Scacco al re

DiMaio in diretta a RTL: “Matteo Salvini dovrebbe dimettersi”.
Lapsus, lo avvertono e lui manco se n’era accorto.
Intendeva dire Armando Siri. Non è che il nome abbia delle assonanze, lui intendeva proprio dire che a dimettersi dovrebbe essere Matteo Salvini e pensava ai tanti guai che gli sta dando, alle bufere mediatiche che lo stanno vedendo protagonista per cui lui ci fa sempre la figura di Paggio Fernando.
Luigi, l’Armando lo vuole mandare a casa, ma prima vorrebbe vedere Salvini travolto da un qualche scandalo che lo facesse smettere di prendere tutti quei consensi.
E, neppure a farlo apposta, anche se leggermente in frenata, il consenso per la Lega e il suo leader è a livelli stratosferici e, ovviamente, il capo politico dei Cinquestelle, morde il freno.
E si morde la lingua per non sparare a raffica tutto quello che pensa del collega di governo e ne avrebbe, volendo, oh se ne avrebbe.
Ma deve mandare giù rospi centellinati ed allora succede, che, poveraccio, mentre parla in diretta in una trasmissione radio molto seguita, finisce per dire quello che pensa: altro che mandare a casa Siri è il suo capo che dovrebbe fare fagotto.
Si sta rivelando la sua rovina, volete che non si lasci andare a qualche gaffe tanto inconscia quanto liberatoria?
Ch vuole intendere intenda, comunque.
Ma vanno d’accordo, e non si lascerano mai hanno troppe poltrone insieme…fino al giorno in cui, ricordando i bei tempi, i due, diranno ai nipotini: “C’eravamo tanto odiati”.

Però…dopo quanto è successo stasera con l’annuncio di Conte che chiederà le dimissioni di Siri al prossimo CdM, e Salvini che non si aspettava questo decisionismo del premier in sua assenza, le cose potrebbero precipitare.

I Cinquestelle si salverebbero la faccia e magari potrebbero pure risalire nei sondaggi se a Conte riuscisse questa mossa a sorpresa, questo scacco al Re.

Il quale Re (beninteso sto parlando del ministro pleniprepotenziario dell’Interno ( a colloquio in Ungheria con Orban, che si fa fotografare vicino alla rete che Orban ha messo a protezione dei confini contro gli immigrati, non certo a caso) sarà già andato su tutte le furie che gli esce il fumo dal naso.

Immagino, invece, che DiMaio si sfreghi le mani.
Pasqualino Maraja ha già venduto la pelle dell’orso il quale seppur furioso, non vorrà mai far cadere il governo e si troverà cosi a dover subire l’onta di perdere uno dei suoi uomini migliori, l’ideologo della flat tax che ha portato la Lega a prendere una caterva di voti (ma che ancora è ben lungi dall’essere realizzata): un’ignominia da lavare col sangue…ovviamente speriamo di no, sono per la non violenza, però…

Insomma Conte ha mostrato finalmente i denti, ma questa volta non per fare il solito sorrisino beffardo da signor Meneimpippo, no, ha dimostrato fegato.

Vedremo se Salvini se lo farà alla veneziana,rosolato in padella con le cipolle.

2 commenti su “Scacco al re”

  1. L’arroganza e la sicumera sono la loro cifra, quella dei grillini e del governo, per il resto tutto bloccato, tutto fermo
    tutto da decidere, ai posteri l’ardua sentenza.
    Com’è finita la Tav? Si fa, non si fa?
    Come finirà con le Province? Si faranno, non si faranno?
    E La flat tax per tutti, è cascata nel dimenticatoio?
    E il rimpatrio dei migranti? Ne avevano promesso 500 mila, si e no, sarebbero 80 mila e neppure questi, c’è da scommettere, non saranno rimpatriati, perché rimpatriare costa, non è mica gratis.
    E i cinque milioni di fruitori del reddito di cittadinanza a costo zero ma a debito infinito, dove sono? Esodati nel deserto delle illusioni.
    Altra promessa non mantenuta, mai condoni!!! Infatti negli uffici preposti la calca era impressionante, saranno prorogati i termini.
    E infine non avevano ripudiato l’immunità parlamentare? Bruciata sull’ara di salvezza di Salvini.
    A proposito del quale, si prepara in abito blu e cravatta a rifondare l’Europa con l’amico Orban. Da schiattare dal ridere.
    Dulcis in fundo, che n’è di Roma?
    Stat Roma pristina nomine, nomina nuda tenemus!
    Che ci vuole ancora per “esodarli”?

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  2. Ho voluto dare una scorsa ai politici di nome Armando e, a parte Cossutta, gli altri sono tutti illustri sconosciuti.
    Lo stesso dicasi per scrittori, filosofi, poeti….insomma pare che a parte l’Armando famoso immortalato da Gaber e Jannacci, gli Armandi non godano di grande fama, in generale.
    Poi non so se ci sia qualche generale Armando che ha fatto una fulminante carriera ma direi che è irrilevante.
    Quindi, Siri, con quel nome, è già riuscito a rimanere al governo per oltre dieci mesi: un fenomeno.
    Il destino nel nome: Siri meglio che ti dimetti, dai retta a Conte che queste cose le sa.
    Lui si chiama Giuseppe e non può non avere successo…in tutti i campi.

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