Inizia oggi, tra l’indifferenza (quasi) generale, il campionato mondiale di calcio femminile.
Il calcio, si sa, è uno sport per maschiacci, per duri, richiede forza, muscoli, tenacia, resistenza , potenza e una buona dose di aggressività.
Tutte doti, in particolare, l’aggressività, che le donne, secondo il sentire popolare ancora troppo diffuso, non dovrebbero possedere.Una donna aggressiva è considerata “mascolina”, cioè, in pratica, una “nondonna”.
Ma chi l’ha detto? Le donne lo sanno chi l’ha detto. Lo dicono gli stereotipi che hanno determinato i destini delle donne nei secoli. Devi essere dolce, arrendevole, carina, delicata, magari ipocrita, ma “femminile”. Tutto il resto fa parte del mondo maschile, appartiene all’altra metà del cielo, e tu donna, stai al tuo posto.
Già, il posto delle donne è sempre stato stabilito da tutti meno che dalle donne.
Ora, queste avventurose, caparbie, tenaci, muscolose e persino aggressive, calciatrici, affrontano una sfida che i signori uomini, purtroppo, non possono affrontare in quanto non sono riusciti a qualificarsi. Peccato, davvero.
Io seguo sempre la nazionale maschile anche se non sono tifosa. E mi sono anche sentita molto orgogliosa quando l’Italia arrivava in finale, per non parlare quando vinceva!
Ora, mi auguro che queste donne, queste ragazze, queste “dure”, arrivino in finale di una competizione che non è “la madre di tutte le battaglie”, si tratta soltanto di una importante competizione sportiva.
Ma loro potrebbero essere quelle che, in questo momento di depressione italica, in moli sensi, politici ed economici, potrebbero risollevarle il morale e anche un tantino lo spirito. Non voglio dire che sarebbe una consolazione vedere le nostre ragazze sul podio delle numero uno al mondo, per tutte le frustrazioni che il nostro paese ha subito e subisce tuttora a causa di governi e di politici che, al meglio, si possono definire incompetenti, ma potrebbero portare una leggera brezza di ottimismo in un paese stanco e avvilito dalle continue ed estenuanti dispute tra una classe dirigente che si affanna ad arrivare “prima”, dimenticandosi i propri doveri nei riguardi del paese.
Io tifo per loro.
Sono tutte qui le ragazze della nazionale guidate da Milena Bartolini:
L’elenco delle convocate per il Mondiale
Portieri: Laura Giuliani (Juventus), Chiara Marchitelli (Florentia), Rosalia Pipitone (AS Roma);
Difensori: Elisa Bartoli (AS Roma), Lisa Boattin (Juventus), Laura Fusetti (Milan), Sara Gama (Juventus), Alia Guagni (Fiorentina Women’s), Elena Linari (Atletico Madrid), Linda Tucceri Cimini (Milan);
Centrocampiste: Valentina Bergamaschi (Milan), Barbara Bonansea (Juventus), Valentina Cernoia (Juventus), Aurora Galli (Juventus), Manuela Giugliano (Milan), Alice Parisi (Fiorentina Women’s), Martina Rosucci (Juventus), Annamaria Serturini (AS Roma);
Attaccanti: Cristiana Girelli (Juventus), Valentina Giacinti (Milan), Ilaria Mauro (Fiorentina Women’s), Daniela Sabatino (Milan), Stefania Tarenzi (Chievo Verona).
Forse non gli servono incoraggiamenti, credo siano “cariche” già di loro, ma io lo faccio lo stesso l’augurio che possano fare il meglio del bene che riescono a fare:
V I N CE T E….anche per noi, per tutte e per tutti noi. GRAZIE.
Mi aggancio al bell’articolo di Mariagrazia che ricorda l’inizio, quasi in sordina, dell’ottavo Campionato mondiale di calcio femminile, proprio mentre si conclude l’Europa Nations League maschile, la cui finale si terrà domenica, tra Portogallo e Olanda.
Dopo vent’anni di assenza, vi parteciperà l’Italia, riscattando l’insuccesso della Nazionale maschile, eliminata dall’analogo torneo.
La squadra delle azzurre selezionate e preparate da Milena Bertolini, è composta tutta da dilettanti, ad ecezione di Elena Linari che gioca da professionista nell’Atletico Madrid.
Partecipano 24 nazioni, suddivise in 6 gironi da disputare all’italiana. Le prime due di ogni girone, più le quattro migliori terze, per un totale di 16 squadre, accederanno alle fasi a eliminazione diretta, ottavi, quarti, semifinali e finale che si disputerà il 7 luglio a Parigi.
Tra le nazioni presenti, non mancano quelle che hanno vinto i Mondiali precedenti, disputatisi, a partire dal 1991, ogni quattro anni, ossia, Usa(3 volte), Germania (2), Australia e Olanda(una volta ciascuno).
Primi avversari dell’Italia, nel girone C, saranno Australia, Giamaica e Brasile.
Bene, non ci resta che augurare: “Forza azzurre a voi l’onore di tenere alto il nome dell’Italia!”
RISPOSTA
e aggiungerei: speriamo che il cielo sopra Parigi sia azzurro.
Certo però che devono avere dei bei para…stinchi.
Bene ha fatto la signora Gazzato a nominare tutte le atlete che giocheranno per l’Italia, ma la altre? Ne vogliamo citare qualcuna?
La più famosa in assoluto è la brasiliana Marta, detta la Pelè in gonnella, poi cito altri nomi senza la pretesa di fare classifiche:
Alex Morgan(Usa), Samantha Kerr(Australia), Dzenifer Marozsan(ungherese che gioca per la Germania),Christine Sinclair(Canadà), Saki Kumagi(Giappone), Jenni Hermoso(Spagna), Vivianne Medema(Olanda), e tante altre.
Ne sentiremo parlare.
Al signore Alessandro ricordo che in concomitanza col Mondiale femminile, non c’è solo l’Europa Nations League, ma anche si disputano i Mondiali under 20 maschile, e proprio oggi gli azzurrini sono impegnati per l’accesso ai quarti di finale;
inoltre si svolgono le qualificazione per l’Europeo, e domani sarà impegnata contro la Grecia la Nazionale “maggiore”(mi perdonino le femministe per questo termine).
Insomma, una sorta di accerchiamento al torneo femminile, quasi fatto ad arte per occultarlo. Naturalmente scherzo, ma certo è un’ubriacatura prima dell’estate.
Parco dei Principi gremito, per la prima del Mondiale femminile 2019, Francia-Corea del Sud.
