Cinque,quattro, tre, due, una…nessuna.
Cinque Ex stelle. La notte in cui una ad una si spensero. E rimasero cinque buchi neri.
I CinqueEXstelle sono usciti bastonati dalle urne, capita.
Invece la stella di Salvini brilla più che mai. E’ il suo momento, l’Italia si fida di lui, del suo capitano che ora dovrà dimostrare quello che sa fare.
Già ne ha dato qualche esempio in campagna elettorale, cioè in questo primo anno di governo coi Cinqueexstelle.
La Lega dilaga e allaga, deborda e trasborda e il capitano la guida, ne tiene saldamente il timone mentre sorride e commenta i risultati epocali delle europee. Ne ha ben donde, si è molto speso (a spese nostre).
Tanta fatica è stata premiata: Conte ha i secondi contati e ha già preparato il trolley.
Il PD, tra i due duellanti, finalmente, gode. Almeno un po’. Ed era veramente ora. E’ arrivata una, tanto attesa, boccata d’ossigeno. Ora dovrà dimostrare di meritarsela. Non sarà facile,ma si può fare.
Chi non gode tanto, per ora, è il paese. Ha tutti gli indicatori negativi. La febbre per ora è a livello di attenzione ma non di guardia ma dopo questo exploit della Lega come reagiranno i mercati?
Intanto continua a piovere, i fiumi sono in piena , qui, a nordest, la primavera è ancora un miraggio.
E’ tutto incerto, in bilico, precario, persino il meteo.
Ma una cosa. Almeno una, oggi è chiara: il grillismo ha fatto il suo tempo, passato già come una cometa, rapido come un ciclone,ha lasciato danni con cui fare presto i conti. Una sbornia collettiva da cui ci si risveglia col mal di testa. Ma ora altri mali di testa ci aspettano.
Uno, grosso e robusto e che lascerà il segno.
Speriamo,almeno che duri meno, molto meno di un ventennio e che non faccia troppi danni.
Luigi DiMiao non si arrende, dopo la seconda scoppola, dice che deve prendere lezioni dall’esito di queste elezioni e che non molla…la poltrona.
Seguiterà a (non)fare il ministro, a (non)fare il vicepremier, a non fare niente, ma lo farà con grande umiltà, perché questo ha promesso agli italiani ed ora sente arrivato il momento di assolvere a questo compito.
Si attacca al premier (fantasma) per dire che lui sarà coerente col contratto di governo e con la parola data e cioè continuerà a fare le manfrine che ha fatto sinora.
Ma ribadisce che lui deve mantenere la coesione nazionale rispettando l’autonomia, cioè tradotto dal dimaiese: non si fa niente!
Il movimento Cinquestelle cambia nome e si chiama Movimento Nonfaniente.
Ma insiste: lui rimane incollato li, ma nessuna testa deve saltare, si deve solo dare un nuovo sprint e cioè: nonfareniente.
Dice che ascolterà i territtori…acchi? Lui vuole essere l’alternativa alla casta lo può fare solo non facendo niente.
I voti persi (tanti, milioni) sono andati all’astensione e lui ringrazia gli astensionisti che hanno imparato la lezione dei grillini: il fanientismo.
L’assenteista da un segnale ai cinquestelle: non votando conferma che aderisce al movimento del fareniente. Dunque sta dalla loro parte.
Un modo come un altro per rigirare le frittate, una giravolta in pieno stile castale, da vecchio e consumato politico che non è affatto logorato dal potere, anzi è più che mai intenzionato a non farsi logorare.
Ma deve fare i conti con l’oste.
Di Conte non si ha traccia. Dov’è il premier? Forse si è dato?
È singolare che la elezioni euopee diano spunto quasi esclusivamente a considerazioni di politica locale.
S’è votato per l’Europa, e il grande tema dibattuto era se questa Europa, così criticata e giudicata una sovrastruttura inurtile o addirittura dannosa, sotto la spinta dei Peasi sovranisti, si dovesse dissolvere o per lo meno se ne dovesse stravolgere lo spirito, la natura politica, i metodi, gli ideali.
Invece l’Europa, a cominciare da un notevole incremento della partecipazione, c’è, il fronte europeista tiene, non saranno i sovranisti con i loro 58 seggi o i populisti con i loro 54 seggi su 751 a dettare legge, come avevano promesso.
I Socialisti e Democratici calano pur mantenendo 146 seggi (d’altro canto anche il centrodestra perde 37 seggi)ma guadagnano i Liberali(+42 seggi) e i Verdi (+17 seggi)
Insomma la bolla dei contrari all’Europa non c’è stata e anche in Inghilterra, malgrado la vittoria di Farange, il fronte pro Ue è ben nutrito.
A casa nostra, il calo dei grillini, com’è regola per quei movimento di protesta che cavalcano lo scontento, era nell’aria, ma non così clamoroso.
Ora è Il momento di Salvini col suo 43%, ma non dimentichiamo come di questi tempi l’elettorato italuiano sia molto fluido nel premiare come nel punire: Renzi col suo 40% docet. Anche quello di Salvini è un salto clamoroso legato quasi esclusivamente all’aver sfruttato l’esaltazione d’insicurezza e dei pericoli che deriverebbero dagli emigranti, nonché la promessa di una pressoché irrealizzabile flat tax. Non si può goverare a lungo con queste premesse.
Sarà pure lui una bolla come i grillini?
C’è chi teme l’avvento di un Bolsonaro. Io credo invece che un’alternativa democratica con un ritorno al bipolarismo sia possibile e l’avanzata del Pd in queste elezioni lascia bene sperare.
RISPOSTA
si, gli europeisti per fortuna tengono anche se, però, il fronte dei sovranisti avanza, soprattutto in Francia. I verdi europei poi sono più orientati a destra, ma, comunque, la disfatta dell’Europa, per fortuna non c’è stata.
Ma Salvini non ha preso il 34%? Tanto, ma sono le europee, le politiche potrebbero essere un’altra cosa e credo che sarebbe bene che si andasse ad elezioni anticipate, questa burlrtta di governo non può durare a lungo in queste condizioni.
E Salvini con le sue pretese di indebitarci oltre il collo potrebbe davvero farci precipitare.