Lo hanno trovato davanti all’ospedale in fin di vita, un ragazzino sedicenne ora in terapia intensiva.
Era entrato insieme ad altri due in una casa per rubare.
Non si aspettava di morire, la pena per il furto con scasso o senza non prevede la pena di morte.
Ma forse se la caverà e forse se la caverà anche chi gli ha sparato, un 29enne, il proprietario che si trovava una pistola a portata di mano e che ha sparato.
Dice di non essersi accorto di aver preso qualcuno. Già, uno spara a casaccio e prende una persona come tirare ai birilli e poi non si accorge se il birillo è caduto.
Ci sono tracce di sangue in casa, ora devono fare gli accertamenti per vedere se corrispondono a quello del ragazzino (ricoverato in pediatria) ferito.
Sarà l’effetto del “forte turbamento”. Ma uno che ha il sangue fredddo di prendere un arma, mirare e colpire una persona inerme (anche se un ladro o rapinatore) non sembra molto turbato o almeno non tanto da non ragionare freddamente e freddamente mirare e sparare.
Avesse sparato in aria, sarebbero scappati lo stesso e l’ospedale non avrebbe dovuto intervenire per salvare un ragazzo recapitato davanti alla porta come un pacco qualsiasi.
Chissà quanti ne troveranno gli ospedali di ladri o rapinatori da curare da ferite mortali da arma da fuoco legalmente detenuta.
La nuova legge non è ancora in vigore ma già comincia a fare danni e a ringalluzzire tutti quanti si sentono dei pistoleri della notte pronti a difendere la “roba” ad ogni costo anche quello di uccidere.
Salvini ha detto: “Se non andava a rubare, a quest’ora stava bene.”
Ma a sedici anni non si va a rubare se non si è vissuti in ambiente di degrado materiale e morale, sbandati, senza che qualcuno abbia insegnato loro i valori della vita e soprattutto ne abbia dato l’esempio mettendoli in pratica.
Quante volte s’è parlato di degrado delle periferie e quante volte s’è fatto finta di affrontare il problema, salvo poi a rimetterlo nel cassetto.