Un grande telone azzurro con una piattaforma centrale bianca a mo’ di pallone, per lo spettacolo inaugurale, con canti, danze, coreografie, esercizi a corpo libero, capriole, acrobazie.
Ora il telone viene tolto e lascia spazio al verde del campo, le squadre sono schierate e si comincia a giocare, in completo blu e calzettoni rossi la Francia, in divisa bianca la Corea. Le transalpine giocano con uno strano 4-2-2-2, la Corea con un più noto 4-2-3-1
L’arbitro, anzi l’arbitra, dirige in camicetta rossa e pantaloncini neri.
Al 10′ la Francia è già in vantaggio: lunga discesa di Amandine, traversone in area e impatto al volo della bionda Le Sommer che non perdona: magnifico gol!
Al 27′ raddoppio, con tiro al volo in semirovesciata, ma dopo lunga consultazione, il Var annulla per fuori gioco millimemetrico.
Al 34′ è raddoppio vero, su calcio d’angolo, Renard fa valere il suo metro e ottantanove di statura, e insacca di testa.
In pieno recupero, è 3-0, altra rete di Renard di testa con stacco imperioso su calcio d’angolo.
Secondo tempo e prima sostituzione della corea: la calciatrice prima di uscire saluta il pubblico con un inchino, che savoir faire!
Ogni calcio d’angolo è un pericolo per le bassotte della Corea, ma la Francia non concretizza.
Rispetto al calcio maschile mancano i takle, le marcature sono più larghe, la palla è trattenuta di più, ma lo spettacolo è bello ugualmente e c’è un tocco di gentilezza in più.
Bel tiro della coreana Crang da fuori area, magnifico stop volante di una francese, bel dribbling, mischie e lanci, queste donne possiedono un’ottima tecnica e buona visione di gioco. Certo c’è anche qualche “liscio” e qualche schema non riuscito, qualche “candela”, ma l’impegno è ammirevole, lo spettacolo c’è, è anche molto corretto, al pubblico piace.
All’84’, con destro a giro da fuori area, segna la capitana francese Henry. È 4-0.
Per finire, una lunga discesa della coreana Lee, fermata solo con un fallo, è l’emblema dell’impegno sportivo di queste donne che non demordono fino all’ultimo istante.
RISPOSTA
Complimenti Alessandro, una vera cronaca sportiva, per quanto ne capisca, molto ben fatta. Ho visto quasi tutto il primo tempo e mi sono sembrate proprio brave, le coreane un po’ annichilite dalle francesi che mi sembravano di molto superiori in tecnica e disinvoltura, E anche molto carine.
Poi è stata quasi una goleada se non era per il Var, chi si sarebbe accorto di quel fuorigioco?
Quello che ho visto mi è piaciuto, anche le due giornaliste brave e precise. Immagino che saranno molto criticate tutte, le critiche alle donne non si risparmiano, di quelle ne arrivano in abbandanza da tutte le parti.Ma loro mi sembrano molto determinate. Aspetto l’Italia.
È questo un periodo di “inflazione” calcistica, tra qualificazioni per l’Europeo della Nazionale maggiore uomini(ieri ha battuto la Grecia), fasi finali della Nazionale under 20 per il Mondiale di categoria, inizio delle qualificazioni della Nazionale under 21(ma che senso hanno due squadre giovanili che si differenziomano di un anno?), in ultimo la finale della Nations League tra Portogallo e Olanda, insomma sembra una congiura, le donne sono state messe ancora una volta in minoranza!
Riusciranno i nostri eroi (eroe è solo maschile, eroessa non esiste, un ripiego sarebbe il diminuitivo eroina) a destare comunque l’interesse in questo loro mondiale?
Sembra il titolo d’un film della Wertmuller, invece è la realtà
Intanto, oggi l’Italia femminile contro l’Australia, alle ore 13.
Non mancate.
Ogni giorno ha le sue consacrazioni, le sue commemorazioni, e i suoi eventi da ricordare, oggi è il giorno di Pentecoste -discesa dello Spirito Santo sugli apostoli- si vota per il ballottaggio in molti comuni italiani, il governo litiga sui minibot, Landini minaccia lo sciopero generale… Ah, dimenticavo, Donald Duck, il mitico Paperino, compie i suoi 75 anni…
Eppure tutto ciò sembra scontato, l’attesa maggiore, non è se stasera Ronaldo segnerà un’altra tripletta contro l’Olanda, o chi tra CSX e CDX avrà la meglio nei ballottaggi, l’attesa maggiore sono le nostre calciatrici che scenderanno in campo a battersi per i colori italiani dopo vent’anni di attesa.
Eccole le nostre calcitrici, non c’è chi è più o meno atletica, più o meno tecnicamente dotata, piu o meno bella, da questo punto di vista, sono tutte uguali, tutte bellissime, tutte dotate di tecnica sopraffina, tutte animate di grande agonismo, è un “effetto alone” che magicamente le circonfonde e le rende tutte uguali nell’amore per i colori.
Ecco che scendono in campo, ecco l’ovazione della folla, ecco le foto, il sorteggio di campo, gli inni nazionali cantati, eccole schierate, ecco il fischio d’inizio, ed ora fine della commozione, datevi da fare, conterà solo il campo.
Brivido al 3′, affondo dell’ Austalia e colpo di testa della Kerr, fuori.
Al 5′ risponde l’Italia, tiro della Giugliano e parata.
Al 10′ l’Italia segna un magnifico gol: Bonansea con lunga discesa da centro campo, entra in area e pur incespicando dietro la spinta della difensora australiana, segna, ma entra in azione la Var, meccanismo diabolico che si sotituisce all’uomo, il gol viene annullato per fuori gioco millimetrico.
A me non pareva, erano in linea, poi il fermo immagine mostra i piedi in gioco, la spalla fuori gioco, insomma abbiamo inventato il semifuorigioco, un gol magnifico annullato.
Al 15′ bel tiro della Guagni, fuori, poi grande mischia in area australiana, l’Italia preme ma non realizza.
La bionda Carpenter, con la sua
coda di cavallo fluttuante, è pericolosissina, sulla fascia destra, infatti al 21′, su suo cross, la Kerr sta per colpire, ma viene abbattuta dalla Gama, è rigore. Batte la Kerr stessa, la Giuliani anch’essa munita di coda di cavallo fluente, vola e respinge, ma il miracolo è vano, la Kerr riprende e segna: 1-0, che sfortuna!
