“L’Italia siamo noi”, hanno detto le persone che si trovavano a bordo del bus a Torino, dove tre ragazze sono state aggredite da un’altra ragazza con un cane.
Lo racconta in un video Fatima, italiana di origine marocchina come le due amiche.
Sono state prese a calci e pugni e sono dovute essere medicate in ospedale.
Ha un bel viso Fatima, parla con proprietà di linguaggio e racconta la sua disavventura, dice che in Italia si vive un brutto clima, che altre volte era stata presa di mira ma mai cosi.
Mai con questa violenza. E questo fatto è solo uno dei tanti che accadono sempre più di frequente.. .
Una furia che si scatena perché una delle tre sembra avere paura del cane che accompagna la ventenne e da li inizia tutto.
Ma la reazione dei presenti è stata di difesa nei confronti delle tre aggredite. Ad una di loro è stato anche strappato il velo.
Una ragazza infuriata senza alcun motivo e che ha riversato addosso a queste tre malcapitate una rabbia imprevedibile.
C’è da chiedersi per quale motivo tanto odio e tanta aggressività.
L’Italia siamo noi, hanno detto i presenti . Già, una bella frase. Ma l’Italia è anche quella ragazza violenta, purtroppo.
Ha ragione Fatima a dire di non volere crescere i suoi figli in un paese razzista. Fa paura tanta inaudita violenza, lascia esterrefatti.
Anch’io sono sconcertata. neppure a me piace vivere in un paese cosi. Non lo riconosco più il mio paese. Non ci voglio credere che stiamo diventando un paese razzista,ma fatti del genere succedono sempre più spesso e l’odio e la violenza generano sempre altro odio e altra violenza.
E pensieri deviati che fanno in modo che qualcuno se la prenda con dei ragazzini che tornano da scuola e li sequestri e li minacci in uno scuolabus.
Chi sta al governo deve farsi carico di questa situazione, cercare di portare parole di pace e d icomprensione e di solidarietà e non soffiare sul fuoco della intolleranza solo per conquistare voti.
L’Italia siamo noi, tutti noi che disprezziamo il razzismo e che vogliamo vivere in pace con tutti in un paese libero e accogliente e solidale.
Solo cosi diventeremo una democrazia compiuta e faremo onore ai tanti martiri della Resistenza e a quanti hanno combattuto perché l’Italia diventasse un paese democratico.
Indietro non si può tornare.
Non capisco come qualcuno possa aggredire qualche altro perché mostra di aver paura del suo cane.
Magari la donna avrà protestato, ma ci si può offendere per una giusta protesta?
Certi padroni di cane non si rendono conto che un estraneo ne possa avere paura.
È capitato anche a me. La risposta è quasi sempre: “Ma il cane è buono, non farebbe male a un gatto”.
“Si, ma in non sono un gatto!”
Un’altra volta, passando vicino ad un’auto in sosta, un cane, poco ci manca che mi azzannasse sbucando dal finestrino semiaperto.
Alle mie proteste il padrone che accorreva (s’era momentanamente allontanato) mi disse molto arrabbiato:
“Il cane ha fatto il suo dovere!”.
“Insomma -ribattei- metta almeno un cartello con scritto ben visibile: Attenti al padrone del cane.”
Risposta
No, sembra che la ragazza si sia solo spostata per la paura senza dire nulla e che l’altra l’abbia apostrofata dicendo qualcosa in relazione ai terroristi.
Ma a parte le considerazioni sulla violenza di questo caso razzista, questa prepotenza dei padroni di cani è in aumento e di una maleducazione inaudita.
A proposito di violenza, quella sulle donne pare non finire mai.
Una giovane americana abusata dal branco, qui a Catania, nel terzo millennio: sembra che l’orogio della civiltà scorra all’indietro.