Come sempre, grande onore va tributato ai vigili del fuoco che hanno lavorato per ore per spegnere l’incendio, spaventoso, di Notre Dame de Paris. Uno di loro ci ha quasi lasciato la vita.
Non hanno paura di ciò che fa più paura da sempre e lo affrontano con immenso coraggio: bravi e grazie a tutti loro.
Su” Il Gazzettino” di oggi ho letto la testimonianza di un capo dei vigili, oggi in pensione, che racconta la sua esprienza con il teatro La Fenice, dice che, allora, lui prese immediatamente l’elicottero, senza aspettare gli ordini e subito sorvolò il teatro gettando fiumi di acqua per spegnere l’incendio.
Dice anche, che secondo lui, se è stato fatto a Venezia, città peculiare per le sue caratteristiche, avrebbe potuto essere fatto anche a Parigi.
Ma, il comandante dei vigili parigino ha dichiarato che l’acqua gettata da quell’altezza sulla cattedrale, per la sua specificità, avrebbe creato ancora più danni.
Ognuno fa le sue ipotesi.
Una cosa è certa: negli anni di massima sicurezza dovuti alle scoperte tecnologiche, basta un niente per mandare a fuoco un monumento patrimonio dell’umanità, sembra inconcepibile ma è successo nel terzo millennio.
Segno che siamo tutto meno che invulnerabili.
Ma quello che mi ha colpito, a parte la guglia crollata che mi ha lasciato senza fiato, è stata la lunga fila di francesi che si è recata sul luogo del disastro per testimoniare la loro vicinanza a quel simbolo a loro cosi vicino e caro (non solo ai francesi).
Mi hanno commosso le preghiere e i canti e la compostezza e l’atmosfera di pacato dolore e immensa tristezza
Ora, per fortuna, la cattedrale è ancora in piedi nella sua maestosa bellezza e spero venga riportata al suo antico splendore quanto prima.
Più che vulnerabili siamo negligenti e non impariamo le lezione del passato.
Ma possibile che la sicurezza di una Cattedrale come Notte Dame, venga affidata al sensi di responsabilità dei restauratori?
C’era gente in chiesa, qualcuno avrà visto del fumo o avrà sentito odore di bruciato, sarebbe bastato l’intervento tempestivo di un addetto alla sicurezza con un semplice estintore.
E poi, non esistono al giorno d’oggi sistemi antincendio con sensori di fumo che intervengano automaticamente?
Esistono, ma la sicurezza a quanto pare è l’ultimo dei problemi a cui si pensa.
RISPOSTA
sembra che da quanto emerge, non ci fosse nessuno del personale della ditta di restauro quando l’incendio è scoppiato e questo toglierebbe ogni dubbio sulla sua dolosità. Ho letto che i vigili del fuoco (500) hano rischiato moltissimo per salvare la struttura ma ci sono riusciti, sarebbero bastati altri 15/ 30 minuiti di fuoco di quella potenza per distruggere completamente la cattedrale.
Insomma, l’evento ha del miracoloso. E ho anche letto sulla stampa straniera che la popolazione si è sentita stretta intorno al presidente in questa occasione senza troppi distinguo, quasi come se questo tragico incidente sia piovuto dal cielo ( è il caso di dirlo) per calmare un po’ le acque di una nazione in profonda crisi e l’abbia riunita intorno al monumento simbolo della capitale. Della serie:non tutto il male vien per nuocere, almeno per ora.
questa sì che è forza di volontà, Macron ha promesso che entro cinque anni la Cattedrale sarà ricostruita, un segnale forte per la salvaguardia delle opere d’arte, sulla quale si spende molto poco, quando addirittura non si lasciano deperire.
RISPOSTA
si, certo, ma pare che la cattedrale non fosse neppure assicurata contro gli incendi! Pare impossibile. Ma c’è già stata una gara di solidarietà per mandare aiuti da parte dei ricconi della terra. Speriamo che sia vero che sia ricostruita in cosi breve tempo e che questo serva anche come monito per chi dovrebbe tutelare i monumenti, l’Italia ne ha davvero tanti a rischio.