L’Italia sembra accusare il colpo, ma al 31′ una fiammata delle Azzurre fa gridare al gol: bella manovra, la Bonansea, è sola davanti al portiere… ma è in fuori gioco, tutto inutile.
Al 38′ magnifica parata della Giuliani su azione corale dell’Australia, innescata dalla solita Carpenter.
Il tempo finisce con la pressione della “Matildas”, ossia della squadra austaliana, così chiamata da un canto degli sfruttati del lavoro(Waltzing Matilda) assurto a inno non ufficiale della nazione.
Nel secondo tempo, l’Italia trova nuove risorse, la partita trascorre tra tre le puntate della Bonansea, colta sempre in fuori gioco millimetrici, e le incursioni dall’Australia sventate da una grande Giuluani, ma si distinguono un po’ tutte le nostre calciatrici, la Guagni, la Bartolo, La Sabatino etc., finché al 56′ la Bonansea punisce la supponenza dell’Australia: ruba palla ad una distratta difensora, entra in area vanamente inseguita, caracolla e insacca beffando l’accorrente portiere. Un capolavoro di freddezza: 1-1.
Da qui in poi è un batti e ribatti con capovolgimenti di fronte, la Girelli becca un giallo, la Giuliani zoppica, la Bartoli salva in angolo. Poi è l’Italia che va in “quasi gol”.
Viene annullato un gol anche all’Australia per fuori gioco, l’Italia reclama un rigore, c’è tutto, ma il Var smentisce.
Altri due fuori gioco per la Bonansea, anche l’Italia va in gol con la Sabatino che prende il palo, riprende e segna, ma, manco a dirlo, in fuori gioco. È il festival dei fuori gioco.
La stretta finale è per l’Australia le azzurre sembrano assediate, chiude la Guagni, respinge la Gama, nei contrattacchi in fuori gioco, ci finisce ancora la Sabatino.
Al 90′ brivido per l’Italia su calcio d’angolo, poi 5 minuti di recupero sembrano non passare mai, ora mancano 40 secondi, c’è una punizione angolatissima per l’Italia, forse è meglio tenere palla, ma la nostre calciatrici non fanno calcoli, giocano col cuore: battuta a fil di porta, Bonansea, ancora lei, colpisce di testa, un’australiana tenta un disperato rinvio, ma la palla entra a fil di palo: “Gooooooooool!!!” È 2-1. L’Italia vince, il coraggio è premiato, ad maiora azzurre.
RISPOSTA
si, bravo, ottima cronaca: grinta, coraggio determinazione, nulla da invidiare ai colleghi maschi e mi sembrano anche più corrette, meno fallose.
Bravissme ragazze, ora ci crediamo un po’ di più:
La Francia è la prima squadra qualificata alla fase finale dopo aver battuto la Norvegia con un rigore viziato….dal Var.
Piuttosto che parlare della partita meglio mettere in evidenza alcuni protagonisti di essa.
Due hanno dato vita a uno scontro a distanza: la francese Renard e la norvegese Saevik, difensore l’una centrocampista l’altra, capaci di proiezioni in avanti, entrambe bellissime, ma di fattezze opposte, scura l’una, bianca l’altra, capelli neri leonini l’una, l’altra capelli lunghi biondi acconciati a fluente coda di cavallo e a treccine sul capo, entrambe sguardo penetrante e inceneritore nella loro determinatezza..
Da segnalare anche la francese Diani per le instancabili discese d’attacco da maratoneta, concluse con assist in area, e il portiere norvegese Hjelmseth, ottima trentanovenne che, intuita la direzione del calcio di rigore, non è però arrivata a respingerlo.
La coacher della Francia, Corinne Diacre, è una della poche donne che abbiamo allenati anche squadre maschili(un’altra fu la nostra Caterina Morace, non credo ce ne siano state altre)
E infine l’arbitra, una donna statuaria che per autorevolezza, mutatis mutandis, mi ricordava Concetto Lo Bello, probabilmente arbitrerà la finale.
A Montpellier, Australia e Brasile hanno dato vita ad un incontro combattuto fino all’ultimo respiro, che ha visto la vittoria delle australiane per 3-2, inizialmente sotto di due reti.
Insieme all’incontro condotto all’ultimo respiro, s’è visto quale pericolo possa costituire l’uso invasivo del Var, chiamato a risolvere quasi tutte le azioni decisive, non sempre producendo la miglior decisione.
Quello che prima l’occhio arbitrale decideva in un’istante col rischio di commettere un errore, adesso implica alcuni minuti di interruzione per decidere al rallentatore e col fermo immagine la correttezza di un’azione, ma i dubbi a volte rimangono ugualmente.
All’inizio, dal Var è negato un rigore alle austrliane, e poco dopo, lo stesso Var ne convalida uno dubbio alle brasiliane: realizza spiazzando il portiere, Marta, la giocatrice carioca piu famosa al mondo, detta la Pelé in gonnella.
Il raddoppio ad opera di Cristiane che, con magnifico stacco, coglie ti testa un assist della Débinha, e insacca di potenza e precisione: esce la lingua e indica orgogliosa lo scudetto sul petto.
Sembra le fine per la Matildas, ma nel recupero del primo tempo, c’e prima un salvataggio sulla linea di porta brasiliana, la respinta è rimessa in area, testa della Logarzo e deviazione tempestiva della Foord che accorcia le distanze e rimette in gioco l’Australia
Nel secondo tempo la Logarzo pareggia con un tiro da fuori area che rimbalza davanti al portiere e lo sorprende.
Poco dopo, c’è uno spiovente in area brasiliana, saltano in tre, l’australiana e in fuori gioco, su tutte anticipa Monica che di testa insacca nella propria porta: autogol!
Ma il fuori gioco era attivo o passivo? Si consulta il Var e si convalida il gol, ma i dubbi restano.
Nel gruppo C, rimangono in corsa per la qualificazione Italia, Australia e Brasile, salvo sorpresa della Giamaica che stasera incontra l’Italia.
Nel calco nulla è già scontato, la palla è rotonda, ma le Azzurre dovrebbero spuntarla.
Queste ragazze sono uno spettacolo. Due partite due vittorie e che vittorie!
Oggi contro la Jamaica 5 gol.
Cinque goals signori calciatori maschi mondiali. Quando li abbiamo visti da voi che ci fate penare sempre sul filo del rasorio per non prenderli?
Evviva le donne mondiali.
Permettete pure voi che avevate un leggera puzzetta sotto al naso…uhu calcio femminile, che roba! Rischiamo di finire prime del girone, non male eh?
