Lo stretto del Nazareno

Secondo Pierluigi Bersani Renzi deve andare dove lo porta il cuore.

Il che equivale a dire che può andare dove gli pare purché vada.

Ma il fatto che se ne sia andato dalla “casa madre”, non significa che lui stia per tornarci. “Non scherziamo” dice, ai giornalisti che lo assediano.

Non è in vena di scherzare, Bersani. Sa che il momento non è dei migliori ed il protagonismo di Renzi che cattura l’attenzione potrebbe essere, come sempre, un diversivo che serve solo alla sua vanagloria e prestigio personale non certo al paese.

Dice  anche che non è uscito dal PD perché Renzi era antipatico.

Certo, questo è uno dei motivi, l’altro è che proprio non si sopportavano. Difficile sopportare uno che ti ha preso il portafoglio, lo ha aperto, ha guardato la carta d’Identità ed ha sentenziato che il suo  proprietario aveva fatto ormai il suo tempo ed era meglio che si togliesse di mezzo. Ad uno che gli ha permesso di diventare leader e premier e che non chiedeva che di poter argomentare le proprie idee. Mentre invece è stato subito messo nello sgabuzzino delle scope.

Il problema per Renzi era che Bersani parla chiaro e quando parla dice cose sensate. magari lo fa con un eloquio fiorito, ma quello che dice ha sempre un fondamento di verità e buon senso che deriva dalla sua lunga militanza politica e, ora, si può dire che è stato profetico quando diceva che il renzismo avrebbe spalancato la porta alla destra (la arcifamosa “mucca nel corridoio”)..

Ora Bersani afferma che non ha intenzione di tornare indietro ma che ci vuole rispetto per il PD che è arrivato a vincere più di una volta, una delle quali anche con lui, anche se, afferma, non se lo ricorda nessuno.

Infatti, sembra passato un secolo da quel 2013 della famosa “non vittoria”. E dal quel famoso streaming con Crimi&Lombardi, quelli del “sembra di stare a Ballarò”.

Ma Bersani è una colonna della sinistra, se ancora esiste. Uno che non molla, una persona seria e pragmatica anche se ha, spesso, nei suoi discorsi, qualche spunto filosofico al limite dello psichedelico.

Ha anche detto una cosa che mi ha colpito: “Bisogna riunire le forze sperse, sparse e vaste”.

E ha sorriso, dopo questa frase. Gli è sembrata bella, gli è sembrata riuscita. Compendia, forse, un pensiero che ha in mente da tempo: riunire le pecorelle smarrite della sinistra in un unico grande ovile dove ci sia pluralismo e larghezza di vedute e rispetto per le idee degli altri e unità e concertazione e confronto e libertà di pensiero di parola e partecipazione….

Un ambiente dove Renzi faticherebbe ad ambientarsi. Un ambiente dove lui si troverebbe male ma dove si potrebbe ritrovare un pezzo di paese ormai disperso.

Vada pure nella direzione in cui lo portano i peli dello stomaco o il suo fiuto da lupacchiotto ex scout, purchè si tenga bene alla larga dal Largo del Nazareno, che per lui è diventato troppo stretto.

2 commenti su “Lo stretto del Nazareno”

  1. Ieri ho seguito (parzialmente) Renzi da Vespa.
    Ho spiegato che è stufo di gardare al passato, vuole rivolgersi al futuro, che la sua “casa”(non partito) si rivolge soprattutto ai millennials e alle donne. Ha anche spiegato , per chi dubita che abbia indebolito il governo, che lui, fautore dell’intesa giallorossa, sarebbe un folle se poi facesse cadere il governo. Il ragionamento fila .
    Ha parlato col solito entusiasmo ed è sembrato sincero.
    Sono disposto a dargli credito.
    Fino a prova contraria.
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    Io no!Non sono disposta manco per niente, ma come? hai sempre detto che chi lo contestava sbagliava, che chi voleva lasciare il partito sbagliava ora che lo fa lui ti sembra ben fatto?
    Non ti capisco ma mi adeguo, fai come ti pare.
    Avrà 13senatori dalla sua, può far cadere il governo quando gli pare e ha tramacciato proprio per arrivare a questo.
    E tu gli vai dietro? Non lo capirò mai!

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  2. Tredici senatori non sono tredici cospiratori, sono sicuro che il governo, se cade, non sarà per loro.
    Seguito a ritenere che aver lasciato il partito è un errore ai fini della stabilità del governo.
    Ciò non toglie che l’iniziativa di Renzi, in sé, non possa essere positiva.

    P.S. Io non ho criticato chi ha lasciato il partito (Bersani, etc.) ma la guerra intestina che hanno fatto al loro segretario.
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    NOn credo ci sia stata nessuna guerra intestina contro Renzi (non più di altre) ma che sia stato lui a fare la guerra fin da subito a chi non si allineava ai suoi desiderata. Ti dice niente il termine “rottamatore”, credi sia un’invenzione giornalistica?
    Purtroppo la storia recente del Pd (e non solo) è legata a questo: all’ndividualismo, alla boria, alla arroganza di una persona che ha perso tutte le sfide ma è ancora convinto che la colpa sia di tutti meno che la sua. E che però è riuscito a mantenere il potere in modo “sotterraneo” e continua ad influenzare la politica italiana in modo negativo. Non ne sentivamo il bisogno.

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