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Blog di Mariagrazia Gazzato
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Un’altra grande nave, la Costa deliziosa, ha sfiorato Riva sette martiri a Venezia.
Da quello che leggo, il comandante avrebbe perso momentaneamente il controllo, nonostante i rimorchiatori, nel canale della Giudecca e poi ha dovuto compiere una frenata provvidenziale per evitare quella che poteva essere una catastofre di proprorzioni ininimmaginabili.
Era in corso un tremenfo fortunale nel pomeriggio, qui da noi, strade allagate, vento fortissimo e rami caduti in quantità, a tratti ha anche grandinato.
In laguna la visibilità era azzerata e le forti raffiche di vento, da quanto capisco, non permettevano al mastodonte di seguire la sua rotta. Un signore ha detto di essersi visto la nave arrivargli addosso.
Niente da fare: le grandi navi a Venezia devono passare e devono sfiorare la Basilica, il Campanile, i monumenti affacciati in riva, i turisti devono godere del magnifico scorcio di bellezza mentre se ne stanno sedutil comodi sul bordo dei loro lettucci o sulle panchine dei ponti. Hanno pagato profumatamente, non sono dei disgraziati come quelli che arrivano salvati dalle ONG, stremati e in condizioni disperate e che Salvini vuole rimandare a mollo, in mare.
E devono entrare per forza nella cristalliera del mondo in groppa a quell’elefante che fatica a muoversi in mezzo alla chincaglieria e ai gioielli di famiglia.
Io ho paura per la mia città, temo l’incidente mostruoso. Per favore qualcuno faccia subito qualcosa: le fermi, prima che sia troppo tardi.
Al Lido, A Malamocco a Chioggia a Trieste, ma fuori dalla città fragile, dalla città Unica, dalla città patrimonio dell’umanità.
Toninelli, nemmeno questo sai fare? Governo del cambiamento (più uguale di altri), ve lo dico, se succede qualcosa alla mia città, sarete voi i responsabili e non vi perdonerò mai!
Salvini ha spostato il tiro, dai migranti ai magistrati, per lui tutto fa consenso e anche brodo dato che è di bocca buona.
Basta guardarlo nel suo discorso accorato e quasi vaneggiante, mentre inveisce contro il Gip che non ha firmato la convalida di arresto per Carola.
E’ un bravo attore, si impegna in quello che fa, la parte è sempre quella del “santo protettore degli italiani”. San Matteo Salvini, suona bene, ce lo faranno presto.
Sta cercando di assoggettare la magistratura, di intimorirla, il suo lungo discorso (un po’ delirante)ma giusto quel tanto che basta per fare sensazione, ne è la prova, gioca al braccio di ferro con un potere delle stato. Gioco pericoloso perché una buona parte di italiani non sa, non conosce o non capisce la differenza tra democrazia e dittatura e la divisione dei poteri è uno dei baluardi della democrazia.
Quella che Salvini prospetta è una dittatura moderna dove lui è il”buon padre di famiglia” e gli italiani i suoi “figli”. Se poi i magistrati vogliono fare di testa loro e liberare una “criminale”se la dovranno vedere con Lui che tutto vede, tutto sa e soprattutto tutto vuole.
Già visto, purtroppo ma la memoria in Italia si esercita poco come si esercita poco lo spirito critico che diventa merce sempre più rara.
E, in fondo, la dittatura non dispiace a tutti, ci sono persino quelli che ne auspicherebbero il ritorno. In chiave moderna, naturale.
Una dittatura con la faccia di Salvini e quella di Meloni. Una dittatura di quelle che”namo, famo, pijamo, sparamo …e ce ne fregamo”…una cosa nera, un all black da cerimonia con qualche noticina di colore qui e la.
Un calzino grigiastro o una felpa blu sulle spalle un rossetto deciso.