Ecco è questo è un mondiale non il torneo della parrocchia.
tiro nell’angolino sinistro delle porta italiana, la Giuliani vola in tuffo e a pugni chiusi respinge in angolo e nega alla Jamaica il gol della bandiera.
Eppure per quello, e non altro, avevano combattuto le giamaicane fino all’ultimo istante della partita, certo non speravano di poter capovolgere il punteggio quasi tennistico che vedeva l’Italia prevalere per 5-0.
Ma proprio la Giuliani negava ciò che, pochi muniti prima, aveva propiziato con una colossale papera: s’addormenta con la palla ai piedi, se l’allunga troppo e la Shaw è pronta a rubargliela, poi nelle mischia,con una rovesciata acrobatica degna di Pelè, la stessa Shaw colpisce in pieno viso la nostra Gama che s’abbatte dolorante.
A parte questo incidente per fortuna senza conseguenze, per l’Italia sembra andare tutto liscio, e il risultato, al di là delle più rosee previsioni, lo conferma.
Già al 10’ la Bonansea, ruba palla, entra in area e viene abbattuta: Var e rigore, batte la Girelli, rincorsa breve, esitazione, tiro fiacco parato. Ma l’arbitro fa ripetere per irregolarità e stavolta la Girelli, cambia angolino, e segna.
Al 25’ corner, tacco della Bonansea, ginocchio (?) della Girelli, e sono due.
Poi dopo un batti e ribatti l’Italia coglie una traversa.
Nel secondo tempo la Jamaica pare decisa a vendere cara la pelle, ma si gioca appena un minuto, e la Girelli è ancora in gol con un colpo di testa su assist della Giugliano, per lei è tripletta.
Al 71’ ‘ la Galli, subentrata al posto della Bergamaschi, segna su assist della Boattin, altra subentrata, con una cannonata da fuori area che s’insacca quasi all’incrocio dei pali: è il 4-0.
Infine all’81’ la stessa Galli, imbeccata dalla Giugliano, si presenta sola davanti al portiere, la evita facilmente, e segna il 5-0.
Magnifico, l’Italia delle donne va avanti contro ogni pronostico, e alla prossima contro il Brasile, le basterà un pareggio per qualificarsi, ma prima di concludere vorrei parlare di due drammi dipinti su due volti:
il primo è la solitudine del portiere giamaicano, la Schneider, una ragazza longilinea, esile, dai tratti del viso dolci e delicati, triste, ma senza espressione di amarezza, solo delusione, aveva anche parato il rigore con un bel tuffo, ma l’arbitra con oculatezza millimetrica, l’aveva colta, al momento del tiro, con entrambi i piedi pochi centimetri oltre la linea di porta, e aveva fatto ripetere: era il primo gol delle serie che avrebbe segnato la capitolazione della sua squadra, chissà, si sarà chiesta, se quella magnifica parata non fosse stata invalidata…
L’altro dramma, nel volto del coach giamaicano, Hue Memzies, un volto rude, quasi roccioso, rotto a tutte le intemperie delle vita, ma che, al di là dell’apparenza, dissimulava dolore e incredulità per quelle sue brave ragazze estromesse così presto dal mondiale. Coraggio Jamaica, siete state brave anche voi, vi ricorderemo.
In tanti non ci credevano, appena iniziata la vostra avventuara vi snobbavano. Ora la musica è cambiata e tutti sono pronti ad intestarsi il famoso “ioloavevodetto”.
Bene cosi, ora c’è persino chi scrive che il mondo è delle donne. Mi fa molto piacere e spero proprio che vinciate il mondiale.
Ma da questo a pensare che il mondo sia nostro…ci andrei coi piedi di cemento.
https://youtu.be/TkSKEGf1AKA
Waltzing Matilda è l’inno nazionale non ufficiale dell’Australia.
È una bush ballad, un genere musicale popolare che prende spunto dal lavoro degli sfruttati australiani, in particolare i tosatori di pecore.
Waltzing si riferisce al viaggiare prestando lavori occasionali e Matilda indica con termine familiare il lettino arrotolabile , propriamente detto swag, da cui Swagman, il vagabondo della ballata: mentre cuoce il mangiare nel suo pentolino presso uno specchio d’acqua cattura una pecora e la nasconde nel sui sacco. Ma sopravviene il proprietario con le guardie e lui pur di non farsi catturare si annega nello specchio d’acqua.
Li aleggia il suo spirito.
RISPOSTA
assomiglia un poco a Proud Mary la canzone degli operai dell’area del Mississipi
https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&q=proud+mary
Ho fatto un giretto sull’web e anche sui quotidiani per vedere cosa scrivono sulla partita di oggi Italia Brasile femminile.
Ho trovato poco, anzi pochissimo. Qualcuno dirà che non ho cercato bene, può darsi.
Comunque, mi sono imbattuta nela faccia triste di Totti e il suo “meglio morire” (da piccoli?). Abbiamo capito, anche i grandi amori, prima o poi finiscono, poi come dice uno: fanno dei giri immensi e poi ritornano. Speriamo per Totti poverino, tanto bistrattato. Ma anche no, volendo potrebbe fare altro, rinnovarsi darsi alla politica,(Totti for premier) insomma …rinascere, studiare, affermarsi in altri “campi, hai voglia quanti ce ne sono.Uscire dal cerchio magico pallonaro che lo sta stritolando.
La ministra Bongiorno (la vedo più carina da quando ministreggia, non sarà che si è presa un periodo di relax?) ha detto che lei avrebbe giocato volentieri ma che per le donne ai tempi, non c’erano possibilità per questo sport. Ma va? Chissa quante altre si sono identificate in lei in questo senso e avrebbero volentieri dato un calcio alle Barbie.
Le nostre oggi potrebbero andare alla testa del girone, sarebbe una bella cosa, basta un pareggio. Ma non mettiamo limiti.
Sono brave, ora lo stanno scoprendo in tanti, ora che vincono.Vincono a modo loro, cioè da donne, ma vincono e non pizza e fichi.
Sono donne ma è relativo, però, la stampa nazionale e il circuito mediatico in generale, le snobbano ancora una cifra.
Figuriamoci se erano mondiali maschili: 10paginate con trucchi e strategie, tattiche e controtattiche, biografie millimetriche, pesi e misure, e poi talk a più non posso su questo e quel giocatore, i suoi amorazzi veri presunti o inventati e tutto il codazzo di famiglie e parentele varie con tutto il vivaio di alberi genealogici e anche geneillogici.
