che è stato messo in stato d’accusa: sembra una belva in gabbia.
Ma al passaggio al Senato, come è accaduto nei due casi precedenti, dove i repubblicani hanno una larga maggioranza, l’impeachment dovrebbe cadere e Trump potrebbe rimanere al suo posto.
Anzi, dice lui, la gente avrà ancora maggiore considerazione di lui e lo voterà per certo nella prossima campagna del 2020.
Su questo ho molte riserve. Primo perché se esce vincitore da questo processo Trump dimostrerà ancora di più la sua tracotanza (un pericolo per il mondo intero) e potrebbe fare dei passi falsi da pregiudicare ancora di più la sua rielezione. Secondo perché diventerebbe un personaggio scomodo anche per tutti quei centri di potere che ora lo sostengono.
Diventerebbe sempre più inaffidabile e il potere non serve chi non gli da garanzie sufficienti di affidabilità e perciò potrebbe venire stroncato dagli stessi che ora lo sostengono.
Io me lo auguro, non mi è piaciuto fin dal primo momento, prima di tutto per la sua conclamata misoginia che non può portare nulla di buono ma anche per i suoi comportamenti deliranti sul clima e sull’immigrazione.
E in generale perché mi sembra che una persona che traffica sopra e sottobanco (ci sono molte prove ormai) non possa rivestire un ruolo di quell’importanza.
Il bis, almeno, l’America ce lo risparmi.
Spero anch’io che Trump non venga rieletto, anche se il rischio esiste per carenza di figure alternative.
Non tanto per la sua scorrettezza, ma per la sua politica aggressiva in fatto di dazi e altre politiche commerciali.
Gli USA hanno usato e abusato delle regole di libero scambio (WTO) quando gli faceva comodo, ed è cinico che ora vogliano smentire la loro politica degli ultimi decenni perché non gli conviene più.
RISPOSTA
Beh alternativi a Trump…non credo sia tanto difficile, se parla dei repubblicani…, ma tra i democratici qualcuno si è fatto avanti.