Un grandissimo grazie ai Carabinieri che hanno fermato il pazzo che voleva incendiare uno scuolabus con all’interno 51 ragazzi nei pressi di Milano.
Un 47enne di origini senegalesi ma cittadino italiano, lavorava come autista ed era in servizio da molti anni, ma oggi gli è girato cosi.
Ma come si fa a dare in mano un bus carico di ragazzi a uno che ha precedenti penali per guida in stato di ebrezza e tentato stupro? C’è da chiederselo.
La cosa è finita bene solo grazie all’intervento dei nostri Carabinieri che sono riusciti a evitare una strage.
Ma anche e forse, soprattutto, alla scaltrezza dei ragazzi che hanno chiamato il 112. L’uso del cellulare, mai come in questo caso, è stato una cosa salvifica, la perizia nell’uso degli smartphone, a volte rimbrottata dagli adulti, è stata determinante per la salvezza di quei ragazzi.
Questo individuoha detto che voleva vendicare i morti nel Mediterraneo ma a prima vista mi sembra uno completamente fuori di testa.
Ora non dico che Salvini o Di Maio abbiano colpa di questa, per fortuna, scampata tragedia, no, assolutamente no, ma è il clima di odio sempre crescente in Italia, la vicenda Diciotti, gli sgomberi dei C.a.r.a, il salvataggio del ministro che avrebbe dovuto subire un processo come tutti i comuni mortali e che si è invece fatto salvare oggi stesso in Senato ottenendo di fatto l’impunità, non sono dei bei messaggi per certe teste calde.
Queste cose possono agire su alcune menti malate come una miccia pronta ad esplodere ogni minuto.
Questa le nostre Forze dell’Ordine con l’aiuto della presenza di spirito di alcuni dodicenni l’hanno disinnescata,speriamo non ce ne siano altre ma c’è davvero da chiedersi: what next?
Dall’interrogatorio fatto dal pm Nobili, del pool antiterrorismo, all’attentatore è emerso, che l’uomo, un senegalese con cittadinanza italiana, avrebbe voluto dare un segnale a tutta l’Europa contro l’atteggiamento di chiusura verso i migranti e le morti conseguenti in mare, e anche un avvertimento agli africani di desistere dal voler emigrare in Europa. Non avrebbe voluto fare del male, ma solo un’azione dimostrativa a Linate, dove poi avrebbe voluto fuggire con aereo al suo Paese.
Sembrerebbe un “lupo solitario”, ma ancora è prematuro per trarre conclusioni certe, ma fra le altre accuse, c’è anche quella di terrorismo.
Ovviamente si tratta delle prime indagini, tutte da approfondire, resta il fatto che 51 giovani hanno rischiato il peggio e siano stati segnati da un’esperienza cosi choccante che potrà condizionare il loro avvenire.
Resta il mistero (ma direi la leggerezza) di come si possa affidare la guida di un autobus per il trasporto di giovani, ad un ex pregiudicato per violenza e guida in stato di ebrezza.
Resta lo sgomento di fronte la follia umana e la necessità di una intelligence che possa prevenire qualsiasi azione terroristica.
Resta l’efficienza dei Carabinieri che hanno sventato il peggio e il sangue freddo di quei ragazzi pronti a dare l’allarme.