Di queste guerriere sappiamo poco o niente. Ma meglio cosi. L’importante è buttarla in gol. Tutto il resto è…spocchia.
Questo commento è stato pubblicato da Italians del Corriere della Sera oggi, 19.6.2019
Come giuistamente detto, basterebbe un pereggio per passare il turno da vincitori del girone, ma ancora nulla è deciso, se non la qualificazione.
Potremmo anche arrivare secondi o terzi, e in quest’ultimo caso entreremo nel gruppo delle migliori terze e passeremmo comunque il turno.
Però classificarci primi ci faciliterebbe il cammino successivo.
Io credo che batteremo il Brasile.
RISPOSTA
eh eh pronostico facile….non c’è due senza…speriamo.
Italia battuta solo da un rigore (che non c’è), il girone finisce con tre squadre a sei punti, ed è deciso dalla differenza reti:
prima l’Italia, seconda l’Australia, terzo il Brasile che si qualifica perché entra nel numero delle quattro migliori terze.
Allo stadio di Valenciennes, partita tiratissina col Brasile che attacca subito, e già al 4′ la Gama è artefice di un salvataggio provvisenziale, sulla robusta e tutta trecce Ludmila.
Ma l’Italia reagisce bene, prima con la Bonassea(bel tiro deviato in angolo) poi con la Cernoia e infine con un’incursione portata in coppia dalla Giacinti e dalla Bonassea.
Ora attacca il Brasile, su corner, tacco di classe di Marta, e grande parata della nostra Giuliani. Seguono altri due calci d’angolo, ma la portiera azzurra sembra imbattibile.
Poi segna la Girelli, ma è in fuori gioco, delusione sul viso, e subito dopo la stessa Girelli schiaccia di testa, sembra fatta, ma la Kathellan non è d’accordo, libera in extremis.
Continuo rovesciamento di fronte, ora è la Linari coi suoi capelli a sbalzo che spazza via e la Giuliani salva ancora in uscita.
Al 40’grande occasione per l’Italia di passare in vantaggio, la Bonassea vola e colpisce di testa, ma il colpo è così preciso che centra… il portiere.
Il primo tempo si chiude 0-0, il Brasile ha manovrato di più ma l’Italia è stata più pericolosa.
Nel secondo tempo, dopo una traversa colta su punizione dal limite dalla Andreassinha, un calcio alla schiena preso dalla Giacinti, un bel colpo di tacco della nuova entrata Beatriz che sfiora la linea di porta ed esce, ecco l’episodio decisivo: su incursione del Brasile, la Debinha sta per andare in gol, ma la Linari la carica di spalla ed entra prima sul pallone, la brasiliana rotola per terra e l’arbitra messicana Venegas dcreta il rigore, il Var conferma, ma… è una nuova regola? Già se ne sentono tante. Comunque, Batte Marta, il pallone a sinistra, la Giuliani a destra, ed è 1-0. Al Brasile non basta per superarci, occorre un altro gol.
Il resto della partita è tirato allo stremo, col Brasile che cerca quel secondo gol che gli farebbe vincere il girone. Però è l’Italia che all’85’ sta per pareggiare, ma il tiro in scivolata della Bergamaschi, entrata da poco, è parato da Barbara.
A proposito, che nomi gentili queste brasiliane, Barbara, Monica, Formiga, Marta, Ludmila… poi in campo è tutta un’altra musica.
Finisce la partita, l’Italia perde, ma l’obiettivo massimo è raggiunto, ora un po’ di riposo, poi le eliminatorie, chi perde va a casa, chi vince va avanti.
RISPOSTA
Io direi: L’Italia vince e alla grande: l’arbitra si èlasciata ingannare dalla finta della brasiliana e il Var è stato compiacente.
Per il resto hanno corso tanto su e giù per il campo, le brasiliane, ma sccordinate. Non le vedo imbattibili.
Bene cosi, magari la prossima con meno timore reverenziale.
“Indigno” fuori tempo massimo.
Di calcio femminile si parla dappertutto, sono già all’ opera i pensosi sociologi, il dibbbbbbattito sta affilando le sue armi e i suoi buffet di tartine, persino Google apre la pagina col doodle sul calcio femminile.
Da NON appassionato di calcio potrei anche protestare perchè ce n’è troppo….
RISPOSTA
beh ma almeno è un cosa un po’ diversa no? Di calcio maschile ne abbiamo davvero un’indigestione.
Diversa? 23 adulti in mutandoni (includendo l’arbitro) che corrono dietro a un pallone che non è di loro proprietà per 90 minuti. Salvo qualche (RARA) eccezione entusiasmante è uno spettacolo palloso (appunto!)
RISPOSTA
Mah, mi era sembrato che le donne potessero costituire un diversivo…si vede che mi sbaglio e non cambia nulla, sempre “mutandoni” sono.
Conclusa la fase a gironi, il numero delle squadre partecipanti s’è ridotto da 24 a 16, vanno a casa Corea del Sud, Sudafrica, Giamaica, Argentina, Scozia, Nuova Zelanda, Cile e Thailandia.
Le quadre che accedono alle fasi ad eliminazione diretta, sono così accoppiate:
(primo gruppo da cui sortirà la prima finalista):
Norvegia-Australia
Inghilterra-Camerun
Francia-Brasile
Spagna-Usa
(secondo gruppo da cui sortirà la seconda finalista):
Italia-Cina
Paesi Bassi-Giappone
Germania-Nigeria
Svezia-Canada
L’Italia disputerà l’ottavo di finale contro la Cina il 25 giugno a Montpellier
La finale si disputerà il 7 luglio a Parigi
A questo punto del torneo, tra le marcatrici, sono in testa la Kerr (Australia) e la Morgan (Usa) con 5 gol, segue Cristine(Brasile) con quattro gol.
La migliore italiana è la Girelli con 3 gol.
Nel campo di Grenoble, dove la Germania ha sconfitto con un perentorio 3-0 la Nigeria, l’ombra delle tribune, proiettata sul campo, suggeriva l’idea di una gabbia: quella dove secoli di sfruttamento, da parte dei Paesi ricchi, hanno relegato il continente africano, e da cui oggi l’Africa tenta disperatamente di uscire.
L’altra partita a Nizza, ha visto la vittoria della Norvegia sull’ Australia ai rigori.
Sono stati 120 minuti tiratissimi, le Norvegesi passano in vantaggio con la Herlovsen, ma a pochi minuti dalla fine l’Australia pareggia direttamente da calcio d’angolo della Kellond.
Ai supplementari rimangono in dieci per l’espulsione della Kennedy.