E via andare. La dittatura del “democratico” Salvini è già iniziata, ma non preoccupiamoci è benedetta “dall’alto dei cieli” e lassù c’è sempre qualcuno che ci ama. Speriamo che non si disamori proprio adesso.
In epoca di Internet, copiare è diventato facilissimo: basta aprire un sito qualsiasi, digitare un qualsiasi argomento e si hanno a disposizione un numero infinito di testi dai quali si può attingere idee o anche semplicemente copiare di sana pianta.
Naturalmente io lo trovo semplicemente disgustoso. Se non si hanno idee semplicemente non si scrive.
Invece c’è chi ruba le idee, la fantasia, la fatica degli altri e ci mette sotto la propria firma.
Si chiama anche plagio ed è un reato. Per me è un reato grave perché farsi belli con l’ingegno degli altri è una delle cose più meschine che ci siano.
Ma copiare è. di questi tempi, quasi un’abitudine. Alcuni non personalizzano neppure, copiano di sana pianta e basta, l’unica cosa “originale” è la firma il resto è scopiazzatura delle più sfacciate.
Niente di nuovo sotto il sole? Eppure la creatività, l’originalità, l’estro, l’inventiva sono tra le cose più preziose che abbiamo a disposizione per esprimerci, per sviluppare idee e talento.
Copiando, semplicemente mortifichiamo queste potenzialità.
Ma soprattutto compiamo una azione molto disonesta.
Ma è l’onestà ancora un valore da perseguire o si rischia di passare per fessi ogni volta che si prova a comportarsi onestamente?
“Ciulemo anca nu” dice Sordi nel film “Il maestro di Vigevano”. La moglie diventata piccola imprenditrice delle calzature cercava un modo per frodare il fisco e il marito, un maestro integerrimo, si finge spregiudicato per compiacerla.
Il film finisce male, molto male, ma la morale che il finale sottintende, oggi vale ancora?
Pubblicato oggi, 5.7.2019 su “Italians” del Corriere della Sera
E come volevasi dimostrare Carola è Libera!
La Gip di Agrigento, non convalida l’arresto: non è reato salvare vite umane.
Salvini dal suo buco delle facce è incavolato nero si è lanciato in uno speech degno di migliore causa.
Ma tutto fa brodo per il ministro che ora si scaglia contro la magistratura rea di non avere tenuto in nessun conto la sua indignazione pelosa e di aver liberato la capitana che lui ha definito in tanti modi: da sbruffoncella a Criminale delinquente.
Carola, fossi in te querelerei il ministro dell’Interno.
Lui che ha difeso Siri dicendo che non si è colpevoli fino a sentenza definitiva,, lui che è garantista con chi gli pare soprattutto con gli amici, definisce criminale una donna che è appena stata dichiarata innocente e liberata.
Ma il Salvin furioso, dalla luna, spara le sue invettive alla magistratura rea di non avere abbastanza amor patrio e romano orgoglio.
Ha versato lascrime di coccodrillo a lungo per i cinque finanzieri che “avrebbero potuto morire”ma che sono (fortunatamente) vivi e vegeti e che non sono mai stati in pericolo dato che lo speronamento non c’è stato: sono stati loro a mettersi in mezzo durante le operazioni di attracco: chi è causa del suo mal…
E si è fatto una bella propaganda, non si perde nessuna occasione per sciorinare il mantra prima gli italiani e rispetto delle regole…parla lui che da indagato ha chiesto e ottenuto l’immunità parlamentare.
I suoi ruggiti da coniglio si sentono ancora, quando tuonava contro la magistratura e diceva che dovevano passare sul suo cadavere…
Sembrava anche avere alzato un tantino il gomito, mi sa che prima di collegarsi per le sue dirette se ne fa fuori un fiaschetto.
I Cinquestelle hanno detto qualcosa circa la tracotanza del loro caro alleato?
E quando parlano quelli?
Se aprono la bocca cade il palco, meglio attuare la politica delle bocche chiuse, sprangate.
Certo quattro anni cosi sono lunghetti.