Neanche a Ferragosto si può più stare tranquilli. Tra caldo africano, trombe d’aria e crisi di governo, il clima non è proprio vacanziero.
Va beh, ormai mi posso lanciare a fare una previsione: c’è Cottarelli nell’aria.
Me lo vedo con quelle rughe nasolabiliali. marcate e quel sorriso stampato da pistolero buono, quello che arriva sempre in tempo per salvare donne e bambini dagli indiani (poveri) o dai delinquenti texani.
Assomiglia un po’ a Terence Hill, ma non quello di oggi con quella tonaca, ma quando galoppava nelle praterie texane ed era un …(albero di fichi) da paura.
Anche Cottarelli non è niente male (parlo dal mio punto di vista). E anche come persona a me da l’impressione di essere bravo.
Uno che ti mette a tuo agio che ti fa sentire che ti puoi fidare.
Non è una cosa da poco.
L’Italia ne ha viste tante, questa crisi di Ferragosto, sul bagnasciuga, è abbastanza inedita. Ma ultimamente è tutto inedito: il contratto, la piattaforma , l’avvocato del popolo, i porti chiusi, il capitano che combatte contro i poveri invece che contro la povertà, che diceva che il governo sarebbe durato cinque anni e stava già tramando per farlo fallire. Ed ha aspettato proprio Ferragosto!
Certo non si può dire che ci annoiamo.
E il PD che fa? Litiga, si divide, non vuole saperne di parlare con una voce sola: il segretario è davvero un segretario o il segretario ( galante) dell’ex premier che fa e disfa proprio come quando era premier e segretario?
Segno evidente che la colpa delle divisioni interne al Pd può essere data solo al Pd che ha nel suo statuto di litigare e dividersi su tutto proprio come dogma per non smentire la sua democraticità.
Però sono ridicoli. Ma in giro c’è anche di molto peggio.
Non si dimette nessuno, c’è la crisi e litigano anche sul calendario dei lavori.
Litigano tutti e con tutti.
Come aveva ragione e come è ancora attuale Thomas Hobbes.
Cito Da “Il Leviatano”:
“Cosicchè troviamo nella natura umana tre cause principali di contesa: in primo luogo la rivalità, in secondo luogo la diffidenza, in terzo luogo l’orgoglio, nel primo caso ricorrono alla violenza per essere padroni della persona di altri uomini, delle loro donne, dei loro figli e del loro bestiame. Nel secondo caso per difenderli. Nel terzo caso per delle inezie, ad esempio un sorriso, una parola, una divergenza d’opinioni, e qualsiasi altro segno di disistima, direttamente rivolto alla loro persona o a questa, di riflesso essendo indirizzato ai loro familiari, ai loro amici , alla loro nazione, alla loro professione o al loro nome, da ciò appare chiaramente che quando gli uomini vivono senza un potere comune essi si trovano in quella condizione chiamata guerra, guerra che è quella di ogni uomo contro ogni altro uomo”.
Ed era il 1650…
Si ode trotterellare in lontananza.
Salvini, l’inciucista per eccellenza, e la stampa a lui prona, usano bollare come “pastrocchi” o “pateracchi” eventuali accordi parlamentari diversi dai suoi.
Ma quale accordo di natura più pasticciata quello fatto tra lui e Di Maio, sulla base di un programma di opposte folli richieste? E quale formula più bislacca di quelle che vede un Presidente del Consiglio di nessuna autorevolezza in italia e all’estero?
Una formula che ha lasciato la guide del paese alla mercé di due avventurieri cancellando la figura preminente e fondamentale del Presidente del Consiglio.
E adesso, dopo il fallimento scontato, si permette di demonizzare chi si prodiga alla ricerca di una nuova maggioranza. Con quale spudoratezza cerca di mettere alla berlina altri accordi certamente meno sconcertanti dei suoi?
L’Italia non può essere lasciata in mano ad avventurieri, un governo Salvini ci porterebbe alla dittatura, all’isolazionismo, alla perdita di ogni senso d’umanità. Perciò confido in un governo forte per autorevolezza -come potrebbe essere quello affidato a Draghi- un governo politico che duri tutta la legislatura, e porti avanti una politica sostenibile di riforme in un’ottica europeista e umanitaria. Tale governo non potrebbe che essere un governo politico che includa i primi due partiti presenti in parlamento, ossia i 5Stelle e il Pd.
E lasciamo i mal di pancia a Salvini e a chi vorrebbe resuscitare una neo destra che annoveri ambiziosi accaparratori di potere, nonché il sempreverde Berlusconi.
RISPOSTA
Cioè il famoso accrocchio? NO e poi no! Zingaretti non deve cedere, il ricatto è evidente e arriva da chi? Ma dal solito. Quel Matteo renzi che satollo di pop corn ora è disposto a sacrificare l’Italia ai suoi ideali narcisistici di rivalsa.
La situazone è molto difficile e lo è soprattutto per Zingaretti che si trova a dover combattere una partita di cui non si conoscono bene i termini.
In gioco ci siamo noi.
Questa volta ci vuole qualcuno che da lassù metta una mano in testa a chi deve guidare il secondo partito italiano.Una responsabilità enorme.
Ma che c’entra l’accrocchio, parola usata proprio da chi l’accrocchio l’ha fatto fino a ieri alla grande? Non cadiamo nella sua trappola.
Se occorrerà prendere misure purtroppo dolorose occorre un personaggio autorevole alla Presidenza del Consiglio, altri che Conte (tra l’altro tu hai suggerito Cottaelli, con Cottarelli non sarebbe accocchio e con Draghi si?) sostenuto da una maggioranza responsabile.
Lascia stare Renzi, lo spauracchio agitato de sempre, il vero accrocchio sono Salvini, Meloni, Berlusconi e chi è pronto a saltate sul carro del presunto vincitore con inverecondi voltafaccia.
La parola decisiva spetterà a Mattarella e vedrai che tutte le divisioni e le unioni cadranno.
RISPOSTA
certo e speriamo che sia per il meglio. Ma Draghi, francamente non lo vedo.Ma può darsi che abbia ragione tu.
Ma Renzi lo spauracchio la fa eccome e vorrebbe essere ancora protagonista e non capisce che si deve mettere da parte, un cinismo e un egoismo che solo uno come lui poteva dimostrare in questo momento. Non mi stupisce affatto è quello che è sempre stato se non peggio.