Si va ai rigori, ma le Australiane per stanchezza o per appagamento per il pareggio raggiunto in extremis, vanno sotto per 4-1.
Chi dice che le donne non offrono emozioni sbaglia.
Si conferma che il Var, così com’è usato, ha un impatto negativo sulla continuità della partita e non sempre risolve i dubbi. Dovrebbe essere usato con parsimonia solo a richiesta dell’arbitro.
Ma chi dice che le donne non offrono emozioni sbaglia.
Nota di colore: le donne in campo urlano più degli uomini e dal campo s’ode bene il loro grido di guerra.
In campo maschle, gli azzrrini(Under 21)rischiano l’eliminazione dagli europei nonostante la vittoria per 3-1 sul Belgio.
RISPOSTA
“chi dice che le donne non offrono emozioni sbaglia” come non essere d’accordo? E’ solo spocchia, dura a morire.
Inghilterra-Camerun, siamo nel recupero del primo tempo (8 minuti!), l’Inghilterra segna il 2-0, palla al centro, ma le camerunensi protestano, decidono il “cooling break”.
L’arbitra è perplessa, l’inghilterra è schierata per riprendere il gioco, ma niente da fare, le altre in cerchio discutono animatamente.
Mah, come funzioni la sosta per il rinfresco, in questo mondiale, non è chiaro, certo non dovrebbe essere imposto unilateralmente, questa è una novità.
Secondo tempo, il Camerun accorcia le distanze, esultano le africane, ma attenzione, controllo Var, attesa e gol annullato: sembra che col tacco la giocatrice del Camerun fosse in fuori gioco: siamo alla “follia tecnologica”.
Succede il finimondo, proteste generali, le africane non si danmo pace, lei, la calciatrice cui hanno annullato il gol, ha uno sguardo di fuoco, il Ct africano con la sua mole imponente incombe come una minaccia sulla terna arbitrale che cerca invano di sedare gli animi
Per fortuna tutto si risolve con un abbraccio tra il Ct e lei, la camerunense dagli occhi di fuoco.
Alle fine, altri 10 minuti di recupero, in tutto sono18 come aver giocato qualcosa di più di un tempo supplementare grazie al Var.
Finisce 3-0 per le albioniche, alle africane quello 0 suona come cocente sconfitta, è mancato il gol della bandiera, questo e non altro cercavano con grande ardore e determinazione.
RISPOSTA
Poverine, il calcio a volte è davvero crudele!
Marta, Marta, grande giocatrice brasiliana, dalle labbra tinte di rosso e dal viso austero di creta, dotata di tecnica sopraffina, palla trattata da atleta di classe, di collo, di piatto, di esterno, di suola, di punta, di tacco, e poi dribbling, scatto, palleggio, stop volanti, tiro violento, assist vellutato….
Non sei bastata per evitare la sconfitta contro la Francia, i padroni di casa, incitati dal proprio pubblico, sono passati in vantaggio per primi, poi raggiunti, hanno trovato il gol del 2-1 ai tempi supplementari, e tu e le tue compagne, lasciate il mondiale, tornate a casa sconsolate, dopo 120 minuti e passa di lotta sul campo, sempre a correre, scattare, frenare, recuperare, saltare, contrastare, prendere botte, cascare sul prato d’erba quasi a voler godere di un momentaneo riposo dalla fatica.
Ma mollare mai, non è nel vostro carattere, come quell’Isa, autrice del pareggio momentaneo che vi ha illuse -una scivolata tempestiva e gol- o quella Formiga, 41 anni, che ha corso finché non ha avuto più fiato: avete mostrato di conoscere il gioco, e Il gioco consiste in questo, vincere o essere vinti, in fondo è l’istinto ancestrale dell’eterna lotta per l’esistenza.
Per un contrattempo che mi ha trattenuto, ho perso i primi 20 minuti di Italia-Cina. Quando finalmente ho potuto vedere le immagini, l’Italia era già in vantaggio, ma in campo vedevo le azzurre tutte raccolte nella propria metà campo, quasi intimorite, subire l’iniziativa delle cinesi. Già paghe? Oppure già stanche?
La Giuliani prima alza in angolo, dopo sventa in uscita sui piedi dell’avversaria. Poi un guizzo della Bergamaschi che sfiora il 2-0, ma ecco ancora attacchi della Cina, con Linari, Guagni e Bartoli che mettono pezze e consentono all’Italia di andare al riposo in vantaggio.
Nella ripresa cambia musica, la Galli già subentrata allo scadere del primo tempo, alla Girelli(non gradita la sostituzione), sfodera da fuori della lunetta dell’area di rigore un tiro rasoterra teso e preciso nell’angolino, e batte il portiete cinese in vano tuffo.
Finalmente cessa il blocco psicologico e si rivedono le azzurre che conosciamo: Giacinti si distingue in attacco, Gama e soprattutto Linari in difesa, la partita finisce con l’Italia in attacco alla ricerca del terzo gol con puntate di Giuliano, Mauro e Giacinti.
Ah, dimenticavo, il primo gol l’ho visto dopo: incursione in area della Bonansea e della Guagni sventata dal portiere in uscita, ma la bionda Giacinti è lì in agguato e -zac- la mette in rete, poi esulta giustamente con le compagne.
Bene, Italia avanti ai quarti.
Bisognava vederlo il volto pietrificato del trainer
giapponese Takakura per capire quanto quel rigore assegnato all’Olanda, a pochi minuti dalla fine, avesse condannato ingiustamente il Giappone.
Il Var in realtà non esclude errori. Era l’avambraccio tenuto largo, ma Il pallone aveva colpito la parte superiore del braccio, questo tenuto ben stretto al corpo, l’involontarietà era evidente.
Fuori dunque anche il Giappone, dopo le squadre asiatiche, le africane, le sudamericane, l’Australia, il mondiale femminile è appannaggio esclusivo del continente europeo.
G, come Giuliani, Guagni, Gama, Giugliani, Giacinti, Girelli, Galli… insomma il G7, ma anche le altre Giocatrici certo non sono da meno, e G
, come Giovinezza, Grazia, Gol, Gioia, Gratitudine..
Perciò, sabato a Valenciennes, ore 15 (orario da Geenna, per restare in tema alfabetico), contro l’Olanda potete farcela, potrei Giurarlo.
RISPOSTA
bello, Alessandro, giovinezza, Grazia…gioire, speriamo…per la vittoria finale.
Con un perentorio 3-0 l’Inghilterra batte la Norvegia e si qualifica per disputare le prima delle semifinali.
