Avete notato quanti piagnoni girano nell’web?
Massì quelli che hanno sempre qualcuno da criticare? Non parlo delle critiche dirette ai politici, quelli vanno criticati sempre, no parlo del mondo, in generale.
Se la prendono con tutti: medici, infermieri, impiegati della P.A., insegnanti (per carità, non ne parliamo proprio)…e via cosi.
Trovano sempre il modo per dire qualcosa di negativo nei confronti di qualcuno o di qualcosa.
Ci sono, per esempio, quelli che se la prendono con i giorni dedicati. E’ pur vero che, in genere, sono rituali ai quali ci siamo abituati e che con l’abitudine possono aver perso una certa immediatezza di sentimenti e di emozioni, ma da questo ad arrivare a criticare la giornata della Memoria dicendo che è un rito trito e che bisognerebbe fare qualcosa che vada al di là e oltre le parole, come se le parole non fossero pietre in certi casi, lo trovo solo una delle tante testimonianze di come il narcisismo (soprattutto maschile) si estrinsechi in vari modi e, purtroppo, anche coinvolgendo temi “sacri” come le commemorazioni nei riguardi dello sterminio degli ebrei.
Ma poi ci sono quelli che protestano su tutto.
Un altro esempio, uno dei più classici: prendersela col Papa. Non è mai un “buon Papa”, ha sempre quache difetto di “fabbrica” palese o nascosto sul quale, i nostri, trovano da ridire per paginate.
Per non parlare di papi che sono stati consacrati santi dalla chiesa.
Apriti cielo, è il caso di drilo. ma quali santi’ Dicono in tanti. Come si fa a decidere che questi hanno fatto miracoli? E poi che cosa sarebbero questi miracoli?
Notare che poi sono proprio loro quelli che, trovandosi in condizioni critiche, anche per qualche banale incarnimento dell’unghia, si affrettano a chiederne l’assistenza, in privato. Certe novene!
Insomma, si potrebbe farne un bel trattato psicosociologico, la materia non manca.
Gli eterni scontenti, poi, sono tra i più battaglieri e invadenti.
Non gli va mai bene niente. Sono sempre pronti a criticare qualsiasi cosa e dopo che l’hanno criticata sono pronti anche a smentire di averlo mai fatto, soprattutto quando si trovano a dover dare conto di certe affermazioni disfattiste ed offensive nei riguardi di qualcuno o qualcosa su cui si erano pronunciati con parole di fuoco.
Sono fatti cosi: partono lancia in resta come il prode Amselmo ma, se trovano che li confuta apertamente e con ottimi argomenti, sono pronti a ritirarsi nel guscio come le lumache, cambiare discorso, affermare di non essere stati compresi, addirittura arrivano ad accusare chi li accusa di essere loro quelli che avevano parlato male del tale o tal altro,per i primi.
Insomma, i giratori di frittate sono sempre in agguato e trovano pure chi gli da corda.
Eh si. perché fanno comodo. Tornano utili. Sono sempre pronti ad accodarsi a qualsiasi pessima causa purchè si tratti di spettegolare e gettare fanghiglia motosa, sempre con le migliori intenzioni, non sia mai, su tutto.
Facilmente ravvisabili in quelli che iniziano i discorsi: ” Non mi permetto di giudicare ma…” e poi partono con delle filippiche dicendo tutto il male possibile sul malcapitato di turno, non smentendosi e alla fine aggiungendo anche, per soprappiù, che non guasta mai: ” io mi guardo sempre bene però dal criticare perché ho sempre presente la massima aurea: non giudicare se non vuoi essere giudicato”.
ne conosco qualcuno. Hanno sempre ragione loro e non c’è verso di farli ragionare, tu dici bianco e loro dicono nero tu dici: hai ragione e loro dicono ha mi prendi per il …poi a girare frittatesono una specialità culinaria.
Un mio amico (si fa per dire) diceva che lui votata Grillo perché gli sembrava uno dritto poi, quando gli dicevo che tanto dritto non era me ne diceva di ogni, adesso che vede quello che fanno me lo ritrovo che mi dice che potevo avvisarlo che stava per fare una stronz… a votarli. Cioè, stai a vedere che è colpa mia.
Hai proprio ragione mi ci ritrovo.
Mariagrazia, hai tracciato con dovizia di particolari un ritratto attualissimo, di cui si riscontra un prototipo pure tra i poeti, come in colui di cui Paolo Giovio scrisse sotto forma di epitaffio:
“Qui giace l’Aretin, poeta tosco: | di tutti disse mal fuorché di Cristo, scusandosi col dir: non lo conosco.”
Ma oggi neppure Cristo viene risparmiato, o per lo meno, il suo vicario in terra, il papa che sia Bergoglio o Benedetto XVI o Giovanni Paolo II, o Paolo VI, non importa, purché sia papa e con esdi ovviamente l’Istituto della Chiesa, cardinsli, vescovi e chierici. Si salvano solo i sagrestani.
Ma la categoria più bersagliata sono senz’altro i politici, se ne salvasse uno! E passi per Salvini e Di Maio che sono sulla cresta dell’onda, o Renzi, il distruttore del Pd, o Prodi, l’infame fautore drll’euro, ma non si risparmiano neppure le bianche chiome del Presidente della Repubblica Mattarella. Troppo fiacco, questo, troppo presenzialista il calvo Napolitano.
Ricordo che di Saragat di cui si diceva che fosse un ubriacone.
Dopo i politici, le altre istituzioni, per esempio i magistrati, visti spesso come mummie gelide, togate e prive di sentimenti umani, che godono però di trattamento privilegiato.
E che dire dei bancari? Sanguisughe senza scrupoli.
Non meno odiati i militari e le forze dell’ordine visti spesso come ottusi esponenti di mentalità rigida, inflessibile, dalla predisposizione sadica alla violenza.
Per non parlare di medici e infermieri, non importa se ti salvano la vita, gli si misura il grado di disumanità, spesso di incompetenza, sempre di esosità.
Dimenticavo la classe docente, sbeffeggiata da studenti, genitori,
ritenuta, come per legge del contrappasso, ignorante, disinformata, pigra, supponente.
Insomma, avanti tutta all’insegna di “al peggio non c’è fine”, nel calderone mettiamo pure meridionali, migranti, zingari, Rom, e chi più ne ha più ne metta.
Chi si salva? Vuoi vedere che si salva proprio l’Aretino Pietro?
Però tutto questo risentimento, per non dire odio, ha una funzione di regolatore sociale: sfogata la propria aggressività e le proprie repressioni, si diventa buoni come agnellini e magari qualcuno va a fare pure la comunione.
Certo, e si presenta lindo e pinto davanti all’altare con le mani giunte! E’ proprio cosi ed è sempre stato. i social hanno soppiantato il gossip agli angoli delle strade, nei bar, nei vari circoli cittadini o nelle riunioni parrocchiali. Ora la comunicazione viaggia in rete alla velocità della luce e sono proprio i politici a servirsene per fare proseliti.
Uno spetteguless a tutto tondo, ammantato di finta indignazione del tipo: “io non capisco questo e io non capisco quell’altro”per poi buttare manciate di illazioni su questo e su quell’altro. E questi tipi sono sempre in buona (più o meno) compagnia perché istigano i peggiori istinti che albergano sopra la cenere in molti i quali, fossero da soli non avrebbero il coraggio di palesarsi. Un po’come il pifferaio di Hamelyn coi topi.