A scusante parziale delle norvegesi, la maggiore stanchezze per avere nelle gambe i tempi supplementari disputati contro l’Australia, ma l’Inghilterra ha dimostrato di essere squadra solida oltre che fornita di ottime individualità.
Le inglesi passano subito in vantaggio con la Scott, un metro e ottantuno di statura, che coglie l’assist di Lucy Bronze, autrice di una discesa travolgente.
Raddoppio al 40′ della White, al suo quinto gol in questo torneo, su assist della Paris.
Il terzo gol lo segna con un bel tiro sotto la traversa la Bronze, che raccoglie una punizione secondo schema predisposto.
Ma non è finita, il portiere della Norvegia, Hjelmeseth sfoggia una magnifica parata su rigore tirato dalla Paris:
sventa il quarto gol, equivale al gol della bandiera che le colleghe non hanno saputo cogliere.
Gli Usa battono la Francia per 2-1 e disputeranno la prima semifinale contro l’Inghilterra, un incontro dove si parlerà la stessa lingua, ma non si faranno complimenti.
I padroni di casa sono eliminati nonostante l’arrembaggio degli ultimi minuti.
Però vedere i campioni del mondo in carica (e probabili vincitori di questo mondiale) chiudersi in difesa appena passati in vantaggio, adottare un 5-4-1 nel secondo tempo e cercare l’angolo del campo per far scorrere i minuti del recupero finale non è stato un bel vedere.
Gli Usa passano in vantaggio al 5′ direttamente su punizioname, il tiro della Rapinohe passa attraverso varie gambe ed entra in rete.
Dopo lunga pressione francese che rimane però sterile, il raddoppio Usa, sempre per opera della Rapinoe(è la sua seconda doppietta in questo torneo) ne smorza le velleità di rimonta.
Finalmente all’81’ la Thiney, su punizione, coglie la testa della Renard che per statura supera tutti e accorcia le distanze, riaccendendo le speranze delle francesi.
Ma non serve, il loro assalto finale si smorza tra infortuni e perdite di tempo.
La partita finisce, esultano le americane, delusione tra le francesi, ma il nostro pensiero corre a domani, all’incontro delle Azzurre contro la favorita Olanda.
Favorita? Può darsi, ma non è detta l’ultima parola, il
pallone è rotondo e le Azzurre hanno dimostrato di saperlo dominare.
Sul volto della Girelli sommessamente in pianto, lei incomprensibilmente esclusa, tutta la delusione dell’Italia sconfitta.
Dopo un primo, in cui le Azzurre avevano mostrato di poter tenere testa alle più quotate olandesi, campionesse europee in carica, segue un secondo tempo in cui per maggiore resistenza fisica le olandesi prendono decisamente l’iniziativa limitandosi l’Italia a contenere. Tuttavia, dopo una traversa colta dall’Olanda le due reti nascono da inutili falli e conseguenti calci piazzati sfruttati dalle due spilungone olandesi: al 69′ è la Miedma che insacca di testa, e all’80’ è la Van der Gragt (1,78 m) anch’essa di testa. La Giuliani è sulla traettoria di entrambi i colpi di testa, sfiora la palla con le mani, ma le sfugge e con essa il sogno di proseguire.
L’impegno delle italiane è commovente, ma non basta, collezionano alcuni gialli (Linari, Guagni e Cernoia)e non riescono piu ad impostare azioni d’attacco.
Le occasione più grandi le avevano avute nel primo tempo, al 18′, ma il tocco delle Bergamschi in semiacrobazia era debole, facile preda della portiera olandese, e poi al 36′ con la Giacinti che sfiorava il palo e si ripeteva allo scadere dei primo tempo.
Tra cose ben fatte ed errori, spiccavano la Guagni e Cernoia, mentre la Galli e la Bonansea sono rimaste un po’ in ombra, quest’ultima sostituita dalla Sabatino.
Comunque tutte vi siete battute bene e siete riuscite ad accendere in noi la speranza.
È già molto, grazie ragazze.
RISPOSTA
si, hai ragione Alessandro è già moltissimo ma capisco il pianto della Girelli incomprensibilmente esclusa, forse piangeva anche un po’ di rabbia, naturale.
Ma va benissimo cosi, hanno fatto una prova eccellente hanno un grande futuro.
Gli dedico un bella canzone che ricorda una sconfitta ancora cocente, anche se molto lontana nel tempo:
https://www.google.com/search?client=firefox-b-d&channel=crow&q=notti+magiche+nannini
Grazie mille ragazze, brave!
L’ultimo incontro dei quarti di finale ha visto la Svezia prvalere sulla Germania per 2-1, un successo in rimonta, con reti della Jakobsson e della Blackstenius.
Pertanto le due semifinali saranno:
Inghilterra-Usa (martedi)
Svezia-Olanda (mercoledi)
Nello scontro tra anglofoni la spuntano gli Usa pet 2-1 sull’Inghilterra che però si vede annullato un gol da manuale dal Var (il solito fuori gioco per un alluce, neppure verificato dall”arbitra) e alla fine spreca malamente il rigore del pareggio.
A sorpresa nella squadra Usa manca la Rapinoe, cinque reti all’attivo(non sarà stato perché ha dichiarato che in caso di vittoria del mondiale non andrà da Trump alla Casa Bianca?), però gli Usa come si solito passano in vantaggio già nei minuti iniziali: discesa e cross della O’Hara e colpo di testa vincente della Press.
Ma nove minuti dopo, risponde l’Ingilterra con un bellissimo gol: diagonale che taglia il campo, raccoglie Mead e su suo assist, pronto anticipo della White che insacca con tiro al volo e pareggia. È il suo sesto rigore del torneo .
Alla mezz’ora risponde per gli Usa la Morgan che ancora di testa raccoglie un assist della Horan e segna il 2-1. Anche per lei si tratta del sesto gol del torneo .
Nel secondo tempo il già citato gol annullato della White
e il rigore assegnato per atterramento della White mentre stava per calciare in rete, rigore sprecato dalla Houghton con rincorsa breve e tiro fiacco che la portiera Naeher para in tuffo.
Usa ancora una volta in finale incontreranno la vincente tra Olanda e Svezia.
Su quell’ultimo pallone disperatamente buttato sotto porta olandese, a tempi supplementari abbondantemente scaduti, e bloccato dalla portiera Sari van Veenedaal, si spengono le speranze delle svedesi di riagguantare il pareggio e giocarsi la qualificazione ai rigori.
Poco prima la Svezia era rimasta in dieci, s’era infortunata la Asslani messa ko da una pallonata, che ne imprimeva una torsione al collo, ma soprattutto da una stanchezza infinita che le si leggeva in volto nell’impietoso primo piano della caduta.
È crudele essere eliminate da un tiro fatto in bellissimo stile ma fortunoso, messo a segno dall’olandese Groenen, che s’è ritrovata un pallone respinto, sul piede giusto, nel momento giusto (al 99′ del primo tempo supplementare) e nel luogo giusto (appena fuori area).
La storia precedente è l’uno a uno con cui s’è concluso il tempo regolamentare, dico 1-1 e non 0-0 come realmente è stato, perché tutta la partita è vissuta su due soli episodi degni di menzione, uno per la Svezia -su complicazione da calcio d’angolo, Fisher colpisce il palo, con pallone sfiorato quanto basta dalla portiera olandese – e uno per le olandesi -solita testata ficcante della Miedema, finita però sulla traversa (anche qui la mani della portiera deviano quanto basta), la stessa che giorni fa ci aveva rispedito a casa, una donna alta e magra, dal viso di madonna sofferente.
Per il resto notevoli, la svedese Blackstenius per stile e grazia, e l’olandese Van de Sanden, per grinta, capelli cortissimi dai riflessi arancione e rossetto alle labbra.
In finale contro gli Usa andrà l’Olanda, ma questi tempi supplementari sulle gambe sembrano già una condanna annunciata.
Partita strana la finale per il terzo e quarto posto tra Inghilterra e Svezia, la cosiddetta finalina.
In realtà sembrava proprio che la favorita Inghilterra avesse preso sottogamba la partita, restando in balia della Svezia che nel giro di undici minuti volgeva le sorti dell’incontro a proprio favore: all’11’ la svedese Aslani riprende una corta respinta della bionda Greenword e segna l’1-0; cinque minuti dopo il palo nega il raddoppio alla Jacobsson, ma dopo 6 minuti la stessa Jacobsson (rapido scambio con la Blackstenius) segna il 2-0 per la Svezia.
Ma chi dava le leonesse d’Albione per spacciate si sbagliava, così bastano loro 6 minuti per pareggiare i conti: è la White che suona la riscossa, con un “gol fatto”, respinto sulla linea di porta dalla Björn, poi arriva il gol vero, per opera della Kirby che entra in area, evita la Sembrant e insacca nell’angolo sinistro della porta svedese; infine ancora la White segna un bellissimo gol -stoppa il pallone di petto, resiste a una carica e gira in rete imparabilmente- ma il Var, questo marchingegno che scruta dentro le frazioni di secondo, ma non valuta la bellezza del gesto tecnico, annulla, sembra che il pallone dopo lo stop abbia sfiorato il braccio. Mah!
Nel secondo tempo l’inghilterra cerca disperatamente il pareggio, il possesso palla si capovolge, ora è a suo favore, gli ultimi minuti sono appannaggio delle forze fresche che subentrano alle più stremate, così è la Taylor che coglie un palo clamoroso per l’inghilterra (ma i pali non danno sostanza) e poi è la svedese Fisher che salva sulla linea a portiere battuto.
L’ultima occasione è però della svedese Zigiotti ma la portiera inglese respinge.
Fine. Il tripudio della Svedesi e lo scoramento delle inglesi dà senso a questa finale dei delusi, combattuta quasi fosse in palio il titolo.
Hanno mostrato che l’onore vale più del titolo.
Gli Usa battono per 2-0 l’Olanda e vincono il secondo alloro mondiale consecutivo, quarto in assoluto.
Ma ci vuole un rigore, assegnato tramite il Var, per fare breccia nella difesa della piccola Olanda (17 mioni di abitanti contro i 327 usa), alla loro prima finale mondiale, per la quale confesso di aver tifato, pur riconoscendo ai vincitori superiorità tecniche individuali e gioco di squadra più vario ed incisivo.
Gli usa non segnano nel primo quarto d’ora come loro abitudine, e questa è già una notizia . L’Olanda si difende bene riuscendo ogni tanto ad alleggerire la pressione con attacchi isolati.
Nel finale del primo tempi gli Usa cercano di forzare la difesa olandese, ma trovano nella portiera Van Veenendaal un baluardo insuperabile: quatto magnifici interventi su tiri a botta sicura della Morgan(tre volte, l’ultimo dei quali in perfetto stile e grande potenza), e su colpo di testa della Newis.
Nel secondo tempo l’episodio decisivo: la Morgan salta per colpire di testa in area di rigore, ma ha già perduto la palla quando l’olandese Van der Gragt la colpisce in gioco pericoloso. L’arbitra francese lascia correre, ma gli addetti al Var hanno qualcosa da ridire, attesa, controllo… rigore!
(Stranamente nel primo tempo era stata trascurata una spinta, dietro le spalle, alla Morgan con relativa caduta in piena area di rigore, ma in quel caso il fallo era più evidente, ergo… rimane impunito).
Batte la Rapinoe, ma stavolta la portiera olandese non fa il miracolo: accenna un passo dal lato sbagliato, e si blocca quando s’accorge di essere stata colta in contropiede.
L’Olanda reagisce ma la Miedema, altre volte fredda esecutrice, stavolta s’incarta su se stessa e perde l’occasione.
Per il 2-0 la Lavelle fa tutto da sola, avanza, entra in area di rigore, evita il contrasto di una o due avversarie, e piazza un gran tiro angolato che rende vano il tuffo della portiera.
Adesso è finita davvero, giubilo della vincitrici, baci a abbracci anche con la autorità durante la premiazione, Macron mantiene il suo aplomb, la Rapinoe apre le braccia nella posa di una étoile della Scala.
Anche per me finisce il volontariato di “cronista”, spero di aver fatto compagnia a qualcuno e di aver contribuito all’affermazione del calcio come patrimonio di tutti, uomini e donne.
RISPOSTA
Grazie Alessandro per questo tuo eccellente lavoro di cronista di questa bellissima manifestazione.
Credo che da domani, nessuno potrà più dire che il calcio femminile non è all’altezza di quello maschile, anzi, se devo dire la verità ho trovato che alcune
partite sono state molto divertenti e di altissimo livello.
Mariagrazia sono io che devo ringraziarti per l’ospitalità che mi ha consentito, divertendomi, di dare un apporto positivo alla (non più?) vexata quaestio della parità dei sessi.
RISPOSTA
Magari, “non più”, speriamo, almeno.